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martedì 19 giugno 2018

QUELLA DI FLORENZIA, UNA STORIA DA RACCONTARE di Michele Giacomantonio (Puntata 7 di 10)

Settima puntata
ALLE PRESE CON LE CITTÀ E CON LA GUERRA
1. L’insediamento nelle grandi città della Sicilia

Gli anni trenta sono anni di consolidamento e di sviluppo per l’istituto. Consolidamento nella sua struttura giuridica, sviluppo nella sua presenza sul territorio e Madre Florenzia, pur non trascurando i piccoli centri, affronta le grandi città della Sicilia – Trapani, Catania e Palermo –, preparandosi così al grande salto su Roma. Ma sono anche gli anni in cui Florenzia, proprio nel giorno in cui compiva il suo sessantesimo compleanno, perdeva mamma Nunziata, che il 18 giugno 1932 era rientrata a Lipari con Nunziatina, Angelina, Maria e Giuseppe. Florenzia, che in quel periodo è impegnata ad avviare la nuova casa di Catania, va a Lipari per il funerale e si incontra con i fratelli. Oltre a Caterina, che, da quando aveva deciso di sposarsi contro la volontà della madre, non aveva ormai più rapporti con la famiglia e viveva nel New Jersey, mancava ai funerali anche don Antonino che, dopo una breve visita in Italia, era tornato a New York da diversi mesi.
La prima grande città ad avere una sede dell’istituto fu Trapani, dove era vescovo mons. Raiti, che aveva chiamato Florenzia a Lipari da New York e aveva voluto che nascesse l’istituto. È lui a volere le Suore Francescane e, il 16 novembre 1930, un piccolo gruppo, come al solito accompagnato da Florenzia, vi si reca. Alla stazione ad accogliere le suore ci sono le ragazze dell’Azione Cattolica che, informate dal vescovo, vogliono creare un rapporto di collaborazione pastorale lungo le linee di impegno che le Francescane di Lipari hanno sperimentato con successo in questi anni: insegnamento del catechismo, preparazione dei bambini alla prima comunione e cresima, sviluppo delle opere di apostolato nelle parrocchie appunto con l’Azione Cattolica delle giovani e delle sezioni minori, assistenza ai fanciulli nella messa domenicale e festiva. Inoltre, aprono l’asilo nido, il doposcuola e la scuola di ricamo. Un’attività ampia e intensa, anche se la casa scelta per adattarla a istituto, malgrado la collaborazione delle ragazze, risulta piccola, disagiata e umida, inadeguata per tutte quelle attività e, soprattutto, mancava lo spazio per una cappellina. Una casa di una povertà estrema. Comunque, non era la povertà che spaventava Florenzia, che confidava nella Provvidenza e sapeva trasmettere questa incrollabile fiducia alle sue suore. E infatti, superate le difficoltà dei primi tempi, arrivarono gli aiuti. I Carmelitani offrirono un loro conventino sito di fronte alla Madonna di Trapani, dove finalmente c’era spazio sia per la vita comunitaria sia per le opere. La scuola di ricamo e l’asilo hanno un buon successo e a settembre si apre una scuola di taglio e cucito, grazie al contributo di suor Agnese. Nel conventino prende avvio anche un orfanotrofio che accoglie le prime tre orfanelle ed è sovvenzionato, inizialmente, da famiglie benestanti che costituiscono l’associazione “pane di S. Antonio” impegnandosi a un’offerta mensile. Via via che gli orfanelli crescevano di numero, non bastarono più le donazioni volontarie e si stipularono convenzioni con il Consorzio provinciale e altri enti. E non bastava più nemmeno il conventino. Nell’arco di sei anni, l’istituto cambiò sede tre volte finché nel 1936 si acquistò una struttura con annesso giardino, in via del Mercato, dove poterono svilupparsi liberamente tutte le opere avviate.


Catania primi del secolo 

Dopo Trapani, fu la volta di Catania. Era da tempo che Florenzia raccoglieva le confidenze e le preoccupazioni di tante giovani che da Acireale e dalla provincia dovevano andare a Catania a studiare e, lontane dalle famiglie, non sapevano dove alloggiare. Sarebbe stato necessario un pensionato per studentesse fuori sede. Così un giorno decide di andare dal vescovo di Catania, mons. Patané, e di esporgli il suo progetto. Il vescovo fu felice dell’iniziativa e promise il suo appoggio.
Si trovò una casa sufficientemente ampia e ci si mise subito alla ricerca di fondi per prenderla in affitto e arredarla. Gli aiuti non mancarono e, il 15 settembre 1933, tutto era pronto per avviare l’esperienza, anche se in quello delle suore la povertà vi regnava sovrana. Florenzia rimase a Catania nel pensionato fino a quando la fondazione non fu bene avviata, collaborando con le altre cinque suore. Faceva di tutto e appariva instancabile. Andava alla ricerca di contributi e donazioni, usciva con un’altra suora per fare la spesa e le compere in genere, era pronta a supplire la suora portinaia, ad aiutare in cucina, a pulire la verdura, a rigovernare le stoviglie. Si dedicava ai capi di biancheria che rimanevano nel comune cestino di lavoro, perché le suore non riuscivano a dedicarvi tempo e passava la ricreazione a sferruzzare e rammendare. Intanto, al Pensionato affluivano molte studentesse e presto la casa divenne insufficiente e, se non si volevano respingere tante nuove richieste, occorreva trovare una sede più grande prima che iniziasse il nuovo anno scolastico. Inoltre, arrivavano richieste anche da parte di persone anziane e Florenzia era ben decisa ad accoglierle. Così, in compagnia di due altre suore, sotto il sole cocente di luglio andò in cerca di un edificio più adeguato. Quando questo fu finalmente trovato, si stipulò il contratto di acquisto e ai problemi e alle ristrettezze dell’anno precedente se ne aggiungono di nuovi perché la casa da arredare era ora più grande. Anche questa era in affitto, ma più tardi, con la solidarietà delle altre case della congregazione, si riuscì ad acquistarla e ad ampliarla.
Sul finire del decennio, nel luglio del 1939, Florenzia ritiene che sia giunto il momento di andare a Palermo per aprire anche lì una casa. Il successo di Catania le indica la strada da seguire in una grande città qual è Palermo: un pensionato per studentesse e giovani impiegate senza dimenticare le anziane che hanno bisogno di assistenza e conforto. Il giorno della partenza da Catania uno stuolo di apparecchi volteggia sulla città. È un’esercitazione militare che preoccupa e allarma la suora che l’accompagna, perché collega questo evento alle notizie che circolano su una possibile guerra che si prepara. Ma Florenzia è imperturbabile. Palermo è un obiettivo importante nel percorso dell’istituto che ha in mente e coltiva nel suo cuore. Importante non solo perché è la città più grande della Sicilia, la sua capitale storica, ma perché da qualche tempo va riflettendo sulle povertà che si sviluppano soprattutto nelle grandi città, che non sono solo le povertà tradizionali di chi ha problemi di sopravvivenza e non sa come arrivare al giorno dopo, ma anche di chi vive nell’agiatezza e qualche volta nella ricchezza, ma è privo di valori che gli diano significato all’esistenza. E questa povertà colpisce in particolare i giovani, figli di famiglie borghesi.


Sotto questo punto di vista, Palermo è il posto ideale per approfondire questa idea – già sperimentata a Catania – giacché sul finire dell’Ottocento e i primi anni del Novecento una nuova classe dirigente aveva fatto vivere alla città il sogno dell’industrializzazione e della rinascita commerciale. E anche se, dopo la prima guerra mondiale, questi sogni si erano raffreddati, le aspettative non erano però domate.
A Palermo, le due suore, appena giunte, vanno ad alloggiare dalle suore del Sacro Cuore in attesa di trovare una sede adeguata per la loro iniziativa. E così, ancora una volta, sotto il sole di luglio, Florenzia, sempre sofferente alle gambe, gira, in compagnia della consorella, per le afose strade della città alla ricerca di una struttura idonea. E dopo un mese di buchi nell’acqua, finalmente ecco una bella villa disabitata del Principe Gravina di Castelforte. Non centralissima, ma a un paio di centinaia di metri da viale della Libertà e. quindi. collocata nella parte più borghese della città, più facilmente accessibile dalle famiglie della cosiddetta buona società. Un’altra impresa fu quella di riuscire a parlare al Principe di persona, ma la tenacia di Florenzia alla fine l’ebbe vinta e ottenne di avere in affitto una parte del pianterreno, del primo piano e del giardino.
Ora finalmente poteva andare dall’arcivescovo a chiedere il permesso per avviare l’attività. L’arcivescovo era il cardinale Lavitrano che già conosceva Florenzia e anche le traversie del suo istituto al tempo in cui essa era alle prese con mons. Ballo che voleva chiudere la congregazione. Il cardinale fu ben contento di concedere il permesso e così, a tempo di record, si stipulò il contratto, si mise mano a ripulire l’edificio e si preparò, in una stanza, la cappella.
Il primo settembre tutto fu pronto per l’inaugurazione, con la benedizione del cardinale, per accogliere le pensionate. Come al solito, le camerette dedicate alle suore erano piuttosto spoglie, anzi, siccome arrivarono più pensionate di quante se ne aspettassero, si dovettero utilizzare anche i loro materassi e, come altre volte era accaduto, esse si adattarono per qualche tempo a dormire per terra in serena e francescana letizia, allietate dai canti di tre studentesse venute dalla Sardegna che furono le loro prime ospiti.

2. Problemi interni
Gli anni trenta, se furono indubbiamente anni di crescita, non furono però anni privi di problemi, fra cui alcuni molto insidiosi come, ad esempio, il “caso Gusmano”.
Suor Giuseppina Gusmano, al secolo Rosalìa, era di Cesarò, un piccolo paesino sui Monti Nebrodi in provincia di Messina. La vicenda di Rosalìa è legata all’eredità familiare. La ragazza, fattasi suora, entra in istituto e, siccome la famiglia è benestante, porta con sé una dote di 15 mila lire versate dal padre. Morto il padre, a Rosalìa dovrebbe spettare la sua quota di eredità, ma il fratello eccepisce che la quota di eredità della sorella era già contenuta nella dote pagata dal padre e, quindi, niente più è dovuto a lei e, per lei, all’istituto. Non è la prima volta che Florenzia si trova di fronte a un problema del genere. Già qualche anno prima, le era capitata una vicenda simile con una suora di Lipari e sa come le famiglie in Sicilia siano gelose della proprietà e cercano di difenderla contro chiunque sia, anche un istituto religioso, e per questo non temono di mettere in croce la loro figlia che rimane divisa fra la fedeltà alla famiglia d’origine e la fedeltà ai voti e alla famiglia religiosa. Ma la Madre, a Lipari come ad Acireale, è decisa a difendere i diritti dell’istituto. Ed è ciò che ricorda a suor Giuseppina, quando questa confessa che non sa e non intende resistere alle pretese del fratello. Di fronte alla posizione della giovane, proprio Florenzia, che era sempre stata comprensiva con le famiglie in difficoltà economica rassicurando le postulanti che della dote non c’era bisogno, qui si irrigidisce.
– Suor Giuseppina, noi siamo suore e abbiamo il sacrosanto obbligo di tutelare l’interesse della famiglia francescana, a cui ci legano vincoli santi ed eterni più di quelli della famiglia naturale.
– Non me la sento, Madre, di mettermi in lite con mio fratello Prospero. È la mia famiglia…
– Ora questa è la tua famiglia, se sei convinta della tua vocazione. Altrimenti puoi tornare a casa prima di emettere i voti perpetui.
Qualche giorno dopo, Rosalìa torna a casa accompagnata da due suore. È affranta e sconsolata e il fratello, prendendo le sue difese, informa le suore che l’accompagnano che avrebbe scritto un esposto al vescovo.
Infatti, qualche tempo dopo, giunge alla curia l’esposto in cui Prospero Gusmano chiede la restituzione della dote di 15 mila lire, visto che l’istituto aveva rimandato a casa la sorella. E per di più afferma che la sorella sarebbe stata esposta a tutta una serie di vessazioni e punizioni per cercare di convincerla ad agire in tribunale contro di lui. Vessazioni e punizioni così dure che la poveretta avrebbe persino tentato il suicidio e ne sarebbe morta, se non fosse stato per l’intervento di due consorelle.
Non ci vogliono molte parole a Florenzia per spiegare al vescovo come stia la situazione e, d’altronde, il vescovo conosce la sensibilità e lo scrupolo della suora. E bene, però, chiudere questa vicenda senza strascichi pubblici e così la curia, con l’accordo di Florenzia, invita Prospero Gusmano a recarsi in convento a ritirare le 15 mila lire.
Ma Florenzia non doveva curarsi solo delle proprie suore, ma guardarsi anche dalle attenzioni e dalle mire relative al piccolo istituto, che nascevano in alcuni ambienti ecclesiastici non sempre disinteressati.
Per fortuna, si trattava di episodi sporadici e subito cancellati da eventi di altra natura e di altro spessore, come quello che accade nella casa di Petralìa Sottana il 2 agosto 1932. Qui le suore divennero spettatrici di un grande prodigio, la miracolosa guarigione di una suora, suor Santa, colpita da paralisi spastica al braccio sinistro, sordità anche se lieve, grave atonia intestinale sin dall’anno precedente.
Quando le morì la madre, non avendo chi l’assistesse, suor Santa fu sistemata nella casa delle Suore Francescane, in una stanzetta di passaggio, e tutti a turno l’assistevano, la curavano e la confortavano di notte e di giorno, malgrado il loro lavoro. Era immobile nel letto, lo stomaco la tormentava perché era come una massa dura e in più era divenuta muta. Un giorno la suora viene a sapere che le ragazze dell’Azione Cattolica sarebbero andate a Lourdes e insisteva per unirsi a loro per chiedere la grazia della guarigione. Ma era un’aspirazione impossibile perché era nell’impossibilità di muoversi. Così l’arciprete, che passava con lei ore per confessarla, la convinse a scrivere una lettera alla Madonna. Lo fece e la lettera fu portata al Santuario dalle pellegrine. La notte del primo agosto, giorno in cui il pellegrinaggio giungeva ai piedi della Grotta, suor Santa sognò di trovarsi proprio a Lourdes, assieme ai pellegrini e, dal suo letto, si unì con voce chiara e distinta al loro canto. L’orfanella, che dormiva nella stanza attigua, fu svegliata da questo canto e non riflettendo, nell’assopimento, che una muta non poteva cantare, pensò che la suora sognasse e si riaddormentò. Anche suor Santa si svegliò al suono della propria voce, ripensò al sogno e si accorse che era completamente guarita. Parlava, lo stomaco era tornato normale e si muoveva senza difficoltà. Avrebbe voluto alzarsi, gridare di gioia e suonare la campana, ma, essendo ancora notte, temette di spaventare suore e orfanelle e così rimase a letto piangendo e ringraziando la Madonna. L’indomani, prima della comunione, la superiora andò a visitarla come al solito. Ma, invece della solita scena di muto dolore, si sentì salutare “Sia lodato Gesù Cristo” e vide suor Santa alzarsi con facilità e parlare speditamente. Si vestì da sola e, accompagnata da tutta la comunità – bambine, educande e suore commosse e piangenti di gioia –, si recò nella cappellina a ringraziare la Madonna. La notizia si sparse nel paese e fu un continuo via vai di persone che, meravigliate, volevano constatare il miracolo. 


3. La casa dei bambini di Stromboli

Stromboli, il lungomare (fine anni 70)

L’impegno nelle grandi città non fa dimenticare l’attenzione per i piccoli centri che rimangono comunque quelli più congeniali alla congregazione. Negli anni che vanno dal 1935 alla fine della guerra, sono cinque le case che nascono per affrontare i problemi dei ceti più popolari, come ad Adrano in provincia di Catania, a Giarratana nella diocesi di Noto, a Pettineo in provincia di Messina e diocesi di Patti o addirittura in zone di vera e propria missione, come nel caso di Stromboli e Bosco di Rosarno.
L’esperienza nell’isola di Stromboli ha inizio il 26 giugno 1938. Si trattava di dare vita a una “Casa dei bambini”, intitolata al “Principe di Napoli”, e voluta dall’Associazione per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia. Stromboli oggi è una delle mete più ambite dai turisti che, oltre alla bellezza dei paesaggi, amano i fenomeni della natura. Ma in quegli anni il vulcano, più che un’attrazione turistica, era una fonte di preoccupazione e spesso anche di paura. Nel 1938 erano ancora scolpiti negli occhi degli abitanti i fatti dell’11 settembre 1930, quando un’attività esplosiva con lancio di massi e fuoriuscita di gas e cenere rovente provocò sei morti e una ventina di feriti.
Quando arrivarono le suore, oltre alle preoccupazioni delle eruzioni e al continuo lavorìo del vulcano, che giorno e notte sputava fuoco dalla bocca accompagnato con brontolii e botti, alla lunga logoranti per chi non vi era abituato, vi era la sensazione di essere agli estremi confini dell’universo, giacché intorno a questo cono vulcanico pressoché brullo, il mare – osservato dall’abitato di San Vincenzo – si stendeva libero a vista d’occhio. La sterssa zona di San Vincenzo era un agglomerato di case sparse, la maggior parte delle quali si raggruppava in prossimità della chiesa su un pendio ai piedi del cono che degrada fino alla riva. Lontano della riva, su una piccola altura, sorgeva la chiesa. Un’altra chiesa, quella di San Bartolomeo, era a nord est del paesino, nel punto abitato più vicino alla Sciara del Fuoco, e non a caso il più colpito dalle manifestazioni vulcaniche del 1930. La popolazione, che, malgrado le fughe dopo l’eruzione del 1930, contava ancora più di mille abitanti, era composta per lo più da uomini di mare imbarcati su navigli dell’isola, dediti alla pesca, o anche su navi operanti nel campo del commercio, mentre la coltivazione dei campi era quasi esclusivamente praticata dalle donne.
I bambini, per i quali la casa veniva istituita, vivevano allo stato selvaggio e avevano persino difficoltà nel parlare. Infatti, le suore erano dovute andare nell’isola due mesi prima per preparare la cerimonia di inaugurazione che prevedeva inni, canti, poesie, dialoghi e una simbolica offerta di fiori. E, malgrado due mesi di impegno continuato, insegnare a quei bambini a recitare fu una vera e propria impresa.
A Stromboli le suore operarono nelle due parrocchie San Vincenzo e San Bartolomeo, insegnando catechismo, dirigendo le giovani di Azione Cattolica e occupandosi di tutte le iniziative parrocchiali. Grazie alla loro presenza, le mamme andavano a lavorare in campagna tranquille sapendo di lasciare i loro i figli in mani sicure. Inoltre, le suore erano per gli abitanti un riferimento per un consiglio e per un conforto e furono diverse le ragazze che manifestarono la volontà di seguirle nella vocazione. In particolare, va ricordata la vicenda di Assunta Cincotta, divenuta, in religione, suor Maria Grazia.


Assunta voleva entrare in convento, ma la madre non era di questo avviso e si ostinava nel diniego, così la giovane, un giorno, a tarda sera, lasciò la casa e, all’insaputa dei suoi familiari, andò a nascondersi sul vapore per partire l’indomani all’alba alla volta di Lipari e raggiungere così l’istituto delle Suore Francescane. Da qui, il passo successivo fu la strada per Acireale dov’era la casa del noviziato. La reazione della mamma fu durissima: per diversi anni non volle scrivere un rigo alla figlia suora.
Il successo dell’azione pastorale si pagava, però, a caro prezzo. Le suore vivevano in continua apprensione e tensione. Le scosse di terremoto, gli scoppi del vulcano influivano sul loro fisico sino a farle cadere ammalate, per cui sovente occorreva sostituirle. Vivevano in uno stato di stress permanente continuo: quante volte nel giorno e nella notte sussultavano per un improvviso movimento della terra e, quindi, per lo spalancarsi di porte e finestre causato da spostamenti d’aria. E non si trattava solo di semplici preoccupazioni. Un giorno, mentre si trovavano in chiesa, vi fu una forte scossa tellurica e una grossa pietra si staccò dal soffitto, sfiorò la testa di una suora e le cadde ai piedi lasciandola miracolosamente illesa.
Così, quando i fenomeni vulcanici divennero più intensi, Florenzia decise di concludere l’esperienza: la missione aveva operato per ben dodici anni. La casa si chiuse il 15 agosto 1950 e in quell’anno anche uno dei parroci e la maggior parte della popolazione emigrarono in Australia. 

4. La casa di Rosarno
Se aprire una casa per i bambini a Stromboli era un’impresa temeraria in quei tempi, non meno lo era quella di aprire una casa a Bosco di Rosarno, in Calabria, una zona famigerata perché nell’Ottocento era stata rifugio del brigantaggio filoborbonico approfittando delle paludi. Ora da diversi decenni era oggetto di un’intensa opera di bonifica che aveva valorizzato l’agricoltura, ma sempre con gravissimi problemi dal punto di vista dell’integrazione sociale. L’aggettivo che meglio qualificava questa località era <<selvaggio>> e per cancellarlo occorreva una significativa opera di redenzione sociale, di bonifica umana, perché era abitata da una popolazione di agricoltori inaspriti dall’isolamento e dall’abbandono.
Il problema se l’era posto il marchese Luigi Nunziante che era di Rosarno e aveva grandi proprietà nei dintorni. Il marchese era presidente di quell’Associazione che aveva patrocinato la Casa per i bambini a Stromboli e, quindi, conosceva Florenzia e le sue suore. Ancora di più l’ascesa sociale della famiglia del marchese era fortemente legata alle Eolie, perché un suo avo era quel Vito Nunziante che nei primi anni dell’Ottocento comandava la guarnigione di Milazzo e, abbandonati i Borboni, divenne un importante imprenditore che impiantò a Vulcano una fabbrica per l’estrazione e purificazione dello zolfo e altri minerali.
Ora, nel maggio del 1942, in piena guerra, il marchese Luigi invita la Suore Francescane di Lipari a occuparsi della direzione di un asilo infantile da realizzare proprio a “Bosco”. Contattata Florenzia, questa accetta. L’impresa è impegnativa e molto difficile, ma le sembra anche un passo sulla strada di Roma che è il suo grande obiettivo. Anche qui la Madre volle accompagnare le suore nell’avvio del loro lavoro e rimase con loro circa un mese, finché non fu sicura che tutto procedesse come previsto e che il centro avesse spazio per l’asilo, ma anche per l’istituto a cominciare dalla cappella e, quindi, per tutte le attività religiose e sociali che nel tempo si sarebbero sviluppate. Malgrado l’isolamento della zona e la miseria di chi l’abitava, il centro le appariva una vera “oasi di pace” immersa fra gli olivi. Era di recente costruzione e, sulla parte destra, vi era l’asilo, la casa delle suore e la cappella, mentre sul lato sinistro si trovava uno “stanzone” in cui veniva organizzata la mensa per i figli dei contadini; nell’atrio, invece, veniva attivato in alcuni giorni della settimana il laboratorio di ricamo.
Ma se Bosco e il centro appariva un luogo di pace per Florenzia, non lo era per chi, molto più giovane, soffriva per l’isolamento.
– Madre, col suo permesso – andò a confidarsi suor Agatina, che era maestra d’asilo e, quindi, una figura importante per il lavoro in quella zona – io non me la sento di rimanere qui. Sono ancora giovane, ho accettato – facendo la suora – una vita di sacrifici, ma qui si prospetta una vita solitaria e triste.
– Ma presto questo luogo sarà animato da centinaia di bambini che verranno a scuola e al catechismo, da tante giovani che impareranno taglio e cucito, da tanti uomini e donne che frequenteranno la chiesa che si costruirà e le attività pastorali. Questo isolamento è questione di poche settimane e penso che poi rimpiangerete questa tranquillità.
Ma Agatina era determinata e resisteva ai ragionamenti di Florenzia e anche a quelli delle altre due consorelle. Così la Madre pensò che nell’atteggiamento della giovane ci fosse molto di più che una repulsione verso quella località e, a un certo punto, non insistette oltre.
– Va bene, suor Agatina, vuol dire che te ne tornerai con me ad Acireale e qui manderemo un’altra consorella.
E così fu. Suor Agatina tornò con Florenzia e ottenne di andare in vacanza dai genitori. Poi, dopo qualche tempo, come Florenzia aveva intuito, comunicò che non sarebbe più tornata in istituto, perché sentiva di non avere più la vocazione.
Comunque, nelle settimane successive, il centro prese a funzionare. Si inaugurò prima la cappella con una grande partecipazione di popolo e autorità e il mese dopo aprì l’asilo. Il suono della campana, che la domenica si diffondeva per la piana e annunziava la messa, fu un importante segno di novità e, richiamati da questo suono, si formava una lunga fila che si snodava per i campi. Erano ragazzi, padri e madri di famiglia, vecchi che avanzavano, appoggiandosi al bastone, affrontavano una lunga strada a piedi, sfidando la polvere e il fango, sotto il sole cocente o la pioggia, per raggiungere la chiesetta improvvisata preso i locali dell’asilo e dell’istituto. Era gente che manifestava una grande fede, ma anche una forte ignoranza religiosa, perché per molti era la prima volta che assistevano a una funzione religiosa. Così le suore iniziarono la scuola di catechismo per i grandi e per i piccoli con una notevole partecipazione di gente desiderosa di ascoltare e di apprendere, anche perché quello organizzato dalle suore era nella zona l’unico punto di aggregazione.
Fu tale l’affluire della popolazione per l’istruzione catechistica che, il 15 novembre, ben 200 bambini, giovani e adulti ricevettero la prima comunione e la cresima. Fra le altre iniziative religiose le suore introdussero, in preparazione della Pasqua, anche la predicazione degli esercizi spirituali e così, per quindici giorni, la cappella era gremita da tanta gente che, sfidando l’oscurità, il freddo e la lontananza, li frequentava assiduamente. Alle confessioni e alle comunioni per la Pasqua partecipavano in moltissimi e si trattava di uomini e donne, che da più di quindici anni non si accostavano ai sacramenti.
Oltre all’apostolato, le suore si dedicarono anche alla carità: visitavano ammalati, curavano piaghe, consolavano gli afflitti, si interessavano di ogni necessità, assistevano i moribondi. Con una cassetta di pronto soccorso, offerta dall’ufficio dell’INAIL di Reggio Calabria, si trasformavano in infermiere per medicare ferite e curare malattie ricevendo la gente all’asilo o girando per le loro abitazioni. Quante volte, anche di notte, con la pioggia e il vento, venivano chiamate per recarsi al capezzale di qualche agonizzante. Già l’anno dopo, il 1° maggio 1943, si apriva la scuola di taglio e cucito per le ragazze e, a distanza di poco tempo, sorse anche la scuola rurale frequentata da un buon numero di alunni. Le ragazze del laboratorio, una cinquantina, assieme al taglio e al cucito e al ricamo, imparavano ad affrontare anche i problemi della vita.
E così, in poco tempo, la popolazione, grazie all’operato delle suore, era cambiata. Si notava una nuova consapevolezza non solo religiosa, ma anche civile soprattutto fra le famiglie che più frequentavano le iniziative. I piccoli dell’asilo, numerosissimi, erano forse i più entusiasti, avevano imparato le preghiere, e rappresentavano un collegamento forte con le famiglie portando nelle loro case, pagliai, capanne, quanto imparavano dalle suore. In quel Bosco le suore facevano anche da parroco come constatava il vescovo di Mileto, quando era chiamato per le prime comunioni e le cresime. Molte volte – per mancanza di un sacerdote che celebrasse – la funzione diveniva una liturgia della Parola animata dalle suore che, oltre a leggere il Vangelo e commentarlo, suonavano l’armonium intonando qualche canto religioso. Facevano da parroco, ma anche da centro sociale e di assistenza come dovunque, d’altronde, dove erano chiamate a operare. Ma qui, nell’assenza di ogni struttura, la loro azione emergeva con maggiore evidenza.

5. Dentro la guerra mondiale



La guerra, di cui da qualche tempo si parlava, giunge per l’Italia il 10 giugno 1940. E con la guerra i bombardamenti, lo sfollamento, il razionamento dei viveri, il mercato nero, ecc. Sono problemi che più o meno investono tutte le realtà dove operano le suore e incidono in maniera notevole sulla loro esperienza. Infatti, questa volta, a differenza di quella del 1915-18, la guerra non è un fatto lontano. Ora è in casa e l’esperienza che se ne fa è diretta e immediata. Inoltre, man mano che la guerra procede, le vie di comunicazione fra le città si interrompono e anche le notizie arrivano con sempre maggiore difficoltà. Florenzia, che è ad Acireale, riesce a fare qualche visita alle case nelle vicinanze, come Catania, Adrano, Lipari, ma le altre non può che seguirle col pensiero e la preghiera ascoltando le poche informazioni e, spesso, distorte dalla censura, che circolano attraverso la radio e giornali, ma ancor più tramite il tam-tam della gente.
Dal 1940 sino alla fine del 1942, le operazioni belliche in Sicilia e in Calabria sono mirate soprattutto a obiettivi strategici, a cominciar dai porti, dagli aeroporti, dai nodi ferroviari più importanti. Questo vuol dire, però, che Palermo, Catania, Messina, Trapani, Reggio Calabria sono località che si trovano ripetutamente, in quegli anni, negli obiettivi dell’aviazione militare inglese. Ma, in genere, è una fase dove i disagi sono abbastanza sopportabili e “sfollano” solo i cittadini più danarosi.
Ciò che, a partire dall’autunno del 1941, comincia a preoccupare più di ogni altra cosa è la fame. Il razionamento dei generi alimentari, attraverso il sistema delle tessere annonarie, che consentono di acquistare a prezzo calmierato quantità variamente contingentate di prodotti, diventa sempre più esteso e rigido.
Trapani ha il triste privilegio di avere, il 22 giugno 1940, uno dei primi bombardamenti della Sicilia e subito le suore ne sono coinvolte. Quando si scatena il finimondo, due di loro con 18 bambini non hanno altro scampo che rifugiarsi sotto il loggiato del palazzo delle Poste. Le bombe colpirono le case intorno e le ridussero in rovina, ma le suore e i bambini si salvarono.
A Catania i bombardamenti arrivano il 5 luglio. Insieme alle bombe arrivò anche un clima di sospetto, il razionamento con le tessere annonarie, l’oscuramento dopo il tramonto, e fu ordinata la rimozione dei cancelli di ferro per donare il “ferro alla patria”. Proprio a Catania durante la guerra si verificò un fatto straordinario che vede Florenzia come protagonista. Nel pensionato presso la casa delle suore era andata ad abitare Maria, una giovane donna rimasta sola perché Gino, il marito, era stato richiamato sotto le armi. Era parecchio tempo che la giovane non riceveva sue notizie ed era molto preoccupata. Passava così la giornata pregando e piangendo. Florenzia in quel periodo era a Catania e provava molta pena per questa giovane e cercava di consolarla come poteva quando essa le si confidava. Un giorno Maria le chiese quasi a bruciapelo:
– Madre, tornerà Gino?
– Non si preoccupi, suo marito tornerà.
Fu la risposta decisa della suora che proprio in quel momento aveva sentito la <<sua>> voce rassicurarla. Passavano le settimane e del marito non si aveva notizia. Poi, improvvisamente venne comunicato che Gino era morto. Maria era disperata, ma Florenzia non aveva alcun dubbio e la confortava.
– Maria, abbia fede, Gino tornerà. Preghi la Madonna.
Passarono due lunghi anni dall’armistizio durante i quali la povera Maria continuava a pregare e a piangere e, improvvisamente, un giorno Gino ricomparve sano e salvo.
A Palermo, quando scoppiò la guerra, anche se era un continuo susseguirsi di bombardamenti, la città non subì particolari danni al patrimonio edilizio e monumentale e anche l’istituto sembrava non risentirne. Le ospiti si facevano sempre più numerose e le suore – che erano impegnate sul fronte della carità – cercavano di non far mancare loro il necessario, anche se la vita diveniva ogni giorno più difficile. Palermo, in guerra, per le difficoltà di approvvigionamento soffriva dello svilupparsi di un “mercato nero” che, inoltre, non era a tutti accessibile. Nell’autunno del 1941 venne introdotta la tessera del pane. Intanto, crescevano i bombardamenti e con essi aumentava lo sfollamento. Chi poteva si trasferiva nelle campagne, chi non poteva – ed era la maggior parte – sia perché non aveva dove andare, sia perché era trattenuto in città da obblighi di lavoro, sfollava solo di notte e il mattino tornava a Palermo. Si faceva così l’esperienza collettiva di un esodo quotidiano e di una realtà di vita precaria sotto l’aspetto psicologico, oltre che materiale.
Poi la guerra divenne più presente e insidiosa. Da gennaio a giugno del 1943, le forze alleate sferrarono una serie di attacchi che causarono gravissimi danni al tessuto edificato della città. A questo punto anche le suore furono costrette a sfollare e si rifugiarono nella casa di Petralìa Sottana con un buon numero di pensionanti, che vollero seguirle. Ma a Petralìa rimasero solo pochi mesi, perché a Palermo derubavano tutte le case chiuse.
Così, lo stesso ottobre decisero di tornare e trovarono la casa risparmiata dalle bombe, ma completamente svuotata dei mobili e delle attrezzature del pensionato. Si erano salvate solo la biancheria, i letti e i materassi delle suore che erano contenute in una stanzetta rimasta sprangata per uno spostamento d’aria durante i bombardamenti. A Palermo trovarono anche che in quei pochi mesi le condizioni di vita erano diventate ancora più dure. Una Palermo della fame e della miseria, in cui proliferava il sopruso anche da parte di chi avrebbe dovuto rappresentare e fare rispettare l’ordine. Mesi e mesi difficili che, però, le suore riescono a fronteggiare e superare.
La notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 si ha lo sbarco in Sicilia. In soli dieci giorni le truppe americane e britanniche conquistano due terzi dell’Isola. Palermo subisce pesanti bombardamenti e cede il 22 luglio. Anche Catania, dal 15 in avanti, subì attacchi da tutti i fronti e anche qui arrivò la fame. Per settimane mancò il pane e per nutrirsi si ricorse al mercato nero, anche le persone più abbienti si trasformarono in scassinatori, la solidarietà era ormai svanita, i saccheggi aumentarono. II 5 agosto anche Catania è liberata. Il 25 luglio si era dimesso da capo del governo nazionale Benito Mussolini e vi era succeduto il Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio e, l’8 settembre, il governo firmava l’armistizio con gli angloamericani e, quindi, riconosceva il governo militare in Sicilia.
Nel luglio del 1943, dopo tre anni di guerra, quando le truppe angloamericane sbarcarono in Sicilia, la condizione economica e sociale era disastrosa. Se nella campagne la vita, bene o male, si svolgeva normalmente, nelle città e nei centri vicini alle principali vie di comunicazione e di rifornimento per via dei continui bombardamenti era, invece, divenuta impossibile. Chi non aveva potuto lasciare le città viveva in condizioni di totale disagio, in rifugi malsani, lottando quotidianamente per procurarsi il cibo.
All’alba del 3 settembre 1943 gli angloamericani sbarcarono sulle coste calabresi e, in una decina di giorni, le avanguardie, senza aver incontrato particolari resistenze, entrarono a Cosenza. La Calabria era divenuta “terra di nessuno”, con i tedeschi in ritirata e le truppe di “liberazione” fiancheggiate da piccoli gruppi di soldati italiani. Lo sfascio e la confusione erano enormi.
In effetti, la popolazione non era stata investita in modo massiccio dalle operazioni belliche né l’avanzata alleata aveva provocato scontri particolarmente cruenti, lo sfollamento aveva riguardato solo gli abitanti di Reggio e degli altri centri maggiori, eppure la regione nel suo complesso appariva allo sbando.
Le suore condividono questa realtà partecipando dei rischi e dei disagi. Grazie a Dio, nessun lutto c’è da segnalare a causa della guerra. Oltre alla paura dei bombardamenti, al problema dei rifornimenti dei viveri non solo per loro, ma anche per le persone di cui avevano responsabilità negli orfanotrofi e nei pensionati, l’esperienza che rimane più impressa è quella dello sfollamento a Palermo, ad Acireale, a Catania, ad Adrano e a Trapani.
Nel 1943, la casa di Acireale, che era posizionata di fronte al mare, divenne soggetta a pericoli per i bombardamenti navali. Si trovò una casa in campagna a Dagala del Re, un paesino una quindicina di chilometri a nord di Acireale, ma abbastanza distante dalla costa. Lì si trasferirono con lo stretto necessario Florenzia e la comunità, comprese le novizie e le postulanti. Solo due suore, che spontaneamente lo chiesero, rimasero all’istituto per evitare, per quanto possibile, che si sviluppassero furti e devastazioni. Ma sotto questo aspetto le nostre suore furono fortunate perché la casa di Acireale, che si trovò coinvolta in un bombardamento navale, rimase illesa e si frantumò solo, nello spostamento d’aria, qualche vetro. Invece la case vicine e la stessa chiesa della parrocchia del Suffragio subirono danni non lievi. Comunque, in questi mesi nemmeno le campagne potevano dirsi del tutto sicure, giacché vi erano incursioni che non si limitavano più a colpire gli obiettivi militari e strategici, ma tendevano anche a creare tensione nella popolazione. Da una di queste Florenzia rimase illesa per miracolo.
Un pomeriggio le suore erano uscite per comperare dei generi alimentari e Florenzia era rimasta in casa con suor Agnese. Entrambe erano nella stanza che guardava il viale di accesso e, di tanto in tanto, andavano alla finestra per vedere se comparivano le consorelle per andare loro incontro e aiutarle. Improvvisamente la Madre udì una voce che le ordinava: “Togliti dalla finestra”. Istintivamente, senza nemmeno riflettere, Florenzia fece un balzo indietro, mentre Agnese, incuriosita dallo scatto della Madre, si avvicinò alla finestra per vedere che cosa era successo. E in quel preciso momento si sentì il rombo di un aeroplano che volava basso e una sventagliata di mitragliatrice colpì la suora. Agnese cadde a terra gridando che stava morendo. In realtà, era tutta sanguinante perché i proiettili l’avevano colpita al braccio e alla gamba. Fu immediatamente soccorsa e di quella avventura le rimasero solo delle cicatrici.
Ben diversa, invece, è l’esperienza di Rosarno. Qui, a cominciare dai primi mesi del 1943, la guerra si fa sentire con crescente intensità. Le mamme avevano paura a lasciare uscire i figli da casa per frequentare l’asilo, mentre al centro, ritenendolo più sicuro delle loro abitazioni sulla costa, viene a bussare la gente che cerca di sfuggire ai bombardamenti. Per alcuni mesi l’accoglienza sostituì praticamente tutta l’attività scolastica. Con l’armistizio dell’8 settembre finirono i bombardamenti, finì anche lo sfollamento e la gente tornò alle proprie case. Ma per le suore cominciò un periodo ancora più difficile. Improvvisamente si trovarono senza risorse perché erano troncate le comunicazioni con Roma, da dove provenivano le sovvenzioni, e senza assistenza spirituale perché non si trovava un sacerdote che si prendesse l’incarico di celebrare a Bosco la messa domenicale. Tutto diventava un problema in una regione sottosopra e privata di collegamenti pubblici. È un problema raggiungere la Prefettura per avere un sussidio; è un problema tornare a Rosarno; è un problema approvvigionarsi; è un problema trovare chi è disposto a vendere anche al mercato nero e, quindi, bisogna andare alla ricerca di cibo per paesini di montagna. Un pellegrinaggio faticoso e rischioso per delle suore, sempre camminando a piedi e chiedendo la carità di un alloggio quando si fa notte. Un pellegrinaggio che durò quattordici giorni. E un altro difficile e duro pellegrinaggio a piedi e con mezzi di fortuna fu necessario per raggiungere la curia vescovile e cercare una soluzione per un cappellano.

6. Morte di una suora

La guerra aveva risparmiato l’istituto. Nessuna suora ne era rimasta vittima, se non per qualche ferita come nel caso di Dagala, e tutto sommato anche gli edifici non avevano subìto gravi danneggiamenti. Ma qualche volta, dove non arriva la guerra, può arrivare una giornata di serena allegria.
Il 17 luglio 1944, ad Acireale è una bella giornata di sole e le suore con le postulanti allegre e festanti si recano al mare per fare il bagno e divertirsi all’aria aperta. Era quello del bagno a mare per le suore uno svago che Florenzia aveva sperimentato e praticato a Lipari e, quindi, adottato anche ad Acireale quando vi si era trasferita. Un’occasione per passare in francescana letizia qualche ora. Trovarono un punto della spiaggia comodo, tranquillo perché non vi era affollamento e così, con tanta allegria, chi sapeva nuotare si tuffò subito in acqua e chi, invece, non aveva confidenza col mare rimaneva sulla riva dove l’acqua era bassa o sulla spiaggia a giocare con la sabbia. A un tratto suor Cristina, giovane, alta, robusta, nel vigore dei suoi anni, che, pur non sapendo nuotare, fidandosi del mare tranquillo, si era allontanata dalla riva, mandò un forte grido chiedendo aiuto. Senza che se ne avvedesse, la corrente l’aveva trascinata lontano dalla spiaggia e ora era in balìa delle onde. In un primo momento nessuno si accorse di nulla, e chi vedeva suor Cristina agitare le braccia pensava che stesse salutando. Ma fu questione di qualche attimo, perché immediatamente divenne evidente il dramma che si stava accadendo. Subito si diffuse il panico. Che fare. Fra le ragazze che erano arrivate da poco al noviziato ve n’era una di Stromboli, bravissima nuotatrice. Pina, era il nome della postulante, fu chiamata a gran voce perché soccorresse suor Cristina. Pina, che era stesa al sole sulla spiaggia e non si era accorta di nulla, si tuffò e si diresse a forti bracciate verso la giovane in difficoltà. Ma, malgrado facesse ogni sforzo, non riusciva a contrastare la corrente fortissima e rischiava anch’essa di essere travolta. Quando dalla spiaggia si accorsero della situazione, cominciarono a gridare verso Pina di tornare a riva, ma la ragazza, immedesimatasi nel dramma che stava vivendo suor Cristina, voleva proseguire a ogni costo.
Le grida delle suore e delle postulanti richiamarono l’attenzione di alcuni pescatori che accorsero con una barca. Issarono a bordo la suora, la condussero sulla spiaggia e le fecero la respirazione artificiale per cercare di liberarla dell’acqua che aveva ingurgitato. Intanto sopraggiunse anche un medico. Erano per le suore che vivevano questo dramma della loro consorella momenti strazianti. Si cercava di fare ogni sforzo per strappare suor Cristina alla morte anzi... per farla riaffiorare alla vita. Florenzia, che era rimasta in casa perché non stava bene con la salute, allarmata da una prima telefonata, stava pallida, in ansia, di fronte al telefono ad aspettare notizie. A condividere la passione di Florenzia vi era suor Pia, la vicaria generale. Florenzia e suor Pia erano incollate a quel telefono che squillava ogni cinque minuti, ma non portava buone notizie. Giungevano solo i racconti dei momenti più atroci dell’agonia di suor Cristina. Poi, in una macchina, la portarono all’istituto già cadavere e così le suore, le novizie e le postulanti allibite e impietrite consideravano su come si può passare rapidamente e inconsultamente dalla vita alla morte. Una ragazza era uscita festante qualche ora prima per una giornata di gioia e tornava cadavere nella comunità.
La veglia fu ancora più atroce perché si era diffusa la voce che entro due ore avrebbe potuto riprendersi. Ma passarono le due e anche le tre ore e quel tenue filo di speranza si spezzò. Suor Pia vestì la defunta. Il viso della ragazza era ancora roseo e bello, con le labbra atteggiate a un sorriso, ma il suo cuore non batteva più.
(Settima puntata. Continua 7)

lunedì 18 giugno 2018

Collegamenti marittimi. Non arriva il contributo ministeriale. Lettera dell'UGL a Toninelli. L'articolo del nostro direttore sulla Gazzetta del sud di oggi


Lipari, Convocata per domani la Commissione consiliare n. 4. Diversi ed importanti gli argomenti all'ordine del giorno

Egr. Direttore,
in allegato si rimette la convocazione della riunione della Commissione consiliare N. 4 che si terrà nella giornata di domani a partire dalle ore 10.00.
L'ordine del giorno include argomenti di estrema rilevanza socio-culturale tra i quali: l'esame del regolamento istitutivo del registro di raccolta dei testamenti biologici; la discussione sulla pubblicizzazione del programma degli eventi culturali delle, già avviata, stagione estiva; l'individuazione delle misure idonee ad arginare il fenomeno del randagismo ed a regolamentare l'accesso degli animali da affezione alla spiaggia libera.
Cordialmente
Il Presidente di Commissione
Erika Pajno

La tragedia della Sansovino, oggi l'udienza preliminare. Il caos dei soccorsi ripreso dalle telecamere (articolo e video sono di palermo.repubblica.it ).

(Manuela Modica) Si è aperta a Messina oggi l'udienza preliminare per la tragedia sulla Sansovino. A presentarsi di fronte al gup, Simona Finocchiaro, come parte offesa anche l'Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro. Il giudice, nell'ottica di un eventuale risarcimento danni, dovrà adesso valutare la posizione dell'Inail, di alcune associazioni di marittimi e dei parenti delle tre vittime (17 in tutto). La prossima udienza si terrà adesso il 24 settembre. Al vaglio di Finocchiaro nel corposo incartamento anche un video di un'ora che riprende istante dopo istante, la scena dell'incidente.

Messina, il caos dei soccorsi della Sansovino



Il caos. Questo mostrano le immagini riprese dalla telecamera della stiva di cui era dotata la nave Sansovino e che riportano fedelmente tutto quello che successe il 29 novembre del 2016, quando morirono il primo ufficiale Christian Micalizzi (38 anni), il secondo ufficiale Gaetano D’Ambra (29 anni), e il motorista Santo Parisi (51 anni). “I soccorsi si sono svolti in maniera tanto concitata e confusa, con gente che entrava ed usciva dallo spazio vuoto nr 6 di sinistra (nelle immagini è a destra, ndr), al punto che non è stato possibile rilevare, dalla visione dei filmati del sistema di video sorveglianza, il momento in cui veniva estratto D’Ambra”, questo infatti aveva scritto nella relazione il perito della procura, Salvatore Gianino. Immagini e relazione che compongono l'esito delle indagini preliminari. Omicidio colposo e violazione delle norme di sicurezza sul lavoro e nell’espletamento di operazioni portuali, queste le accuse per cui la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 6 persone. Si tratta di Luigi Genghi, amministratore delegato della Caronte, Salvatore Virzì, comandante della nave, Domenico Cicciò, ispettore tecnico della società di navigazione messinese, Fortunato De Falco, direttore di macchina, Giosuè Agrillo in qualità di Dpa (designated person ashore, responsabile a terra) della Seastar Shipping Navigation Ltd, società deputata al controllo e alla verifica della corretta attuazione delle procedure previste dal manuale di gestione della sicurezza a bordo della nave. Infine, a comparire davanti al gup, oggi, anche Vincenzo Franza in qualità di legale rappresentante di Caronte &Tourist Isole minori.

Caterina Conti : "Grande gioia per Madre Florenzia" e ricorda possibilità per le suore di ospitare anziani

(di Caterina Conti) Abbiamo avuto la meravigliosa notizia che papa Francesco ha eletto Madre Florenzia Profilio venerabile.
Grande riconoscimento e gioia per tutte le nostre suore ed anche indegnamente per tutti noi. 
Da un angolo di montagna in un inizio di secolo che ancora aveva delle terre oscure e irraggiungibili , una piccola donna è venuta fuori acquisendo nelle Americhe le conoscenze che poi ha riportato in patria per aiutare i bambini e le ragazze abbandonate di queste isole allora ancora lontane dal mondo. La grandezza di Dio è incommensurabile. 
Un augurio e un abbraccio affettuosissimo a suo Liliana, madre generale dell'ordine delle nostre suore e e un abbraccio e congratulazioni a tutte le altre. 
Il 26 giugno andiamo tutti alla celebrazione di questo avvenimento in Cattedrale alle ore 18.30. 
Con l'occasione voglio ricordare alle nostre autorità Sindaco, Giunta comunale e consiglio che le suore hanno la loro sede al centro del nostro paese e oltre a fare l'asilo ai nostri bambini, hanno tutte la loro disponibilità per ospitare i nostri anziani che non hanno bisogno di andare, anche se ben sostenuti, nelle altre isole in solitudine nel mentre qui vi sono al centro del paese, facilmente visitabile, se autosufficienti possono uscire da soli e sostenuti nelle migliori condizioni. 
Non capisco perchè la nostra amministrazione ,senza togliere alcun merito, non disponga per pagare le eventuali rette anche al nostro istituto .

COMUNICATO STAMPA Truffe online: email a gogo con falsi messaggi a rischio. L’allerta della Polizia Postale che invita a prestare attenzione. Lo “Sportello dei Diritti”: non dar seguito a questi messaggi né aprire gli allegati

Non si contano le segnalazioni che giungono allo “Sportello dei Diritti” di cittadini che sono caduti nella trappola di hacker e truffatori telematici dopo aver dato seguito a messaggi che giungono sugli indirizzi di posta elettronica. I testi di queste comunicazioni sono molteplici, ma lo scopo è sempre lo stesso: invitare gli utenti a cliccare su un link o da ultimo a fare della beneficenza. Alla fine chi cade nella rete si vede svuotare il conto o utilizzare la propria identità da malintenzionati. Comune denominatore che si riscontra sovente in questo tipo di messaggi è un italiano stentato e quasi mai “istituzionale” e solo questo dovrebbe essere indicatore della frode in atto. A segnalarlo la Polizia Postale con due nuovi post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”, il primo che riguarda una richiesta di un aiuto economico con la promessa di restituzione del prestito, e l’altro che si riferisce ad un fantomatico debito che dovrebbe essere onorato dopo aver aperto e controllato un allegato che alla fine si rivela un modo per insinuarsi nel nostro dispositivo e sottrarre dati. Anche questa volta è utile pubblicare le due fotografie postate dalla Polizia Postale, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, perché ancora troppa gente cade nella trappola. Come andiamo ripetendo pressoché quotidianamente, il modo migliore per difendersi è quello di non dar seguito a questi messaggi e quindi di non aprire gli allegati o cliccare sui link indicati. 

Era accusato di aver trasportato droga occultata nel filtro della nafta. Scarcerato dal Tribunale del Riesame l'ambulante che era domiciliari

E’ stato scarcerato il presunto pusher, accusato di aver trasportato droga occultata nel filtro della nafta dell’auto. Si tratta di G.S. di anni 46 arrestato a seguito di una recente operazione condotta dalla DDA di Crotone.
Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe effettuato trasporti di sostanza stupefacente verso le isole Eolie nel periodo estivo.
Il Tribunale del Riesame, tuttavia, ha accolto la tesi difensiva in virtù della quale pur essendo ipotizzabile un reale trasporto di droga, non era possibile stabilire la qualità né tanto meno la quantità della sostanza. Per cui, anche se è possibile ipotizzare che si sia trattato di sostanza stupefacente, non potendone determinare il peso ed il genere, la misura cautelare non può essere applicata.
Per tale ragione, i giudici hanno immediatamente disposto la revoca degli arresti domiciliari con applicazione dell’obbligo di dimora nei confronti dell’indagato difeso dall’ avv. Gaetano Pino.

Presentato al Centro Studi il volume “Liparische inseln” di Peter Amann,

CENTRO STUDI E RICERCHE DI STORIA E PROBLEMI EOLIANI
ASSOCIAZIONE “NESOS”
COMUNICATO STAMPA
Primo importante appuntamento con i pomeriggi culturali al Centro Studi Eoliano.

Il 12 giugno scorso abbiamo presentato il volume “Liparische inseln” di Peter Amann, una guida in tedesco, riccamente corredata di foto e notizie, sulle Isole Eolie.
Hanno partecipato alla serata, quali relatori, Christian Del Bono, presidente della Federalberghi delle Isole Eolie e Pietro Lo Cascio, autore di importanti pubblicazioni scientifiche e naturalistiche sull'Arcipelago Eoliano. Hanno assistito alla presentazione circa 50 turisti tedeschi in vacanza a Lipari.
Interessante e vivace il dibattito scaturito tra il pubblico e i relatori. Diverse le domande rivolte all'autore tedesco, ma quella fondamentale è stata “Cosa cercano i turisti tedeschi?”
- I turisti tedeschi cercano i luoghi ma soprattutto cercano le persone. Conoscere il loro stile di vita, la loro cucina, la loro cultura.
- I turisti tedeschi non cercano mega strutture alberghiere, aeroporti o strutture avveniristiche; i turisti tedeschi cercano il contatto con la natura, con gli spazi liberi, i panorami, il silenzio, la possibilità di fare lunghe passeggiate.
Non vogliono un soggiorno frettoloso o stressante ma cercano una dimensione tempo più a contatto con la natura.
Ancora una volta la lezione per le Isole Eolie arriva dall'esterno, dai turisti che frequentano le nostre isole. Le loro parole ci indicano delle priorità:
- l'attenta tutela del territorio e dell'ambiente, anche attraverso scelte strategiche come l'istituzione del Parco Nazionale;
- l'inutilità di costruire ulteriori strutture alberghiere a forte impatto ambientale e potenzialmente devastanti per il nostro territorio;
- la valorizzazione del turismo naturalistico-escursionistico e del turismo culturale;
- la ricerca dell'aumento delle presenze turistiche attraverso l'allungamento da marzo ad ottobre della stagione turistica e non l'afflusso massiccio ed incontrollato nei 30 giorni a cavallo dei mesi di Luglio e Agosto;
- la prosecuzione di una politica di ospitalità diffusa in piccole strutture.
Il mercato tedesco è un mercato a cui le Isole Eolie devono guardare e su cui devono puntare con grande interesse ed in questo è fondamentale il rapporto con gli operatori turistici tedeschi.
Il Centro Studi ha fatto un primo passo, ci auguriamo di poterne fare altri in questa direzione e di poter sensibilizzare le Istituzioni ad una più attenta promozione turistica verso la Germania e gli altri paesi europei.
Lipari, 18 giugno 2018

I nostri auguri ai festeggiati di oggi

Buon Compleanno a Gianluca Saltalamacchia, Gianni de Teresa, Lorenza Castrucci, Leonardo Natoli, Tomas Favaloro, Patrizia Marina Campo, Jessica Di Giuseppe, Jessica Sarpi

Come eravamo. Anno 56/57 (foto G. Casali)

 Il primo in piedi da sinistra : Pino Caputo,Ferdinado Pajno,A. Bernardi, Aristide Mollica,U. De Fina,Gianni Merlino, A. Gallo
Accovacciati da sinistra : Oscar Caimano, Felicino Monte,Silvio Corrieri, Bartolo Barile.

Soccorso in motovedetta per una turista

La Guardia Costiera di Lipari ha trasferito nella notte da Salina a Lipari una turista che aveva riportato fratture all'anca e al braccio. L'intervento si è reso necessario in quanto l'elicottero del 118 giunto sull'isola per trasferire la donna ha avuto dei problemi dopo l'atterraggio nell'isola. 
Dalla motovedetta la donna è stata sbarcata a Sottomonastero dove vi era ad attenderla l'ambulanza del 118. 

L'edizione 0 di Gelato Contemporaneo centra tutti gli obiettivi a Milazzo

Dal 12 al 14 giugno nella città mamertina i più innovativi gelatieri d'Italia si sono confrontati e formati nella cornice dell'Eolian Milazzo Hotel e sono stati affascinati dai paesaggi e dai panorami mozzafiato di Capo Milazzo.
Il 12 e il 13 giugno all'Eolian Milazzo Hotel si sono tenuti i corsi di formazione specializzata dei maestri Arnaldo Conforto, Stefano Ferrara, Antonio Mezzalira e Luca Bernardini. Sono stati toccati i temi di processo dal gelato alcolico alla conservazione degli alimenti, dal food design con realizzazione di semifreddi gastronomici, all'utilizzo di fibre naturali e zuccheri non raffinati in gelateria. Hanno preso parte alla due giorni 25 professionisti tra gelatieri, chef, pastry chef e bartender provenienti da ogni parte d'Italia, da Bolzano, come da Formia, Udine, Genova, Reggio Emilia e altre città, toccando quasi tutte le regioni.
La prima sera a chiusura dei corsi i professionisti hanno partecipato ad una cena votata alla territorialità che ha permesso di godere delle bellezze di Capo Milazzo, di conoscere i progetti attivi alla Fondazione Barone Lucifero e di degustare le specificità enologiche del Nocera, vitigno autoctono mamertino, curato da Planeta Winery e degustato anche in versione gelato.
Il culmine della parte specialistica di GeCo si è toccato il 13 con la cena di Gala a 14 mani.
Quelle dello chef Davide Guidara, Best in Sicily 2017, che ha coordinato 6 tra i migliori gelatieri italiani nella realizzazione di un menù di gelato gastronomico unico.
Accostamenti inediti, sapori nuovi, consistenze mai sentite, l'ouverture è stata curata dal lucchese Luca Bernardini con una scultura semifreddo di oliva minuta, presidio Slow Food siciliano, piatto che ha stupito per la sua bellezza e complessità, c'è stato un crescendo con i due primi piatti a base di gelato bergamotto e zenzero del milazzese Rosario d'Angelo, accostato all'orzetto in fasolari e prezzemolo, e a base di sorbetto di gamberi rossi dalla frizzante Ida Di Biaggio da Pescara, abbinato agli gnocchi di carota e scarola.
Il secondo è stato il piatto dal più alto contrasto e dalla spiccata radice siciliana.
Il pluripremiato Gianfrancesco Cutelli da Pisa ha messo in crisi i palati con il suo gelato di Tapenade arricchita con una speciale selezione di massa di cacao colombiano e rhum.
Lo shock del gelato di Cutelli è stato addolcito dalla crema gelata a base di miele di ape nera sicula e polline di castagno, assemblato dall'innovativo Simone De Feo, che ha aperto la strada alla"Granita del profumiere", una granita speciale di Giovanna Musumeci a base dell' Alchermes di Tenuta Saiano creato dall'alchimista Baldo Baldinini. Nulla è stato trascurato: dall'accostamento dei vini a opera del Sommelier Ais Pietro Caravello alla selezione dei piatti del designer Peppino Lopez, al pane di grani antichi scelti di Francesco Arena.
L'ultimo giorno è stato il momento di aprire le porte di GeCo ai più piccoli e alle famiglie.
All'interno del parco del Progetto Giglipoli nella Tenuta Barone Lucifero, 4 laboratori aperti hanno mostrato come nascono le granite, i sorbetti e i gelati partendo dalle materie prime. Tra questi la granita di limone patriarca, il sorbetto di fragole di Milazzo e il cavallo di battaglia della Siké, il gelato di Massa di cacao aromatica.
La chiusura è stata affidata allo straordinario spettacolo "La ricetta della Strafelicità": il gelatiere, attore, scrittore emiliano Matteo Razzini, collaboratore di Lella Costa, ha messo in scena le esilaranti avventure del piccolo Michele, alla ricerca delle idee per trovare gli ingredienti e le giuste dosi per essere felice. Con le sue grandi doti da intrattenitore Matteo è riuscito a toccare le giuste corde per emozionare i grandi e per far sognare i bambini. L'intero ricavato della giornata è stato destinato a Giogliopoli, associazione che si occupa di bambini con disagio (psichico, sociale e familiare), che sono stati presenti all'intera giornata.
Lavorando su Principessa, rivoluzionaria macchina mantecatrice 4.0 della Motor Power Company, i gelatieri hanno realizzato gelati, granite, sorbetti che hanno cambiato per sempre il modo di concepire, realizzare e mangiare il gelato.

domenica 17 giugno 2018

Al via domani a Vulcano il "“Summer Slam Minibasket”. In campo 14 società e 29 squadre

Tutto pronto per l’inizio del 13° Torneo Nazionale “Summer Slam Minibasket” 3vs3 Sprint, organizzato dalla ASD Basket Eolie ed il cui svolgimento sarà da domani 18 e fino al 24 giugno sull’isola di Vulcano, con la partecipazione di ben 14 società sportive con 29 squadre per un totale di n. 300 tra atleti ed istruttori, oltre ai numerosi genitori e familiari al seguito.
Novità per l’Edizione 2018, che vedrà in campo oltre le categorie Aquilotti, Esordienti, Under 13 F e Under13 M, la presenza della categoria Scoiattoli, a dimostrazione dell’attenzione che la società Eoliana rivolge al settore minibasket.
Alla manifestazione, patrocinata dal CONI, dalla FIP Sicilia, dall’Ente di Promozione Sportiva ACSI Sicilia, dal Comune di Lipari, sarà presente, per la direzione delle gare, una squadra di arbitri del GAP Messina diretti dalla figura del Commissario FIP Prof. Antonino Gennaro e seguiti in campo dall’Istruttore designato Carlo D’Amore.
Testimonial dell’evento gli atleti Professionisti Paolo Rotondo e Giuseppe Cuffaro (Fortitudo Agrigento – Serie A2), Martina Lombardo (Cestistica Azzurra Orvieto – Serie A2) e Giulia Colantoni (Tiger Rosa Basket Forlì – Serie A2).
Le gare saranno disputate nella struttura sportiva della Basket Eolie sita nello splendido scenario dell’isola di Vulcano che, per un’intera settimana si trasformerà in un villaggio sportivo dove i partecipanti, unitamente agli accompagnatori e alle famiglie, oltre al confronto in campo, potranno godere anche di un momento vacanziero.
Annalisa Piazza
Istruttore Nazionale Minibasket
ASD Basket Eolie

Le cinque vele Legambiente premiano ancora Salina. L'articolo del nostro direttore sulla Gazzetta del sud di oggi


Barcellona P.G., abuso su minore, medico interdetto dalla professione

LEGIONE CARABINIERI “SICILIA”
Comando Provinciale di Messina
Comunicato stampa

Compagnia di Barcellona P.G. : Abuso su minore, medico interdetto dalla professione.

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Barcellona Pozzo di Gotto hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare personale interdittiva nei confronti di un medico 45enne di Barcellona, accusato di palpeggiamenti ai danni di una minorenne.
Il provvedimento sospensivo scaturisce da mirate indagini condotte dai militari del Nucleo Operativo di concerto con il personale specializzato impiegato nella Task Force istituita a livello provinciale per reprimere i reati commessi ai danni delle fasce deboli che hanno consentito di accertare le ripugnanti condotte.
Gli investigatori sono stati attivati prontamente dalla denuncia presentata dai genitori della bambina che, dopo qualche seduta, hanno notato una strana irrequietezza da parte della loro figliola quando doveva svolgere la terapia settimanale.
La Procura di Barcellona P.G. ha disposto immediatamente accertamenti che hanno comportato anche l’audizione protetta della vittima nella sala attrezzata del Comando Provinciale di Messina. L’attività di riscontro ed accertamento alle dichiarazioni rese dalla vittima hanno consentito di identificare l’autore.
Il Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha condiviso l'orientamento degli inquirenti secondo i quali, il medico, durante le sedute terapeutiche, toccava anche le parti intime sostenendo di dover effettuare manipolazioni per ragioni terapeutiche, sospendendolo dal pubblico servizio con divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale in qualsiasi struttura pubblica e privata.

Ci lascia Bartolo Tomarchio detto "Cirineo"

E' deceduto stamane a Lipari,
Bartolo Tomarchio detto "Cirineo".
Aveva 92 anni.
Alle figlie Venerina, Carmela, Concetta, ai generi, ai nipoti e ai parenti tutti, le più sentite condoglianze della famiglia Sarpi e di Eolienews 

Papa Francesco - Angelus del 17 Giugno. In collaborazione con Vaticano news

Intervento dei Vigili del Fuoco a Lipari centro

Un intervento è stato effettuato stamane dai Vigili del Fuoco del Distaccamento di Lipari in un immobile ubicato nella parte iniziale del Corso Vittorio Emanuele.
I pompieri hanno eliminato il pericolo costituito dagli intonaci degradati dei balconi. 
L'area interessata è stata transennata con l'ausilio degli operai comunali

I nostri auguri ai festeggiati di oggi

Buon Compleanno ad Alessandra Andaloro, Luigi Del Pozzo, Bartolo Cipicchia, Nino Terrano, Nuccio Bonarrigo, Melania Lo Schiavo, Antonella Mondello

Ministero non eroga contributi dovuti a SNS. Caronte & Tourist Isole Minori eroga solo 60% degli stipendi. Regolari quelli di Libertylines. UGL scrive al Ministro

COMUNICATO STAMPA UGL Mare
Messina, 16-06-2018                 
Già in data 12 c.m., con il sostegno della segreteria nazionale, appreso che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti dal mese di novembre non ha ottemperato al riconoscimento del contributo dovuto ai sensi della convenzione per la continuità territoriale, in qualità di parte sociale impegnata, abbiamo sentito il dovere di dare un contributo, sollecitando il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, affinché si possa dissolvere sul nascere una situazione che pone oggettivamente in estrema difficoltà la società consortile S.N.S. Società di Navigazione Siciliana che, indiscutibilmente, ha affrontato gli impegni economici a tutela dei dipendenti e delle manutenzioni delle unità navali con mezzi finanziari propri. Le prime a subire il grave disagio sono state le numerose ditte fornitrici e addette alla manutenzione. Inoltre, è notizia accertata che Caronte & Tourist Isole Minori, negli ultimi giorni ha erogato ai dipendenti, "non senza complicazioni" come preannunciato, solo il 60 % dello stipendio, auspicando di poter versare il saldo non appena riceverà i contributi dovuti dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, con l'auspicio che tutto si concretizzi non oltre il corrente mese di giugno.
Ricordiamo che Caronte & Tourist Isole Minori, è il comparto navi della Società di Navigazione Siciliana società privata consortile S.N.S. che svolge in convenzione con lo stato i collegamenti con le Isole Minori Siciliane insieme al comparto aliscafi/mezzi veloci Liberty Lines, dietro corrispettivo della sovvenzione di € 55.694.895 per ciascuno degli anni della convenzione verso le isole minori Siciliane. La distribuzione dei pagamenti che il Ministero deve versare prevede il 70% delle quote entro marzo, il 20% a giugno e il 10% a novembre.
Non possiamo non apprezzare gli sforzi fin qui retti dalle parti interessate tutte ed è anche per questo che, come parte sociale, abbiamo rivolto un appello al neo eletto governo nella persona del nuovo Ministro Danilo Toninelli al fine di ottemperare al più presto alla liquidazione della pattuito pagamento.
Il Segretario Provincialle
UGL - Mare Messina
Giacomo Cap. Nicocia
Questa la nota inviata il 12 Giugno al Ministro:
 
NB. Da quanto abbiamo appreso Libertylines, che nell'ambito della medesima convenzione gestisce i collegamenti veloci e non ha, quindi, anch'essa ricevuto i fondi previsti, ha proceduto a pagare regolarmente gli stipendi. 

LA PAROLA. Video - commento al Vangelo di domenica 17 GIUGNO 2018

sabato 16 giugno 2018

Morti per soffocamento i fratellini Messina. Martedì i funerali

Sarebbero morti per soffocamento Francesco Filippo e Raniero Messina, i due ragazzi di 10 e 13 anni, deceduti all'interno dell'abitazione di Via dei Mille, dove si è sviluppato un incendio, probabilmente (questa la tesi più probabile) per un corto circuito in cucina. 
Il soffocamento e, quindi, l'asfissia sarebbero stati riscontrati stamane al Policlinico, durante la ricognizione cadaverica, effettuata su disposizione della Magistratura, sui corpi dei due piccoli. 
I funerali saranno celebrati martedì alle 10 a Messina, nella chiesa di Sant'Ignazio.
Intanto proseguono le indagini e i rilievi nell'abitazione posta sotto sequestro.
Nella foto: l'interno dell'abitazione

I ringraziamenti delle famiglie Orto e Bonino

Da domani scalo di Alicudi chiuso momentaneamente alle navi

Con apposita ordinanza del Circomare Lipari la parte dello scalo Palombo di Alicudi, adibito all'approdo delle navi, sarà chiuso, da domani, alle stesse unità. Ciò per consentire - come si legge nell'ordinanza (25/18) - i lavori che dovranno consentire lo spostamento dell'approdo delle unità ro - ro nel lato nord dello scalo. 

REGIONE: ANTINCENDIO BOSCHIVO, ARRIVANO SEI ELICOTTERI

Una flotta di sei elicotteri verrà schierata nei prossimi giorni dalla Regione Siciliana per la campagna antincendio boschivo. E’ andata a buon fine, infatti, la gara europea per il noleggio dei mezzi avviata dal Comando del Corpo forestale nel mese di febbraio. A gestire il servizio un Raggruppamento temporaneo di imprese formato da due aziende: la E+S Air di Salerno e la Helixcom di Caltanissetta. I mezzi (5 da impiegare fino al 15 ottobre e l’altro fino al 30 novembre) saranno destinati nelle basi di Valderice, Palermo-Boccadifalco, Geraci Siculo, San Fratello, Piazza Armerina e Randazzo e verranno utilizzati per la ‘prevenzione e la lotta attiva agli incendi boschivi e di vegetazione’.
«Per la prima volta - afferma il presidente della Regione, Nello Musumeci - abbiamo provveduto ad avviare la programmazione della stagione antincendio con notevole anticipo. A differenza degli anni scorsi, infatti, non ci siamo lasciati trovare impreparati. Già a dicembre, infatti, sono state individuate e accantonate anche una parte delle risorse economiche senza dover aspettare l’approvazione del Bilancio. Tale accantonamento ha consentito la manutenzione e la revisione dei mezzi impiegati dalle squadre a terra degli operai e di poter procedere alle loro dotazioni individuali, così da rendere operativo il servizio antincendio, ben prima della data canonica del 15 giugno, con la realizzazione dei viali ‘parafuoco’ a partire già dalla primavera».
Proprio da ieri, giorno di avvio della campagna antincendio, sono operative, su tutto il territorio regionale, le squadre a terra (formate da torrettisti, autobottisti, autisti e addetti allo spegnimento) per le attività di repressione. Grazie alle convenzioni stipulate dalla Regione con le Forze armate, potranno essere utilizzati, inoltre, altri quattro elicotteri dislocati nelle basi di Trapani Birgi (Aeronautica), Sigonella (Esercito), Catania (Marina militare) e Palermo-Boccadifalco (Carabinieri).
«Non solo questo governo ha pensato, per tempo, all’avvio dei lavoratori stagionali - conclude il governatore - ma ha provveduto anche ad avviare l’interlocuzione con il Dipartimento nazionale della Protezione civile per l’ulteriore eventuale apporto della flotta statale dei Canadair e a stipulare la Convenzione con i Vigili del fuoco per l’utilizzo di quindici squadre aggiuntive a terra».
In virtù di un accordo operativo tra il Corpo forestale e i dipartimenti regionali della Protezione civile e dello Sviluppo rurale, inoltre, nei giorni nei quali è previsto un alto rischio di pericolosità incendi si potenzierà la fase di vigilanza e prevenzione. Verranno attivate squadre mobili, pattuglie rafforzate per i controlli delle aree sensibili e allertati i volontari e i centri operativi comunali.

TURISMO RELIGIOSO: NASCE IN SICILIA RETE DELLE CITTA' JACOPEE

Due giorni dedicati al culto di San Giacomo in Sicilia, con l’obiettivo di creare una rete delle città jacopee nella nostra Isola, ma anche scambi turistici tra la nostra regione e la Galizia.
Oggi e domani, a Caltagirone, storia e tradizione saranno raccontate attraverso dibattiti e una Lectio magistralis di Paolo Caucci von Saucken, presidente del Centro italiano di studi compostellani su: "Senso, valore e memoria del pellegrinaggio a Santiago de Compostela".
La manifestazione si è aperta alle 16,30, nei locali della Corte Capitaniale, con l'inaugurazione della mostra "Roma, Santiago, Gerusalemme", alla presenza del Governatore Nello Musumeci, del vescovo della Diocesi di Caltagirone, Calogero Peri, di un rappresentante della Xunta de Galicia e alcuni sindaci delle sette città siciliane protette da San Giacomo Maggiore Apostolo: Caltagirone, Capizzi, Comitini, Galati Mamertino, Gratteri, Messina - con le frazioni di Camaro e Itala Marina - e Villarosa.
"Oggi - ha detto il presidente Musumeci - rendiamo omaggio a un'iniziativa di grande valore culturale, religioso e morale. Nel momento in cui le comunità e i popoli rinunciano facilmente al dialogo, qui si cerca, sotto l'egida di san Giacomo il Maggiore, il dialogo con nuove terre e nuove genti che possa creare legami indissolubili".
Il presidente ha poi annunciato che sarà programmata una visita in Galizia nei prossimi mesi con l'obiettivo di formalizzare un'intesa tra le due Regioni unite dal comune protettorato di San Giacomo.
"Sicilia e Galizia - ha aggiunto Musumeci - hanno tante cose in comune e vanno individuate. Questi obiettivi vanno consolidati in quello che possiamo chiamare un gemellaggio. In nome di San Giacomo chiederò ai rappresentanti della Galizia, di stipulare un'intesa che sia anche di scambi turistici tra i nostri e i loro neolaureati, di scambi commerciali e dunque anche in termini di crescita economica. Con la Spagna abbiamo alcuni secoli di storia comune, nel nostro dialetto siciliano c'è tanta Spagna così come nella nostra arte. Credo che la terra spagnola sia tra le poche d'Europa che possa considerarsi cugina di primo grado della nostra isola. O forse potremmo definirle figlie di una stessa madre ma di padri diversi".

Club per l' UNESCO di Barcellona Pozzo di Gotto-Valle del Longano invitato a Roma dal presidente della Commissione Nazionale Italiana per l' Unesco, dott. Franco Bernabè

Riceviamo e pubblichiamo: Ho il piacere di rendere noto che il presidente della Commissione Nazionale Italiana per l' Unesco, dott. Franco Bernabè, ha invitato il nostro Comitato Promotore per l'UNESCO di Barcellona Pozzo di Gotto-Valle del Longano, nella persona del coordinatore, Dott.ssa Patrizia Biagi, Dama del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il 22 giugno a Roma, assieme a tutti i Presidenti dei Centri e Club per l' Unesco e i coordinatori dei Comitati promotori per l' UNESCO d'Italia, presso la Galleria del Primaticcio di Palazzo Firenze.
Rappresenta un importante momento di un percorso che ci ha visti impegnati nel trasmettere il lavoro, la passione e l'impegno che vengono giornalmente profusi in sinergia con tutti e da tutti gli attori di questo territorio che, con costanza, umiltà e amore testimoniano un valore altro e di grande dignità della nostra terra.
La coordinatrice del Comitato raccoglierà dal Presidente della Commissione Nazionale per l'UNESCO, Franco Bernabè, il testimone per il nostro Club di questo percorso che dovremo curare e coltivare tutti assieme.
L'incontro di Roma, completa la prima fase di questo inizio per il nostro Club per L'UNESCO e che, auspichiamo, con la collaborazione di tutte le persone di buona volontà, potrebbe condurci alla attivazione di un Centro per l'UNESCO Tirrenico, strumento potente di significato e positivo valore anche simbolico per nostro il territorio.
Grazie
Roberto Sauerborn

I nostri auguri ai festeggiati di oggi

Buon Compleanno a Katia Merlino, Nour Samidi, Maria Eugenia Rando, Gianna Sidoti, Nancy Natoli, Elisa Anfuso, Simona Zaia, Alessio Profilio, Elisa Favaloro, Gabriele Murabito

REGIONE: SI DIMETTONO I VERTICI DI RISCOSSIONE SICILIA MUSUMECI, UNA PALUDE DA BONIFICARE

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha ricevuto i componenti del consiglio di amministrazione di Riscossione Sicilia Spa, i quali hanno rappresentato la gravissima situazione economica e amministrativa nella quale versa la società. In modo particolare, è stato evidenziato: il vastissimo contenzioso per centinaia di milioni di euro; le inevase richieste dei dipendenti, che a loro volta hanno comportato oltre cinquecento azioni legali; il pesante clima che si respira all'interno dell'azienda; gli incombenti adempimenti in vista dell'attuazione del processo organizzativo stabilito lo scorso anno dall'Assemblea regionale siciliana. Tali condizioni hanno fatto maturare nei tre amministratori la decisione ineluttabile di rassegnare le proprie dimissioni, dopo avere espresso gratitudine al presidente Musumeci per la fiducia loro accordata.
Il presidente, quindi, ha preso atto di quanto rappresentato, ringraziando gli amministratori per il lavoro svolto - seppure per un breve periodo - e l'analisi compiuta che ha confermato la piena consapevolezza, da parte di tutto il governo, di quanto pesante fosse la condizione ereditata nella riorganizzazione della società, lasciata negli anni passati al di fuori di ogni vigilanza da parte del governo regionale. Al termine dell'incontro con il cda di Riscossione Sicilia, il presidente della Regione ha riunito la Giunta che si è determinata, in relazione alla gravità esposta, ad affidare rapidamente a un nuovo consiglio di amministrazione la prosecuzione del processo previsto dalla legge, ferma restando la tutela di tutti i livelli occupazionali.
«Peraltro - ha precisato il governatore - Riscossione Sicilia non è la sola a destare preoccupazione: sono numerose in Sicilia le società vigilate che sopravvivono in spregio alle più elementari regole di buona amministrazione, ragione per la quale nella legge finanziaria di recente approvazione abbiamo inserito la norma che prevede la sostituzione degli amministratori inadempienti sull'approvazione dei bilanci. Non si può far finta di non vedere questa vasta palude da bonificare. Tolleranza zero dal nostro governo nei confronti di furbetti e spregiudicati»

Un mare di judo dal 18 al 25 Giugno a Lipari

oonion la App che ti fa conoscere le Eolie

Oggi è il 16 Giugno. Buongiorno con questa foto di Rita Mandarano e con i Santi e le venerazioni di oggi


Vista sulla scogliera di Sotto il Monte, sui Faraglioni e Vulcano -
Santo del giorno: Sant' Aureliano di Arles - 

Altri santi e venerazioni del 16 giugno:
- Beato Antonio Costanzo Auriel
Martire
- Santi Aureo, Giustina e compagni
Martiri
- San Bennone (Benno) di Meissen
Vescovo
- San Ceccardo di Luni
Vescovo e martire
- Santi Domenico Nguyen e compagni
Martiri
- Santi Ferreolo e Ferruccio
Martiri
- Santa Lutgarda
Religiosa
- Beata Maria Teresa Scherer
Religiosa
- Santi Quirico e Giulitta
Martiri
- San Similiano di Nantes
Vescovo
- San Ticone di Amato
Vescovo
- Beato Tommaso Reding
Monaco certosino, martire

venerdì 15 giugno 2018

La Festa del Teatro Eco Logico a Stromboli. L'articolo del nostro direttore sulla Gazzetta del sud di oggi

Ustica, torna la rassegna delle Attività subacquee Dal 18 al 24 giugno dibattiti, mostre ed escursioni

Sicurezza e salvaguardia i temi cardine della Rassegna internazionale delle Attività Subacquee di Ustica. Giunta ormai alla 59esima edizione, la kermesse prenderà ufficialmente il via lunedì 18 giugno è animerà l’isola con incontri divulgativi, tavole rotonde, dibattiti di carattere tecnico scientifico, ma anche escursioni, cortometraggi, fotografia e letture. Tra gli eventi più antichi in Sicilia, la manifestazione si svolge dal 1959 con cadenza annuale. Presentata ieri a Palazzetto Mirto, sede della Soprintendenza del Mare, volgerà al termine domenica 24 giugno dopo la consegna dei Tridenti d’Oro e Ustica Award nel corso della serata di sabato 23.
«La rassegna vuole essere un’occasione di approfondimento scientifico di alto livello - spiega l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Sebastiano Tusa -, ma anche luogo d’incontro e opportunità di conoscenza e svago: mare a 360 gradi. Garantire la sicurezza è uno dei principali obiettivi della rassegna: con l’enorme innovazione tecnologica si corre il rischio di un’eccessiva dipendenza dalle attrezzature con annessa una scarsa capacità di intervento autonomo. Sicurezza come equilibrio tra tecnologie e attività umana».
Presenti alla conferenza, nei locali della Soprintendenza del Mare, a illustrare il programma della manifestazione anche il direttore dell’Area marina protetta isola di Ustica Salvatore Livreri Console e il consigliere comunale di Ustica Francesco D’Arca. Durante la presentazione minuti di commozione nel ricordo della scomparsa di Cecè Paladino Florio, il principe dei sub. «Quest’anno si chiude il sesto decennio di attività - ricorda il direttore dell’Area marina protetta - a Ustica attraverso la rassegna si è scoperto il mare. Che non è solo una superficie su cui navigare, un luogo fisico che collega due punti, un contenitore attraverso il quale attingere risorse ittiche, ma luogo del cittadino, che lo comincia a vivere, a conoscere e conservare».
Una settimana interamente consacrata al mare, quest’anno dedicata a Enzo Maiorca, che vedrà insieme esperti e appassionati nell’isola di Circe. Escursioni guidate di snorkeling, visite al percorso archeologico subacqueo, proiezioni di video, docu-film, testimonianze di chi vive il mare e lavora per raccontarlo. Nella serata inaugurale di lunedì una rassegna cinematografica, nell’anfiteatro del Villaggio Punta Spalmatore, a cura di Pippo Cappellano e Marina Cappabianca: protagonisti il cinema e l’ambiente subacqueo. Tra le iniziative di rilievo il Progetto Jemanjà e PIM.
Il Progetto Jemanjà, volto a creare un database di immagini e dati scientifici sulla flora e la fauna dei santuari marini italiani e mondiali, vede protagonisti i sommozzatori. Durante le immersioni, i sub raccoglieranno, attraverso la partecipazione a un concorso di fotografia subacquea, dati e informazioni utili per studi e ricerche sull’area marina d’interesse, incrementando la banca dati di ricerca dell’isola di Ustica. L’Iniziativa PIM(Piccole isole del Mediterraneo), invece, nasce in Francia e coinvolge otto paesi del Mediterraneo. Consisterà nel simbolico passaggio di un veliero Le Patriarch luogo d’incontro e scambio di informazioni. Per tutta la settimana il vascello sarà a Ustica: le mattine girerà intorno all’isola, mentre nei pomeriggi ospiterà meeting e conferenze a bordo. Sabato 23 verranno consegnati i premi Tridenti d’Oro e Ustica Award.
«È importante che anche l’imprenditoria inizi a muoversi insieme agli enti pubblici nella salvaguardia del mare», spiega Livreri Console. «Il mare è il polmone del mondo - prosegue Tusa - se non lo trattiamo adeguatamente saremo costretti a subirne le conseguenze. Nel passato le imprese sono state protagoniste di comportamenti non eticamente corretti nei confronti del mare, se non si invertono le tendenze avremo non solo un mare senza vita: ma un pianeta senza vita».
Il premio Tridente d’Oro, creato nel 1960 dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee, è considerato il Nobel delle attività subacquee. Premio d’eccellenza a livello mondiale, viene conferito a chi per merito si è distinto in attività scientifiche, tecniche, tecnologiche e iperbariche, divulgative e artistiche, sportive ed esplorative subacquee. Riceveranno quest’anno il prestigioso riconoscimento Massimo De Angelis, Leonardo D’Imporzano, e Giorgio Caramana.
De Angelis, giornalista e documentatore, è stato per anni capo ufficio stampa delle rassegne di Ustica e di Alghero. Comunicatore e subacqueo, De Angelis partecipò alla spedizione scientifica guidata dal professore Data nell’isola greca di Kalymnos per documentare il fenomeno del blood shift negli spugnari locali. D’Imporzano, giornalista scientifico con un passato da studente in medicina e agonista in numerosi sport legati soprattutto all’acqua, nel 2010 ha effettuato la rilevazione cardiaca a oggi più profonda.
Caramana, operatore subacqueo scientifico e idrogeologo professionista, ha firmato oltre 50 pubblicazioni, la RAI ha prodotto un documentario sulla sua attività di ricerca sulla pozza d’inondazione più profonda del mondo Pozzo del Merro. L’Academy Award 2018 sarà conferito invece all’azienda Palumbarus. «Siamo consapevoli di vivere in uno dei mari più belli - conclude il consigliere D’Arca - lo diciamo orgogliosi, quasi a rivendicarne un diritto, mentre è un dovere. È un dovere tutelare questo bene, non basta conservarlo: divulgare i segreti in esso contenuti, utilizzare un approccio intelligente nei confronti del mare».(da meridionenews)

Guida Blu 2018: Salina è tra le spiagge più belle d’Italia premiate con 5 vele da Legambiente e Touring Club

Nella classifica della nuova Guida Blu 2018 di Legambiente e Touring Club Italiano sono state svelate le spiagge italiane di mare e di lago che quest’anno hanno ottenuto le 5 vele.
Ne sono state premiate 23, considerate le migliori d’Italia, 17 comprensori marini e sei di lago. La bandiera “gialla” delle 5 vele rappresenta il massimo riconoscimento per la qualità delle località turistiche balneari e lacustri.
La Sardegna è anche quest’anno la regione più premiata con 5 comprensori a 5 vele, mentre il Trentino Alto Adige è la regione con il maggior numero di comprensori di lago.
Le spiagge di mare più belle d’Italia secondo la Guida Blu 2018
1. Baronia di Posada e Parco di Tepilora (Nuoro) sulla costa occidentale della Sardegna, con Posada come miglior Comune, seguito da Siniscola
2. Litorale di Chia (Cagliari) a Sud della Sardegna, interessa l’area del Comune di Domus de Maria
3. Maremma Toscana con Castiglione della Pescaia come miglior comune, seguito da Scarlino, Marina di Grosseto e Follonica in provincia di Grosseto
4. Cinque Terre guidate da Vernazza, Riomaggiore e Monterosso al Mare, in Liguria
5. Costa del Parco Agrario degli Ulivi secolari guidata da Polignano a Mare, seguito da Ostuni, Monopoli, Fasano e Carovigno nelle provincie di Bari e Brindisi, in Puglia
6. Cilento Antico, in Campania, in provincia di Salerno, con Pollica-Acciaroli e Pioppi, Castellabate, San Mauro Cilento e Montecorice
7. Costa d’Argento e Isola del Giglio, con l’isola in cima, poi Capalbio, Magliano in Toscana, Orbetello e Monte Argentario tutti in provincia di Grosseto
8. Litorale di Baunei sulla costa orientale della Sardegna
9. Isola di Ustica in Sicilia
10. Litorale Nord Trapanese un comprensorio nella Sicilia orientale con al vertice il comune di San Vito Lo Capo, seguito da Custonaci e Erice
11. Planargia ovvero il litorale del comune di Bosa, in Sardegna
12. Alto Salento Adriatico con i Comuni di Melendugno e Otranto, in provincia di Lecce
13. Costa di Maratea, in provincia di Potenza in Basilicata
14. Isola di Salina, nell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia
15. Costa della Gallura, in provincia di Olbia-Tempio, con in testa Santa Teresa di Gallura, poi Palau e Arzachena
16. Costa del Mito, in Campania, in provincia di Salerno, con Camerota in testa, seguito da Centola-Palinuro e Pisciotta
17. Isola di Pantelleria, in Sicilia

Le spiagge di lago più belle d’Italia secondo la Guida Blu 2018
1. Lago di Molveno, Trento, Trentino Alto Adige
2. Lago di Fiè, Bolzano, Trentino Alto Adige
3. Lago di Monticolo, Bolzano, Trentino Alto Adige
4. Lago del Mis, Belluno, Veneto
5. Lago dell’Accesa, Grosseto, Toscana
6. Lago di Avigliana Grande, Torino, Piemonte

In totale, i comprensori turistici marini raccolti nella Guida Blu – ‘Il mare più bello 2018’ sono 96 e 40 quelli lacustri. “Per il secondo anno abbiamo confermato la divisione del territorio costiero in comprensori turistici”, ha spiegato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani. ”Abbiamo preferito valutare territori un po’ più ampi del singolo comune costiero, nella convinzione che il turista ormai si muova su un areale che non rispetta confini amministrativi”.

I criteri di scelta per l’assegnazione delle vele – da una a cinque, assegnate in base ai dati raccolti da Legambiente e da Goletta Verde relativi alla qualità ambientale e ai servizi ricettivi – sono principalmente: la qualità delle acque; la sostenibilità delle attività turistiche, giudicata anche in base all’utilizzo di energie rinnovabili; la raccolta differenziata e il rispetto del consumo di suolo; la presenza di spiagge libere; la valorizzazione di tradizioni storiche ed enogastronomiche.

RIFIUTI: MUSUMECI PER SUPERARE EMERGENZA SERVE CONCORSO DI TUTTI

«Sono vent’anni che in Sicilia si rincorre l’emergenza rifiuti. Per uscirne presto e bene serve il concorso di tutti: Regione, Comuni e cittadini».
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, rispondendo indirettamente alle critiche mosse dal deputato del Movimento 5Stelle, Giampiero Trizzino, in una conferenza stampa.
«Il governo regionale – continua il governatore - ha ereditato una situazione gestionale dei rifiuti in Sicilia più che disastrosa. Basti vedere le oltre quaranta ordinanze emanate dal precedente presidente. Subito dopo l’insediamento del mio governo, la prima ordinanza emessa ‘per obbligo istituzionale’, altrimenti il sistema andava in crisi, conteneva molte deroghe alla gestione dei rifiuti. Tali criticità, nell’arco di pochi mesi, sono state circoscritte alla sola autorizzazione dell’impianto di pre-trattamento nella discarica ‘Cava dei Modicani’ a Ragusa».
«Bisogna chiarire - aggiunge il governatore - che l’obbligo del trasferimento dei rifiuti fuori dalla Sicilia era già stato prescritto, precedentemente, dal ministro dell’Ambiente ed è stato disposto nella recente ordinanza emergenziale della Protezione civile nazionale di marzo, a cui la Regione sta dando attuazione. E’ il sistema normativo vigente che attribuisce la gestione integrata e quindi l’eventuale trasferimento della spazzatura fuori dalla Regione a carico dei Comuni e degli Enti gestori».
«Per consentire il ripristino della normalità – ha spiegato Musumeci – nei giorni scorsi ho firmato un’ordinanza, individuando un cronoprogramma degli interventi prescrittivi, in linea con il Piano stralcio approvato all’unanimità dalla Commissione Ambiente dell’Ars. Un documento che contiene le linea guida per la ‘nuova’ gestione dei rifiuti, nelle more dell’approvazione del Piano regionale per conseguire un assetto finalmente ordinario e trasparente della gestione. Ai Comuni, infatti, viene imposto di attivare - come già previsto dall’ordinanza del 28 febbraio - ogni azione utile per incrementare le percentuali di raccolta differenziata entro il 30 giugno e conseguire, entro il primo ottobre, risultati concreti del 35 per cento».
Il governo regionale ha già predisposto, inoltre, un disegno di legge di riforma del sistema che, dopo un confronto con le associazioni ambientaliste, verrà approvato dalla Giunta e per poi andare in Aula. «Su questo testo - spiega il presidente Musumeci - ci confronteremo con tutte le forze politiche che vogliono contribuire all’uscita definitiva dalla logica emergenzialista e approdare a una economia circolare, le cui sorti sono legate allo scenario che dovremmo determinare con il contributo di tutti».
«Voglio sottolineare - aggiunge l’assessore regionale al ramo, Alberto Pierobon - un cambio di passo sostanziale che porterà a un ordinario, efficiente e finalmente risolutivo sistema di gestione. Non esiste alcuna ‘guerra’ tra Roma e Palermo. Il ministero dell’Ambiente ci affianca, ci sostiene e condivide la ‘visione’ di riforma di questo governo, già presente nel programma elettorale presentato ai siciliani. Facciamo appello ai sindaci di avvalersi di tutti gli strumenti a loro disposizione per adempiere ai loro doveri istituzionali, come la Regione sta facendo in ordine alle proprie responsabilità».

A Viareggio domani si parla delle pescatrici delle Eolie

Vorrei darle notizia che nell’ambito di una grande manifestazione che si svolge in questi giorni in Versilia in memoria dell’Ufficiale di Marina Vincenzo Simonini, vi sarà anche un Convegno dedicato alle Donne di Mare. 
Nel riconoscere il valore e l’unicità delle pescatrici delle Isole Eolie, di esse si parlerà il 16 giugno nel Museo della Marineria di Viareggio.

Vulcano, illuminati la via Magnani e il Faraglione


Comunicato
L'amministrazione Giorgianni rende noto che ieri a Vulcano è stato completato il lavoro di sostituzione e ripristino dell'illuminazione della via Anna Magnani, unitamente all' illuminazione del Faraglione.

Dramma a Messina. Due bambini di 10 e 13 anni sono morti in un incendio che si è sviluppato intorno alle 4 di stamane nella loro abitazione, in via dei Mille

Avevano 10 e 13 anni, Raniero e Francesco Filippo Messina: vivevano nella palazzina con altri due fratellini Tancredi e Francesco di 8 e 6 anni e i genitori, Gianmaria e Chiara, che si sono salvati. Da quanto trapela, durante la notte, il cugino dei Messina e loro vicino di casa ha sentito gridare e poi bussare violentemente alla porta. Quando ha aperto si è trovato davanti i genitori, che si sono rifugiati nella stanza più esterna. La madre urlava e continuava a ripetere che i figli erano rimasti dentro, "che dovevamo salvarli". Allora i due uomini sono scesi al piano di sotto, sono entrati nella stanza e hanno preso i due bambini più piccoli, passndo per il cornicione e mettendoli in salvo nella casa accanto. Nonostante il tentativo del padre di salvare gli altri due figli, per loro non c'è stato nulla da fare. Le fiamme erano erano troppo alte per permettergli di raggiungerli e l'incendio si è propagato ad una velocità troppo elevata.
Ai familiari è sembrato che Francesco Filippo "fosse con noi e che poi sia sceso per cercare il fratello”: il suo corpo, infatti, è stato trovato nel corridoio, mentre quello di Raniero sul soppalco dove dormiva. Francesco Filippo avrebbe dovuto sostenere gli esami di terza media.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, con undici mezzi e tre squadre. Sono in corso le indagini per accertare la causa dell'incendio, ma secondo una prima ipotesi sembra che le fiamme siano divampate a casa di un corto circuito in cucina.
Anche la politica si ferma di fronte alla tragedia di Messina: i candidati sindaci hanno annullato i comizi previsti per oggi, in segno di lutto per i due fratellini morti nell'incendio di quest mattina.

Come eravamo: Inaugurazione dell'ospedale di Lipari (foto terza parte)

Isolitudine. Mostra di Renata Conti nella sagrestia della chiesa dei SS. Cosma e Damiano a Marina Corta (Lipari). Inaugurazione oggi 15 Giugno

Giorno 15 giugno 2018 alle ore 19.30 nella sagrestia della chiesa dei SS. Cosma e Damiano a Marina Corta (Lipari), si terrà l’inaugurazione della mostra di Renata Conti “ISOLITUDINE” con il patrocinio del Comune di Lipari.
Le opere in mostra, che hanno preso forma negli ultimi due anni, sono il frutto di una riflessione dell’artista sul vivere nelle isole e in modo più ampio sull’isolamento. Un isolamento non forzato ma che comunque genera la sensazione di trovarsi accolti e allo stesso tempo trattenuti lì dal mare, che circonda tutto e si pone come orizzonte dovunque si guardi, come muro invalicabile.
Di grande ispirazione sono stati per Renata Conti gli scritti di Curzio Malaparte, esule sull’isola di Lipari e gli scritti di Gesualdo Bufalino sulla Sicilia, dal quale, in ultimo è stato tratto il titolo della mostra.
La mostra rimarrà aperta i giorni 15, 16 e 17 giugno dalle ore 18.00 alle 23.00.

Se non ci fossero loro.... Ex Pumex ripuliscono "Sotto il palo" e aspettano ancora le mensilità da Gennaio


Dopo l'appello lanciato dal nostro giornale, che aveva raccolto quello  di Mario Trimboli, il Comune di Lipari ha deciso di ripulire (finalmente) "Sotto il Palo".
A pensarci, manco a dirlo, nonostante il "tempo infame", gli ex Pumex. 
Peccato, però, che, a tutt'oggi, nessuno pensi a loro e alle loro famiglie. Non vedono, infatti, nonostante siano presenti ad ogni chiamata, un solo euro da Gennaio.
Ridata dignità a "Sotto il Palo" auspichiamo sia ridata dignità a questi lavoratori 

I nostri auguri ai festeggiati di oggi

Buon Compleanno a Carmelo Bertè, Sergio Subba, Stefano Alessi, Lorenzo M. D'Amico, Barbara Roman, Stefano Lorizio, Serena Sciacchitano, Francy Aloi, Enrico Profilio

giovedì 14 giugno 2018

La turista tedesca dispersa, recuperata nella Riserva a Salina. / Guardia Costiera, danzioni per 10 mila euro. I due articoli del nostro direttore sulla Gazzetta del sud.


CARENZA IDRICA ALLE EOLIE, STAMANE VERTICE ALLA REGIONE CON MUSUMECI. PRESENTE IL VICE - SINDACO ORTO. Notizia, foto e breve video

La carenza idrica a Lipari e nelle isole Eolie è stato il tema al centro dell’incontro tenutosi stamane a Palermo negli uffici della Regione e presieduto dal governatore Nello Musumeci. Presenti l'assessore Alberto Pierobon, il vicesindaco di Lipari, Gaetano Orto, e alcuni dirigenti regionali e comunali.
Si è fatto il punto sui lavori di adeguamento e potenziamento del dissalatore dell'isola, fermi ormai da anni a seguito di un contenzioso con l’impresa, nella necessità di regolare l’approvvigionamento idrico nell’arcipelago.
«Abbiamo chiesto alla ditta aggiudicataria dell’appalto, la seconda in graduatoria dopo la rescissione del contratto con la prima – ha detto il presidente Musumeci - di esprimere la sua disponibilità in merito alla prosecuzione dei lavori all’impianto. L’azienda si è riservata entro alcuni giorni di far conoscere la propria volontà. In caso contrario, provvederemo a spacchettare il progetto e a indire una nuova gara».
Nel frattempo è stato chiesto al Comune di Lipari di fornire in tempi brevi, e comunque entro agosto, un progetto integrativo per il rifacimento della rete di distribuzione dell’acqua nell’isola, per poter partecipare al bando della Regione.
«Dal prossimo anno – ha aggiunto Musumeci – l’approvvigionamento con le navi-cisterna dovrà diventare una eccezione e non la regola. È assurdo che nel 2018 si debba procedere ancora come nel dopoguerra, in un lembo di Sicilia che peraltro costituisce per tutti noi nel mondo un biglietto da visita. Tra un mese convocherò un nuovo incontro per verificare il rispetto delle scadenze che ci siamo dati».
UN BREVE VIDEO DELLA RIUNIONE

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Estate 2018, Trenitalia e Caronte&Tourist: treno e traghetto a prezzi scontati

Roma, 14 giugno 2018
Vantaggi per chi parte o raggiunge in treno Napoli, Salerno, Milazzo, Messina, Palermo, Villa S.Giovanantaggi per chi parte o raggiunge in treno Napoli, Salerno, Milazzo, Messina, Palermo, Villa S.Giovanni e sceglie i traghetti della compagnia marittima
Trenitalia e il Gruppo Caronte & Tourist insieme per offrire viaggi in treno e traghetto a tariffe scontate, promuovendo così un turismo integrato, conveniente e sempre più sostenibile.
L’intesa consente ai titolari di un biglietto Trenitalia di avere uno sconto del 15% sulla tratta Salerno-Messina e sulle linee SIREMAR/NGI, operate da Caronte & Tourist Isole Minori S.p.a., quali: Milazzo-Isole Eolie, Napoli-Isole Eolie, Palermo-Ustica, Trapani-Isole Egadi, Trapani-Pantelleria, Porto Empedocle-Isole Pelagie.
Ai soci CartaFRECCIA invece è riservata una riduzione del 10% e la possibilità di modificare la propria prenotazione, senza penali, se in possesso di un biglietto per le linee marittime Salerno-Messina. Entrambe le riduzioni non sono applicabili ai collegamenti dello stretto di Messina. Lo sconto del 15% è riservato ai titolari di biglietto Trenitalia utilizzato nelle 48 ore precedenti o successive la data di viaggio. La promozione è acquistabile attraverso il call center di Caronte & Tourist 800627414 e il sito carontetourist.it.
Vantaggi anche per i clienti Caronte & Tourist che partono o raggiungono Napoli, Salerno, Milazzo, Messina, Palermo e Villa S.Giovanni utilizzando i treni nazionali Trenitalia (Frecce, InterCity e InterCity Notte). Per loro uno speciale sconto, rispetto al prezzo Base, del 30% in 1a classe o livello Business e del 20% in 2a classe o livello Premium/Standard.
La riduzione può essere richiesta presso le agenzie di viaggio partner di Trenitalia presentando un qualsiasi biglietto del Gruppo Caronte & Tourist utilizzato nelle 48 ore precedenti o successive la data del biglietto del treno.
A bordo treno, unitamente alla prenotazione ferroviaria, deve essere presentato il biglietto della compagnia marittima.
Maggiori informazioni su carontetourist.it.

Guardia Costiera – sequestro preventivo struttura ricadente sul demanio marittimo a Portorosa

Comunicato
In data 12 giugno u.s. personale militare della Guardia Costiera di Milazzo ha effettuato un sequestro preventivo di uno stabilimento balneare, in località Portorosa del comune di Furnari.
Dagli accertamenti eseguiti dal personale della Guardia Costiera è emerso, infatti, che detta struttura balneare, seppure assentita in concessione dal competente Assessorato regionale territorio ed ambiente, veniva gestita da soggetti terzi in assenza di titolo idoneo che legittimasse l’occupazione e la gestione dell’area demaniale in parola.
In ordine all’ipotesi di reato di abusiva occupazione di area demaniale marittima si è proceduto, pertanto, al sequestro dell’intera superficie interessata di mq. 5.360,00 circa e di tutte le strutture/dotazioni (sdraio, ombrelloni, etc.), rinvenute al suo interno, ravvisando che la disponibilità dell’area avrebbe potuto aggravare e protrarre le conseguenze della medesima condotta illecita.
Presso la medesima struttura, in precedenza, la Guardia Costiera di Milazzo aveva dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo, adottato dall’Autorità giudiziaria competente, di una recinzione costituita da rete metallica abusivamente installata sul fronte mare della medesima struttura turistico ricettiva.
La Capitaneria di porto Guardia costiera di Milazzo proseguirà, intensificandola ulteriormente durante il periodo estivo, l’attività di ricognizione e monitoraggio del territorio di competenza al fine di prevenire e reprimere ogni condotta illecita perpetrata ai danni del demanio marittimo e dell’ambiente marino costiero.
Milazzo, 14.06.2018