E' tempo di playoff per il campionato di Terza categoria, organizzato dal Comitato Provinciale Figc Messina. Al termine della stagione regolare, che ha visto le "corazzate" Monforte e Furci dominare i due gironi, adesso sarà necessario attendere gli spareggi per conoscere le altre due società che il prossimo anno giocheranno in Seconda categoria. Nel girone A, si è reso necessario un ulteriore spareggio per determinare il quarto posto poiché c'è stato un arrivo a pari-merito. Al campo della frazione di S. Pietro a Milazzo, domani se la vedranno alle ore 14,00 Filicudi ed Usclo Pace. La vincente disputerà la semifinale playoff con il Real Gabbiano, in calendario sabato 16 maggio alle ore 15 a Giammoro.
L'altra semifinale per il girone A è il derby eoliano tra Entes Scirocco Stromboli e Malfa, che si giocherà sempre sul "neutro" di Giammoro domenica 17 (ore 14).
Il Comitato Provinciale ha fissato già la finalissima che si disputerà domenica 24 maggio alle ore 16.30 nel sintetico di Torregrotta.
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sabato 9 maggio 2009
Salina: Arrestato altro extracomunitario non in regola e già espluso nel 2003
Proseguono con incisività i controlli per la prevenzione dei reati in materia di immigrazione clandestina a cura dei Carabinieri della Compagnia di Milazzo che, nel pomeriggio di ieri, avvalendosi anche della collaborazione in mare della Motovedetta dei Carabinieri classe 800 di stanza a Lipari (ME), hanno effettuato un servizio di controllo del territorio finalizzato alla ricerca di cittadini irregolari o inottemperanti all’ordine di espulsione emesso dalle competenti Autorità di pubblica sicurezza.
Nel corso degli accertamenti, eseguiti in particolare nel territorio dell’arcipelago eoliano, è stato sottoposto a controllo un cittadino straniero di nazionalità marocchina che a seguito del riscontro AFIS è risultato essere già stato espulso dal territorio nazionale nell’anno 2003.
Ad operare il controllo del cittadino extracomunitario, sono stati i Carabinieri della Stazione di Santa Marina Salina che hanno proceduto all’identificazione di LABRINI Brahim, cl. 1982, già noto alle Forze dell’Ordine. Stanti le risultanze emerse dal controllo alla Banca Dati AFIS, i Carabinieri della Stazione di Santa Marina Salina hanno trattenuto il cittadino extracomunitario nella camera di sicurezza della locale Stazione, in attesa che lo stesso venisse giudicato, con rito direttissimo, alla sezione distaccata del Tribunale di Lipari.
Il giudice Roberto Gurini lo ha condannato a 8 mesi di reclusione, pena sospesa.
Il giudice Gurini, ieri, aveva anche condannato a 6 mesi (pena sospesa) il marocchino Buchaib Marfouri che era stato tratto in arresto a Malfa dai carabinieri di Salina in quanto privo di permesso di soggiorno e con un ordine di espulsione pendente.
Nel corso degli accertamenti, eseguiti in particolare nel territorio dell’arcipelago eoliano, è stato sottoposto a controllo un cittadino straniero di nazionalità marocchina che a seguito del riscontro AFIS è risultato essere già stato espulso dal territorio nazionale nell’anno 2003.
Ad operare il controllo del cittadino extracomunitario, sono stati i Carabinieri della Stazione di Santa Marina Salina che hanno proceduto all’identificazione di LABRINI Brahim, cl. 1982, già noto alle Forze dell’Ordine. Stanti le risultanze emerse dal controllo alla Banca Dati AFIS, i Carabinieri della Stazione di Santa Marina Salina hanno trattenuto il cittadino extracomunitario nella camera di sicurezza della locale Stazione, in attesa che lo stesso venisse giudicato, con rito direttissimo, alla sezione distaccata del Tribunale di Lipari.
Il giudice Roberto Gurini lo ha condannato a 8 mesi di reclusione, pena sospesa.
Il giudice Gurini, ieri, aveva anche condannato a 6 mesi (pena sospesa) il marocchino Buchaib Marfouri che era stato tratto in arresto a Malfa dai carabinieri di Salina in quanto privo di permesso di soggiorno e con un ordine di espulsione pendente.
Alicudi: Altra antenna "pino". I cittadini protestano
(lipari biz) La Wind deve montare nell'isola un'antenna pino per i cellulari nella zona alta e divampa la protesta. Un gruppo di giovani ha preannunciato che impedirà l'atterraggio dell'elicottero noleggiato dalla compagnia telefonica nell'elipista per i soccorsi. Si contesta tra l'altro, la parziale occupazione della stessa elisuperficie e della piccola banchina del porto a causa del deposito delle attrezzature e degli impianti necessari. Ancora una protesta , quindi, per la collocazione di un'altra antenna per la telefonia mobile. Ma dal Comune di Lipari nessuna novità in merito alla predisposizione di un piano regolatore specifico che preveda i luoghi della collocazione di questi impianti in tutte le isole
CANYON E VULCANI SOTTOMARINI, AL VIA MAPPATURA ITALIA. SARA' MAPPATA ANCHE L'AREA DI STROMBOLI
Una mappa dei fondali marini per identificare le zone a rischio geologico che potrebbero causare terremoti e tsunami. Si comincia dal sud Italia, Calabria e Pulia, su un'area di 7.500 chilometri quadrati, a realizzare, le prime 5 carte preliminari che costituiranno insieme con le altre (per un totale di 72), la Carta di pericolosità dei fondali marinì, uno strumento di gestione e monitoraggio per la Protezione civile che finanzia il progetto. Dalle prime analisi, effettuate nel mar Jonio e golfo di Taranto, la Calabria è esposta al rischio di 'terremoti potenzialmente devastanti'' per i 'giganteschi canyon sottomarini'' di fronte al golfo di Squillace e per i 'vulcani di fango attivi'' proprio di fronte Crotone. La campagna oceanografica Magic (Marine Geohazards Along The Italian Coasts) dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste, insieme al Cnr, indica il grado di rischio delle coste italiane da frane, sismicità e tsunami. Un progetto quinquennale che ha appena concluso, il 20 aprile, il primo anno con la nave 'Ogs Explora' che ha analizzato l'area che va da Torre Pali fino a Taranto sul versante pugliese, e da Scanzano Jonico fino al golfo di Squillace sul versante calabro. I canyon del Golfo di Squillace, spiega la responsabile scientifica Silvia Ceramicola, "stanno arretrando e si fratturano: un comportamento da tenere sotto controllo", così come quello dei vulcani di fango che sbuffano gas. Per quanto riguarda la costa pugliese sono stati identificati banchi carbonatici molto probabilmente costituiti da coralli bianchi: "ecosistemi delicati, preziosi per la biodiversità" e su cui sarebbe meglio evitare di posare, per la loro fragilità, gasdotti o altre opere. Sull'altro versante pugliese si è registrata una grossa frana con depositi sedimentari tipici di correnti di fondo. In generale, tutta la parte nord è interessata da frane consistenti, mentre sono state identificate 'frane a vari stadi di attivita', strati piegati con inclinazioni improbabili, troncati, erosi, e faglie da cui esce gas". La qualità dei dati raccolti, rileva Ceramicola, è stata 'ottima e le informazioni geofisiche registrate sono state elaborate a bordo da speciali software che permettono di osservare in tempo reale la batimetria e le sezioni acustiche del fondale marino su cui si naviga''. L'Italia, osserva, è 'un paese giovane e dinamico e particolarmente attivo con molte zone con potenziali rischi'', come le aree, che saranno analizzate, di Stromboli e Pantelleria.
TAR DICHIARA INELEGGIBILE ROMANO (MPA), ALL'ARS GLI SUBENTRA CATALANO
Il Tar di Catania ha dichiarato ineleggibile il deputato regionale siciliano del Movimento per l'Autonomia Fortunato Romano, eletto nella provincia di Messina alle scorse elezioni regionali del 2008, accogliendo il ricorso del primo dei non eletti Santo Catalano che subentra cosi' all'Assemblea regionale siciliana. Romano avrebbe mantenuto la presidenza regionale del Movimento Cristiano Lavoratori e la presidenza dell'Ente di Formazione Addestramento Lavoratori. Tutti e due gli enti, secondo il ricorrente, sarebbero riconducibili al novero degli enti sottoposti a tutela e vigilanza da parte della Regione che, negli ultimi anni, avrebbe finanziato con oltre 10 milioni di euro l'organizzazione di corsi di formazione professionale da parte dei Mcl ed Efal. L'attuale deputato dell'Mpa avrebbe dovuto dimettersi dalle cariche entro il febbraio 2008, dato che le elezioni regionali si svolsero nell'aprile 2008. Non avendolo fatto, Catalano ne ha chiesto la decadenza da deputato regionale per ineleggibilita'. Ricorso accolto dal Tar.
S.Calogero,si rischia di perdere anche l'immobile
(Peppe Paino- Gazzetta del sud) Terme di San Calogero: "no" alla cessazione del vincolo minerario per la presenza dell'acqua termominerale, "sì" allo svincolo delle strutture edilizie nell'area interessata. Ma solo se non si mette a rischio l'eventuale ripresa dello sfruttamento della risorsa. Questa, in sintesi, la risposta dell'ingegnere capo del Distretto minerario regionale di Catania, Angelo Trupia, al dirigente del comune di Lipari, Nico Russo. Il Comune, a seguito della scadenza, lo scorso 31/12/2008 della concessione mineraria, pagata annualmente circa 8 mila euro, per lo sfruttamento delle acque termominerali aveva richiesto che l'Assessorato all'Industria decretasse la cessazione del giacimento minerario. Pochi mesi prima, sempre il Comune, si era opposto alla proposta di decadenza della concessione «che – ha puntualizzato Trupia – non era mirata alla cancellazione del vincolo minerario ma all'acquisizione del bene al patrimonio indisponibile della Regione, perché la stessa potesse eventualmente concederlo ad altro soggetto, che lo rendesse produttivo». L'ing. Trupia ha, quindi, specificato che fin quando la risorsa mineraria contiene il bene da sfruttare non si può "tout court" dichiarare decaduto il vincolo minerario e che si può invece considerare lo svincolo degli immobili presenti nell'area, a condizione. Sul futuro dell'ex stabilimento termale, per il quale riapertura e sviluppo sono stati tra i punti fermi delle campagne elettorali degli ultimi trent'anni, possono dunque aprirsi nuovi scenari,lontani dallo sfruttamento di quelle acque per le quali i sondaggi effettuati negli ultimi anni hanno dato risultati poco confortanti. Eloquente, inoltre, a livello politico amministrativo quanto avvenuto nell'ultimo anno e mezzo. La struttura è stata, infatti, affidata in convenzione dal Comune alla cooperativa Fsc presieduta da Davide Starvaggi per dei progetti di reinserimento al lavoro dei soggetti svantaggiati. «Ma – ha dichiarato lo stesso presidente – attendiamo ancora la consegna dell'immobile». L'assessore al patrimonio, Giulio China, ha invece fatto presente di recente al sindaco che gli immobili dell'area dovranno essere dati in concessione ma a pagamento.
Politica: Oggi "vertice" a Vulcano. Lunedì sindaci delle isole siciliane a Salina
Vertice di maggioranza quest'oggi nell'isola di Vulcano. E' stato convocato dal sindaco di Lipari Mariano Bruno per fare il punto della situazione e per programmare l'imminente stagione estiva. Lunedi, invece, a Salina si incontreranno i sindaci delle isole minori siciliane per affrontare le varie problematiche comuni ed in particolare la questione dei collegamenti Siremar.
venerdì 8 maggio 2009
Lami: Da 25 giorni non si consegna la posta. Protesta della locale associazione
Il Direttivo dell'Associazione Borgata Lami intende protestare vibratamente, rivolgendosi alla Direzione Provinciale, Regionale e Nazionale di Poste Italiane, per la mancanza della consegna della posta nella Borgata da oltre 25 giorni.
Non è possibile che gli abitanti e quindi anche gli anziani, magari che vivono soli, devono recarsi presso l'Ufficio Postale di Canneto per ritirare la propria corrispondenza.
L'Associazione valuterà, in seguito, se esistono i presupposti per presentare una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
IL PRESIDENTE
Saverio Merlino
Non è possibile che gli abitanti e quindi anche gli anziani, magari che vivono soli, devono recarsi presso l'Ufficio Postale di Canneto per ritirare la propria corrispondenza.
L'Associazione valuterà, in seguito, se esistono i presupposti per presentare una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
IL PRESIDENTE
Saverio Merlino
Dal portavoce dell'amministrazione e della maggioranza consiliare di Lipari
(Rosaria Corda) Siamo alla settimana n. 2 delle notizie e delle risposte dell’Amministrazione e del gruppo consigliare di maggioranza del Comune di Lipari.
MARINA CORTA:- Parecchi, tra operatori economici e anche qualche rappresentante politico della minoranza, hanno scritto sui problemi di una piazza che da sempre ha simboleggiato il cuore dell’isola soprattutto nel periodo della stagione turistica.
Se da un punto di vista (quello più moderato), l’attenzione viene richiamata sulle attuali condizioni della zona, con toni ancora ancora accettabili, dall’altro, ad accuse rivolte in perfetta malafede nei confronti delle amministrazioni che si sono succedute dal 2004 ad oggi (cito ad onor di cronaca: “…gli aliscafi spostati di punto in bianco,…nessun programma alternativo…ecc.”), vorrei richiamare alla memoria degli operatori le innumerevoli riunioni, che loro tra l’altro citano e ricordano e, uno fra tutti, un progetto per la riqualificazione della piazza, proposto dall’allora Assessore incaricato, geom. Gianfranco Guarino, che tra l’altro prevedeva la chiusura della stessa al traffico e la creazione di strutture idonee alla programmazione (anche in estemporanea laddove si fosse presentata la necessità), di manifestazioni, spettacoli e quanto altro possibile, attraverso la posa di gradinate e la realizzazione di un piccolo teatro aperto.
Questo primo e propedeutico progetto veniva completamente deriso e rigettato dalle stesse persone che oggi accusano una mancanza di volontà che tale non è.
Quelle stesse persone che lamentano il traffico selvaggio, ma che non hanno mai consentito la chiusura della piazza, anche per il passaggio e il posteggio dei residenti.
Allo stesso modo si dovrebbe operare con Via Roma, per la quale, ad onor del vero, si sono attivate tutte le procedure previste per verificare che la realizzazione dei lavori sia stata conforme al progetto e dove sono eventuali responsabilità per la successiva richiesta del risarcimento del danno. Anche se a tutti è noto che solo grazie all’operato di questa maggioranza si è avuto lo spostamento dell’impianto fognario, che giaceva di fronte ad un noto locale della piazza, in una locazione sicuramente più consona.
Nel contempo l’assessore al ramo, attraverso gli uffici di competenza, ha ottemperato in tempi reali agli interventi più urgenti, richiesti di volta in volta dai cittadini residenti nella zona, soprattutto in ordine al problema idrico-fognario.
Per quanto riguarda la programmazione estiva, per volontà e volere della maggioranza, si sta lavorando ad una serie di iniziative, spettacoli e avvenimenti, che si snoderanno, come anche è stato lo scorso anno, e nonostante i problemi legati alle scarse possibilità di bilancio, già a partire dalle prossime settimane e per l’intera stagione turistica.
Sarebbe quasi inutile comunque ricordare che un paese cresce anche e soprattutto grazie alla iniziativa e alla capacità imprenditoriale dei privati, e non solo pretendendo di appoggiarsi all’iniziativa pubblica che, per ovvie ragioni burocratiche e non di volontà, ha certamente limiti, quantomeno di ordine temporale e non può dare risposte immediate alle necessità contingenti. Un consiglio: senza andare lontano, visitate Reggio Calabria. Una amministrazione ha fatto interventi strutturali e di bonifica, commercianti ed esercenti hanno trasformato una zona altamente degradata, quella del lungomare, in una crescente attrattiva turistica, che non conosce crisi.
PORTI E TRASPORTI. È piacevole constatare come il turismo crocieristico viene da ogni parte plaudito, anche con iniziative simpatiche che vanno sicuramente incoraggiate, come l’omaggio creato dall’artigiano orafo Bertè, ma è anche un momento questo per riflettere seriamente su cosa il passaggio programmato, organizzato e costante (le nostre zone consentono la navigazione per tutto l’anno), delle navi da crociera, messe in sicurezza e assistite a dovere attraverso le infrastrutture portuali necessarie all’uopo, potrebbe rappresentare per l’intera economia delle nostre isole. A cominciare dal pagamento della tassa portuale stessa, per continuare con l’organizzazione escursionistica, con eventuali rifornimenti, con l’offerta di itinerari alternativi che porterebbero lavoro e benessere a tanti residenti. Questo è uno dei motivi che spinge la maggioranza a scommettere sul “Porto”. E per consentire anche questo tipo di sviluppo turistico non si può continuare con l’insistere per un ridimensionamento, non si può pensare di giocare la partita con carte taroccate, dipinte solo con facce dannose e gratuite, senza idee progettuali validamente propositive e alternative, che contengono il solo scopo di porre ostacoli e ritardi di ogni genere alla realizzazione dell’opera. Nessuno vuole creare “mostri”. Tutt’altro, è nell’interesse di tutti giocare le strategie vincenti per continuare a crescere e a garantire, ad ogni livello, la qualità e il miglioramento di un tenore di vita al quale, diciamolo chiaramente e onestamente, pochi oggi, avversari politici in testa, saprebbero rinunciare.
Riuscire ad avere una portualità efficiente rappresenterebbe un notevole passo avanti per molteplici aspetti legati all’economia e allo sviluppo socioculturale del nostro territorio.
Quando ogni tanto si torna a parlare del Porto di Ginostra, ad esempio, questo dovrebbe rappresentare quasi un deterrente alle critiche mirate e provenienti da una parte politica che facilmente si lascia condizionare dal “selvaggio” ambientalismo del NO. Infatti, nonostante le indicazioni date nel tempo dalla popolazione, a favore delle secche di Lazzaro (fortemente osteggiata da un gruppetto di ambientalisti-nudisti), alla fine, e pur di dotare la frazione di un approdo quantomeno decente, si è optato per l’attuale sito che presenta i problemi dei quali nessuno ignora l’esistenza, ma che intanto è meglio del nulla che altre amministrazioni e parti politiche, continuavano a proporre. Appena le risorse lo consentiranno, il porto di Ginostra sarà reso di nuovo funzionale al meglio.
Per quanto riguarda il problema dei Trasporti, nonostante le resistenze anche a livello europeo e nazionale, si continua a lavorare per ottenere lo “scorporo” della Siremar dalla privatizzazione di Tirrenia. Inoltre mercoledì 13, l’Assessore Regionale Titti Bufardeci, sarà a Roma, su convocazione del Ministro Mattioli, con il preciso mandato da parte del coordinatore Ancim per i problemi legati ai trasporti, il sindaco di Lipari, al fine di ottenere la assicurazione formale che non saranno effettuati tagli sulle linee attualmente garantite.
A quanti della parte di minoranza continuano a criticare il fatto che ci si è mossi in netto ritardo riguardo alle avvisaglie già avvertite negli scorsi anni, sarebbe bene ricordare che proprio durante il governo Prodi, anzi proprio per volontà di quel governo, si è partiti con il processo di privatizzazione di tutte le compartecipate a livello statale. Una domanda: Voi, interlocutori privilegiati, dove eravate e cosa avete fatto?
TAGLI E RISPARMI SULLA POLITICA. Solo concise precisazioni. Per ciò che attiene il risparmio sui canoni annuali che gravano sul bilancio comunale, non è ignoto, o non dovrebbe esserlo, neanche all’opinionista che lo sottolinea: questi sono resi necessari dall’impossibilità di utilizzare gli immobili di patrimonio comunale citati, in quanto gli stessi hanno bisogno di importanti ristrutturazioni, ovvero sono destinati all’uso originario (come per i locali dell’ex Ufficio di collocamento in fase di trasferimento), ovvero sono fatiscenti. In ogni caso per alcuni di questi locali che il Comune ha in locazione, in particolare quelli dove sono collocati la Biblioteca e l’ufficio Tributi, risalgono a contratti stipulati dall’amministrazione Giacomantonio e, comunque per quasi tutti gli edifici elencati sono stati presentati dei progetti a finanziamento per la straordinaria manutenzione e l’adeguamento che la normativa richiede.
O forse la colpa di questa amministrazione è quella di aver voluto rivalutare il Palacongressi che rischiava di diventare una cattedrale nel deserto?
O quello di poter prevedere che il vecchio Palazzo comunale di Villa Mazzini non dovesse, oltre agli uffici di rappresentanza, divenire un centro di studio e di cultura quale era stato concepito in origine dai nostri antenati?
Per quanto riguarda il VII Assessorato. La Legge prevede la riduzione, ma solo per le Giunte che andranno a formarsi con le prime elezioni e non per quelle già in essere prima dell’entrata della norma, e che si sono formate nel pieno rispetto della stessa. È semplicemente un caso come quasi tutti quelli previsti dall’ordinamento italiano, nel quale la nuova legge non ha valore retroattivo.
Quanto all’utilizzo alternativo delle somme risparmiate è fin troppo facile fare populismo quando non si considera (o lo si vuole volontariamente ignorare), che non sempre il bilancio pubblico, che risponde a criteri determinati dalla legge, ti consente di trasferire a tuo piacimento, da un capitolo ad un altro le risorse disponibili. Qualora fosse stato consentito questa maggioranza avrebbe già trovato una soluzione, per es. ai noti problemi occupazionali che da tempo affliggono la nostra comunità.
BREVI:-
1) A proposito dei lavoratori ex Pumex, mercoledi 13 pv, è stato convocato un Consiglio comunale (preceduto da una conferenza dei capigruppo, nella giornata di martedì 12), nel quale sarà presentato all’approvazione dei consiglieri un documento “forte”, che si spera condiviso all’unanimità. In questo ordine del giorno sarà chiesto che il governo regionale si pronunci in modo definitivo ed inequivocabile sulla sorte dei lavoratori, resi “precari” non da una crisi dell’industria, bensì da decisioni prese in altra sede;
2) Vivo compiacimento esprimono il Sindaco, il Presidente del Consiglio, la Giunta e tutti i consiglieri di maggioranza, per il prossimo insediamento del difensore civico del Comune di Lipari, dott. Francesco Rizzo, visto il rigetto della sospensiva avanzata al TAR all’indomani della regolare elezione dello stesso.
3) Lunedi 11, su convocazione del dott. Mariano Bruno, a Santa Marina Salina, si riuniranno i sindaci delle Isole Minori Siciliane per trattare diversi argomenti riguardanti problemi comuni.
4) Alcuni degli operai a disposizione del Comune sono stati destinati, a partire dai prossimi giorni, alla pulizia dei cimiteri delle isole minori.
5) Un augurio e un arrivederci per il sindaco di Leni Antonio Podetti, giunto alla fine del mandato elettorale. Che possa realizzare quanto desidera e che ci consideri sempre degli amici. Con la speranza di ritrovarlo…ad majora.
6) Grazie anche alla iniziativa di alcuni consiglieri di maggioranza è stato presentato, in sintonia con la Associazione Proloco, un progetto che confluisce in una APQ Giovani provinciale.
Ma quest’ultima è solo una anticipazione….
Alla prossima.
Rosaria Corda
Portavoce della maggioranza del Comune di Lipari
MARINA CORTA:- Parecchi, tra operatori economici e anche qualche rappresentante politico della minoranza, hanno scritto sui problemi di una piazza che da sempre ha simboleggiato il cuore dell’isola soprattutto nel periodo della stagione turistica.
Se da un punto di vista (quello più moderato), l’attenzione viene richiamata sulle attuali condizioni della zona, con toni ancora ancora accettabili, dall’altro, ad accuse rivolte in perfetta malafede nei confronti delle amministrazioni che si sono succedute dal 2004 ad oggi (cito ad onor di cronaca: “…gli aliscafi spostati di punto in bianco,…nessun programma alternativo…ecc.”), vorrei richiamare alla memoria degli operatori le innumerevoli riunioni, che loro tra l’altro citano e ricordano e, uno fra tutti, un progetto per la riqualificazione della piazza, proposto dall’allora Assessore incaricato, geom. Gianfranco Guarino, che tra l’altro prevedeva la chiusura della stessa al traffico e la creazione di strutture idonee alla programmazione (anche in estemporanea laddove si fosse presentata la necessità), di manifestazioni, spettacoli e quanto altro possibile, attraverso la posa di gradinate e la realizzazione di un piccolo teatro aperto.
Questo primo e propedeutico progetto veniva completamente deriso e rigettato dalle stesse persone che oggi accusano una mancanza di volontà che tale non è.
Quelle stesse persone che lamentano il traffico selvaggio, ma che non hanno mai consentito la chiusura della piazza, anche per il passaggio e il posteggio dei residenti.
Allo stesso modo si dovrebbe operare con Via Roma, per la quale, ad onor del vero, si sono attivate tutte le procedure previste per verificare che la realizzazione dei lavori sia stata conforme al progetto e dove sono eventuali responsabilità per la successiva richiesta del risarcimento del danno. Anche se a tutti è noto che solo grazie all’operato di questa maggioranza si è avuto lo spostamento dell’impianto fognario, che giaceva di fronte ad un noto locale della piazza, in una locazione sicuramente più consona.
Nel contempo l’assessore al ramo, attraverso gli uffici di competenza, ha ottemperato in tempi reali agli interventi più urgenti, richiesti di volta in volta dai cittadini residenti nella zona, soprattutto in ordine al problema idrico-fognario.
Per quanto riguarda la programmazione estiva, per volontà e volere della maggioranza, si sta lavorando ad una serie di iniziative, spettacoli e avvenimenti, che si snoderanno, come anche è stato lo scorso anno, e nonostante i problemi legati alle scarse possibilità di bilancio, già a partire dalle prossime settimane e per l’intera stagione turistica.
Sarebbe quasi inutile comunque ricordare che un paese cresce anche e soprattutto grazie alla iniziativa e alla capacità imprenditoriale dei privati, e non solo pretendendo di appoggiarsi all’iniziativa pubblica che, per ovvie ragioni burocratiche e non di volontà, ha certamente limiti, quantomeno di ordine temporale e non può dare risposte immediate alle necessità contingenti. Un consiglio: senza andare lontano, visitate Reggio Calabria. Una amministrazione ha fatto interventi strutturali e di bonifica, commercianti ed esercenti hanno trasformato una zona altamente degradata, quella del lungomare, in una crescente attrattiva turistica, che non conosce crisi.
PORTI E TRASPORTI. È piacevole constatare come il turismo crocieristico viene da ogni parte plaudito, anche con iniziative simpatiche che vanno sicuramente incoraggiate, come l’omaggio creato dall’artigiano orafo Bertè, ma è anche un momento questo per riflettere seriamente su cosa il passaggio programmato, organizzato e costante (le nostre zone consentono la navigazione per tutto l’anno), delle navi da crociera, messe in sicurezza e assistite a dovere attraverso le infrastrutture portuali necessarie all’uopo, potrebbe rappresentare per l’intera economia delle nostre isole. A cominciare dal pagamento della tassa portuale stessa, per continuare con l’organizzazione escursionistica, con eventuali rifornimenti, con l’offerta di itinerari alternativi che porterebbero lavoro e benessere a tanti residenti. Questo è uno dei motivi che spinge la maggioranza a scommettere sul “Porto”. E per consentire anche questo tipo di sviluppo turistico non si può continuare con l’insistere per un ridimensionamento, non si può pensare di giocare la partita con carte taroccate, dipinte solo con facce dannose e gratuite, senza idee progettuali validamente propositive e alternative, che contengono il solo scopo di porre ostacoli e ritardi di ogni genere alla realizzazione dell’opera. Nessuno vuole creare “mostri”. Tutt’altro, è nell’interesse di tutti giocare le strategie vincenti per continuare a crescere e a garantire, ad ogni livello, la qualità e il miglioramento di un tenore di vita al quale, diciamolo chiaramente e onestamente, pochi oggi, avversari politici in testa, saprebbero rinunciare.
Riuscire ad avere una portualità efficiente rappresenterebbe un notevole passo avanti per molteplici aspetti legati all’economia e allo sviluppo socioculturale del nostro territorio.
Quando ogni tanto si torna a parlare del Porto di Ginostra, ad esempio, questo dovrebbe rappresentare quasi un deterrente alle critiche mirate e provenienti da una parte politica che facilmente si lascia condizionare dal “selvaggio” ambientalismo del NO. Infatti, nonostante le indicazioni date nel tempo dalla popolazione, a favore delle secche di Lazzaro (fortemente osteggiata da un gruppetto di ambientalisti-nudisti), alla fine, e pur di dotare la frazione di un approdo quantomeno decente, si è optato per l’attuale sito che presenta i problemi dei quali nessuno ignora l’esistenza, ma che intanto è meglio del nulla che altre amministrazioni e parti politiche, continuavano a proporre. Appena le risorse lo consentiranno, il porto di Ginostra sarà reso di nuovo funzionale al meglio.
Per quanto riguarda il problema dei Trasporti, nonostante le resistenze anche a livello europeo e nazionale, si continua a lavorare per ottenere lo “scorporo” della Siremar dalla privatizzazione di Tirrenia. Inoltre mercoledì 13, l’Assessore Regionale Titti Bufardeci, sarà a Roma, su convocazione del Ministro Mattioli, con il preciso mandato da parte del coordinatore Ancim per i problemi legati ai trasporti, il sindaco di Lipari, al fine di ottenere la assicurazione formale che non saranno effettuati tagli sulle linee attualmente garantite.
A quanti della parte di minoranza continuano a criticare il fatto che ci si è mossi in netto ritardo riguardo alle avvisaglie già avvertite negli scorsi anni, sarebbe bene ricordare che proprio durante il governo Prodi, anzi proprio per volontà di quel governo, si è partiti con il processo di privatizzazione di tutte le compartecipate a livello statale. Una domanda: Voi, interlocutori privilegiati, dove eravate e cosa avete fatto?
TAGLI E RISPARMI SULLA POLITICA. Solo concise precisazioni. Per ciò che attiene il risparmio sui canoni annuali che gravano sul bilancio comunale, non è ignoto, o non dovrebbe esserlo, neanche all’opinionista che lo sottolinea: questi sono resi necessari dall’impossibilità di utilizzare gli immobili di patrimonio comunale citati, in quanto gli stessi hanno bisogno di importanti ristrutturazioni, ovvero sono destinati all’uso originario (come per i locali dell’ex Ufficio di collocamento in fase di trasferimento), ovvero sono fatiscenti. In ogni caso per alcuni di questi locali che il Comune ha in locazione, in particolare quelli dove sono collocati la Biblioteca e l’ufficio Tributi, risalgono a contratti stipulati dall’amministrazione Giacomantonio e, comunque per quasi tutti gli edifici elencati sono stati presentati dei progetti a finanziamento per la straordinaria manutenzione e l’adeguamento che la normativa richiede.
O forse la colpa di questa amministrazione è quella di aver voluto rivalutare il Palacongressi che rischiava di diventare una cattedrale nel deserto?
O quello di poter prevedere che il vecchio Palazzo comunale di Villa Mazzini non dovesse, oltre agli uffici di rappresentanza, divenire un centro di studio e di cultura quale era stato concepito in origine dai nostri antenati?
Per quanto riguarda il VII Assessorato. La Legge prevede la riduzione, ma solo per le Giunte che andranno a formarsi con le prime elezioni e non per quelle già in essere prima dell’entrata della norma, e che si sono formate nel pieno rispetto della stessa. È semplicemente un caso come quasi tutti quelli previsti dall’ordinamento italiano, nel quale la nuova legge non ha valore retroattivo.
Quanto all’utilizzo alternativo delle somme risparmiate è fin troppo facile fare populismo quando non si considera (o lo si vuole volontariamente ignorare), che non sempre il bilancio pubblico, che risponde a criteri determinati dalla legge, ti consente di trasferire a tuo piacimento, da un capitolo ad un altro le risorse disponibili. Qualora fosse stato consentito questa maggioranza avrebbe già trovato una soluzione, per es. ai noti problemi occupazionali che da tempo affliggono la nostra comunità.
BREVI:-
1) A proposito dei lavoratori ex Pumex, mercoledi 13 pv, è stato convocato un Consiglio comunale (preceduto da una conferenza dei capigruppo, nella giornata di martedì 12), nel quale sarà presentato all’approvazione dei consiglieri un documento “forte”, che si spera condiviso all’unanimità. In questo ordine del giorno sarà chiesto che il governo regionale si pronunci in modo definitivo ed inequivocabile sulla sorte dei lavoratori, resi “precari” non da una crisi dell’industria, bensì da decisioni prese in altra sede;
2) Vivo compiacimento esprimono il Sindaco, il Presidente del Consiglio, la Giunta e tutti i consiglieri di maggioranza, per il prossimo insediamento del difensore civico del Comune di Lipari, dott. Francesco Rizzo, visto il rigetto della sospensiva avanzata al TAR all’indomani della regolare elezione dello stesso.
3) Lunedi 11, su convocazione del dott. Mariano Bruno, a Santa Marina Salina, si riuniranno i sindaci delle Isole Minori Siciliane per trattare diversi argomenti riguardanti problemi comuni.
4) Alcuni degli operai a disposizione del Comune sono stati destinati, a partire dai prossimi giorni, alla pulizia dei cimiteri delle isole minori.
5) Un augurio e un arrivederci per il sindaco di Leni Antonio Podetti, giunto alla fine del mandato elettorale. Che possa realizzare quanto desidera e che ci consideri sempre degli amici. Con la speranza di ritrovarlo…ad majora.
6) Grazie anche alla iniziativa di alcuni consiglieri di maggioranza è stato presentato, in sintonia con la Associazione Proloco, un progetto che confluisce in una APQ Giovani provinciale.
Ma quest’ultima è solo una anticipazione….
Alla prossima.
Rosaria Corda
Portavoce della maggioranza del Comune di Lipari
Acquacalda: C.A.S.T.A. sempre più compatto in difesa dei cittadini e della frazione
(Enzo Mottola) Il 21 marzo u.s. si è tenuta la preannunciata Assemblea Straordinaria dei Soci del C.A.S.T.A. (Comitato apartitico salvaguardia territorio Acquacalda)
La presenza di circa 50 iscritti ( vero e proprio record considerando le avverse condizioni atmosferiche nonché la scarsissima frequentazione, in questo periodo, della nostra frazione), la compostezza ed il senso civico dimostrati nel corso della riunione ci confortano e ci spingono a proseguire con fermezza l'attività sin qui svolta per il raggiungimento degli obiettivi del Comitato.
Ciò, è chiaro, non è da imputare alla bravura del Direttivo bensì alla profonda indignazione e alla saturazione di ogni limite di sopportazione degli abitanti di Acquacalda nei confronti delle innumerevoli mancanze delle Istituzioni.
Ciò, è chiaro, non è da imputare alla bravura del Direttivo bensì alla profonda indignazione e alla saturazione di ogni limite di sopportazione degli abitanti di Acquacalda nei confronti delle innumerevoli mancanze delle Istituzioni.
Il verbale completo dei lavori può essere visionato sul nostro blog: http://comitatocasta.blogspot.com.
Brevemente segnaliamo i punti salienti posti in discussione:
1. All'unanimità si conferma il pieno sostegno al Presidente e al Direttivo ritenendo tuttavia necessario avvalersi di consulenze esterne sia tecniche che legali, per una maggiore incisività nei confronti delle Autorità. In una prossima Assemblea verranno scelti i nominativi dei professionisti (un ingegnere ed un legale ) indicati dai Soci.
2. Totale solidarietà al Presidente, oggetto di querela per diffamazione a mezzo stampa da parte dell'Italpomice s.p.a.; approvazione della proposta del Presidente di non intraprendere, al momento, alcuna azione nei riguardi del querelante ( 31 voti favorevoli - 5 voti per una immediata contro-querela – 9 astenuti).
3. All'unanimità si approva la proposta del Vice-Presidente e Tesoriere, Silvia Buttò, per aprire una libera e volontaria sottoscrizione da parte di tutti i Soci per rinsanguare le scarse finanze sociali, messe a dura prova dall'avvenuta affissione dei noti manifesti (iniziativa da tutti pienamente apprezzata) e dalle notevoli spese postali sin qui sostenute.
4. Si approva con 33 voti favorevoli e 12 astenuti la proposta di avviare le procedure per una eventuale iscrizione del Comitato nel Registro delle Libere Associazioni.
5. Si approva con 36 voti favorevoli e 9 astenuti la proposta di aumentare, in un prossimo futuro, il numero dei componenti il Direttivo portandolo da 7 a 9 elementi, potendo contare attualmente su 121 iscritti.
Il Direttivo auspica un sempre più fattivo coinvolgimento di tutti Soci i cui suggerimenti, consigli, opinioni saranno tenuti sempre nella dovuta attenzione e, che, potranno anche essere inviati a mezzo e-mail casta08@alice.it .
Brevemente segnaliamo i punti salienti posti in discussione:
1. All'unanimità si conferma il pieno sostegno al Presidente e al Direttivo ritenendo tuttavia necessario avvalersi di consulenze esterne sia tecniche che legali, per una maggiore incisività nei confronti delle Autorità. In una prossima Assemblea verranno scelti i nominativi dei professionisti (un ingegnere ed un legale ) indicati dai Soci.
2. Totale solidarietà al Presidente, oggetto di querela per diffamazione a mezzo stampa da parte dell'Italpomice s.p.a.; approvazione della proposta del Presidente di non intraprendere, al momento, alcuna azione nei riguardi del querelante ( 31 voti favorevoli - 5 voti per una immediata contro-querela – 9 astenuti).
3. All'unanimità si approva la proposta del Vice-Presidente e Tesoriere, Silvia Buttò, per aprire una libera e volontaria sottoscrizione da parte di tutti i Soci per rinsanguare le scarse finanze sociali, messe a dura prova dall'avvenuta affissione dei noti manifesti (iniziativa da tutti pienamente apprezzata) e dalle notevoli spese postali sin qui sostenute.
4. Si approva con 33 voti favorevoli e 12 astenuti la proposta di avviare le procedure per una eventuale iscrizione del Comitato nel Registro delle Libere Associazioni.
5. Si approva con 36 voti favorevoli e 9 astenuti la proposta di aumentare, in un prossimo futuro, il numero dei componenti il Direttivo portandolo da 7 a 9 elementi, potendo contare attualmente su 121 iscritti.
Il Direttivo auspica un sempre più fattivo coinvolgimento di tutti Soci i cui suggerimenti, consigli, opinioni saranno tenuti sempre nella dovuta attenzione e, che, potranno anche essere inviati a mezzo e-mail casta08@alice.it .
UDC E NUOVO GIORNO A SOSTEGNO DELLA GIUNTA BRUNO? "PURA FOLLIA", VIENE AFFERMATO IN UN COMUNICATO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
In merito alle ricorrenti e vaneggianti voci che circolano negli ambianti politici e nei bar, che ipotizzano la possibilità che i gruppi consiliari dell'UDC e di Nuovo Giorno possano sostenere l'azione amministrativa della Giunta Bruno, crediamo sia utile chiarire a chi si fa portavoce di tale notizia che si tratta di "PURA FOLLIA".
Quanto detto per rassicurare il nostro elettorato che i Consiglieri in questione NON hanno mai condiviso i metodi e l'operato di questa Amministrazionee e che gli stessi nel più doveroso rispetto del risultato elettorale, continueranno a esercitare il ruolo di OPPOSIZIONE che lo stesso gli ha assegnato.
Manterremo una opposizione costruttiva e disponibile sui temi finalizzati al bene collettivo (trasporti marittimi, Pumex, porti, PRG, aree artigianali, suolo pubblico, programmazione economica, idrico, turismo, etcc.). Resteremo intransigenti e determinati nel contrastare una Amministrazione della cosa pubblica NON finalizzata al bene collettivo che allo stato attuale si sta caratterizzando per l'assoluta assenza di iniziative e proposte utili a risolvere ogni probblema che affligge sempre più la collettività Eoliana.
UDC e Nuovo Giorno
In merito alle ricorrenti e vaneggianti voci che circolano negli ambianti politici e nei bar, che ipotizzano la possibilità che i gruppi consiliari dell'UDC e di Nuovo Giorno possano sostenere l'azione amministrativa della Giunta Bruno, crediamo sia utile chiarire a chi si fa portavoce di tale notizia che si tratta di "PURA FOLLIA".
Quanto detto per rassicurare il nostro elettorato che i Consiglieri in questione NON hanno mai condiviso i metodi e l'operato di questa Amministrazionee e che gli stessi nel più doveroso rispetto del risultato elettorale, continueranno a esercitare il ruolo di OPPOSIZIONE che lo stesso gli ha assegnato.
Manterremo una opposizione costruttiva e disponibile sui temi finalizzati al bene collettivo (trasporti marittimi, Pumex, porti, PRG, aree artigianali, suolo pubblico, programmazione economica, idrico, turismo, etcc.). Resteremo intransigenti e determinati nel contrastare una Amministrazione della cosa pubblica NON finalizzata al bene collettivo che allo stato attuale si sta caratterizzando per l'assoluta assenza di iniziative e proposte utili a risolvere ogni probblema che affligge sempre più la collettività Eoliana.
UDC e Nuovo Giorno
Trasport/Uil: Incontro del 13 maggio, primo importante passo
Da molti mesi la Uil, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, ha chiesto l'apertura di un unico tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati, in merito alla complessa vicenda della privatizzazione del Gruppo Tirrenia. Lo ricorda in una nota il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti che sottolinea come "il previsto incontro del prossimo 13 maggio tra la categoria ed il ministro dei Trasporti è, dunque, un primo passo nella direzione indicata".
La Uil, conclude, "intende contribuire, come sempre ha fatto, senza alcuna polemica, con equilibrio, concretezza e trasparenza alla possibile soluzione della delicata vertenza, nell'interesse dei lavoratori e per il rilancio del Gruppo".
La Uil, conclude, "intende contribuire, come sempre ha fatto, senza alcuna polemica, con equilibrio, concretezza e trasparenza alla possibile soluzione della delicata vertenza, nell'interesse dei lavoratori e per il rilancio del Gruppo".
Malfa: i carabinieri arrestano un cittadino extracomunitario inottemperante all’ordine di espulsione.
Giro di vite dei carabinieri della Compagnia di Milazzo che, nel tardo pomeriggio di ieri, hanno effettuato un servizio di controllo del territorio finalizzato alla ricerca di cittadini inottemperanti all’ordine di espulsione emesso dalle prefetture nazionali. Nel corso degli accertamenti, eseguiti anche nel territorio dell’arcipelago eoliano, sono stati sottoposti a controllo diversi cittadini stranieri alcuni dei quali sprovvisti di regolare permesso di soggiorno.
Nel caso in specie, i carabinieri della Stazione di Santa Marina Salina, hanno proceduto al controllo di un cittadino marocchino, identificato in MARFHOURI Bouchaib, cl. 1975, che a seguito degli accertamenti eseguiti con la Banca Dati AFIS è risultato essere destinatario di un ordine di espulsione emesso dalla Questura di Messina nei mesi scorsi. Dopo le formalità di rito, il cittadino extracomunitario è stato rinchiuso nella camera di sicurezza della Stazione di Santa Marina Salina in attesa di essere giudicato con rito direttissimo dal Tribunale di Messina sez. distaccata di Lipari,
Nel caso in specie, i carabinieri della Stazione di Santa Marina Salina, hanno proceduto al controllo di un cittadino marocchino, identificato in MARFHOURI Bouchaib, cl. 1975, che a seguito degli accertamenti eseguiti con la Banca Dati AFIS è risultato essere destinatario di un ordine di espulsione emesso dalla Questura di Messina nei mesi scorsi. Dopo le formalità di rito, il cittadino extracomunitario è stato rinchiuso nella camera di sicurezza della Stazione di Santa Marina Salina in attesa di essere giudicato con rito direttissimo dal Tribunale di Messina sez. distaccata di Lipari,
TRASPORTI/ LO BUE: "DISSERVIZI SIREMAR, NESSUNA RESPONSABILITA’ SICILIA"
“La Regione siciliana non ha nulla a che fare con i disservizi che i cittadini lamentano per le prestazioni della Siremar. L’amministrazione regionale non ha alcun responsabilità, visto che Siremar è una società controllata dalla Tirrenia ed opera, quindi, sulla base della convenzione con il Ministero dei Trasporti”. Lo ha ricordato Giovanni Lo Bue, dirigente generale del dipartimento trasporti della Regione siciliana.
Per Lo Bue “è vero semmai il contrario: la Regione investe ingenti risorse economiche per garantire i livelli di continuità territoriale. Sin dal 2002 è in regole con le procedure comunitarie. Ed è stata la prima regione italiana ad esserlo. Le unite di rete per i collegamenti marittimi vengono assegnate con gara pubbliche aperte agli armatori degli stati membri, con contratti di servizio dalla durata quinquennale”.
“Grazie all’approvazione del Bilancio, quest’anno avremo una dotazione finanziaria per le unità di rete di circa 81 milioni di euro - ha continuato Lo Bue - e potremo espletare quei servizi che originariamente erano previsti come complementari a quanto offerto dallo Stato con Siremar. In realtà, la crisi di Tirrenia, aggravata anche dalla procedura di infrazione dell’Unione Europea, ha invertito i fattori. Il presunto taglio di 20 milioni al bilancio di Siremar potrebbe avere influenze negative sui servizi offerti dalla società statale”. I sindacati di categoria, nei giorni scorsi, avevano ipotizzato la riduzione degli aliscafi per le Eolie e la cancellazione del traghetto che collega le Eolie con Napoli.
Lo Bue ha anche annunciato che martedì prossimo si terrà un tavolo tecnico al dipartimento regionale dei Trasporti con la presenza dei sindaci delle isole minori. Il giorno successivo, a Roma, il vicepresidente della regione siciliana Titti Bufardeci incontrerà il Ministro dei Trasporti Matteoli per discutere della vicenda Siremar.
Per Lo Bue “è vero semmai il contrario: la Regione investe ingenti risorse economiche per garantire i livelli di continuità territoriale. Sin dal 2002 è in regole con le procedure comunitarie. Ed è stata la prima regione italiana ad esserlo. Le unite di rete per i collegamenti marittimi vengono assegnate con gara pubbliche aperte agli armatori degli stati membri, con contratti di servizio dalla durata quinquennale”.
“Grazie all’approvazione del Bilancio, quest’anno avremo una dotazione finanziaria per le unità di rete di circa 81 milioni di euro - ha continuato Lo Bue - e potremo espletare quei servizi che originariamente erano previsti come complementari a quanto offerto dallo Stato con Siremar. In realtà, la crisi di Tirrenia, aggravata anche dalla procedura di infrazione dell’Unione Europea, ha invertito i fattori. Il presunto taglio di 20 milioni al bilancio di Siremar potrebbe avere influenze negative sui servizi offerti dalla società statale”. I sindacati di categoria, nei giorni scorsi, avevano ipotizzato la riduzione degli aliscafi per le Eolie e la cancellazione del traghetto che collega le Eolie con Napoli.
Lo Bue ha anche annunciato che martedì prossimo si terrà un tavolo tecnico al dipartimento regionale dei Trasporti con la presenza dei sindaci delle isole minori. Il giorno successivo, a Roma, il vicepresidente della regione siciliana Titti Bufardeci incontrerà il Ministro dei Trasporti Matteoli per discutere della vicenda Siremar.
Leni: Presentata la lista collegata al candidato a sindaco Gullo. L'intervista al prof. Montecristo
Presentata a Leni la prima lista in corsa per le prossime amministrative. Si tratta della lista civica "Uniti per Leni"che sosterrà la candidatura a sindaco del dottor Riccardo Gullo.
Della lista di Gullo fanno parte: Melania Argentaro, Giancarlo Baldanza, Antonio Bartolone, Filippo Chiofalo, Francesca Cincotta, Alessandro De Fina, Paola Donato, Ireneo Giardinello, Maria La Mancusa, Gaetano Lo Po, Marcello Rando, Massimiliano Zampetti. I quattro assessori indicati da Gullo sono: Agata Pollicino (che dovrebbe ricoprire l'incarico di vice sindaco), Giacomo Montecristo, Claudio Saltalamacchia e Antonio Donato.
Vi proponiamo l'intervista con il professor Giacomo Montecristo realizzata stamani poco prima della sua partenza da Lipari per Salina.
Della lista di Gullo fanno parte: Melania Argentaro, Giancarlo Baldanza, Antonio Bartolone, Filippo Chiofalo, Francesca Cincotta, Alessandro De Fina, Paola Donato, Ireneo Giardinello, Maria La Mancusa, Gaetano Lo Po, Marcello Rando, Massimiliano Zampetti. I quattro assessori indicati da Gullo sono: Agata Pollicino (che dovrebbe ricoprire l'incarico di vice sindaco), Giacomo Montecristo, Claudio Saltalamacchia e Antonio Donato.
Vi proponiamo l'intervista con il professor Giacomo Montecristo realizzata stamani poco prima della sua partenza da Lipari per Salina.
Siremar: Il 12 maggio sindaci a Palermo
Si è tenuta ieri al residence La Giara la riunione del Comitato di salvaguardia per i trasporti marittimi . E' stato fatto il punto della situazione sulle "vicissitudini " di Tirrenia e Siremar. E' emerso che il 12 maggio l'assessore regionale al Turismo Titti Bufardeci incontrerà a Palermo i sindaci delle isole minori per definire una linea unitaria in vista dell'incontro di giorno 13 a Roma tra il Ministro Matteoli e i presidenti delle regioni interessate
"Il richiamo silenzioso del vulcano". Il nuovo libro di Fabio Famularo
Un uomo e un bambino si recano sulla spiaggia mentre fuori è ancora buio. Sono padre e figlio, e mentre il bambino, seduto su uno scoglio di lava, osserva incantato il miracolo dell’alba, la voce di suo padre lo raggiunge come un richiamo: “Il mare Giuliano, presto anche tu dovrai confrontarti con lui. In mezzo a queste onde proverai la fatica, il dolore, la paura, ma anche la felicità e l'amore”. Queste parole lo accompagneranno per tutta la vita, accrescendo in lui l’amore per il mare e per l’avventura, facendogli quasi dimenticare il pericolo di vivere sotto una montagna “viva” come Stromboli.
In questo romanzo, Fabio Famularo ci narra la storia di Giuliano, sullo sfondo di una Stromboli incantata e ammaliante come sempre. Le battute di pesca, la vita isolana, la scoperta delle altre Isole Eolie, l’amicizia e l’amore. Ma racconta anche le difficoltà e le incertezze, vissute ancora oggi da molti eoliani, di chi si ritrova, una volta adulto, a dover scegliere se partire o restare sull’isola. L’amore e l’attaccamento per la propria terra, si scontrano così con il desiderio di conoscenza e di vivere nel mondo “reale”, da molti ambito e raggiunto, da altri ignorato e rifuggito, in una lotta interiore che spesso non trova vincitore.
La trama del libro è estratto da edizioni strombolibri
In questo romanzo, Fabio Famularo ci narra la storia di Giuliano, sullo sfondo di una Stromboli incantata e ammaliante come sempre. Le battute di pesca, la vita isolana, la scoperta delle altre Isole Eolie, l’amicizia e l’amore. Ma racconta anche le difficoltà e le incertezze, vissute ancora oggi da molti eoliani, di chi si ritrova, una volta adulto, a dover scegliere se partire o restare sull’isola. L’amore e l’attaccamento per la propria terra, si scontrano così con il desiderio di conoscenza e di vivere nel mondo “reale”, da molti ambito e raggiunto, da altri ignorato e rifuggito, in una lotta interiore che spesso non trova vincitore.
La trama del libro è estratto da edizioni strombolibri
Tecnici dell'AGE (Associazione geometri eoliani) in Abruzzo
Dal 18 al 26 maggio due tecnici dell'AGE (Barca e Guarino) saranno inviati e messi a disposizione della protezione civile per gli accertamenti sulle case terremotate in Abruzzo.L'intervento è volontario e gratuito ed a spese personali.
Al comune di Lipari disservizi nel protocollo in entrata Lo sottolinea l'AGE (Associazione geometri eoliani)
Al Sindaco del comune di Lipari, al Responsabile del 3° Settore del comune di Lipari e al Segretario generale è indorizzata una nota dell'AGE avente per oggetto: DISSERVIZI NEL PROTOCOLLO DI ENTRATA
IL TESTO:
Da alcuni mesi, e cioè dall’entrata in funzione del protocollo elettronico dell’Ente, vengono evidenziate da parte degli associati, continui disservizi per la registrazione degli atti di ingresso nel protocollo. Sono stati manifestati ritardi anche di qualche settimana, se non di più. Non si vuole essere fiscali, comprendendo le difficoltà di reperimento di personale, ma tali ritardi possono a volte comportare problemi piuttosto seri. Infatti su molti atti fa fede il protocollo di entrata per attestare il deposito degli stessi e la decorrenza dei termini di legge. Basti pensare alle comunicazioni di lavori interni ex art. 9 della legge 37/85, alla DIA, alle asseverazioni in genere e tanti altri atti, che in certi casi, hanno comportato e comportano responsabilità, per i tecnici e richiedenti, di ordine anche penale.
Supponiamo che il rallentamento nella registrazione degli atti esterni sia dovuto principalmente alla registrazione degli atti interni che, a nostro avviso, porta via molto tempo. Crediamo, ma questa è una nostra opinione, che il protocollo esterno, sia in entrata che in uscita, dovrebbe avere una strutturazione sconnessa con il protocollo interno.
Vi invitiamo pertanto a porre fine a tale disservizio, declinando a far data dalla presente, qualsiasi responsabilità derivante da ritardi nella registrazione degli atti, senza giustificato motivo.
Cordiali saluti.
Il Presidente
(geom Bartolomeo Favaloro)
IL TESTO:
Da alcuni mesi, e cioè dall’entrata in funzione del protocollo elettronico dell’Ente, vengono evidenziate da parte degli associati, continui disservizi per la registrazione degli atti di ingresso nel protocollo. Sono stati manifestati ritardi anche di qualche settimana, se non di più. Non si vuole essere fiscali, comprendendo le difficoltà di reperimento di personale, ma tali ritardi possono a volte comportare problemi piuttosto seri. Infatti su molti atti fa fede il protocollo di entrata per attestare il deposito degli stessi e la decorrenza dei termini di legge. Basti pensare alle comunicazioni di lavori interni ex art. 9 della legge 37/85, alla DIA, alle asseverazioni in genere e tanti altri atti, che in certi casi, hanno comportato e comportano responsabilità, per i tecnici e richiedenti, di ordine anche penale.
Supponiamo che il rallentamento nella registrazione degli atti esterni sia dovuto principalmente alla registrazione degli atti interni che, a nostro avviso, porta via molto tempo. Crediamo, ma questa è una nostra opinione, che il protocollo esterno, sia in entrata che in uscita, dovrebbe avere una strutturazione sconnessa con il protocollo interno.
Vi invitiamo pertanto a porre fine a tale disservizio, declinando a far data dalla presente, qualsiasi responsabilità derivante da ritardi nella registrazione degli atti, senza giustificato motivo.
Cordiali saluti.
Il Presidente
(geom Bartolomeo Favaloro)
Pesca: L'audizione al Senato di FRANCESCA BASILE
(FRANCESCA BASILE) Vi invio, oltre al documento presentato, un breve resoconto sull’audizione davanti alla 9ª Commissione permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato sulle problematiche del comparto ittico che si è tenuta a Roma e alla quale ho partecipato in qualità di consulente per la pesca insieme al Sindaco Bruno e al Rag. Spinella. Più che di resoconto parlerei di impressioni e sensazioni personali.
Ricordo che sono stati da poco delegati a Buonfiglio i rapporti con la Commissione europea, con la FAO e il Consiglio Generale della pesca del Mediterraneo (CGPM) relativamente alla pesca, all’acquacoltura e alla tutela delle risorse marine viventi, nonché la disciplina della pesca marittima e le funzioni di controllo su di essa. L'augurio è che con questa importante delega, il Sottosegretario riesca a garantire la massima attenzione alle istanze del settore ittico italiano.
RESOCONTO AUDIZIONE
Così come è stato deciso nel corso dell’incontro romano con le marinerie calabresi, siciliane, pugliesi e laziali, avvenuto lo scorso 29 aprile con l’On. Paolo Scarpa Bonazza Buora, Presidente della 9ª Commissione permanente del Senato, da sempre sensibile alle problematiche del comparto pesca, al quale erano presenti, a rappresentare la marineria eoliana, il Sindaco Bruno, il Rag. Spinella oltre alla scrivente, per discutere delle principali difficoltà del settore, si è tenuta nel pomeriggio di ieri al Senato della Repubblica l’audizione davanti alla 9ª Commissione permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare sulle problematiche del comparto ittico. Per la Direzione generale per la pesca marittima e l'acquacoltura erano presenti il Direttore Generale Dott. Francesco Saverio Abate e il Dirigente Dott. Cesare Tabacchini. Al centro della discussione la crisi del comparto della piccola pesca costiera ed artigianale anche a seguito del divieto di origine comunitaria di utilizzo di reti da posta derivante di lunghezza superiore ai 2,5 chilometri per la cattura delle specie cui all'allegato VIII del Regolamento CE n. 1239/98 (tonno, ala lunga, pescespada, ecc.). Se è vero, infatti, che a seguito di tali restrizioni, i proprietari e i membri dell’equipaggio delle unità abilitate a questo sistema di pesca ricevettero cospicue indennità per la riconversione dell’attività, è altrettanto vero che tale denaro venne speso per l’acquisto di nuove attrezzature, in primis la ferrettara, concessa in sostituzione delle spadare, oltre che per adeguare le unità da pesca, in altri casi per acquistare beni di prima necessità (come la casa) o per ripianare debiti pregressi. Così gli operatori del comparto si trovano ancora oggi a dovere affrontare lo stesso ostacolo: a essere proibita, infatti, è proprio la pesca di quelle specie ittiche così preziose per la cucina mediterranea e di cui tutti siamo ghiotti. Se a ciò si aggiunge il fatto che la lunghezza di tale attrezzo si riduce notevolmente in mare dato che viene calato con una tipica disposizione a "zig-zag", si capisce come ormai tale sistema di pesca sia divenuto pressoché inutilizzabile. Il primo a prendere la parola è stato proprio il Sindaco Bruno il quale ha sottolineato come le rigide regolamentazioni comunitarie sulla pesca artigianale, abbiano aperto in Sicilia, e soprattutto nelle realtà insulari, un duplice problema: da un lato, infatti, hanno aggravato di molto il quadro economico-occupazionale, già critico nella Regione; da un altro, strettamente collegato al precedente, hanno aperto la strada a nuove emergenze, a carattere sociale, a danno di tutte le categorie di lavoratori coinvolti, armatori, proprietari e marittimi. Il Sindaco ha poi sottolineato come il problema sia comune a tutte le regioni e ha invocato misure urgenti mirate all’esercizio razionale della pesca artigianale nelle acque nazionali. A seguire, una serie di interventi da parte degli stessi operatori del comparto i quali hanno “gridato”, non nascondendo rabbia e disperazione, come i problemi della pesca siano numerosi e hanno chiesto solo di poter continuare la loro attività. A prendere la parola è stato anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori della Pesca, Dott. Ivan Corea, il quale ha affermato come l’A.N.A.P.I. continuerà nel suo impegno a difesa dei pescatori autonomi e a sostegno della categoria anche nella risoluzione di tale problematica. Nel corso della stessa audizione, i componenti della IX Commissione, al di là dei gruppi politici di appartenenza, hanno dimostrato grande attenzione e anche preoccupazione rispetto ai gravissimi problemi che stanno vivendo i pescatori. Tuttavia, al di là delle belle parole e a voler essere proprio sinceri, ciò che è emerso, soprattutto dal discorso del Direttore Generale Abate, è la difficoltà in ordine alla percorribilità di qualsiasi modifica alla normativa nazionale per quanto riguarda le problematiche dibattute. La tendenza verso la quale ormai si muovono le istituzioni comunitarie e verso cui il legislatore italiano si sta necessariamente orientando, infatti, va verso tutt’altra direzione ed è chiara e inequivocabile: quella di rafforzare la competitività del settore attraverso la diversificazione delle pratiche di pesca, la promozione della “pluriattività” dei pescatori e l’incentivazione di tutte quelle iniziative volte a favorire la riconversione, la valorizzazione dei prodotti ittici e l’integrazione produttiva. A questo punto sorge spontaneo un interrogativo: sono veramente pronti i nostri pescatori a cogliere la sfida della modernità che viene dall’Ue o rischiano di rimanere vittime delle solite situazioni di sfruttamento e strumentalizzazione, o peggio di processi di esclusione territoriale e sociale, oltre che economica?
DOCUMENTO PRESENTATO DALLA DOTTORESSA FRANCESCA BASILE AL SENATO DELLA REPUBBLICA DURANTE L'AUDIZIONE DAVANTI ALLA 9ª Commissione permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare
Roma 06-05-2009
Signor Presidente, illustri Senatori,
gli scriventi sono grati alla IX Commissione per la convocazione di questa audizione.
Il presente documento viene presentato allo scopo di fornire ai componenti della Commissione un quadro quanto più omogeneo e partecipato della problematica.
PREMESSA
E’ ormai noto a tutti che la normativa comunitaria ha bandito le famigerate spadare nei Paesi CE dal lontano 2002. Ora, il decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, adottato il 24 maggio 2006 dopo un breve negoziato con l'Unione europea e con il parere favorevole della Commissione consultiva centrale per la pesca e l’acquacoltura, ha rivisto, compatibilmente con la normativa comunitaria, l'utilizzo in Italia dello strumento di pesca "ferrettara", piccola rete derivante e dunque non fissata al fondo marino, concessa come attrezzo sostituivo alla "spadara" nell’ambito del piano di riconversione obbligatorio imposto dalla Commissione europea. Con il predetto decreto, lunghezza della rete e dimensioni della maglia sono state ricondotte ai limiti imposti dalla disciplina comunitaria e precisamente dal regolamento CE 1239/1998.
Tuttavia, la ferrettara, così come disciplinata dallo Stato italiano conformemente alla normativa comunitaria, per la limitata lunghezza per imbarcazione (2,5 km) che tra l'altro si riduce notevolmente in mare dato che trattasi di un sistema che viene calato con una tipica disposizione a "zig-zag", è tale da non consentire alcuna redditività alle imprese di pesca che hanno effettuato la riconversione.
I pescatori, tra l’altro, in seguito alla riconversione, hanno contratto mutui per l’acquisto delle nuove attrezzature, hanno famiglie da mantenere e la loro è esclusivamente un’attività monoreddito, in mancanza della quale viene meno ogni tipo di sostentamento che possa garantire una vita dignitosa per sé ed i loro familiari, ma quel che è peggio che possa sopperire alle esigenze di primaria necessità.
Peraltro, tali limitazioni all’utilizzo dell’attrezzo in parola, più volte denunciate dalla categoria, appaiono ingiustificate in quanto il sistema di pesca di che trattasi è un attrezzo altamente selettivo, la cui utilizzazione è limitata nel tempo e nello spazio ed è effettuata da natanti di modeste dimensioni che formano la cosiddetta "piccola pesca" ed esclusivamente per la cattura delle specie denominate ricciola, occhiata, sgombro, salpa, boga, alaccia, sardina e acciuga, non a rischio di estinzione.
La dimensione della maglia, inoltre, è tale da concentrare la cattura sulle specie target e ridurre a zero quella accidentale su specie protette, come i cetacei.
Relativamente all'utilizzo dell’attrezzo all’interno delle 10 miglia, questo aumenta la pressione sulle risorse della fascia costiera, la più delicata dal punto di vista ambientale, determinando anche una conflittualità accesa tra le unità praticanti questo tipo di pesca: una vera e propria guerra fra poveri.
Ora, la problematica di cui si dibatte investe circa 500 imbarcazioni e 2000 pescatori italiani, specie del Mezzogiorno, con altrettante famiglie ridotte alla fame, che non hanno alternative occupazionali non solo perché spesso operano in un tessuto economico ad alta densità di disoccupazione dove spesso a lavorare è solo il capofamiglia, ma anche perché spesso incontrano insormontabili difficoltà a riconvertire la loro attività.
Vista, dunque, la situazione di forte crisi, non più sostenibile, in cui versa la piccola pesca artigianale e costiera, resa ancora più pesante da altri fattori, quali ad esempio l’aumento del costo del carburante;
Considerato che non esistono nel breve o medio termine condizioni alternative di riconversione delle maestranze praticanti la piccola pesca con l'attrezzo ferrettara in altri settori;
Considerate, peraltro, le condizioni particolarmente svantaggiate, nonché l'estrema fragilità del tessuto socio-economico delle popolazioni residenti nei territori in cui si pratica ancora la pesca tradizionale con attrezzi da posta e con la ferrettara;
Considerato in particolare il carattere artigianale della pesca costiera effettuata con l'attrezzo di cui sopra per la cattura di alcune specie ittiche alla base della cucina mediterranea per i quali non esiste un pericole di estinzione;
Considerato che il carattere di specialità di tale attività si connota per il fatto che la stessa ha carattere temporaneo e limitato;
Considerato che nella stagione estiva la pesca costiera effettuata con ferrettara e attrezzi da posta è resa assai difficile dal vertiginoso incremento del traffico nautico legato alle attività turistiche e del tempo libero in genere, che si registra nelle acque di interesse dei pescatori;
Allo Stato italiano si rivolgono i pescatori delle marinerie qui presenti e le loro famiglie, per ottenere un sostegno nella rivendicazione del sacrosanto diritto al lavoro contro il grave disagio economico ed esistenziale che li ha colpiti a seguito del divieto di origine europea, attraverso gli interventi normativi che si riterranno più opportuni, al fine di tutelare allo stesso tempo le risorse marine e il diritto al lavoro degli operatori del settore.
A poco servono le misure di sostegno di natura patrimoniale e finanziaria al settore ittico per fronteggiare l’aumento del prezzo del gasolio e la crisi che ne è derivata, se poi mentre si costruisce l'Europa, si negano nel nostro Paese ad onesti lavoratori del mare i diritti più elementari contenuti nella Carta Costituzionale, quale il diritto al lavoro e ad una vita dignitosa, e per di più in un momento di recessione grave e profonda.
Non dando seguito a tali legittime richieste da parte del mondo della pesca, si proseguirà inoltre sulla strada preconcetta della sostanziale chiusura del comparto.
MISURE PROPOSTE
In riferimento all'audizione odierna, si formulano di seguito una serie di proposte tendenti a risolvere le problematiche sopra esposte. Tuttavia, ci si rende disponibili per un confronto serrato e continuativo, con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali (comunitari, nazionali, regionali e territoriali), allo scopo di pervenire a soluzioni idonee a porre fine all’attuale situazione di forte crisi delle marinerie praticanti la pesca costiera ed artigianale.
In assenza di interventi tempestivi e risolutivi, tutti i presenti concordano circa la necessità di dichiarare lo stato di agitazione permanente della categoria con la partecipazione delle rispettive comunità territoriali, che hanno dimostrato, in più occasioni, la vicinanza agli operatori del comparto.
In particolare, attraverso il presente documento, si chiede di verificare la percorribilità delle deroghe alla normativa comunitaria per il nostro Stato per quanto riguarda:
1) le specifiche dimensionali della reti da posta derivanti per la piccola pesca artigianale e costiera, per tutte le motivazioni esposte in premessa e soprattutto alla luce del carattere prettamente stagionale ed artigianale di tale attività da pesca praticata nelle acque nazionali;
2) la possibilità di catturare pescespada e tunnidi non a rischio di estinzione (possibilità vietata dall'allegato VIII del regolamento CE 1239/98) anche con le reti da posta derivanti, così come avviene per altri attrezzi, quali i palangari, dato che comunque queste specie vi possono incappare accidentalmente;
3) l’eliminazione, per la pesca del tonno rosso, degli obblighi di procedura di sbarco nei porti designati se tale cattura avviene accidentalemnte con attrezzi da posta, ed in particolare con rete da imbrocco e da posta impigliante di cui alla tabella 3 allegata al Reg. CE 1799/2006;
Verificare la percorribilità delle modifiche alla normativa nazionale per quanto riguarda:
1) la possibilità di modificare le specifiche tecniche dell’attrezzo ferrettara per tutte le motivazioni esposte in premessa, prevedendo che i 2,5 Km vanno intesi calati a mare dato che la rete di che trattasi, per la sua tipica disposizione a zig zag, una volta calata si riduce di oltre la metà, non consentendo agli operatori del settore una pesca moderatamente redditizia. Tale previsione, ad esempio, potrebbe essere concessa in via eccezionale per la situazione di forte crisi in cui versa il comparto della piccola pesca costiera e considerato il non rischio per le specie bersaglio (ricciola, occhiate, sgombri, sardine) così tanto abbondanti nei nostri mari, o in via asperimentale così come previsto dallo stesso Reg. (CE) N. 894/97 e successive modifiche ove in premessa recita "considerando che, per non ostacolare la ricerca scientifica, il presente regolamento non deve applicarsi alle azioni che possono risulatare necessarie, anche accidentalemnte, per lo svolgimento di tale ricerca";
2) l’estensione dell’utilizzo dell’attrezzo ferrettara a seconda del tipo di abilitazione, prevista dalla licenza di pesca: mantenendo il limite delle dieci miglia infatti si produrrebbero disagi con altri tipi di categorie di pesca, ma soprattutto si creerebbero gravi problemi alla navigazione commerciale, diportistica e turistica;
3) la non applicazione degli adempimenti previsti dal regolamento (CE) 1559/2007 ai pescherecci praticanti la piccola pesca costiera ed artigianale con l'attrezzo ferrettara che hanno accidentalmente effettuato catture del tonno rosso; l’abolizione del limite massimo di 750 Kg per unità da pesca, come previsto dall’art. 4 del D.M. 27/07/2000, e dell’8% del pescato giornaliero;
l’ eventuale possibilità di introdurre, per le imbarcazioni abilitate alla pesca con attrezzi da posta, anche per dare seguito alle legittime richieste da parte delle marinerie non abilitate all’utilizzo dell’attrezzo ferrettara, un nuovo attrezzo, in via sperimentale, avente caratteristiche compatibili con la normativa comunitaria, che possa consentire alle imbarcazioni abilitate alla pesca costiera, l’esercizio di un’attività redditizia.
CONCLUSIONI
Auspicando che si pervenga ad una soluzione adeguata alle problematiche discusse in tempi brevi, con la collaborazione di Governo e Parlamento, e che le osservazioni sopra esposte possano trovare accoglimento, si ringraziano il Presidente e la IX Commissione per l’attenzione.
Roma 06-05-2009
Signor Presidente, illustri Senatori,
gli scriventi sono grati alla IX Commissione per la convocazione di questa audizione.
Il presente documento viene presentato allo scopo di fornire ai componenti della Commissione un quadro quanto più omogeneo e partecipato della problematica.
PREMESSA
E’ ormai noto a tutti che la normativa comunitaria ha bandito le famigerate spadare nei Paesi CE dal lontano 2002. Ora, il decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, adottato il 24 maggio 2006 dopo un breve negoziato con l'Unione europea e con il parere favorevole della Commissione consultiva centrale per la pesca e l’acquacoltura, ha rivisto, compatibilmente con la normativa comunitaria, l'utilizzo in Italia dello strumento di pesca "ferrettara", piccola rete derivante e dunque non fissata al fondo marino, concessa come attrezzo sostituivo alla "spadara" nell’ambito del piano di riconversione obbligatorio imposto dalla Commissione europea. Con il predetto decreto, lunghezza della rete e dimensioni della maglia sono state ricondotte ai limiti imposti dalla disciplina comunitaria e precisamente dal regolamento CE 1239/1998.
Tuttavia, la ferrettara, così come disciplinata dallo Stato italiano conformemente alla normativa comunitaria, per la limitata lunghezza per imbarcazione (2,5 km) che tra l'altro si riduce notevolmente in mare dato che trattasi di un sistema che viene calato con una tipica disposizione a "zig-zag", è tale da non consentire alcuna redditività alle imprese di pesca che hanno effettuato la riconversione.
I pescatori, tra l’altro, in seguito alla riconversione, hanno contratto mutui per l’acquisto delle nuove attrezzature, hanno famiglie da mantenere e la loro è esclusivamente un’attività monoreddito, in mancanza della quale viene meno ogni tipo di sostentamento che possa garantire una vita dignitosa per sé ed i loro familiari, ma quel che è peggio che possa sopperire alle esigenze di primaria necessità.
Peraltro, tali limitazioni all’utilizzo dell’attrezzo in parola, più volte denunciate dalla categoria, appaiono ingiustificate in quanto il sistema di pesca di che trattasi è un attrezzo altamente selettivo, la cui utilizzazione è limitata nel tempo e nello spazio ed è effettuata da natanti di modeste dimensioni che formano la cosiddetta "piccola pesca" ed esclusivamente per la cattura delle specie denominate ricciola, occhiata, sgombro, salpa, boga, alaccia, sardina e acciuga, non a rischio di estinzione.
La dimensione della maglia, inoltre, è tale da concentrare la cattura sulle specie target e ridurre a zero quella accidentale su specie protette, come i cetacei.
Relativamente all'utilizzo dell’attrezzo all’interno delle 10 miglia, questo aumenta la pressione sulle risorse della fascia costiera, la più delicata dal punto di vista ambientale, determinando anche una conflittualità accesa tra le unità praticanti questo tipo di pesca: una vera e propria guerra fra poveri.
Ora, la problematica di cui si dibatte investe circa 500 imbarcazioni e 2000 pescatori italiani, specie del Mezzogiorno, con altrettante famiglie ridotte alla fame, che non hanno alternative occupazionali non solo perché spesso operano in un tessuto economico ad alta densità di disoccupazione dove spesso a lavorare è solo il capofamiglia, ma anche perché spesso incontrano insormontabili difficoltà a riconvertire la loro attività.
Vista, dunque, la situazione di forte crisi, non più sostenibile, in cui versa la piccola pesca artigianale e costiera, resa ancora più pesante da altri fattori, quali ad esempio l’aumento del costo del carburante;
Considerato che non esistono nel breve o medio termine condizioni alternative di riconversione delle maestranze praticanti la piccola pesca con l'attrezzo ferrettara in altri settori;
Considerate, peraltro, le condizioni particolarmente svantaggiate, nonché l'estrema fragilità del tessuto socio-economico delle popolazioni residenti nei territori in cui si pratica ancora la pesca tradizionale con attrezzi da posta e con la ferrettara;
Considerato in particolare il carattere artigianale della pesca costiera effettuata con l'attrezzo di cui sopra per la cattura di alcune specie ittiche alla base della cucina mediterranea per i quali non esiste un pericole di estinzione;
Considerato che il carattere di specialità di tale attività si connota per il fatto che la stessa ha carattere temporaneo e limitato;
Considerato che nella stagione estiva la pesca costiera effettuata con ferrettara e attrezzi da posta è resa assai difficile dal vertiginoso incremento del traffico nautico legato alle attività turistiche e del tempo libero in genere, che si registra nelle acque di interesse dei pescatori;
Allo Stato italiano si rivolgono i pescatori delle marinerie qui presenti e le loro famiglie, per ottenere un sostegno nella rivendicazione del sacrosanto diritto al lavoro contro il grave disagio economico ed esistenziale che li ha colpiti a seguito del divieto di origine europea, attraverso gli interventi normativi che si riterranno più opportuni, al fine di tutelare allo stesso tempo le risorse marine e il diritto al lavoro degli operatori del settore.
A poco servono le misure di sostegno di natura patrimoniale e finanziaria al settore ittico per fronteggiare l’aumento del prezzo del gasolio e la crisi che ne è derivata, se poi mentre si costruisce l'Europa, si negano nel nostro Paese ad onesti lavoratori del mare i diritti più elementari contenuti nella Carta Costituzionale, quale il diritto al lavoro e ad una vita dignitosa, e per di più in un momento di recessione grave e profonda.
Non dando seguito a tali legittime richieste da parte del mondo della pesca, si proseguirà inoltre sulla strada preconcetta della sostanziale chiusura del comparto.
MISURE PROPOSTE
In riferimento all'audizione odierna, si formulano di seguito una serie di proposte tendenti a risolvere le problematiche sopra esposte. Tuttavia, ci si rende disponibili per un confronto serrato e continuativo, con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali (comunitari, nazionali, regionali e territoriali), allo scopo di pervenire a soluzioni idonee a porre fine all’attuale situazione di forte crisi delle marinerie praticanti la pesca costiera ed artigianale.
In assenza di interventi tempestivi e risolutivi, tutti i presenti concordano circa la necessità di dichiarare lo stato di agitazione permanente della categoria con la partecipazione delle rispettive comunità territoriali, che hanno dimostrato, in più occasioni, la vicinanza agli operatori del comparto.
In particolare, attraverso il presente documento, si chiede di verificare la percorribilità delle deroghe alla normativa comunitaria per il nostro Stato per quanto riguarda:
1) le specifiche dimensionali della reti da posta derivanti per la piccola pesca artigianale e costiera, per tutte le motivazioni esposte in premessa e soprattutto alla luce del carattere prettamente stagionale ed artigianale di tale attività da pesca praticata nelle acque nazionali;
2) la possibilità di catturare pescespada e tunnidi non a rischio di estinzione (possibilità vietata dall'allegato VIII del regolamento CE 1239/98) anche con le reti da posta derivanti, così come avviene per altri attrezzi, quali i palangari, dato che comunque queste specie vi possono incappare accidentalmente;
3) l’eliminazione, per la pesca del tonno rosso, degli obblighi di procedura di sbarco nei porti designati se tale cattura avviene accidentalemnte con attrezzi da posta, ed in particolare con rete da imbrocco e da posta impigliante di cui alla tabella 3 allegata al Reg. CE 1799/2006;
Verificare la percorribilità delle modifiche alla normativa nazionale per quanto riguarda:
1) la possibilità di modificare le specifiche tecniche dell’attrezzo ferrettara per tutte le motivazioni esposte in premessa, prevedendo che i 2,5 Km vanno intesi calati a mare dato che la rete di che trattasi, per la sua tipica disposizione a zig zag, una volta calata si riduce di oltre la metà, non consentendo agli operatori del settore una pesca moderatamente redditizia. Tale previsione, ad esempio, potrebbe essere concessa in via eccezionale per la situazione di forte crisi in cui versa il comparto della piccola pesca costiera e considerato il non rischio per le specie bersaglio (ricciola, occhiate, sgombri, sardine) così tanto abbondanti nei nostri mari, o in via asperimentale così come previsto dallo stesso Reg. (CE) N. 894/97 e successive modifiche ove in premessa recita "considerando che, per non ostacolare la ricerca scientifica, il presente regolamento non deve applicarsi alle azioni che possono risulatare necessarie, anche accidentalemnte, per lo svolgimento di tale ricerca";
2) l’estensione dell’utilizzo dell’attrezzo ferrettara a seconda del tipo di abilitazione, prevista dalla licenza di pesca: mantenendo il limite delle dieci miglia infatti si produrrebbero disagi con altri tipi di categorie di pesca, ma soprattutto si creerebbero gravi problemi alla navigazione commerciale, diportistica e turistica;
3) la non applicazione degli adempimenti previsti dal regolamento (CE) 1559/2007 ai pescherecci praticanti la piccola pesca costiera ed artigianale con l'attrezzo ferrettara che hanno accidentalmente effettuato catture del tonno rosso; l’abolizione del limite massimo di 750 Kg per unità da pesca, come previsto dall’art. 4 del D.M. 27/07/2000, e dell’8% del pescato giornaliero;
l’ eventuale possibilità di introdurre, per le imbarcazioni abilitate alla pesca con attrezzi da posta, anche per dare seguito alle legittime richieste da parte delle marinerie non abilitate all’utilizzo dell’attrezzo ferrettara, un nuovo attrezzo, in via sperimentale, avente caratteristiche compatibili con la normativa comunitaria, che possa consentire alle imbarcazioni abilitate alla pesca costiera, l’esercizio di un’attività redditizia.
CONCLUSIONI
Auspicando che si pervenga ad una soluzione adeguata alle problematiche discusse in tempi brevi, con la collaborazione di Governo e Parlamento, e che le osservazioni sopra esposte possano trovare accoglimento, si ringraziano il Presidente e la IX Commissione per l’attenzione.
Marina Corta abbandonata. Forse è solo una distrazione. Lettera aperta di Pietro Lo Cascio
Lettera aperta sulla annosa questione di Marina Corta di Pietro Lo Cascio
Dopo avere letto del degrado che caratterizza in modo “scientifico” l’area di Marina Corta illustrato da Mimmo Ziino in una lettera inviata alla stampa locale, credo non sia supefluo manifestare solidarietà nei confronti di chi si è assunto l’impegno di una denuncia lucida e onesta, dote rara in una cultura personalistica e vendicativa come la nostra, e lo fa con il coraggio della propria firma.
Ma alla dovuta solidarietà vorrei aggiungere qualche breve considerazione. Non credo che Marina Corta sia il bersaglio di una deliberata strategia distruttiva, magari maturata sul rancore di qualche fischio ricevuto in campagna elettorale che, del resto, rappresentava il giudizio popolare sulla politica della amministrazione uscente (e poi rientrante) verso quella piazza, quei luoghi. Forse il suo attuale stato di abbandono rappresenta, semplicemente, il massimo che questa amministrazione comunale può dare. Per questo tralascio l’elenco delle cose mai fatte, anche se più volte promesse, già illustrato puntualmente da Mimmo Ziino. Vorrei parlare, piuttosto, dei metodi ormai divenuti sistema nella gestione della cosa pubblica e nel rapporto con le legittime istanze dei cittadini, dei quali certamente Marina Corta costituisce un esempio eloquente. I principi fondamentali che regolano questo rapporto sembrano divenuti quattro: divisione, sospetto, assenza, assuefazione.
La cultura del dividere porta a una frammentazione fratricida tra potenziali portatori di interessi comuni, che dovrebbero agire uniti a sostegno delle proprie istanze, ma che invece si escludono pregiudizialmente a vicenda. Così accade che se si chiede o si ottiene un incontro, è meglio che qualcuno poco gradito non sia presente, perché potrebbe pregiudicarne l’esito; se un gruppo di esercenti raccoglie firme, altri gruppi si ritirano in buon ordine, come se la cosa non li riguardasse più, sebbene lamentino il medesimo problema; e se per esempio un’iniziativa parte dagli esercenti, è quasi scontato che tra i pescatori circoli subito la voce di una qualche trama ordita a loro danno. Questo non si può ovviamente imputare a chi amministra, poiché è evidente come il difetto stia alla base, ma certamente chi amministra uno scontento generale ne può soltanto beneficiare, perché la divisione aiuta a frammentare e insonorizzare il dissenso.
La cultura del sospetto è spesso funzionale a quella della divisione. Siamo al paradosso che, se un magistrato sequestra dei cassoni per verificare il loro contenuto, il problema non è il rischio del futuro cedimento di una banchina portuale, ma il fatto che in questo paese si aggirino ancora dei pericolosi comunisti e ambientalisti, peraltro amici dei magistrati: una vera jattura per la nostra società contemporanea. Per diffondere il sospetto, basta alterare la realtà dei fatti, magari con due chiacchere informali, senza lasciare tracce.
Poi, la strategia dell’assenza. Assenza fisica dai luoghi direttamente interessati, come lamenta giustamente Ziino, ma anche da quelli deputati alla discussione e alla soluzione dei problemi. Sottrarsi a un confronto è più facile che affrontarlo, e se questo è rappresentato da ottanta firme di cittadini che chiedono di trattare prioritariamente l’argomento Marina Corta, beh, è molto meglio non presentarsi (come è accaduto nel consiglio comunale del 29 aprile). Potrei elencare decine tra appelli, lettere, interrogazioni e autoconvocazioni presentate durante gli ultimi due anni dai colleghi della minoranza e dal sottoscritto sulla questione di Marina Corta; nessuna ha mai ricevuto risposte concrete e, peggio ancora, nessuna è stata seguita da fatti.
Infine, l’assuefazione. Se un “decoro” urbano squalificante, se i cumuli di spazzatura seminascosti sulla banchina, se le migliaia di euro di spurgo pressoché quotidiano spesi per la fogna che zampilla, se la promessa e mancata realizzazione di una qualsiasi struttura di richiamo turistico e sociale a Marina Corta sono costantemente sotto gli occhi di tutti, prima o poi ci si abitua. Finiremo per pensare che non può esserci altro che questo, un paesaggio post-atomico, e attrezzarci di conseguenza. In questo senso, l’interventismo concretizzatosi prima di Pasqua con il pavimento di marmo spazzolato e le fioriere ordinate in fila crea un pericoloso effetto “boomerang”, quasi un segno di bonaria attenzione che rischia di destare speranze sopite. O forse, si tratta solo di un momento di distrazione.
Pietro Lo Cascio
consigliere comunale di Sinistra Democratica
gruppo consiliare “Eolie nel Cuore”
Dopo avere letto del degrado che caratterizza in modo “scientifico” l’area di Marina Corta illustrato da Mimmo Ziino in una lettera inviata alla stampa locale, credo non sia supefluo manifestare solidarietà nei confronti di chi si è assunto l’impegno di una denuncia lucida e onesta, dote rara in una cultura personalistica e vendicativa come la nostra, e lo fa con il coraggio della propria firma.
Ma alla dovuta solidarietà vorrei aggiungere qualche breve considerazione. Non credo che Marina Corta sia il bersaglio di una deliberata strategia distruttiva, magari maturata sul rancore di qualche fischio ricevuto in campagna elettorale che, del resto, rappresentava il giudizio popolare sulla politica della amministrazione uscente (e poi rientrante) verso quella piazza, quei luoghi. Forse il suo attuale stato di abbandono rappresenta, semplicemente, il massimo che questa amministrazione comunale può dare. Per questo tralascio l’elenco delle cose mai fatte, anche se più volte promesse, già illustrato puntualmente da Mimmo Ziino. Vorrei parlare, piuttosto, dei metodi ormai divenuti sistema nella gestione della cosa pubblica e nel rapporto con le legittime istanze dei cittadini, dei quali certamente Marina Corta costituisce un esempio eloquente. I principi fondamentali che regolano questo rapporto sembrano divenuti quattro: divisione, sospetto, assenza, assuefazione.
La cultura del dividere porta a una frammentazione fratricida tra potenziali portatori di interessi comuni, che dovrebbero agire uniti a sostegno delle proprie istanze, ma che invece si escludono pregiudizialmente a vicenda. Così accade che se si chiede o si ottiene un incontro, è meglio che qualcuno poco gradito non sia presente, perché potrebbe pregiudicarne l’esito; se un gruppo di esercenti raccoglie firme, altri gruppi si ritirano in buon ordine, come se la cosa non li riguardasse più, sebbene lamentino il medesimo problema; e se per esempio un’iniziativa parte dagli esercenti, è quasi scontato che tra i pescatori circoli subito la voce di una qualche trama ordita a loro danno. Questo non si può ovviamente imputare a chi amministra, poiché è evidente come il difetto stia alla base, ma certamente chi amministra uno scontento generale ne può soltanto beneficiare, perché la divisione aiuta a frammentare e insonorizzare il dissenso.
La cultura del sospetto è spesso funzionale a quella della divisione. Siamo al paradosso che, se un magistrato sequestra dei cassoni per verificare il loro contenuto, il problema non è il rischio del futuro cedimento di una banchina portuale, ma il fatto che in questo paese si aggirino ancora dei pericolosi comunisti e ambientalisti, peraltro amici dei magistrati: una vera jattura per la nostra società contemporanea. Per diffondere il sospetto, basta alterare la realtà dei fatti, magari con due chiacchere informali, senza lasciare tracce.
Poi, la strategia dell’assenza. Assenza fisica dai luoghi direttamente interessati, come lamenta giustamente Ziino, ma anche da quelli deputati alla discussione e alla soluzione dei problemi. Sottrarsi a un confronto è più facile che affrontarlo, e se questo è rappresentato da ottanta firme di cittadini che chiedono di trattare prioritariamente l’argomento Marina Corta, beh, è molto meglio non presentarsi (come è accaduto nel consiglio comunale del 29 aprile). Potrei elencare decine tra appelli, lettere, interrogazioni e autoconvocazioni presentate durante gli ultimi due anni dai colleghi della minoranza e dal sottoscritto sulla questione di Marina Corta; nessuna ha mai ricevuto risposte concrete e, peggio ancora, nessuna è stata seguita da fatti.
Infine, l’assuefazione. Se un “decoro” urbano squalificante, se i cumuli di spazzatura seminascosti sulla banchina, se le migliaia di euro di spurgo pressoché quotidiano spesi per la fogna che zampilla, se la promessa e mancata realizzazione di una qualsiasi struttura di richiamo turistico e sociale a Marina Corta sono costantemente sotto gli occhi di tutti, prima o poi ci si abitua. Finiremo per pensare che non può esserci altro che questo, un paesaggio post-atomico, e attrezzarci di conseguenza. In questo senso, l’interventismo concretizzatosi prima di Pasqua con il pavimento di marmo spazzolato e le fioriere ordinate in fila crea un pericoloso effetto “boomerang”, quasi un segno di bonaria attenzione che rischia di destare speranze sopite. O forse, si tratta solo di un momento di distrazione.
Pietro Lo Cascio
consigliere comunale di Sinistra Democratica
gruppo consiliare “Eolie nel Cuore”
giovedì 7 maggio 2009
La raccolta differenziata nelle Eolie dell'ATO ME5
Dopo i buoni risultati ottenuti con il servizio sperimentale estivo, realizzato grazie al lavoro delle ditte, all' Ato Me 5 "Eolie per l'ambiente" si lavora ad un miglioramento. E' in fase di predisposizione l'incarico ad un consulente per l'introduzione della tariffa d'igiene ambientale e la programmazione della raccolta "porta a porta" nelle utenze commerciali. Il documentario che segue è relativo all'avvio della raccolta differenziata sperimentale attuata nel 2008
TIRRENIA/ Matteoli: cerchiamo soluzione condivisa
«Sulla Tirrenia, di fronte alla richiesta di tagli dell'Unione Europea, il governo è alla ricerca di una decisione che non penalizzi i posti di lavoro e che danneggi il meno possibile i cittadini». È quanto ha precisato il ministro del trasporti Altero Matteoli.
La questione Tirrenia, a margine del Forum delle guardie costiere del Mediterraneo, è stata oggetto di un colloquio fra il ministro e il presidente della Regione Claudio Burlando. Al termine dei lavori del Forum, Matteoli ha anche incontrato brevemente un gruppo di lavoratori della Tirrenia che manifestavano con striscioni davanti alla stazione marittima.
«Quello della Tirrenia è un problema serio - ha affermato il ministro -. Mercoledì ho convocato i sindacati per trovare una soluzione condivisa e subito dopo vedrò i presidenti delle Regioni Campania, Lazio, Sardegna, Sicilia e Toscana. Soltanto dopo verranno presi i provvedimenti che l'Italia è costretta a prendere per non incorrere in una procedura di infrazione da parte dell'Ue». Rispondendo ad una domanda sul rischio che venga tagliato il collegamento tra Genova e la Sardegna, Matteoli ha affermato: «Stiamo trattando perché è una delle linee che perde le cifre maggiori. Ma nulla è stato ancora deciso».
Intanto, in vista della convocazione dei sindacati da parte del ministro dei Trasporti, Altero Matteoli sulla privatizzazione del gruppo Tirrenia, il segretario generale della Federmar Cisal, Alessandro Pico auspica "un confronto serio e costruttivo". "Al di là delle parole dette fino a oggi, il dialogo porti certezze ai lavoratori del mare per evitare - sottolinea Pico in una nota - un'ulteriore perdita di posti di lavoro a causa della mancanza di una politica a sostegno dell'occupazione e garantire l'elementare diritto all'eguaglianza fiscale e alla mobilità dei cittadini italiani delle grandi e piccole comunità isolane".
La questione Tirrenia, a margine del Forum delle guardie costiere del Mediterraneo, è stata oggetto di un colloquio fra il ministro e il presidente della Regione Claudio Burlando. Al termine dei lavori del Forum, Matteoli ha anche incontrato brevemente un gruppo di lavoratori della Tirrenia che manifestavano con striscioni davanti alla stazione marittima.
«Quello della Tirrenia è un problema serio - ha affermato il ministro -. Mercoledì ho convocato i sindacati per trovare una soluzione condivisa e subito dopo vedrò i presidenti delle Regioni Campania, Lazio, Sardegna, Sicilia e Toscana. Soltanto dopo verranno presi i provvedimenti che l'Italia è costretta a prendere per non incorrere in una procedura di infrazione da parte dell'Ue». Rispondendo ad una domanda sul rischio che venga tagliato il collegamento tra Genova e la Sardegna, Matteoli ha affermato: «Stiamo trattando perché è una delle linee che perde le cifre maggiori. Ma nulla è stato ancora deciso».
Intanto, in vista della convocazione dei sindacati da parte del ministro dei Trasporti, Altero Matteoli sulla privatizzazione del gruppo Tirrenia, il segretario generale della Federmar Cisal, Alessandro Pico auspica "un confronto serio e costruttivo". "Al di là delle parole dette fino a oggi, il dialogo porti certezze ai lavoratori del mare per evitare - sottolinea Pico in una nota - un'ulteriore perdita di posti di lavoro a causa della mancanza di una politica a sostegno dell'occupazione e garantire l'elementare diritto all'eguaglianza fiscale e alla mobilità dei cittadini italiani delle grandi e piccole comunità isolane".
Trasporti Siremar: Siragusa, "Il ministro fornisca chiarimenti su riduzione collegamenti isole e ridimensionamento occupazionale".
"Il Ministro Matteoli fornisca immediati chiarimenti sulle preoccupazioni dei sindacati di una imminente riduzione dei collegamenti marittimi con le isole della Sicilia e un ridimensionamento occupazionale".Lo dichiara in una nota la deputata palermitana del Pd, Alessandra Siragusa, commentando la notizia secondo cui il gruppo Tirrenia potrebbe cancellare, sin dai prossimi giorni, alcuni servize ffettuati da Siremar, come il traghetto che collega le Eolie e Napoli e gli aliscafi da Milazzo con l'arcipelago. "La vicenda della privatizzazione di Tirrenia e le sorti di Siremar è stata gestita in modo poco chiaro dal Governo che adesso deve smetterla di glissare: la stagione turistica è alle porte e una riduzione dei collegamenti sarebbe un colpo durissimo per l'economia delle isole siciliane".
Le foto delle Borse di studio "Mimmo Scolarici"
Dopo i quattro servizi video (che troverete in questa pagina di Eolienews), dedicati alla consegna delle Borse di studio intitolate da Eolie nel cuore al compianto notaio Mimmo Scolarici, vi proponiamo adesso alcune foto realizzate da Sylvie Le Cornec durante la cerimonia
Pontile di Ginostra. A quando i necessari interventi?
E' indirizzata al Dott. Mariano Bruno (Sindaco del Comune di Lipari), e p.c. Dott. Guido Bertolaso(Capo Dipartim. Protezione Civile Roma -Commissario Emergenza Stromboli), la nota del prof. Riccardo Lo Schiavo(delegato di Marevivo) avente per oggetto: quali interventi per la messa in sicurezza del pontile di GINOSTRA?
Egregio sig. Sindaco,
facendo seguito alle mie precedenti note afferenti l’oggetto, nonché alla Sua ultima del 06/04/09, nel prendere atto della Sua volontà di interessarsi della problematica, mi dispiace evidenziare come ancora oggi non sia stato possibile allo scrivente ed alla popolazione ginostrese in generale, conoscere quali siano nello specifico gli interventi previsti per il ripristino della piena funzionalità del pontile di Ginostra.
Per essere ancora più chiaro si desidera sapere se saranno finalmente eseguiti quegli interventi previsti (ma non ultimati,con le catastrofiche conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti…) nel progetto originario di messa in sicurezza della vitale opera e cioè:
le trivellazioni con conseguenti iniezioni di calcestruzzo finalizzate al riempimento delle “caverne” presenti sotto il cassone principale lato est ed alla base dei due cassoncini su cui poggia il respingente per l’attracco degli aliscafi;
il posizionamento di acropodi a difesa del medesimo angolo della testata del pontile.
Improcrastinabile appare poi la necessità di eseguire con somma urgenza il riempimento e la copertura del grosso squarcio apertosi pure nel cassone principale lato nord ovest.
Auspicando di non doverLa più disturbare con “un’ennesima” lettera una volta avuto adeguato riscontro, Le porgo cordiali saluti.
Il Delegato Generale della sezione di Ginostra-Stromboli
dell’associazione ambientalista Marevivo
Prof. Riccardo Lo Schiavo
Egregio sig. Sindaco,
facendo seguito alle mie precedenti note afferenti l’oggetto, nonché alla Sua ultima del 06/04/09, nel prendere atto della Sua volontà di interessarsi della problematica, mi dispiace evidenziare come ancora oggi non sia stato possibile allo scrivente ed alla popolazione ginostrese in generale, conoscere quali siano nello specifico gli interventi previsti per il ripristino della piena funzionalità del pontile di Ginostra.
Per essere ancora più chiaro si desidera sapere se saranno finalmente eseguiti quegli interventi previsti (ma non ultimati,con le catastrofiche conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti…) nel progetto originario di messa in sicurezza della vitale opera e cioè:
le trivellazioni con conseguenti iniezioni di calcestruzzo finalizzate al riempimento delle “caverne” presenti sotto il cassone principale lato est ed alla base dei due cassoncini su cui poggia il respingente per l’attracco degli aliscafi;
il posizionamento di acropodi a difesa del medesimo angolo della testata del pontile.
Improcrastinabile appare poi la necessità di eseguire con somma urgenza il riempimento e la copertura del grosso squarcio apertosi pure nel cassone principale lato nord ovest.
Auspicando di non doverLa più disturbare con “un’ennesima” lettera una volta avuto adeguato riscontro, Le porgo cordiali saluti.
Il Delegato Generale della sezione di Ginostra-Stromboli
dell’associazione ambientalista Marevivo
Prof. Riccardo Lo Schiavo
Ginostra: Il costone roccioso e l'accesso...negato..al mare
Ha per oggetto "Costone roccioso frazione di Ginostra e..negato accesso al mare" la nota che il prof. Riccardo Lo Schiavo, Delegato Generale della sezione di Ginostra-Stromboli
dell’associazione ambientalista Marevivo, ha inviato al dott. Mariano Bruno (Sindaco del Comune di Lipari) e p.c. a S..E. Prefetto di Messina e alla Soprintendenza BB. CC. AA.
dell’associazione ambientalista Marevivo, ha inviato al dott. Mariano Bruno (Sindaco del Comune di Lipari) e p.c. a S..E. Prefetto di Messina e alla Soprintendenza BB. CC. AA.
Egregio sig. Sindaco,
dopo i soliti decenni di attese e di costanti e civili sollecitazioni alle autorità competenti da parte di un gruppo di Ginostresi, lo scorso autunno sono in iniziati i lavori di messa in sicurezza del costone roccioso su cui poggiano alcune case della frazione di Ginostra.
L’avvio dei lavori è stato accolto con la logica soddisfazione da parte della comunità, ma non sono poi mancate le perplessità su taluni aspetti tecnici e sull’impatto ambientale del pur necessario intervento, nonché su un incredibile “inconveniente” emerso in corso d’opera.
Le reti metalliche infatti non sembrerebbero adeguatamente ancorate alla base del costone dove ovviamente è più incisiva l’azione di erosione degli agenti atmosferici e soprattutto dei marosi, che durante la stagione invernale flagellano la costa.
Devastante poi appare dal punto di vista paesaggistico, l’imponete muraglia metallica che, in maniera impietosa sotto il profilo ambientale , “incarcera” lungo tratto della montagna.
Ma c’è un’altra problematica che ritengo opportuno sottoporre alla Sua attenzione, nella speranza che si sia ancora in tempo per intervenire e trovare una soluzione condivisa.
Difatti, o nel redigere il progetto o nell’esecuzione dei lavori, probabilmente non si è tenuto in considerazione che nello stendere la rete di protezione si andava a “coprire” l’unico viottolo di accesso alla scogliera di “sotto san Vincenzo” che rappresenta per i turisti il principale luogo di balneazione della frazione!!
Per godere delle limpide e trasparenti acque del mare di Ginostra residenti e villeggianti dovrebbero infatti in alternativa recarsi o nei pressi dello scalo “Pertuso”, dove però da anni vige l’incomprensibile consuetudine di accatastare centinaia di maleodoranti sacchi di rifiuti di ogni tipo, oppure in località “secche di Lazzaro” raggiungibile però percorrendo una lunga stradina peraltro interrotta in più punti da pericolosissime frane. In altre parole, signor Sindaco, o si interviene subito oppure per l’imminente stagione estiva l’accesso al mare nella frazione di Ginostra sarà off limits.
In attesa di riscontro, porgo cordiali saluti.
Il Delegato Generale della sezione di Ginostra-Stromboli
dell’associazione ambientalista Marevivo
Prof. Riccardo Lo Schiavo
dopo i soliti decenni di attese e di costanti e civili sollecitazioni alle autorità competenti da parte di un gruppo di Ginostresi, lo scorso autunno sono in iniziati i lavori di messa in sicurezza del costone roccioso su cui poggiano alcune case della frazione di Ginostra.
L’avvio dei lavori è stato accolto con la logica soddisfazione da parte della comunità, ma non sono poi mancate le perplessità su taluni aspetti tecnici e sull’impatto ambientale del pur necessario intervento, nonché su un incredibile “inconveniente” emerso in corso d’opera.
Le reti metalliche infatti non sembrerebbero adeguatamente ancorate alla base del costone dove ovviamente è più incisiva l’azione di erosione degli agenti atmosferici e soprattutto dei marosi, che durante la stagione invernale flagellano la costa.
Devastante poi appare dal punto di vista paesaggistico, l’imponete muraglia metallica che, in maniera impietosa sotto il profilo ambientale , “incarcera” lungo tratto della montagna.
Ma c’è un’altra problematica che ritengo opportuno sottoporre alla Sua attenzione, nella speranza che si sia ancora in tempo per intervenire e trovare una soluzione condivisa.
Difatti, o nel redigere il progetto o nell’esecuzione dei lavori, probabilmente non si è tenuto in considerazione che nello stendere la rete di protezione si andava a “coprire” l’unico viottolo di accesso alla scogliera di “sotto san Vincenzo” che rappresenta per i turisti il principale luogo di balneazione della frazione!!
Per godere delle limpide e trasparenti acque del mare di Ginostra residenti e villeggianti dovrebbero infatti in alternativa recarsi o nei pressi dello scalo “Pertuso”, dove però da anni vige l’incomprensibile consuetudine di accatastare centinaia di maleodoranti sacchi di rifiuti di ogni tipo, oppure in località “secche di Lazzaro” raggiungibile però percorrendo una lunga stradina peraltro interrotta in più punti da pericolosissime frane. In altre parole, signor Sindaco, o si interviene subito oppure per l’imminente stagione estiva l’accesso al mare nella frazione di Ginostra sarà off limits.
In attesa di riscontro, porgo cordiali saluti.
Il Delegato Generale della sezione di Ginostra-Stromboli
dell’associazione ambientalista Marevivo
Prof. Riccardo Lo Schiavo
Consegnate al "Conti" da "Eolie nel cuore" le borse di studio per la legalità. I nostri video-servizi
Cerimonia di premiazione stamattina all'Istituto d'istruzione superiore "Isa Conti" di Lipari per la borsa di studio sulla legalità intitolata al notaio Mimmo Scolarici. Borsa di studio promossa da "Eolie nel cuore". Momenti di autentica commozione si sono vissuti ogni qualvolta gli intervenuti hanno ricordato la figura di Mimmo.
Un attestato è stato consegnato a tutti i partecipanti. Mentre le borse di studio sono state consegnate a Lucia Biviano per un elaborato sulla Costituzione e a Camilla Puglisi e Alessandra Martello per un elaborato realizzato congiuntamente sull'Ambiente. La borsa di studio di 500 euro nel caso di Puglisi e Martello è stata suddivisa tra le due ragazze. Nei filmati i vari momenti della cerimonia:
Un attestato è stato consegnato a tutti i partecipanti. Mentre le borse di studio sono state consegnate a Lucia Biviano per un elaborato sulla Costituzione e a Camilla Puglisi e Alessandra Martello per un elaborato realizzato congiuntamente sull'Ambiente. La borsa di studio di 500 euro nel caso di Puglisi e Martello è stata suddivisa tra le due ragazze. Nei filmati i vari momenti della cerimonia:
1) L'introduzione della preside Tommasa Basile
2) L'intervento del dottor Riccardo Gullo (presidente di Eolie nel cuore)
3) La consegna degli attestati a tutti i partecipanti
4) La consegna delle Borse di studio da parte di Elizabeth Curie, compagna del notaio Scolarici
ENNESIMA INSICUREZZA SUI TRASPORTI DELLA SIREMAR. L'INTERVENTO DEL CONSIGLIERE PROVINCIALE BRANCA
Comunicato stampa
Il Consigliere provinciale, Massimiliano Branca, appartenente al gruppo “Gioventù della libertà”, chiede al Presidente della Provincia, Nanni Ricevuto di attivarsi per avere maggiori informazioni sulle continue e probabili difficoltà del trasporto marittimo dall’Eolie verso l’Italia, poiché oltre a causare per gli operatori turistici difficoltà di organizzazione vi è anche la serie e certa problematica per i dipendenti della Siremar e per le strutture ricettive delle Isole Eolie. Pertanto, si invita il Presidente della Provincia a documentarsi sulla problematica.
Il Consigliere provinciale, Massimiliano Branca, appartenente al gruppo “Gioventù della libertà”, chiede al Presidente della Provincia, Nanni Ricevuto di attivarsi per avere maggiori informazioni sulle continue e probabili difficoltà del trasporto marittimo dall’Eolie verso l’Italia, poiché oltre a causare per gli operatori turistici difficoltà di organizzazione vi è anche la serie e certa problematica per i dipendenti della Siremar e per le strutture ricettive delle Isole Eolie. Pertanto, si invita il Presidente della Provincia a documentarsi sulla problematica.
Bufardeci: Tagli nei trasporti sarebbe uno schiaffo alle Eolie, Patrimonio dell'Umanità
“Sarebbe una beffa inaccettabile, uno schiaffo a quel patrimonio dell'umanità che sono le isole Eolie”.
Il vicepresidente della Regione siciliana e assessore ai Trasporti, Titti Bufardeci, respinge al mittente ogni ipotesi di riduzione ai collegamenti marittimi con le isole Eolie. Secondo le indicazioni fornite dai sindacati di categoria, già pronti a incrociare le braccia, il gruppo Tirrenia potrebbe cancellare, sin dai prossimi giorni, alcuni servizi effettuati da Siremar, come il traghetto che collega le Eolie e Napoli. Il gruppo sarebbe in procinto di ridurre gli aliscafi da Milazzo con l'arcipelago. I tagli ai collegamenti veloci potrebbero essere effettuati su quelle rotte dove sono operativi i servizi garantiti con fondi della Regione siciliana, ai sensi della legge sulla continuità territoriale.
“Sarebbe una prassi ingiusta e penalizzante – spiega Bufardeci – perché in questi anni la Regione ha investito risorse importanti con le sue unità di rete, per mantenere un adeguato livello di servizio. Ma questi nostri collegamenti sono studiati e modulati per completare l'offerta garantita dalla Siremar e quindi dallo Stato”.
“Le conseguenze dei tagli prospettati sono inimmaginabili – continua Bufardeci – perchè si tratta di decidere se l'economia, il turismo e la società eoliana debba continuare o no ad esistere. I servizi marittimi per le Eolie garantiscono anche gli approvvigionamenti e la mobilità della comunità eoliana. Per questo non possiamo accettare il minimo taglio, a maggior ragione in un momento topico come questo che prelude alla stagione estiva. Siamo a fianco dei cittadini delle Eolie e ci batteremo con loro per un diritto inalienabile”.
“La vicenda Tirrenia-Siremar si trascina da tempo – spiega il vicepresidente – e in ogni momento delle trattative ci è sempre stata fornita ampia rassicurazione sul mantenimento dei servizi. La posizione del governo regionale è chiarissima: nessuno ci può accusare di avere chiesto la luna, ma pretendiamo la conferma dell'operativo esistente”.
“Sono convinto – conclude Bufardeci – che alla fine arriverà un intervento chiaro e risolutore del ministro Matteoli che non si sottrarrà agli impegni che erano stati promessi alla Sicilia”.
Matteoli ha infatti convocato per la settimana prossima sindacati e presidenti delle Regioni interessate per discutere della vicenda relativa alla Tirrenia e alle sue società collegate.
Il vicepresidente della Regione siciliana e assessore ai Trasporti, Titti Bufardeci, respinge al mittente ogni ipotesi di riduzione ai collegamenti marittimi con le isole Eolie. Secondo le indicazioni fornite dai sindacati di categoria, già pronti a incrociare le braccia, il gruppo Tirrenia potrebbe cancellare, sin dai prossimi giorni, alcuni servizi effettuati da Siremar, come il traghetto che collega le Eolie e Napoli. Il gruppo sarebbe in procinto di ridurre gli aliscafi da Milazzo con l'arcipelago. I tagli ai collegamenti veloci potrebbero essere effettuati su quelle rotte dove sono operativi i servizi garantiti con fondi della Regione siciliana, ai sensi della legge sulla continuità territoriale.
“Sarebbe una prassi ingiusta e penalizzante – spiega Bufardeci – perché in questi anni la Regione ha investito risorse importanti con le sue unità di rete, per mantenere un adeguato livello di servizio. Ma questi nostri collegamenti sono studiati e modulati per completare l'offerta garantita dalla Siremar e quindi dallo Stato”.
“Le conseguenze dei tagli prospettati sono inimmaginabili – continua Bufardeci – perchè si tratta di decidere se l'economia, il turismo e la società eoliana debba continuare o no ad esistere. I servizi marittimi per le Eolie garantiscono anche gli approvvigionamenti e la mobilità della comunità eoliana. Per questo non possiamo accettare il minimo taglio, a maggior ragione in un momento topico come questo che prelude alla stagione estiva. Siamo a fianco dei cittadini delle Eolie e ci batteremo con loro per un diritto inalienabile”.
“La vicenda Tirrenia-Siremar si trascina da tempo – spiega il vicepresidente – e in ogni momento delle trattative ci è sempre stata fornita ampia rassicurazione sul mantenimento dei servizi. La posizione del governo regionale è chiarissima: nessuno ci può accusare di avere chiesto la luna, ma pretendiamo la conferma dell'operativo esistente”.
“Sono convinto – conclude Bufardeci – che alla fine arriverà un intervento chiaro e risolutore del ministro Matteoli che non si sottrarrà agli impegni che erano stati promessi alla Sicilia”.
Matteoli ha infatti convocato per la settimana prossima sindacati e presidenti delle Regioni interessate per discutere della vicenda relativa alla Tirrenia e alle sue società collegate.
Marina Corta. "Chi ha una risposta convincente ce la dia" di ANTONIO PREVITI
Egregio direttore,
stamani ho letto con grande interesse la lettera accorata di Mimmo Ziino, non è certo una lettera "avvelenata" ma una semplice e veritiera valutazione dei fatti!
Chi come noi opera in questa piazza ormai da troppi anni non può fare a meno di scrollare il capo avvilito per le troppe promesse mai realizzate e l'imbarbarimento di tutto il contesto!
Potrei elencare le tante cose che si potevano fare e non si sono fatte,abbiamo visto susseguirsi varie amministrazioni di tutti i colori ma la 'musica' non è cambiata!
PERCHE'?
Chi ha una risposta convincente ce la dia per cortesia!
Antonio Previti
stamani ho letto con grande interesse la lettera accorata di Mimmo Ziino, non è certo una lettera "avvelenata" ma una semplice e veritiera valutazione dei fatti!
Chi come noi opera in questa piazza ormai da troppi anni non può fare a meno di scrollare il capo avvilito per le troppe promesse mai realizzate e l'imbarbarimento di tutto il contesto!
Potrei elencare le tante cose che si potevano fare e non si sono fatte,abbiamo visto susseguirsi varie amministrazioni di tutti i colori ma la 'musica' non è cambiata!
PERCHE'?
Chi ha una risposta convincente ce la dia per cortesia!
Antonio Previti
Tirrenia non taglia ma il Governo....si
Il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando è intervenuto ieri sulla situazione della Tirrenia a Genova, dove i lavoratori hanno ritardato, dopo animate assemblee, la partenza di due traghetti per la Sardegna in seguito alle voci di un imminente taglio delle linee con Olbia e Porto Torres da parte del governo. "Ho parlato con l'Amministratore delegato di Tirrenia Franco Pecorini - ha dichiarato Burlando - e da lui ho avuto l'assicurazione che da parte di Tirrenia non esiste alcuna intenzione di tagliare linee, tantomeno quelle tra Genova e la Sardegna, che sono ritenute linee portanti". "Mi ha invece confermato - ha aggiunto Burlando - che è intenzione del governo operare dei tagli ai finanziamenti che oggi vengono assegnati alla Tirrenia, anche per lo svolgimento di servizi a carattere sociale. E' dunque il governo a dover indicare gli eventuali tagli nei servizi che corrisponderebbero al taglio di questi finanziamenti. Sarebbe davvero incredibile - prosegue Burlando - che fossero danneggiati collegamenti commerciali importanti come quelli tra Genova e la Sardegna. Comunque oggi il ministro sarà in visita a Genova, e mi sembra un'occasione per chiarire subito una situazione che rischia di creare pesantissimi disagi ai passeggeri, al turismo e alla città".
Le reti fantasma sono i killer dei mari
Il nuovo il nuovo rapporto “Abandoned, lost or otherwise discarded fishing gear” di Fao e Programma Onu per l´Ambiente (Unep), sottolinea che «Le grandi quantità di attrezzature da pesca perse in mare o abbandonate dai pescatori stanno danneggiando l´ecosistema marino, compromettendo gli stock marini attraverso la "pesca fantasma" e costituendo un pericolo per le imbarcazion».
Secondo il rapporto «le attrezzature marine abbandonate, perse o dismesse negli oceani ammontano ad un 10% (640 000 tonnellate) di tutti i rifiuti presenti in mare. In mare aperto, le navi mercantili costituiscono la fonte primaria di rifiuti marini, mentre la principale fonte di rifiuti nelle zone costiere è l´attività di pesca a terra. La maggior parte delle attrezzature da pesca non viene deliberatamente abbandonata ma viene persa durante le tempeste, trasportata via da forti correnti, o è il risultato dei cosiddetti "conflitti tra attrezzature", per esempio, quando si pesca con le reti in aree dove sono già state sistemate sul fondo trappole in cui le nuove reti possono incagliarsi».
I principali danni prodotti dalle reti fantasma sono: la cattura continua, conosciuta come "pesca fantasma", di pesci, tartarughe, uccelli e mammiferi marini; l´alterazione degli ecosistemi dei fondali marini; rischi per la navigazione con possibili per le imbarcazioni.
Le attrezzature che più contribuiscono alla pesca fantasma sono tramagli, nasse ed altre trappole per pesci, mentre le reti generalmente intrappolano altri organismi marini e lo strascico danneggia gli ecosistemi sottomarini.
«In passato – dice la Fao - le reti da pesca mal gestite portate alla deriva dalla corrente erano additate come le principali responsabili, ma la loro messa al bando in molte aree nel 1992 ha ridotto il loro contributo alla pesca fantasma. Oggi sono i tramagli posti sui fondali ad essere più spesso riconosciuti come il principale problema. L´estremità inferiore di queste reti è ancorata al fondale marino, mentre alla sommità sono posti dei galleggianti, così da formare un muro sottomarino verticale di reti che può estendersi dai 600 ai 10.000 metri di lunghezza. Se un tramaglio viene abbandonato o perso, può continuare a pescare da solo per mesi - a volte anni - uccidendo indiscriminatamente pesci ed altri animali. Le trappole per pesci e le nasse sono un´altra principale causa di pesca fantasma. Nella baia di Chesapeake, negli Stati Uniti, si stima vengano perse ogni anno circa 150 000 trappole per granchi, su un totale di 500 000. Solo sull´isola caraibica di Guadalupe, circa 20 000 di tutte le trappole sistemate ogni anno vengono perse in ogni stagione degli uragani, un tasso di perdita pari al 50%. Come i tramagli, queste trappole possono continuare a pescare da sole per lunghi periodi di tempo».
Secondo Ichiro Nomura, vice-direttore della Fao per la pesca e l´acquacoltura, le soluzioni ci sarebbero ma bisogna far prestoi: «L´ammontare di attrezzature da pesca che restano in mare continuerà a crescere e le conseguenze sugli ecosistemi marini continueranno a peggiorare se la comunità internazionale non si decide a prendere delle misure effettive per fronteggiare il problema dei rifiuti marini nel suo complesso. Le strategie per affrontare il problema devono dispiegarsi su vari fronti, e comprendere misure di prevenzione, di mitigazione e di cura. La Fao sta lavorando a stretto contatto con l´Organizzazione marittima internazionale (Imo) per la revisione attualmente in corso dell´ Allegato V della "Convenzione Internazionale sulla Prevenzione dell´Inquinamento da Navi" (Marpol), per quanto riguarda le attrezzature da pesca in mare e sugli scogli».
Il rapporto spiega come affrontare il problema delle reti fantasma: i pescatori potrebbero essere incoraggiati con incentivi economici a denunciare le perdite di attrezzature o a riportare a terra le reti vecchie e danneggiate, ed ogni rete fantasma in cui possano accidentalmente imbattersi; contrassegnare le reti non per "additare i colpevoli" ma per capire le ragioni delle perdite di attrezzature e identificare i rimedi; utilizzare le nuove tecnologie per ridurre il rischio di pesca fantasma, come la visualizzazione radar del fondale per evitare gli ostacoli, la dotare i pescatori di Gps per localizzare i punti dove sono state perse le reti e di transponder per trovare quelle calate; migliorare le tecniche di previsione metereologica per aiutare i pescatori a non calare le reti quando sono in arrivo tempeste.
Ma anche i materiali sintetici che hanno contribuito ad acuire il problema delle reti fantasma possono anche aiutare a risolverlo. Si sta lavorando per produrre commercialmente componenti biodegradabili per le reti e gli attrezzi da pesca «Per esempio – spiega la Fao - in alcuni Paesi le trappole per pesci sono costruite con uno "sportello di fuga" che si disintegra se lasciato sott´acqua a lungo, rendendo così la trappola inoffensiva. Poichè questo non contribuirebbe necessariamente a ridurre il livello dei rifiuti, si dovrebbe anche adottare un adeguato sistema di rendicontazione delle reti e di recupero».
E’ anche necessario facilitare la raccolta e il riciclaggio delle reti da pesca vecchie, danneggiate e recuperate, ma il rapporto sottolinea che «La maggioranza dei porti però non dispone delle attrezzature necessarie. Una buona soluzione potrebbe quindi essere quella di collocare dei cestini per i rifiuti sugli scogli e di dotare le imbarcazioni di recipienti di grandi dimensioni e molto resistenti per raccogliere le reti vecchie o parti di esse da buttare. Le imbarcazioni dovrebbero aver l´obbligo di riferire ogni eventuale perdita di attrezzatura. Ciò nonostante, si dovrebbe adottare un approccio "non colpevolizzante" per quanto riguarda le perdite, i loro effetti e tutti i tentativi di recupero. Lo scopo dovrebbe essere quello di accrescere la consapevolezza dei rischi potenziali ed aumentare le probabilità di recupero delle reti».
Secondo il direttore dell´Unep Achim Steiner «Ci sono molti “fantasmi” nell´ecosistema marino, dalla sovrapesca e dall´acidificazione degli oceani legata ai gas serra, alla crescita delle ”zone morte” de-ossigenate causata dagli scarichi e da altre fonti terrestri d´inquinamento. Le attrezzature da pesca abbandonate e perse fanno parte di questa serie di problemi che devono essere affrontati colletivamente con urgenza, affinchè la capacità di riproduzione dei nostri oceani e mari possa esser preservata per le generazioni odierne e future, e non di meno per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio dell´Onu».
"Ci stanno togliendo le fondamenta" di LUCIO RAFFAELE
Riceviamo da Lucio Raffaele e pubblichiamo:
Vorrei fare un piccolo commento alla lettera dell'amico Nando Bianchi.
Credo anch'io che in questo momento ,di quella "eolianità" sopita e maltrattata ve ne sia molto poca e credo che se ne siano accorti tutti quanti gli eoliani, solo che non si sa per quale motivo,non esca fuori,come fecero secoli fa i nostri antenati.
L’aria che si respira è davvero insopportabile e pesante e solo chi non vuol vedere dice che va tutto bene.
Ci stanno davvero togliendo le fondamenta, secondo gli ultimi avvenimenti, in tutti i settori ma soprattutto per quanto riguarda i trasporti, cosa fondamentale , su cui ruota (o meglio dire "ruotava") la nostra economia.
E togliendo le fondamenta stanno togliendo le speranze per un futuro ai nostri figli,i quali terminando gli studi nella scuola dell'obbligo,si troveranno spiazzati e spaesati e fuggiranno via da queste bellissime isole,come fecero una volta i nostri nonni, zii,genitori con davanti il vuoto totale, con un domani incerto , a chiedersi come mai noi ADULTI non siamo stati in grado di dargli il futuro che gli spettava di diritto.
Ecco,non so se questi argomenti siano di interesse pubblico e/o politico, magari nessuno leggerà queste righe,magari si dirà che è solo retorica, la solita morale,ma chi si sente ancora eoliano e soprattutto chi ha dei figli,chi vive alla giornata, la GENTE NORMALE insomma,capirà sicuramente cosa intendo.
Se tutti fossimo dalla stessa parte potremmo costruire qualcosa di positivo per queste isole,sempre più maltrattate.
E con quale coraggio si parla di elezioni europee ? ma ci siamo chiesti se facciamo ancora parte dell'Europa ?
E' vero, Nando, occorre RI-identificarci, non bastano i discorsi elettorali, non servono più adesso, perchè non ci salveranno certo da questa discesa che ci sta portando sempre più a fondo, finchè non resterà che l’abisso.
P.S. Perché non seguiamo tutti il suo esempio?
Vorrei fare un piccolo commento alla lettera dell'amico Nando Bianchi.
Credo anch'io che in questo momento ,di quella "eolianità" sopita e maltrattata ve ne sia molto poca e credo che se ne siano accorti tutti quanti gli eoliani, solo che non si sa per quale motivo,non esca fuori,come fecero secoli fa i nostri antenati.
L’aria che si respira è davvero insopportabile e pesante e solo chi non vuol vedere dice che va tutto bene.
Ci stanno davvero togliendo le fondamenta, secondo gli ultimi avvenimenti, in tutti i settori ma soprattutto per quanto riguarda i trasporti, cosa fondamentale , su cui ruota (o meglio dire "ruotava") la nostra economia.
E togliendo le fondamenta stanno togliendo le speranze per un futuro ai nostri figli,i quali terminando gli studi nella scuola dell'obbligo,si troveranno spiazzati e spaesati e fuggiranno via da queste bellissime isole,come fecero una volta i nostri nonni, zii,genitori con davanti il vuoto totale, con un domani incerto , a chiedersi come mai noi ADULTI non siamo stati in grado di dargli il futuro che gli spettava di diritto.
Ecco,non so se questi argomenti siano di interesse pubblico e/o politico, magari nessuno leggerà queste righe,magari si dirà che è solo retorica, la solita morale,ma chi si sente ancora eoliano e soprattutto chi ha dei figli,chi vive alla giornata, la GENTE NORMALE insomma,capirà sicuramente cosa intendo.
Se tutti fossimo dalla stessa parte potremmo costruire qualcosa di positivo per queste isole,sempre più maltrattate.
E con quale coraggio si parla di elezioni europee ? ma ci siamo chiesti se facciamo ancora parte dell'Europa ?
E' vero, Nando, occorre RI-identificarci, non bastano i discorsi elettorali, non servono più adesso, perchè non ci salveranno certo da questa discesa che ci sta portando sempre più a fondo, finchè non resterà che l’abisso.
P.S. Perché non seguiamo tutti il suo esempio?
Marina Corta. "Ma quale salotto!" Lettera aperta dell'operatore turistico Mimmo Ziino
(MIMMO ZIINO) Dopo tanto tempo di silenzio, ritengo sia venuto il momento di esercitare un mio diritto-dovere esprimendo un mio parere personale sulla vicenda Marinacorta.
Tutto è cominciato da una decisione presa dal sindaco Mariano Bruno e dai “pilateschi”consiglieri della allora maggioranza il 2 di Agosto del 2004. Di punto in bianco è stato trasferito l’approdo degli aliscafi da Marinacorta a Sottomonastero.
Una batosta tremenda per i tanti operatori che nel tempo avevano creato la loro fonte di sostentamento nel tratto che va dalla via Garibaldi alla via Roma, passando per la piazza di Ugo di Sant’Onofrio, tra queste quella del sottoscritto.Vi risparmio l’elencazione di manifestazioni, occupazioni dell’aula consiliare, ricorsi al Tar e quantaltro che si si è organizzato per far recedere i così detti amministratori della nostra comunità da quella scellerata e repentina scelta.
Per “compensare” tale decisione ci fu promesso l’attracco di barconi, o meglio motonavi e navi da crociera a Marinacorta condito con il proposito di farla diventare il “salotto delle Eolie” (rispolvero di un vecchio trentennale proposito) nel quale fare svolgere tutte le manifestazioni e gli spettacoli.
In verità, in questi anni abbiamo avuto numerosissimi incontri con il Sindaco, i suoi delegati, gli assessori, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti! Un abbandono totale
Non so come fanno assessori e consiglieri a rendersi conto della nostra realtà se non la conoscono; alcuni di loro non si vedono da anni, mentre per molti atri ci dovremo rivolgere a “chi l’ha visto”.
E’ a loro, a chi ci amministra e a chi fornisce gli “indirizzi politici”, che mi rivolgo con la presente.
Signori, sapete che nonostante il recente spostamento delle pompe di sollevamento, con relative spese per i continui interventi manutentivi, le fogne continuano a “zampillare” quasi giornalmente?
Sapete cosa avviene quando arriva una nave da crociera? Ve lo descrivo io. Lo spazio riservato allo sbarco dei tender in una parte della banchina, segnalato da tanto di vernice rossa, nonostante il divieto, è sistematicamente occupata da imbarcazioni di ogni genere. Solo grazie alla buona volontà ed al grande senso di responsabilità del corpo dei piloti, che si prendono la briga di spostare i natanti in altra banchina, si riesce ogni volta a rendere agibile tale spazio per lo sbarco. Vi risparmio lo spettacolo riservato ai crocieristi, non appena mettono piede in questa tanto decantata “isola turistica”, nel suo “salotto” insomma. Immondizia di ogni genere accatastata insieme ad elettrodomestici abbandonati, ed una quantità di barche, motorini, suppellettili varie tra i quali bisogna fare lo slalom. Non un cartello con delle informazioni utili; la presenza di qualche hostess sarebbe utopia, ipotizzabile soltanto in un posto turistico, non in un luogo “patrimonio dell’umanità”. Non una scritta che indichi il museo, il centro o altri luoghi di potenziale interesse per il turista. Avvolte gli si legge in viso un senso di smarrimento, perchè non tutti dispongono di una guida per le escursioni. Non un vigile urbano o qualcuno della capitaneria di porto, eppure loro sono informati in anticipo dell’arrivo di tali navi?
Voi sapete certamente di un progetto per Marinacorta che prevedeva una sorta di teatro greco o uno stadio al contrario; una gradinate tutta attorno alla piazza. Il tutto doveva praticamente servire ad impedire l’accesso alle auto. Se oggi regna il caos, quindi, sapete di chi è la colpa? E’ logico, di chi non ha voluto quella magnifica opera, e non dell’assenza totale di controllo e regolamentazione!!!
Sapete anche che erano iniziati i lavori per il prolungamento della banchina a sud della penisoletta, e che dopo qualche tempo, posizionati i tre cassoni, vennero bloccati i lavori per colpa di qualche cittadino-comunista? Questo impiccione, anziché farsi i fatti suoi, si permise di segnalare alle autorità competenti qualche potenziale irregolarità. Non sarebbe stato preferibile, invece, lasciar continuare i lavori? Certo ci saremmo potuti ritrovare nelle stesse condizioni di Salina o di Ginostra. Non si poteva chiedere, anche con il conforto del Prefetto, di accelerare tale pratica, dal momento che con l’emergenza Stromboli i porti potrebbero rivelarsi di vitale importanza?
A nessuno è venuto in mente di poter utilizzare, in casi eccezionali, la banchina nord della penisoletta del “Purgatorio”, anzicchè essere costretti ad operare sulla banchina sempre affollatissima di Pignataro? Oltretutto sarebbe una soluzione già adottata in passato.
No, Marinacorta non è degna di un pensiero, di una benché minima attenzione da parte degli amministratori. D’altra parte che avrebbe di speciale rispetto a tutto il resto del comune?
Sapete che un turista che si volesse recare a Marinacorta, partendo da Sottomonmastero, non sa quale direzione seguire?
Il Venerdì Santo, come per incanto, Marinacorta pullulava di vigili urbani, protezione civile, operai comunali, Sindaco e l’Assessore Giannò; tutti indaffarati a mettere a lucido la piazza con l’utilizzo di un autobotte e una scopa rotante. Da non credere ai propri occhi!
Ci si preparava per il giorno di Pasqua, per la processione/sfilata della politica e delle istituzioni. Infatti da quel giorno non si è più visto nessuno. Speriamo di non dover aspettare la prossima Pasqua per un altro intervento!
Chi scrive è convinto che sia gli operatori economici che gli abitanti della zona hanno le loro responsabilità nell’aver portato lentamente, ma inesorabilmente, al degrado il “salotto delle Eolie”, ma un pensiero, forse azzardato, a me sorge spontaneo: non so quanti siano a conoscenza che di fronte a simile inqualificabile immobilismo ed irresponsabile disinteresse dagli esiti evidentemente disastrosi, alcune attività si stanno trasferendo in altra zona di Lipari, altre hanno rilevato magazzini sul corso, altre ancora aspettano di vedere come finirà quest’ultima stagione per prendere una decisione di sloggiamento; non è che, grazie a tale abbandono, altri soggetti potrebbero approfittarne per rilevare il tutto, magari con soldi di dubbia provenienza?
A pensar male …..
Sono del parere che le difficoltà, e il nostro Comune ne soffre tante in ogni contrada e in tutte le isole, se affrontate tempestivamente non necessitano di grossi interventi e di molte risorse, ma se si lasciano al loro destino, come si sta facendo per Marinacorta, poi diventa impossibile porvi rimedio e comunque costerà di più al cittadino contribuente.
E’ ovvio che trattasi di una questione di volontà politica, di buona fede nell’operare e capacità nel programmare. Ma senza il necessario ed insostituibile coinvolgimento della gente, ogni scelta amministrativa rischia di rimanere sterile o addirittura dannosa per gli amministrati.
Mimmo Ziino.
Tutto è cominciato da una decisione presa dal sindaco Mariano Bruno e dai “pilateschi”consiglieri della allora maggioranza il 2 di Agosto del 2004. Di punto in bianco è stato trasferito l’approdo degli aliscafi da Marinacorta a Sottomonastero.
Una batosta tremenda per i tanti operatori che nel tempo avevano creato la loro fonte di sostentamento nel tratto che va dalla via Garibaldi alla via Roma, passando per la piazza di Ugo di Sant’Onofrio, tra queste quella del sottoscritto.Vi risparmio l’elencazione di manifestazioni, occupazioni dell’aula consiliare, ricorsi al Tar e quantaltro che si si è organizzato per far recedere i così detti amministratori della nostra comunità da quella scellerata e repentina scelta.
Per “compensare” tale decisione ci fu promesso l’attracco di barconi, o meglio motonavi e navi da crociera a Marinacorta condito con il proposito di farla diventare il “salotto delle Eolie” (rispolvero di un vecchio trentennale proposito) nel quale fare svolgere tutte le manifestazioni e gli spettacoli.
In verità, in questi anni abbiamo avuto numerosissimi incontri con il Sindaco, i suoi delegati, gli assessori, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti! Un abbandono totale
Non so come fanno assessori e consiglieri a rendersi conto della nostra realtà se non la conoscono; alcuni di loro non si vedono da anni, mentre per molti atri ci dovremo rivolgere a “chi l’ha visto”.
E’ a loro, a chi ci amministra e a chi fornisce gli “indirizzi politici”, che mi rivolgo con la presente.
Signori, sapete che nonostante il recente spostamento delle pompe di sollevamento, con relative spese per i continui interventi manutentivi, le fogne continuano a “zampillare” quasi giornalmente?
Sapete cosa avviene quando arriva una nave da crociera? Ve lo descrivo io. Lo spazio riservato allo sbarco dei tender in una parte della banchina, segnalato da tanto di vernice rossa, nonostante il divieto, è sistematicamente occupata da imbarcazioni di ogni genere. Solo grazie alla buona volontà ed al grande senso di responsabilità del corpo dei piloti, che si prendono la briga di spostare i natanti in altra banchina, si riesce ogni volta a rendere agibile tale spazio per lo sbarco. Vi risparmio lo spettacolo riservato ai crocieristi, non appena mettono piede in questa tanto decantata “isola turistica”, nel suo “salotto” insomma. Immondizia di ogni genere accatastata insieme ad elettrodomestici abbandonati, ed una quantità di barche, motorini, suppellettili varie tra i quali bisogna fare lo slalom. Non un cartello con delle informazioni utili; la presenza di qualche hostess sarebbe utopia, ipotizzabile soltanto in un posto turistico, non in un luogo “patrimonio dell’umanità”. Non una scritta che indichi il museo, il centro o altri luoghi di potenziale interesse per il turista. Avvolte gli si legge in viso un senso di smarrimento, perchè non tutti dispongono di una guida per le escursioni. Non un vigile urbano o qualcuno della capitaneria di porto, eppure loro sono informati in anticipo dell’arrivo di tali navi?
Voi sapete certamente di un progetto per Marinacorta che prevedeva una sorta di teatro greco o uno stadio al contrario; una gradinate tutta attorno alla piazza. Il tutto doveva praticamente servire ad impedire l’accesso alle auto. Se oggi regna il caos, quindi, sapete di chi è la colpa? E’ logico, di chi non ha voluto quella magnifica opera, e non dell’assenza totale di controllo e regolamentazione!!!
Sapete anche che erano iniziati i lavori per il prolungamento della banchina a sud della penisoletta, e che dopo qualche tempo, posizionati i tre cassoni, vennero bloccati i lavori per colpa di qualche cittadino-comunista? Questo impiccione, anziché farsi i fatti suoi, si permise di segnalare alle autorità competenti qualche potenziale irregolarità. Non sarebbe stato preferibile, invece, lasciar continuare i lavori? Certo ci saremmo potuti ritrovare nelle stesse condizioni di Salina o di Ginostra. Non si poteva chiedere, anche con il conforto del Prefetto, di accelerare tale pratica, dal momento che con l’emergenza Stromboli i porti potrebbero rivelarsi di vitale importanza?
A nessuno è venuto in mente di poter utilizzare, in casi eccezionali, la banchina nord della penisoletta del “Purgatorio”, anzicchè essere costretti ad operare sulla banchina sempre affollatissima di Pignataro? Oltretutto sarebbe una soluzione già adottata in passato.
No, Marinacorta non è degna di un pensiero, di una benché minima attenzione da parte degli amministratori. D’altra parte che avrebbe di speciale rispetto a tutto il resto del comune?
Sapete che un turista che si volesse recare a Marinacorta, partendo da Sottomonmastero, non sa quale direzione seguire?
Il Venerdì Santo, come per incanto, Marinacorta pullulava di vigili urbani, protezione civile, operai comunali, Sindaco e l’Assessore Giannò; tutti indaffarati a mettere a lucido la piazza con l’utilizzo di un autobotte e una scopa rotante. Da non credere ai propri occhi!
Ci si preparava per il giorno di Pasqua, per la processione/sfilata della politica e delle istituzioni. Infatti da quel giorno non si è più visto nessuno. Speriamo di non dover aspettare la prossima Pasqua per un altro intervento!
Chi scrive è convinto che sia gli operatori economici che gli abitanti della zona hanno le loro responsabilità nell’aver portato lentamente, ma inesorabilmente, al degrado il “salotto delle Eolie”, ma un pensiero, forse azzardato, a me sorge spontaneo: non so quanti siano a conoscenza che di fronte a simile inqualificabile immobilismo ed irresponsabile disinteresse dagli esiti evidentemente disastrosi, alcune attività si stanno trasferendo in altra zona di Lipari, altre hanno rilevato magazzini sul corso, altre ancora aspettano di vedere come finirà quest’ultima stagione per prendere una decisione di sloggiamento; non è che, grazie a tale abbandono, altri soggetti potrebbero approfittarne per rilevare il tutto, magari con soldi di dubbia provenienza?
A pensar male …..
Sono del parere che le difficoltà, e il nostro Comune ne soffre tante in ogni contrada e in tutte le isole, se affrontate tempestivamente non necessitano di grossi interventi e di molte risorse, ma se si lasciano al loro destino, come si sta facendo per Marinacorta, poi diventa impossibile porvi rimedio e comunque costerà di più al cittadino contribuente.
E’ ovvio che trattasi di una questione di volontà politica, di buona fede nell’operare e capacità nel programmare. Ma senza il necessario ed insostituibile coinvolgimento della gente, ogni scelta amministrativa rischia di rimanere sterile o addirittura dannosa per gli amministrati.
Mimmo Ziino.
Chiuso il contenzioso di via Garibaldi. Il Comune pagherà solo 1600 euro all'impresa Billè. Evitato un altro salasso (Gazzetta del Sud)
(Salvatore Sarpi- Gazzetta del Sud) Il comune di Lipari, rappresentato dal sindaco Mariano Bruno, ha "risparmiato" 143.730 euro nel contenzioso instauratosi con la ditta Antonino Billè (autrice dei lavori di pavimentazione della via Garibaldi di Lipari). L’Ente, difeso dall’avv. Nunziatella Pajno, infatti, con sentenza (n.248/09) della Corte d’Appello di Messina si è visto condannato a pagare all’im presa poco meno di 1600 euro, oltre Iva ed interessi moratori. Decisamente tutt'altra cosa rispetto ai circa 145.000 euro richiesti dalla ditta. Il “contenzioso” parte dal settembre 1999 quando l’impresa di costruzioni citò in giudizio il comune affinchè n pagasse (oltre agli interessi legali): lire 3.079.393 oltre IVA a titolo di pagamento sulla rata di saldo lavori risultante dallo stato finale; lire 49.909.000 per la “Riserva n. 1”; lire 54.086.156 per la “Riserva n. 2”; lire 10.000.000 per la riserva n. 3”; lire 100.000.000 per tutti i danni patiti e patiendi dall’impresa per il grave ingiustificato inadempimento contrattuale; lire 50.000.000 per il maggior danno subito. Già in quell'occasione l’avvocato Nunziatella Pajno riuscì a far valere le ragioni del comune al punto che, con sentenza n. 15/03, il Tribunale di Barcellona P.G. (Sezione distaccata di Lipari), l’Ente venne condannato al pagamento in favore dell’Impresa Billè della somma di euro 7.388,34, oltre interessi legali, e a rifondere metà delle spese sostenute per il giudizio. A questa sentenza l’impresa di costruzioni presentò appello chiedendo la riforma della sentenza con accoglimento di tutte le domande già formulate e non rinunciate. Come anticipato in premessa, con sentenza n.248/09, la Corte d’Appello di Messina ha condannato il Comune di Lipari al pagamento della somma di 1590,37 euro, oltre Iva ed interessi moratori a decorrere dalla data del collaudo. In parziale accoglimento dell’appello incidentale spiegato dal comune di Lipari, la stessa Corte ha escluso la fondatezza delle riserve per carenza di prova e ha riformato in questo senso l’impugnata sentenza,rigettando le ulteriori domande proposte dal Billè e ha dichiarato compensate le spese del giudizio di appello.
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