Operazione “Don Rodrigo”









Alla luce di quanto sopra, venivano espletati dei preliminari accertamenti, il cui esito veniva riferito alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, ipotizzando che il matrimonio fosse strumentale alla regolarizzazione della posizione di clandestino del cittadino extracomunitario sul territorio italiano e che, molto probabilmente, dietro la vicenda si celasse una vera e propria organizzazione criminale.
Nel proseguo delle articolate indagini, emergeva che:
- la condotta criminale degli indagati non si era limitata ai soli episodi sino a quel momento rilevati, ma perdurava nel tempo, nella prospettiva di consistenti profitti illeciti per gli appartenenti all’organizzazione criminale;

- tali soggetti venivano facilmente indotti a contrarre il matrimonio “simulato”con un cittadino extracomunitario, a causa delle precarie condizioni economiche in cui versavano;
- i cittadini extracomunitari, sia uomini che donne, intenzionati a regolarizzare con il citato “sistema” la propria posizione nel territorio dello Stato italiano, avrebbero dovuto pagare somme tra i 4.000,00 ed i 5.000,00 euro;
- il gruppo criminale continuava ad assicurare il proprio supporto anche nella successiva risoluzione dei matrimoni, facendosi carico delle spese per le separazioni e per i divorzi.
Sempre nel corso delle attività di indagine, e ad ulteriore dimostrazione della natura di “mera facciata” dei connubi, emergeva che:
- stante le difficoltà linguistiche degli sposi a comprendersi tra di loro, in diverse cerimonie era stata necessaria anche la presenza di un interprete;
- in una circostanza, lo sposo extracomunitario andava via lasciando la sposa la stessa sera delle nozze;
- uno dei cittadini extracomunitari indagati, già arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Milazzo poiché gravato da un provvedimento di espulsione dallo Stato, pochi giorni dopo l’arresto convolava a nozze con una cittadina italiana, così ottenendo la caducazione del provvedimento di espulsione a seguito del rilascio, da parte dell’Ufficio di P.S., del permesso di soggiorno per “motivi familiari”.
Dalle indagini è altresì emerso che il gruppo criminale, del quale erano elementi di spicco LARAFA Moez, MIRABELLO Raffaella e ZGAIDA El Moktar:
- si prefiggeva un programma criminoso volto, di massima, ad ottenere, dietro un profitto in danaro, la regolarizzazione della posizione in Italia di numerosi stranieri, di provenienza nord africana, in violazione del Testo Unico sull’immigrazione;
- era stabilmente radicato e consolidato nel contesto territoriale milazzese, con un punto di incontro principale presso un bar della Contrada Grazia di Milazzo, ove gli indagati concordavano le strategie volte al procacciamento degli sposi e dei testimoni compiacenti;
- era composto da associati che in ciascun matrimonio andavano comunque ad assumere ruolo, che poteva essere quello di organizzatore, di testimone, di interprete, di sposo “compiacente” ovvero di semplice invitato.
Le indagini dei Carabinieri hanno consentito di risalire a ben 14 matrimoni “simulati”, celebrati nel periodo dall’aprile 2007 all’agosto 2009, dei quali 7 nel Comune di Milazzo, 3 nel Comune di Pace del Mela, 1 nel Comune di Santa Lucia del Mela, 1 nel Comune di Lipari, 1 nel Comune di Barcellona Pozzo di Gotto ed 1 nel Comune di Valdina), tutti finalizzati all’ottenimento da parte dei cittadini extracomunitari del permesso di soggiorno per regolarizzare la loro posizione di clandestini sul territorio nazionale.
Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno esaminato un matrimonio che si sarebbe dovuto celebrare nel mese di agosto 2009, ma non si è poi tenuto poiché nel frattempo è intervenuta la nuova disciplina della Legge 94/2009, che ha parzialmente modificato l’art. 116 del Codice Civile, prevedendo che il cittadino straniero che avesse voluto contrarre matrimonio nel territorio dello Stato italiano, avrebbe dovuto presentare, oltre al nulla osta rilasciato dalla competente Autorità straniera, anche un documento attestante la regolarità del suo soggiorno nel territorio italiano.
Come emerso dalle attività tecniche condotte dai Carabinieri ed evidenziato dal GIP del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, il gruppo criminale, alla luce dell’emergenza normativa in materia, sarebbe stato capace di ovviare alle previsioni normative attraverso un ulteriore espediente, cioè il ricorso al matrimonio “per procura” ovvero alla stipula di “fittizi” contratti di lavoro che avrebbero permesso di regolarizzare comunque la posizione dei citati cittadini irregolari.
Le persona sottoposta agli arresti in carcere è:
1. LARAFA Moez, nato in Tunisia cl. 1977, residente a Milazzo (ME).
Le persone sottoposte agli arresti domiciliari sono:
2. ARCORACI Angelo, nato a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) cl. 1984, ma residente a Milazzo (ME);
3. ACQUARO Angela, nata a Lipari (ME) cl. 1950, residente a Milazzo (ME);
4. ACQUARO Michele, nato a Lipari (ME) 1961, residente a Milazzo (ME);
5. JEMAA Lamine Mohamed, nato in , residente a Milazzo (ME);
6. MADOURI Abdelkader, nato in Tunisia cl. 1960, residente a Milazzo (ME);
7. MIRABELLO Raffaella, nata a Messina cl. 1979, residente a San Filippo del Mela (ME);
8. MUNAFÒ Giuseppina, nata a Messina cl. 1968, residente a Pace del Mela (ME);
9. PIRRI Sebastiano, nato a Montalbano Elicona (ME) cl. 1962, residente a San Filippo del Mela (ME);
10. SCOGLIO Davide, nato a Lipari (ME) cl. 1984, ivi residente ma domiciliato a Santa Lucia del Mela (ME);
11. SCOGLIO Pasqualino, nato a Lipari (ME) cl. 1960, ivi residente ma domiciliato a Milazzo (ME);
12. TOLOMELLA Maria, nata a Napoli cl. 1986, residente a Santa Lucia del Mela (ME);
13. ZGAIDA El Moktar, nato in Marocco cl. 1970, residente a Milazzo (ME).
Le persone sottoposte all’obbligo di dimora sono:
14. il cittadino marocchino Z.C., classe 1960 residente a San Filippo del Mela (ME);
15. una donna 39enne, P.M., di origine napoletana e residente a Milazzo (ME).