Al Presidente Giorgio Napolitano
Al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Sono uno dei fortunati studenti che hanno avuto la possibilità di partecipare al gemellaggio fra le
Quarte classi dell’Istituto Superiore di Lipari – Isole Eolie e gli alunni del Liceo Linguistico di
Auronzo di Cadore.
Sono orgoglioso che le mie Isole come le Dolomiti si possano fregiare del titolo di Siti Patrimonio dell’umanità per le loro specificità ambientali. Purtroppo però, e questo il motivo che mi ha indotto a scrivere e a leggere questa lettera, sono anche uno di quei ragazzi i cui padri hanno perso il avoro nelle cave di pomice di Lipari che sono state chiuse, perché Lipari e le Isole Eolie potessero continuare ad essere nella World Heritage List!!!!
Vorrei che il mio disagio, e il disagio di tutti quei giovani che vedono i loro genitori in grandi difficoltà – alcuni di loro hanno perso anche la mobilità, arrivasse al cuore del nostro Presidente, che conosce le nostre Isole e tanto le ama, perché si adoperi affinché chi di competenza ricordi le tante promesse..
Vorrei che le mie parole accorate giungessero al Ministro Prestigiacomo, che ben conosce la situazione dei lavoratori Pumex, perché risvegli dal torpore le coscienze di “chi può e deve…
Vorrei che anche i miei compagni delle Dolomiti, ai quali auguro di non vivere le medesime difficoltà, partecipassero alla stesura di un documento che sia frutto di questa esperienza che sicuramente ci ha arricchiti, ma che ci ha fatto riflettere anche come certe scelte, volute da molti, hanno bisogno del sacrificio di alcuni! Ma perché questo sacrificio non sia troppo arduo da sopportare è necessario che ci sia la volontà di rendere esecutivo quel piano di ricollocazione di cui tanto si è parlato!
Ridare la dignità di un lavoro ai nostri genitori, sarà per noi giovani eoliani uno stimolo in più a credere nello Stato, nella forza della Giustizia e ad impegnarci per migliorare il nostro paese.
Senza dimenticare i problemi, riprendiamo i lavori del nostro gemellaggio, sicuri, come giovani cittadini responsabili, di poter contribuire alla crescita nostra e delle nostre comunità.
Grazie e ci vediamo presto a Lipari, nella speranza che allora la problematica sia stata risolta.
In particolare ci accomuna la motivazione che ha sancito l’ingresso dei nostri territori nella lista dei siti patrimonio dell’umanità, ovvero la splendida natura che da nord a sud unisce idealmente la nostra Italia.
Però, purtroppo, questo importante riconoscimento per le Isole Eolie è stato, e continua ad essere, anche causa di una grave crisi socio – economica che ha coinvolto, loro malgrado, alcuni nostri genitori e concittadini. Ci riferiamo al fatto che 38 ex lavoratori delle cave di pomice hanno perso il loro onesto lavoro precipitando, con le loro famiglie, in una profonda crisi economico finanziaria che sicuramente sta lasciando il segno in una comunità piccola come la nostra che è già, di per se, disagiata dall’insularità. Quante promesse, ma ad oggi l'unica realtà e' che per dieci di loro e' pure finito il periodo di mobilità, senza che Regione – Comune, Stato ed Unesco abbiano fatto un qualche cosa di concreto.
Ad oggi possiamo dire all’UNESCO che sembra inutile dettare REGOLE e/o RACCOMANDAZIONI, se queste vengono puntualmente disattese senza, soprattutto, ESERCITARE NESSUNA VIGILANZA sullo stato “dell’arte”.
Questo e’ quello che e’ avvenuto alle EOLIE sulle spalle degli ex Lavoratori della Pomice!!!!
Infatti sin della Missione presieduta dal Professore Hamilton in visita ufficiale a Lipari dal 21 al 28 Marzo 2007 è stato evidenziato chiaramente il problema occupazionale relativo ai circa “quaranta” lavoratori impiegati nelle cave di pomice. Nel verbale conclusivo la Commissione dichiarava che il problema principale dei lavoratori di cava era dettato dalla mancanza di una occupazione alternativa chiara ed immediata. Veniva evidenziato altresi’ che la riassunzione ed il riaddestramento erano stati discussi non solo a livello comunale ma anche con le autorità Regionali e veniva raccomandato che un programma comprensivo di ricollocazione doveva essere effettuato immediatamente.
Nella 31° sessione dell’Unesco tenutasi in Nuova Zelanda dal 23.06.07. al 02.07.07, veniva ulteriormente ribadito che uno degli elementi essenziali affinché il sito Eoliano fosse conservato, era la chiusura delle cave di Pomice (punto 3.1) veniva, altresì, analizzato il problema occupazionale conseguente alla cessazione delle attività minerarie stabilendo che “ un programma comprensivo, ben concepito, per la riassunzione ed il riaddestramento del personale debba essere effettuato immediatamente”. In data 23.01.2009, con nota protocollo DPN-2009-0001309, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare trasmetteva a tutti gli enti interessati la relazione sull’attuazione delle condizioni poste dall’UNESCO per il mantenimento del sito Isole Eolie nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
In tale documento veniva evidenziato come a partire dal 01.02.09, essendo stato già risolto il primo punto (chiusura delle cave di pomice), le Autorità avrebbero dovuto affrontare i restanti otto punti espressi nella decisione “31-COM-7B-24” dove, tra l’altro, alla lettera “f” si parla di un programma di riassunzione e/o riqualificazione dei lavoratori interessati.
A tale proposito già il 03.12.2008 in una riunione tenutasi presso il Ministero dell’Ambiente alla presenza degli Amministratori Regionali si era discusso circa il reimpiego degli ex lavoratori del settore pomicifero presso strutture Museali sia esistenti ché in fase di progettazione (Museo Archeologico Regionale Eoliano “Bernabò Brea” ed Eco - Museo Regionale della Pietra Pomice) come suggerito dall’UNESCO.
In considerazione di quanto sopra al punto 3° (implementazione delle condizioni richieste dalla decisione 31-COM-7B.24 paragrafo “6” lettera “f”) veniva individuato il percorso per la realizzazione, con finanziamenti pubblici, dell’Eco – Museo della Pietra Pomice e, comunque, veniva evidenziato come già il 24.01.2008 la Regione Siciliana aveva attivato una formale procedura di reimpiego dei lavoratori dell’ex comparto pomicifero nelle strutture Museali esistenti a Lipari (Museo Archeologico “Bernabò Brea”).
Ma attenzione la storia recita, che il Comune e la Regione restano Immobili - l’UNESCO non vigila e 38 lavoratori, con le loro famiglie, muoiono di fame.
Solo questo noi oggi chiediamo in questa occasione gioiosa e particolare, cioè che ognuno si assuma le proprie responsabilità senza scaricarle sugli altri, e quindi vi invitiamo a sedervi tutti attorno ad un tavolo:
STATO, UNESCO, REGIONE, e COMUNE per affrontare e risolvere il problema degli ex lavoratori della pomice in modo definitivo e, soprattutto, fare in modo che quanto accaduto non abbia più a ripetersi.
Grazie e ci vediamo presto a Lipari, nella speranza che allora la problematica sia stata risolta.