Altra settimana di passione per il governo Lombardo che, prima di passare all'esame dei bilanci finanziari della Regione, conta di approvare il Piano casa e il Piano rifiuti nonostante le divisioni all'interno del Pd e qualche mal di pancia nel Pdl-Sicilia e nello stesso Mpa. Martedì, infatti, alla ripresa dei lavori d'aula, l'Ars dovrebbe esaminare ed approvare gli articoli 2,3, 6 e 7, interamente riscritti dal governo nel tentativo di accordare le richieste di Pdl-Sicilia con l'intransigenza del Pd. Con gli articoli riscritti, in particolare, si determinano modalità e possibilità di ampliamento degli edifici esistenti, si dispone il rinnovamento del patrimonio edilizio attraverso demolizione e ricostruzione, introducendo nuove e più rigorose misure antisismiche e si punta anche alla semplificazione e allo snellimento delle procedure burocratiche.
Obiettivo dell'opposizione, stando, almeno, a quanto è accaduto finora, oltre a modificare il più possibile il testo del governo, inserendo propri emendamenti, tirare a lungo il dibattito, in modo da far saltare i tempi programmati. A complicare i giochi concorrono quanti dall'interno del Pd, per lo più esponenti della disciolta Margherita, non condividono le scelte del segretario Giuseppe Lupo e del capogruppo Antonello Cracolici, puntando ad una opposizione frontale per costringere il presidente della Regione a gettare la spugna e ridare la parola alle urne.
In prima fila, fra gli oppositori dichiarati del presidente della Regione, anche se non presente all'Ars, il senatore Enzo Bianco, la cui elezione a sindaco di Catania, nella primavera del 2005, veniva data da tutti per scontata ed è, invece, sfumata per l'intervento di Raffaele Lombardo che, uscito dall'Udc e fondato l'Mpa, andò in soccorso di Scapagnini, riuscendo ad ottenerne la riconferma. D'altronde, a Sala d'Ercole, una vera e propria unificazione fra Ds e Margherita, tanto da apparire ed operare come un solo partito, non c'è ancora stata. Gli ex Ds continuano ad occupare i locali che furono prima del Pci, poi del Pds e, quindi, dei Ds, mentre quelli della Margherita sono rimasti nei locali un tempo assegnati al gruppo del Partito popolare. Non hanno la maggioranza, ma sono in grado di rendere più difficile il percorso del resto del gruppo. E da qualche giorno, dalla polemica generica sono passati alle prese di posizione frontali.
Ne è un esempio lo scontro di giovedì, a margine dei lavori d'aula, fra Camillo Oddo, ex Ds, e Giovanni Barbagallo. Tanto da consentire a Salvino Caputo (Pdl, ex An, lealista di ferro) di dichiarare, subito dopo avere ottenuto il rinvio della seduta per mancanza del numero legale : «Questo disegno di legge sta a cuore ai siciliani, ma non alla minoranza parlamentare che sostiene il governo Lombardo. Lo dimostra la sparuta presenza in aula dei parlamentari del Pd e dell'Mpa che ha determinato il rinvio della seduta per mancanza del numero legale. Prima il no alla proroga delle cooperative edilizie, adesso la spaccatura tra le due anime del Pd, che stanno di fatto impedendo la approvazione della legge sul piano Casa. Altro che stagione delle riforme, qui siamo alle barzellette».
«È fin troppo evidente - hanno aggiunto il capogruppo dell'Udc Rudy Maira e il suo vice Totò Cordaro, commentando la bocciatura a scrutinio segreto, quindi con il concorso di qualche deputato del Pd - che questo governo non ha il sostegno di una maggioranza. Fin qui gli articoli approvati - hanno aggiunto Maira e Cordaro - hanno avuto il sostegno decisivo dell'Udc solo perché riguardano materie attinenti al vero Piano casa. Questo è un governo che tenta di sorreggersi aggrappandosi a fili di nylon. Il presidente Lombardo - hanno concluso - dovrebbe prendere atto delle contraddizioni esistenti nella sua pseudo maggioranza». Si tratta, però, di "contraddizioni" che sussistono da parecchio tempo e che finora non sembrano aver eccessivamente preoccupato Raffaele Lombardo, tanto da dichiarare in aula, rivolto a Cracolici, che «non casca il mondo se viene bocciato un emendamento, specie se non viene intaccata la sostanza della norma».