Riceviamo dal consigliere Francesco Megna e pubblichiamo: Egregio rag. Fonti,
avevo pensato di non replicare alla sua ultima dissertazione, ma poi rileggendone i contenuti, quasi accademici e per lo più diffamatori nei miei confronti, ho deciso di chiarire le numerose inesattezze, dette con l’animosità di chi forse ha il carbone bagnato e la cosiddetta coda di paglia.
Comunque le anticipo sin d’ora che, per non tediare ulteriormente i lettori dei notiziari locali, che una compiuta idea sull’intera vicenda se la sono certamente fatta,
non replicherò più alle Sue note sull’argomento.
Premetto intanto che confermo totalmente il contenuto della mia nota precedente e noto con rammarico, anche se me lo aspettavo, che Lei preferisce lanciare accuse gratuite non circostanziate allo scrivente, ma si defila dal rispondere ai rilievi che le vengono mossi…insomma sguscia abilmente via dal problema come un’anguilla, che da un lato la prendi, dall’altro ti scappa!!!
Nel suo ultimo intervento Lei contesta la linea politica del Consigliere Megna, perché “iniziata nella maggioranza e finita nell’equivoco”. Ma da quale pulpito viene la predica, caro rag. Fonti! Non le nascondo che è riuscito a farmi ridere di gusto!!! Proprio Lei, eletto Consigliere Comunale con il Sindaco dott. Giacomantonio nelle file del centrosinistra, pronto a silurarlo alcuni anni dopo e votargli la sfiducia, per poi transumare sulla sponda opposta, con il Sindaco Bruno. Complimenti rag. Fonti per la sua trasparente linea politica, da sempre al fianco dei vincitori!!!
Ma andiamo al contenuto della sua nota: Lei sostiene che il doppio turno si fa da almeno due mesi, anche di domenica, a Canneto come a Lipari. Non voglio pensare che Lei, Rag. Fonti, stia mentendo consapevolmente, si informi piuttosto se a Canneto si è mai effettuato il doppio turno di raccolta, nelle giornate domenicali, almeno fino alla scorsa domenica! Posso assicurarle che ciò non è avvenuto! Ricordo infatti, mio malgrado, l’imbarazzo e l’indignazione delle autorità civili al seguito della processione del Santo Patrono di Canneto, San Cristoforo, l’ultima Domenica di Luglio, a causa dei cassonetti traboccanti che facevano da indecoroso corredo al sacro corteo! Che vergogna!!!
Ma torniamo al servizio RSU: alcune Sue dichiarazioni appaiono gravissime e meritano un’ampia riflessione.
Lei afferma che l’aver improntato la Vostra azione sulla reciproca collaborazione e comprensione con la ditta, ha evitato l’interruzione del servizio e costretto l’impresa ad anticipare 4 mesi di spettanze, incidendo così sul potere contrattuale dell’ATO!!!
Chiarisca intanto rag. Fonti, se la ditta ha mai formalmente minacciato la società d’ambito di interrompere il servizio, che per legge deve comunque essere garantito in quanto servizio essenziale ed indispensabile, a fronte dei ritardati pagamenti e tenuto conto del servizio reso!!!
E poi la invito a rileggere quanto da Lei affermato! Riesce a rendersi realmente conto della gravità delle sue dichiarazioni??
In sostanza Lei sta affermando che attraverso la reciproca collaborazione e comprensione tra l’ATO e la ditta, a fronte dei disagi causati all’impresa a causa dei ritardati pagamenti, l’ATO ha compromesso il proprio potere contrattuale, quindi di fatto consente e tollera che la ditta effettui minori servizi di quelli contrattualmente previsti nel capitolato!
Se così fosse, ciò sarebbe aberrante, nonché ritengo penalmente rilevante: se ne rende conto rag. Fonti???
La invito a rettificare ed a precisare bene il significato reale di tali improvvide affermazioni!!!
E poi, come Lei sa bene, la ditta ha accettato di sottoscrivere il contratto, pur sapendo che non vi era alla data della sottoscrizione, la copertura finanziaria e che pertanto i fondi previsti non erano disponibili!
Inoltre, il capitolato d’appalto prevedeva all’art. 30 che i pagamenti fossero ripartiti in rate bimestrali posticipate, al netto delle eventuali penalità comminate, saldate con pagamento a 60 giorni dalla data di presentazione fattura. Pertanto già nel capitolato le ditte partecipanti, sapevano che il pagamento sarebbe potuto avvenire anche a distanza di 120 giorni (4 mesi) dall’effettuazione del servizio. A tal proposito, non ho compreso, per quali ragioni, in sede di stipula del contratto, l’ATO ha garantito alla ditta un termine più breve per la liquidazione delle fatture (45 giorni anziché 60), in difformità da quanto previsto nel capitolato!
Ma comunque ed in ogni caso, Lei me lo insegna, qualunque impresa seria, per far fronte ai ritardati pagamenti della pubblica amministrazione, può ricorrere alle anticipazioni bancarie, avendo la certezza del credito da esigere!
Non può certamente essere il ritardato pagamento delle fatture, ampiamente previsto e disciplinato nel capitolato, la causa della perdita da parte dell’ATO del proprio potere contrattuale! Ciò sarebbe gravissimo!!!
Mi chiedo e Le chiedo pertanto, se l’ATO ha mai effettuato formali contestazioni per i numerosi servizi non resi?
Sono state mai applicate le penali e le sanzioni, previste dal contratto di servizio? Avete verificato se il personale attualmente impiegato è conforme per numero a quello previsto nel bando?
È stata verificata, prima di liquidare le somme che Lei stesso definisce acconti, la congruità del sunto generale dei servizi espletati, presentati all’ATO con cadenza mensile, di cui all’art. 5 del contratto, con la reale effettuazione dei servizi e con quanto previsto nella progettazione tecnica?
È stata garantita la parità di trattamento tra le diverse aree geografiche di utenza, anche quando le stesse non siano agevolmente raggiungibili, così come previsto dall’art. 4 del contratto?
E quando il Comune liquiderà all’ATO gli importi richiesti, Le domando se, a fronte dei servizi contrattualmente non resi, l’ATO intenderà comunque corrispondere l’intera somma prevista dal contratto sottoscritto?
Veda rag. Fonti, questi sono i quesiti ai quali
DEVE, e ripeto
DEVE, dare risposte precise e puntuali!
Non perda il Suo prezioso tempo, che tra l’altro è pagato con i soldi dei cittadini contribuenti, nel produrre repliche stizzite con accuse personali, né ad impartire sterili ed improduttive lezioni sul ruolo del consigliere comunale e del cittadino!
Non critichi la forma, ma si preoccupi della sostanza dei problemi e faccia di tutto, avendone gli strumenti, per risolverli nell’interesse esclusivo del Comune che rappresenta!
Cordiali saluti
Francesco Megna