innanzitutto mi complimento con lei per avere portato, finalmente, a concretizzazione un progetto che si trascinava da tempo, ovvero la riapertura, dopo oltre mezzo secolo, della stupenda Chiesa dell'Immacolata.
Una riapertura che coinciderà, tra l'altro, con una mostra su San Bartolomeo. E a questa mostra voglio riagganciarmi.
Nel leggere il programma una cosa mi è saltata agli occhi e cioè, come in un contesto dove "protagonista" è il nostro Santo Patrono non ci sia riuscito a trovare uno spazio per parlare del libro "Lipari al tempo degli arabi", volume del dottore Pino La Greca che "apre" una pagina assolutamente sconosciuta della storia di queste isole strettamente connessa all'apostolo San Bartolomeo.
Un volume che già nella copertina ha un'immagine di una reliquia che la Curia di Pisa ed il Duomo attribuiscono all'apostolo San Bartolomeo, reliquie che loro stessi ammettono sono state trafugate da Lipari nel 1035.
Certo sono consapevole che quella dell'Immacolata è una mostra di dipinti; ma non dare spazio alcuno spazio ad una scoperta assolutamente unica, strettamente collegata a San Bartolomeo e mai individuata da altri storici come Iacolino e da Libertini o dallo stesso Bernabò Brea appare veramente un "pugno nell'occhio".
Nei corridoi, anche e principalmente in quelli politico-culturali, si vocifera che La Greca "paghi" il fatto di essere un "oppositore" dell'amministrazione di cui lei fa parte.
Da parte mia ritengo che lei è persona abbastanza intelligente da non lasciarsi trascinare nei "dispettucci" della politica e abbia a cuore, come ha dimostrato, la cultura di queste isole.
Allora spero riesca a ricavare uno spazio per portare, in tale occasione, alla luce una parte inedita della storia di Lipari e del nostro Patrono e il frutto di un lavoro paziente e certosino di un nostro concittadino.
Cordialmente
Salvatore Sarpi