IL TESTO:
In occasione dell’apposizione della targa che indica l’appartenenza dell’isola di Salina al Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’UNESCO, venerdì 17 luglio scorso, il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo veniva accolta con i dovuti onori. Nella piazza di Santa Marina si ritrovavano tutte le Istituzioni, Provincia, Regione, i tre Sindaci dell’isola, le autorità ecclesiastiche, Arma dei Carabinieri, Corpo Forestale, Servizio di Sicurezza della Riserva, Guardia di Finanza, Guardia Costiera.
In quella sede il Ministro, senza usare mezzi termini o diplomazia di circostanza, richiamava tutti – dalle istituzioni locali ai cittadini – alla quotidiana tutela del patrimonio ambientale. La Prestigiacomo spiegava come il riconoscimento formale celebrato nel’occasione, infatti, non assicurava affatto il perdurare della sostanza.
L’enorme valore paesaggistico ambientale dell’isola – chiariva il Ministro – va protetto ogni giorno attraverso una incisiva politica locale, un attento controllo del territorio e delle acque, la repressione dei comportamenti pregiudizievoli o pericolosi per l’ambiente, il rispetto del bene comune da parte di tutti i cittadini. Nessun turista, infatti, avrà timore di compiere veri e propri attentati alle acque dello splendido mare di Salina (premiato anche quest’anno con le 5 Vele di Legambiente), o alla vegetazione dei suoi maestosi “seni”, fino a quando la comunità locale lo accoglierà con lassismo e superficialità verso quelle stesse preziose risorse. Se avete invertito la rotta, se volete valorizzare il territorio ed il mare perché siano preziosi gioielli per l’isola, gli isolani e l’umanità, allora – ammoniva il Ministro – adoperatevi quotidianamente, altrimenti il formale riconoscimento vi verrà tolto e avrete dimostrato di non meritare questa miniera. Pressappoco queste le parole della Prestigiacomo che, con garbata ed elegantissima fermezza, sottolineava diritti e doveri, onori ed oneri.
Nella quasi immediatezza della visita abbiamo registrato una prima risposta. A fine luglio, infatti, la Guardia Costiera ha reso concrete le parole che il Ministro indirizzava: con un’operazione tempestiva ed efficace i pubblici ufficiali hanno estirpato decine di boe e gavitelli abusivamente collocati nello specchio acqueo di Santa Marina e Lingua. Rivoluzioni e proteste. Sono fioccate le denunce dei diportisti che, dietro pagamento, si erano assicurati un ormeggio alla fonda in baie protette; in tal modo, peraltro, è stato possibile individuare gli ormeggiatori abusivi (locali) e compilare le relative notizie di reato nei loro confronti. Questi ultimi, poi, hanno abbozzato proteste contro la Guardia Costiera accusata di intralciare affari e turismo – peccato che abitudini illecite e prassi illegali (magari in passato troppo tollerate) devono essere un disvalore (oggi finalmente recuperato) e non una fonte di profitto.
Ed ancora, sempre la Guardia Costiera - dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari, coadiuvati dalla Delegazione di Spiaggia di Salina - il 4 agosto ha effettuato una intensa giornata di controllo della filiera commerciale dei prodotti ittici, ovvero verifiche sulla provenienza, immissione sul mercato, e commercializzazione fino all’utente finale del pesce, procedendo a controlli su pescherecci, pescherie e ristoratori dell’isola di Salina. Purtroppo, anche in questa occasione, sono state riscontrate irregolarità ed elevati verbali e sanzioni a carico di imprenditori locali.
C’è chi plaude alla Guardia Costiera che diventa presenza rassicurante per tutti gli onesti cittadini, e c’è ancora chi ingoia bocconi amari ritenendo che le divise bianche rovinino la stagione agli operatori (ma ci chiediamo, possono definirsi “operatori” quelle persone che commettono reato per svolgere attività economiche?). E allora, finalmente cambia il vento a Salina e la Guardia Costiera è la prima – finora l’unica – ad aver reso sostanza i moniti del Ministro e le aspirazioni di una comunità che intende valorizzare il suo patrimonio piuttosto che sfruttarlo illegalmente. Dalle istituzioni locali, dunque, ci aspettiamo grande soddisfazione per le operazioni compiute e attendiamo, altresì, una incisiva politica contro ogni tipo di comportamento pregiudizievole per il patrimonio dell’umanità.
Ci aspettiamo, soprattutto, che innanzi al muro invalicabile delle regole e della legge la comunità locale, spontaneamente, recuperi la legalità ed emargini e denunci gli sfruttamenti illeciti delle risorse ambientali, perché l’Isola Verde non sia solo un appellativo. A settembre, vorremmo, che il Ministro potesse far visita ad un piccolo paradiso ritrovato.
Nella quasi immediatezza della visita abbiamo registrato una prima risposta. A fine luglio, infatti, la Guardia Costiera ha reso concrete le parole che il Ministro indirizzava: con un’operazione tempestiva ed efficace i pubblici ufficiali hanno estirpato decine di boe e gavitelli abusivamente collocati nello specchio acqueo di Santa Marina e Lingua. Rivoluzioni e proteste. Sono fioccate le denunce dei diportisti che, dietro pagamento, si erano assicurati un ormeggio alla fonda in baie protette; in tal modo, peraltro, è stato possibile individuare gli ormeggiatori abusivi (locali) e compilare le relative notizie di reato nei loro confronti. Questi ultimi, poi, hanno abbozzato proteste contro la Guardia Costiera accusata di intralciare affari e turismo – peccato che abitudini illecite e prassi illegali (magari in passato troppo tollerate) devono essere un disvalore (oggi finalmente recuperato) e non una fonte di profitto.
Ed ancora, sempre la Guardia Costiera - dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari, coadiuvati dalla Delegazione di Spiaggia di Salina - il 4 agosto ha effettuato una intensa giornata di controllo della filiera commerciale dei prodotti ittici, ovvero verifiche sulla provenienza, immissione sul mercato, e commercializzazione fino all’utente finale del pesce, procedendo a controlli su pescherecci, pescherie e ristoratori dell’isola di Salina. Purtroppo, anche in questa occasione, sono state riscontrate irregolarità ed elevati verbali e sanzioni a carico di imprenditori locali.
C’è chi plaude alla Guardia Costiera che diventa presenza rassicurante per tutti gli onesti cittadini, e c’è ancora chi ingoia bocconi amari ritenendo che le divise bianche rovinino la stagione agli operatori (ma ci chiediamo, possono definirsi “operatori” quelle persone che commettono reato per svolgere attività economiche?). E allora, finalmente cambia il vento a Salina e la Guardia Costiera è la prima – finora l’unica – ad aver reso sostanza i moniti del Ministro e le aspirazioni di una comunità che intende valorizzare il suo patrimonio piuttosto che sfruttarlo illegalmente. Dalle istituzioni locali, dunque, ci aspettiamo grande soddisfazione per le operazioni compiute e attendiamo, altresì, una incisiva politica contro ogni tipo di comportamento pregiudizievole per il patrimonio dell’umanità.
Ci aspettiamo, soprattutto, che innanzi al muro invalicabile delle regole e della legge la comunità locale, spontaneamente, recuperi la legalità ed emargini e denunci gli sfruttamenti illeciti delle risorse ambientali, perché l’Isola Verde non sia solo un appellativo. A settembre, vorremmo, che il Ministro potesse far visita ad un piccolo paradiso ritrovato.
Lettera firmata