Segnali vari di movimentismo in attesa di qualcosa di nuovo che potrebbe scaturire oggi dall'incontro romano di Gianfranco Miccichè col premier Silvio Berlusconi.
Il sottosegretario, promotore della scissione nel Pdl, sarà invitato a por fine alla dicotomia siciliana con mezzo Pdl al governo e l'altra metà all'opposizione. Argomento con cui si è toccato il punto più aspro di scontro in direzione nazionale di partito tra Berlusconi e Fini, questione irrisolta per l'incompatibile convivenza dei "ribelli" coi "lealisti": i primi, determinati nel sostegno al governo di Raffaele Lombardo; i secondi da tempo all'attacco.
L'ultimo tentativo di assedio al governo viene da 34 parlamentari "lealisti" del Pdl, che hanno firmato un'interpellanza al ministro dell'Economia Giulio Tremonti depositata il 21 aprile. I parlamentari mettono in dubbio la manovra economico-finanziaria in discussione all'Assemblea regionale e chiedono al ministro «se non intenda monitorare l'andamento della vicenda, adottando ogni iniziativa di competenza al fine di garantire il pieno rispetto del patto di stabilità».
Nell'atto ispettivo, i parlamentari, una decina dei quali siciliani (primo firmatario Alessandro Pagano già assessore regionale al Bilancio;, Giammanco, Germanà, Fontana, Marinello, Gibino, Torrisi, Garofalo, Palumbo) scrivono che nell'ambito dell'accordo sul patto di stabilità interno per il 2009 «la Regione ha ottenuto che i livelli di spesa fossero incrementati dell'importo di 138 milioni di euro, al fine di compensare eventuali eccedenze al limite dei pagamenti della regione assoggettati al patto di stabilità interno ovvero al fine di coprire l'eventuale superamento da parte di enti locali siciliani degli obiettivi di cui al medesimo patto». «La Regione, nel recente passato – scrivono – si è contraddistinta in taluni casi per l'assoluta artificiosità delle entrate destinate a finanziare le crescenti spese che ha alimentato».
Immediata la risposta del sottosegretario Gianfranco Miccichè: «Se queste sono le premesse per il dialogo e il ritorno all'unità, credo proprio che non si vada da nessuna parte. Su che cosa dovrebbe vertere il dialogo? Sul modo in cui far cadere l'inviso governatore catanese? Sulla strategia da mettere in atto per sovvertire la volontà dei siciliani e portarli di nuovo alle urne o, peggio ancora, costringerli a un governo di sinistra? Su che cosa vogliono costruire l'unità? Su azioni pseudo-politiche, come quest'ultima, volte non ad indirizzare e determinare la politica regionale, come dovrebbe convenirsi al maggior partito della coalizione, bensì a sopprimere il nemico? Su una cruenta guerra di potere, che rischia di lasciare sul campo milioni di vittime siciliane?».
Per Miccichè, «invocare strumentalmente l'intervento del ministro Tremonti mi pare l'azione meno costruttiva e meno elegante che questi deputati potessero compiere». «Meno costruttiva – continua – per la nostra terra, che ha bisogno di un bilancio che rimanga fuori dall'agone di una sterile politica litigiosa e consenta alla Regione di proseguire nell'opera di risanamento, dopo sessant'anni di sprechi e scelte scriteriate». «Meno elegante – conclude – perchè equivale all'ennesimo tentativo di consegnare a squallide logiche ascariste l'immagine ed il destino della Sicilia».
Rincara la dose il deputato nazionale del Pdl Dore Misuraca: «Nelle ultime settimane Miccichè ha più volte ribadito una posizione condivisibile: non intende lasciare il Pdl e continuerà a sostenere il governo Lombardo. Alla vigilia dell'incontro tra lui e Berlusconi è bene chiarire che, in Sicilia, all'insegna dell'ipocrisia, c'è chi intanto lavora per accompagnare Miccichè fuori dal Pdl e per fare cadere il governo regionale democraticamente eletto dai siciliani. In questa delicata fase della vita politica siciliana - aggiunge - dovremmo, invece, lavorare tutti per l'unità del centrodestra e per il rispetto della volontà popolare, evitando frazionismi e, soprattutto, atteggiamenti tipici di Scribi e Farisei che San Matteo definisce sepolcri imbiancati». Per Misuraca «è il caso di qualche autorevole esponente del Pdl che, lungi dal lavorare per l'unità del partito in Sicilia, si prodiga in contorcimenti glottologico-politici invitando ingenerosamente Miccichè a uscire fuori dal Pdl e a fondare il Partito del Sud, con buona pace dell'unità dello stesso Pdl. L'unità del nostro partito – conclude il parlamentare del Pdl – è la vera soluzione politica per la Sicilia. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo essere tutti disposti a fare un passo indietro».
L'assessore all'Economia Michele Cimino respinge tutto al mittente: «Se ci fosse stata la necessità di ribadire come taluni parlamentari siciliani lavorino contro, e non a favore, della loro terra, premettendo gli interessi di parte a quelli della Sicilia, costoro sono stati adesso serviti. Tra l'altro i firmatari di questa interpellanza al ministro dell'economia, perseguendo l'obiettivo di destabilizzare il governo della Regione, usano un'arma spuntata, come dovrebbe sapere bene l'onorevole Alessandro Pagano, che è stato assessore regionale al Bilancio. Pagano avrebbe fatto bene a informarsi meglio, anzichè partire a testa bassa, con un atto che non avrà conseguenze, immaginando apprendisti stregoni all'opera per truccare le carte. Un'arte che non appartiene a questo governo che, invece, si trova alle prese con una situazione difficile, ereditata da passate gestioni, compresa quella dell'on. Pagano. Questo governo – aggiunge Cimino – sta compiendo scelte difficili e trasparenti per un Bilancio che rifletta la disponibilità di risorse, senza poste di entrata «artificiose» o eventuali uscite superiori a quelle previste per le quali non venga trovata una copertura, con leggi di assestamento dell'esercizio».
Entrando nel merito del contenuto dell'interpellanza, il governo precisa che «il Patto di stabilità per il 2009 firmato con il ministero prevede che i livelli di spesa siano incrementati di 138 milioni per compensare eventuali eccedenze dei pagamenti della Regione o per dare copertura all'eventuale superamento da parte degli enti locali dei limiti di spesa. Ebbene, ci siamo avvalsi di quell'innalzamento del limite di spesa per 16 milioni e duecento mila euro».
Quanto alla costituzione del Fondo di quiescenza, «dopo la sua abrogazione, nel 1979, la Regione si è fatta carico di tutti gli oneri conseguenti, come il pagamento dei Tfr e delle pensioni, e delle spese di funzionamento derivanti dalla gestione della previdenza del personale. Nel 2009, dopo trent'anni, grazie a questo governo, è stata approvata la legge che autorizza l'istituzione di un nuovo fondo di quiescenza e, già quest'anno, sono state attivate le procedure per attivarlo».
«L'emendamento alla Finanziaria in discussione all'Ars - conclude l'assessore - infine, non punta affatto a rinviare la costituzione del Fondo stesso, ma a consentire di definire i passaggi tecnico-contabili necessari.
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martedì 27 aprile 2010
Lettere al direttore. Monterosa "emblema" di quest'isola.
Caro direttore,
Quanto accaduto a Monterosa è il chiaro segno di come si vive e ci si muove ormai in quest'isola. Al di là delle autorizzazioni concesse (forse rilasciate con troppa leggerezza, considerando l'area?) ci stranisce il fatto che nessuno si sia preso la briga di controllare, da subito, come si stessero effettuando i lavori.
Eppure lo "squarcio" sulla montagna, l'escavatore in funzione si vedevano chiaramente da Canneto almeno da venerdì pomeriggio.
Da sabato poi, grazie ai giornali on line (per fortuna esistono), la notizia è diventata di dominio pubblico e in diversi, compreso qualcuno di noi, ha contattato o cercato di contattare gli organismi preposti.
Da incompetenti in materia (e scusateci se sbagliamo) crediamo che, trattandosi di stradella comunale, si è (o si sarebbe) dovuto comunicare l'inizio dei lavori. E' così? E' stato fatto?
Eppure....al di la delle autorizzazioni (si è tenuto conto che si tratta di un'area percorsa dal fuoco?), per verificare se vi è stata una modifica dei luoghi si è atteso (come da Lei giustamente evidenziato e come è visibile) che il mezzo meccanico arrivasse al rudere o quasi...
Forse...anzi senza forse...bisognava intervenire prima.
Adesso...in attesa delle verifiche...resta una montagna squarciata...ferita a morte.
Un gruppo di cittadini di Canneto (otto firme)
Quanto accaduto a Monterosa è il chiaro segno di come si vive e ci si muove ormai in quest'isola. Al di là delle autorizzazioni concesse (forse rilasciate con troppa leggerezza, considerando l'area?) ci stranisce il fatto che nessuno si sia preso la briga di controllare, da subito, come si stessero effettuando i lavori.
Eppure lo "squarcio" sulla montagna, l'escavatore in funzione si vedevano chiaramente da Canneto almeno da venerdì pomeriggio.
Da sabato poi, grazie ai giornali on line (per fortuna esistono), la notizia è diventata di dominio pubblico e in diversi, compreso qualcuno di noi, ha contattato o cercato di contattare gli organismi preposti.
Da incompetenti in materia (e scusateci se sbagliamo) crediamo che, trattandosi di stradella comunale, si è (o si sarebbe) dovuto comunicare l'inizio dei lavori. E' così? E' stato fatto?
Eppure....al di la delle autorizzazioni (si è tenuto conto che si tratta di un'area percorsa dal fuoco?), per verificare se vi è stata una modifica dei luoghi si è atteso (come da Lei giustamente evidenziato e come è visibile) che il mezzo meccanico arrivasse al rudere o quasi...
Forse...anzi senza forse...bisognava intervenire prima.
Adesso...in attesa delle verifiche...resta una montagna squarciata...ferita a morte.
Un gruppo di cittadini di Canneto (otto firme)
Finanziaria, alle prese con la valanga di emendamenti. Approvati i conti dell'Ars che spenderà 8 mln in più
Con l'approvazione del bilancio interno dell'Ars è iniziata ieri la corsa del governo Lombardo e della maggioranza che lo sostiene verso l'approvazione dei documenti finanziari della Regione. In base al documento approvato, di cui è stato relatore il presidente del collegio dei questori, Giovanni Ardizzone, le spese dell'Ars, nell'anno in corso, compresi stipendi e indennità dei parlamentari e dei dipendenti, spenderà 171,5 milioni di euro, otto in più dell'anno scorso. Con le relazioni del presidente della commissione Finanze Riccardo Savona e del deputato Nino D'Asero per le minoranze, si è avviata, quindi, la discussione generale sul bilancio. Sono intervenuti Marianna Caronia e Cateno De Luca del gruppo misto, Totò Cordaro e Pippo Gianni per l'Udc, Innocenzo Leontini e Salvo Pogliese per il Pdl, Nicola D'Agostino dell'Mpa e Giuseppe Lupo del Pd, cui ha replicato l'assessore all'Economia Michele Cimino. La gran mole di emendamenti (300 al bilancio e 3.700 alla finanziaria, 1.300 dei quali di Cateno De Luca) aveva consigliato di contingentare i tempi degli interventi, in modo da poter esaminare e approvare gli articoli del bilancio entro la giornata e passare oggi all'esame della Finanziaria. Alla fine, però, è stato approvato il solo primo articolo e di tutti gli altri, compresi i 300 emendamenti, si riparlerà da questa mattina alle 10, quando, per disposizione del presidente di turno, Santi Formica, Sala d'Ercole riaprirà i battenti. "Parlando di bilancio e finanziaria - ha detto Lupo - dovremmo occuparci di più dei problemi che riguardano la gente e meno delle polemiche politiche". E ha ricordato che "il Pd ha proposto riforme che servono alla Sicilia: dall'esenzione dei ticket per le prestazioni diagnostiche e specialistiche alle famiglie con basso reddito all'avvio della ripubblicizzazione della gestione dell'acqua, dal riordino delle società partecipate alle strade provinciali, dall'introduzione del "sistema Consip" all'apertura pomeridiana delle scuole nei quartieri svantaggiati. Abbiamo dato un contributo importante - ha rilevato - per migliorare la finanziaria. Valuteremo la manovra con oggettività, nel solo interesse dei siciliani". Di contro, per il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini, "questa manovra è la fotografia del disordine politico che c'é nel governo". Di parere opposto il vicecapogruppo del Mpa D'Agostino: "c'é stata un'azione di verità e pulizia sul bilancio", motivo per cui "le entrate saranno inferiori a quelle previste".
Il vice capogruppo dell'Udc Totò Cordaro, a sua volta, ha affermato di non criticare questa Finanziaria "perché è stata scritta da Lombardo, ma perché non tiene conto dei siciliani. Cercheremo di inserire modifiche - ha aggiunto - sui temi della famiglia, del lavoro e dello sviluppo". A Marianna Caronia, che aveva chiesto l'istituzione di una commissione parlamentare "per verificare quello che è accaduto in commissione Bilancio, dove alcuni testi non sono stati consegnati nei tempi previsti e altri sono risultati difformi rispetto a ciò che era stato concordato", ha replicato Santi Formica rilevando che "in commissione non è avvenuta alcuna irregolarità.
Intervenendo sull'art. 1, Nino Beninati ha protestato perché con la Finanziaria si istituisce, a suo dire "illegittimamente" il Parco dei Peloritani, annunciando che combatterà con tutte le sue forze contro tale iniziativa. "L'istituzione del Parco Naturale dei Monti Peloritani - ha commentato Filippo Panarello, promotore dell'emendamento - è un passo importante per la provincia di Messina: così si completa la rete di tutela e valorizzazione di un territorio dalle straordinarie risorse naturalistiche e paesaggistiche". "Il Parco - ha aggiunto - potrà essere uno strumento efficace anche dal punto di vista economico per i comuni interessati, che fino ad oggi hanno solo 'subitò i vincoli legati alla protezione del territorio, senza poterne sfruttare a pieno le potenzialità".
Il vice capogruppo dell'Udc Totò Cordaro, a sua volta, ha affermato di non criticare questa Finanziaria "perché è stata scritta da Lombardo, ma perché non tiene conto dei siciliani. Cercheremo di inserire modifiche - ha aggiunto - sui temi della famiglia, del lavoro e dello sviluppo". A Marianna Caronia, che aveva chiesto l'istituzione di una commissione parlamentare "per verificare quello che è accaduto in commissione Bilancio, dove alcuni testi non sono stati consegnati nei tempi previsti e altri sono risultati difformi rispetto a ciò che era stato concordato", ha replicato Santi Formica rilevando che "in commissione non è avvenuta alcuna irregolarità.
Intervenendo sull'art. 1, Nino Beninati ha protestato perché con la Finanziaria si istituisce, a suo dire "illegittimamente" il Parco dei Peloritani, annunciando che combatterà con tutte le sue forze contro tale iniziativa. "L'istituzione del Parco Naturale dei Monti Peloritani - ha commentato Filippo Panarello, promotore dell'emendamento - è un passo importante per la provincia di Messina: così si completa la rete di tutela e valorizzazione di un territorio dalle straordinarie risorse naturalistiche e paesaggistiche". "Il Parco - ha aggiunto - potrà essere uno strumento efficace anche dal punto di vista economico per i comuni interessati, che fino ad oggi hanno solo 'subitò i vincoli legati alla protezione del territorio, senza poterne sfruttare a pieno le potenzialità".
Pulizia dei cimiteri di Lipari. Con determina del dott. Russo è stata affidata alla Coop. Margherita. Sono passati 5 mesi ..e l'erba cresce!
Cimiteri dell'isola di Lipari, ma ci dicono anche delle isole minori, che versano nel degrado con tombe praticamente ricoperte dalle erbacce.
Nei giorni scorsi abbiamo sollevato la problematica e, dopo che l'assessore China ha allargato le braccia di fronte al disinteresse del sindaco, più volte sollecitato (lo ha affermato lo stesso assessore), abbiamo cercato di capirne di più.
Ebbene abbiamo trovato una determina, la 794 del 31/12/2009, a firma del dott. Domenico Russo, con la quale, a seguito di tutta una serie di premesse e considerazioni, si arrivava ad una convenzione tra comune di Lipari e Coop. sociale Margherita per l'affidamento di beni e servizi ai sensi dell'art. 5 della legge 381/91 con contestuale impegno di spesa.
Per l'esattezza all'art.1 della convenzione si legge: " L'ente pubblico affida alla cooperativa sociale la fornitura dei beni e servizi relativi a: servizio di pulizia spiagge e aree comunali, fornitura di beni e servizi di manutenzione nei cimiteri comunali delle isole di Lipari, Vulcano, Filicudi, Alicudi, Panarea e Stromboli" .
La determina prevede:
1) di stipulare per due anni la convenzione allegata, tra il comune di Lipari e la Cooperativa Sociale Margherita........ per l'affidamento della fornitura di beni e servizi ai sensi dell'art.5 della L. 381/91.
2) Impegnare preventivamente la somma complessiva di € 21.049,47 occorrente per far fronte alla spesa relativa ai servizi di cui all'art.1 della convenzione stipulata il 30/06/2005 (ndd. riguardava servizio pulizia spiagge e servizio manutenzione verde) con la Cooperativa Sociale Margherita, così come integrata dalla determinazione dirigenziale n. 385 del 17/10/2006 (ndd. veniva aggiunta già da allora anche la manutenzione e la pulizia dei cimiteri comunali), al Cap. 1418 dal titolo "Spese manutenzione cimiteri comunali" per la somma di € 14.089,470 ed al Cap. 1416 dal titolo "Spese funzionamento e manutenzione cimiteri" per la somma di € 6.960,00
Senza voler colpevolizzare nessuno è logico chiedersi come mai non si è proceduto ad effettuare quanto previsto da questa determina (mai revocata, da quanto ci risulta) e dalla relativa convenzione.
Domanda che si allarga anche a quanto previsto dall'integrazione del 17.10.2006.
Fatta salva la buona fede di tutti, ma trattandosi di soldi pubblici e del degrado di un luogo che dovrebbe essere sacro, attendiamo di sapere cosa è accaduto e mettiamo a disposizione spazio per eventuali repliche.
Qualcuno ci darà (ai cittadini) una risposta ? Aspettiamo fiduciosi!
lunedì 26 aprile 2010
Monterosa. Stop ai lavori...ma si era arrivati quasi sino al rudere
Stop della polizia municipale a Monterosa ai lavori in corso da parte di un privato.
Peccato però che lo stop sia avvenuto quando la "lacerazione" (visibile da Canneto) sulla montagna era giunta quasi in prossimità del rudere che lo stesso privato ha acquistato.
Il fermo, dopo ben tre giorni di lavoro con un escavatore, è stato intimato dopo un sopralluogo compiuto dal comandante Nico Russo e dall'ispettore capo Francesco Belfiore per poter verificare se nell'intervento (per cui esistono delle autorizzazioni) vi è stata una modifica dello stato dei luoghi.
Ricordiamo tra l'altro che quella zona rientra in buona parte nella ZPS e nei SIC.
Peccato però che lo stop sia avvenuto quando la "lacerazione" (visibile da Canneto) sulla montagna era giunta quasi in prossimità del rudere che lo stesso privato ha acquistato.
Il fermo, dopo ben tre giorni di lavoro con un escavatore, è stato intimato dopo un sopralluogo compiuto dal comandante Nico Russo e dall'ispettore capo Francesco Belfiore per poter verificare se nell'intervento (per cui esistono delle autorizzazioni) vi è stata una modifica dello stato dei luoghi.
Ricordiamo tra l'altro che quella zona rientra in buona parte nella ZPS e nei SIC.
Vulcano: Riapre al culto la chiesa di Maria Santissima del Rosario. Venerdì celebrazione inaugurale con Mons. La Piana
Sarà l'Arcivescovo di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela Mons. Calogero La Piana a presiedere, venerdì prossimo alle 17 e 30 a Vulcano, la solenne celebrazione per la riapertura al culto della Chiesa di Maria Santissima del Rosario. La Chiesa , ubicata a Vulcano Porto, su input del giovane sacerdote Lio Raffaele è stata ampliata per fare fronte al gran numero di fedeli che l'affollano, specie d'estate.
Più di una volta, nel recente passato, Don Lio proprio per la ristrettezza dell'ambiente ha dovuto celebrare la Santa Messa all'aperto.
L'intervento ha comportato una spesa di circa 200 mila euro. Una parte raccolta attraverso una colletta popolare alla quale hanno contribuito anche i turisti. Un'altra parte attraverso la contrazione di un mutuo al soddisfacimento del quale contribuiscono alcune famiglie dell'isola. Padre Lio, invitando i fedeli a partecipare numerosi, evidenzia la sua graitudine alle tante persone che hanno collaborato in vario modo.
Più di una volta, nel recente passato, Don Lio proprio per la ristrettezza dell'ambiente ha dovuto celebrare la Santa Messa all'aperto.
L'intervento ha comportato una spesa di circa 200 mila euro. Una parte raccolta attraverso una colletta popolare alla quale hanno contribuito anche i turisti. Un'altra parte attraverso la contrazione di un mutuo al soddisfacimento del quale contribuiscono alcune famiglie dell'isola. Padre Lio, invitando i fedeli a partecipare numerosi, evidenzia la sua graitudine alle tante persone che hanno collaborato in vario modo.
Nasce la "Voce eoliana" e manifesta "preoccupazione per come l’istituendo parco sta per essere varato nelle sue linee essenziali"
Riceviamo dall'associazione "La Voce Eoliana", a firma del presidente Avv. Angelo Pajno, una lettera inviata al dott. Mariano Bruno (Sindaco di Lipari), al rag. Giuseppe Longo (Presidente del Consiglio Comunale di Lipari) e al dott. Giovanni Roberto Di Mauro (Assessore al Territorio e Ambiente della Regione Siciliana)
Oggetto della lettera che vi proponiamo integralmente : Osservazioni sulla opportunità dell’istituendo Parco Nazionale delle Isole Eolie; anticipazione deposito petizione popolare con contestuale proposta di consultazione referendaria.
Con la presente mi pregio portare all’attenzione delle SS.LL. la costituzione dell’Associazione “La Voce Eoliana”, che già annovera numerosissimi iscritti il cui numero ha un incremento esponenziale giorno dopo giorno.
L’Associazione si propone di dare un fattivo contributo, e quindi la massima collaborazione, ad enti ed organismi, locali, regionali e nazionali, per l’incremento e lo sviluppo sostenibile delle nostre isole inteso come volano di effettivo incremento dell’economia eoliana e della maturazione sociale e civile della popolazione stanziale che consenta di superare le difficoltà connesse alla plurinsularità tipica di un arcipelago.
In tale contesto questa Associazione ha avuto modo di esaminare - mettendo a confronto studi ed opinioni di esperti nazionali di primario livello, oltre che approfondire la conoscenza di analoghe esperienze presso i parchi, regionali e nazionali già istituiti - la questione dell’istituendo Parco Nazionale delle Isole Eolie che andrà ad interessare l’intero comprensorio terracqueo del territorio eoliano estendendo la propria perimetrazione anche ai mari dell’arcipelago.
Non possiamo, alla luce delle risultanze acquisite, non manifestare la nostra più viva preoccupazione per come l’istituendo parco sta per essere varato nelle sue linee essenziali.
Tali preoccupazioni allignano principalmente nelle appresso spiegate argomentazioni:
In ambito regionale la superficie protetta nelle sue forme più diversificate, parchi, riserve, oasi, demani ecc., impegna già superfici considerevoli;
In ambito nazionale tale incidenza ha raggiunto oramai livelli oltremodo significativi e, alla luce delle esperienze maturate, ben pochi sono stati i benefici concreti che ne sono derivati per le popolazioni interessate e per l’ambiente che si era inteso tutelare. In molti casi le amministrazioni locali hanno manifestato la loro ferma determinazione ad una drastica riduzione delle aree interessate avendo verificato un impatto assolutamente deleterio sulle economie locali dei numerosi, e spesso privi di logica, vincoli imposti;
In ambito locale, esiste già una moltitudine di vincoli che di fatto sono ampiamente sufficienti a tutelare il nostro patrimonio naturale, (R.N.O. Isole di Salina, Filicudi, Panarea, Alicudi e Stromboli, SIC e ZPS, vincolo idrogeologico, piano territoriale paesistico, norme di salvaguardia del Piano Regolatore Generale e della R.N.O. isole di Lipari e Vulcano, ecc.).
L’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie, di fatto, sembrerebbe insistere sulle stesse aree già assoggettate alle esistenti tutele di cui si è detto ampliandone però - senza alcun supporto scientifico che ne attesti la necessità - il peso vincolistico concorrendo così a rallentare ulteriormente lo sviluppo dell’intero territorio sia dal punto di vista economico che sociale, sino ad annullarlo di fatto, così intervenendo pesantemente ed inesorabilmente sui modelli di vita quotidiana di tutti i cittadini e pregiudicando qualsiasi attività di crescita e sviluppo. E ciò si appalesa ancora più grave ove si consideri che, nella sua estensione a mare, il parco-area marina protetta verrà ad imporre gravi limitazioni e divieti ulteriori, ad oggi non esistenti, che collidono in maniera dirompente con lo sviluppo del turismo nautico. Le esperienze dell’Arcipelago della Maddalena, dell’Arcipelago Toscano e, in Sicilia, lo stato “comatoso” delle aree marine protette delle Egadi e di Ustica, pare non abbiano insegnato nulla;
A tutt'oggi nessuna seria attività di informazione è stata avviata, sia dalla amministrazione locale che da quella regionale, per incontrare le categorie interessate ed illustrare quelli che sarebbero i pro ed i contro di un Parco, né tantomeno è stata esibita alcuna bozza di regolamento, né sullo stesso si è incontrata la popolazione locale per quello che avrebbe dovuto (o dovrebbe) essere un approfondito confronto-dibattito;
Il parco si avvia a nascere con una perimetrazione scellerata che non tiene assolutamente conto dell'elevato grado di antropizzazione delle isole di Lipari e Vulcano, né delle aree a spiccata vocazione agricolo-pastorale incontrando quindi il più netto dissenso da parte delle popolazioni locali. In buona sostanza le istituzioni stanno per imporre alla popolazione un parco assolutamente non condiviso;
Alla luce del premesso questa Associazione non può non manifestare le più preoccupate perplessità per il metodo sino ad oggi seguito nell’assumere iniziative di così deflagrante impatto sulla realtà socio – economica del nostro arcipelago e chiede che le istituzioni in indirizzo vogliano consentirle un incontro-confronto al fine di esaminare quegli argomenti, solo sinteticamente supra menzionati, che portano ad avallare una assoluta inopportunità della costituzione di una ulteriore struttura vincolistica per le nostre isole.
Contestualmente, e facendosi carico nelle numerose istanze degli iscritti, si chiede al Sig. Sindaco la indizione di un referendum popolare consultivo sulla opportunità della istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie partendo comunque dall’assunto che questa Associazione non intende assumere, nelle proprie determinazioni, posizioni preconcette essendo del parere che, in democrazia, sia opportuno, e talvolta necessario, ascoltare direttamente le popolazioni interessate da provvedimenti di rilevante impatto come la istituzione del parco e dell’area marina protetta.
In ogni caso, a breve, sarà consegnata alle istituzioni in indirizzo, una petizione popolare sulla contrarietà al parco la cui raccolta di firme sarà avviata nei prossimi giorni su pressione di una larga fascia della popolazione.
In attesa di cortese riscontro porgiamo distinti saluti
Lipari, 25.04.2010
La Voce Eoliana
Il Presidente
(Avv. Angelo Pajno)
Oggetto della lettera che vi proponiamo integralmente : Osservazioni sulla opportunità dell’istituendo Parco Nazionale delle Isole Eolie; anticipazione deposito petizione popolare con contestuale proposta di consultazione referendaria.
Con la presente mi pregio portare all’attenzione delle SS.LL. la costituzione dell’Associazione “La Voce Eoliana”, che già annovera numerosissimi iscritti il cui numero ha un incremento esponenziale giorno dopo giorno.
L’Associazione si propone di dare un fattivo contributo, e quindi la massima collaborazione, ad enti ed organismi, locali, regionali e nazionali, per l’incremento e lo sviluppo sostenibile delle nostre isole inteso come volano di effettivo incremento dell’economia eoliana e della maturazione sociale e civile della popolazione stanziale che consenta di superare le difficoltà connesse alla plurinsularità tipica di un arcipelago.
In tale contesto questa Associazione ha avuto modo di esaminare - mettendo a confronto studi ed opinioni di esperti nazionali di primario livello, oltre che approfondire la conoscenza di analoghe esperienze presso i parchi, regionali e nazionali già istituiti - la questione dell’istituendo Parco Nazionale delle Isole Eolie che andrà ad interessare l’intero comprensorio terracqueo del territorio eoliano estendendo la propria perimetrazione anche ai mari dell’arcipelago.
Non possiamo, alla luce delle risultanze acquisite, non manifestare la nostra più viva preoccupazione per come l’istituendo parco sta per essere varato nelle sue linee essenziali.
Tali preoccupazioni allignano principalmente nelle appresso spiegate argomentazioni:
In ambito regionale la superficie protetta nelle sue forme più diversificate, parchi, riserve, oasi, demani ecc., impegna già superfici considerevoli;
In ambito nazionale tale incidenza ha raggiunto oramai livelli oltremodo significativi e, alla luce delle esperienze maturate, ben pochi sono stati i benefici concreti che ne sono derivati per le popolazioni interessate e per l’ambiente che si era inteso tutelare. In molti casi le amministrazioni locali hanno manifestato la loro ferma determinazione ad una drastica riduzione delle aree interessate avendo verificato un impatto assolutamente deleterio sulle economie locali dei numerosi, e spesso privi di logica, vincoli imposti;
In ambito locale, esiste già una moltitudine di vincoli che di fatto sono ampiamente sufficienti a tutelare il nostro patrimonio naturale, (R.N.O. Isole di Salina, Filicudi, Panarea, Alicudi e Stromboli, SIC e ZPS, vincolo idrogeologico, piano territoriale paesistico, norme di salvaguardia del Piano Regolatore Generale e della R.N.O. isole di Lipari e Vulcano, ecc.).
L’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie, di fatto, sembrerebbe insistere sulle stesse aree già assoggettate alle esistenti tutele di cui si è detto ampliandone però - senza alcun supporto scientifico che ne attesti la necessità - il peso vincolistico concorrendo così a rallentare ulteriormente lo sviluppo dell’intero territorio sia dal punto di vista economico che sociale, sino ad annullarlo di fatto, così intervenendo pesantemente ed inesorabilmente sui modelli di vita quotidiana di tutti i cittadini e pregiudicando qualsiasi attività di crescita e sviluppo. E ciò si appalesa ancora più grave ove si consideri che, nella sua estensione a mare, il parco-area marina protetta verrà ad imporre gravi limitazioni e divieti ulteriori, ad oggi non esistenti, che collidono in maniera dirompente con lo sviluppo del turismo nautico. Le esperienze dell’Arcipelago della Maddalena, dell’Arcipelago Toscano e, in Sicilia, lo stato “comatoso” delle aree marine protette delle Egadi e di Ustica, pare non abbiano insegnato nulla;
A tutt'oggi nessuna seria attività di informazione è stata avviata, sia dalla amministrazione locale che da quella regionale, per incontrare le categorie interessate ed illustrare quelli che sarebbero i pro ed i contro di un Parco, né tantomeno è stata esibita alcuna bozza di regolamento, né sullo stesso si è incontrata la popolazione locale per quello che avrebbe dovuto (o dovrebbe) essere un approfondito confronto-dibattito;
Il parco si avvia a nascere con una perimetrazione scellerata che non tiene assolutamente conto dell'elevato grado di antropizzazione delle isole di Lipari e Vulcano, né delle aree a spiccata vocazione agricolo-pastorale incontrando quindi il più netto dissenso da parte delle popolazioni locali. In buona sostanza le istituzioni stanno per imporre alla popolazione un parco assolutamente non condiviso;
Alla luce del premesso questa Associazione non può non manifestare le più preoccupate perplessità per il metodo sino ad oggi seguito nell’assumere iniziative di così deflagrante impatto sulla realtà socio – economica del nostro arcipelago e chiede che le istituzioni in indirizzo vogliano consentirle un incontro-confronto al fine di esaminare quegli argomenti, solo sinteticamente supra menzionati, che portano ad avallare una assoluta inopportunità della costituzione di una ulteriore struttura vincolistica per le nostre isole.
Contestualmente, e facendosi carico nelle numerose istanze degli iscritti, si chiede al Sig. Sindaco la indizione di un referendum popolare consultivo sulla opportunità della istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie partendo comunque dall’assunto che questa Associazione non intende assumere, nelle proprie determinazioni, posizioni preconcette essendo del parere che, in democrazia, sia opportuno, e talvolta necessario, ascoltare direttamente le popolazioni interessate da provvedimenti di rilevante impatto come la istituzione del parco e dell’area marina protetta.
In ogni caso, a breve, sarà consegnata alle istituzioni in indirizzo, una petizione popolare sulla contrarietà al parco la cui raccolta di firme sarà avviata nei prossimi giorni su pressione di una larga fascia della popolazione.
In attesa di cortese riscontro porgiamo distinti saluti
Lipari, 25.04.2010
La Voce Eoliana
Il Presidente
(Avv. Angelo Pajno)
Lettere al direttore. Ci scrive il dottor Enzo D'Ambra
Egregio Direttore,
le trasmetto l'allegata lettera che, sono certo pubblicherà integralmente. Nn voglio prendere "cattive" abitudini nè approfittare, ma piuttosto per far chiarezza fuori da ogni sterile polemica. L'argomento ed il momento, mi obbligano ad avanzarle la suddetta richiesta.
Distinti saluti.
Enzo D'Ambra
le trasmetto l'allegata lettera che, sono certo pubblicherà integralmente. Nn voglio prendere "cattive" abitudini nè approfittare, ma piuttosto per far chiarezza fuori da ogni sterile polemica. L'argomento ed il momento, mi obbligano ad avanzarle la suddetta richiesta.
Distinti saluti.
Enzo D'Ambra
N.B. La lettera si ingrandisce cliccandoci sopra.
NDD- Anche questa volta, se ve ne fosse bisogno, abbiamo dimostrato al dott. D'Ambra (ma vale per chiunque altro) che questa redazione, questo direttore non effettuano "censure".
La lettera è stata pubblicata integralmente e ci soffermiamo a chiarire solo un passaggio. Non mi sono sentito il solo destinatario della sua "riflessione" ho solo inteso chiarire quella che è la "linea editoriale" inconfutabile di Eolienews. Senza peli sulla lingua, come sempre, e nel pieno rispetto di chi a questo giornale scrive e, principalmente, nei confronti di chi legge.
Consiglio comunale di Lipari: lavori in corso
E' in corso a Lipari la seduta del consiglio comunale. In apertura dei lavori, presieduti dal presidente Pino Longo, erano presenti in 12 (oltre a Longo vi erano Casilli, Gugliotta, Fonti, Megna, D'Alia, Centorrino, Paino, Lo Cascio, Sabatini, Biviano, Lauria). Nelle immediatezze dell'apertura dei lavori è arrivato anche il consigliere Corda.
L'amministrazione è rappresentata dall'assessore Corrado Giannò.
Tempi biblici all protocollo del comune di Lipari. Trenta giorni per protocollare una raccomandata urgente e 2 mesi per farla giungere a destinazione
Un esposto sull'incredibile situazione che si registra all'Ufficio Protocollo del comune di Lipari (non certo per responsabilità degli impiegati) è stato inviato dai consiglieri comunali Gesuele Fonti e Francesco Megna (Il Faro) al DIRIGENTE DEL IV SETTORE COMUNE DI LIPARI
Dott. Domenico Russo e per conoscenza al SINDACO COMUNE DI LIPARI Dott. Mariano Bruno, al DIRETTORE GENERALE Dott.ssa Maria Elisa Alfino, al DIRIGENTE I° SETTORE Dott. Giovanni Famularo, al DIFENSORE CIVICO COMUNALE Avv. Francesco Rizzo, alla PROCURA DELLA REPUBBLICA BARCELLONA POZZO DI GOTTO
OGGETTO: RITARDI UFFICIO PROTOCOLLO COMUNE DI LIPARI
Da alcune settimane pervengono ai Consiglieri Comunali scriventi segnalazioni e lamentele, riportate anche dai blog di informazione locale, a causa del grave stato di dissesto funzionale in cui versa l’ufficio Protocollo e Archivio del Comune di Lipari, il quale registra fortissimi ritardi nell’introito, nella gestione e nello smistamento della corrispondenza in entrata ed in uscita del Comune di Lipari.
Il predetto Ufficio è stato oggetto nelle settimane scorse di provvedimenti amministrativi che hanno modificato la pianta organica, con relativo trasferimento di personale assegnato ad altri servizi, per motivazioni che non sono note ai Consiglieri scriventi, ma che certamente non hanno permesso il mantenimento degli standard di efficienza e funzionalità che dovrebbero contraddistinguere l’operato delle pubbliche amministrazioni.
Di fatto, ormai da alcune settimane, la corrispondenza che transita dall’ufficio protocollo del Comune viene registrata e smistata anche con diverse settimane di ritardo e giunge agli uffici verso cui è destinata, addirittura a distanza di alcuni mesi.
Un caso emblematico, a conferma di quanto evidenziato, è accaduto all’azienda Telecom spa, che in data 3 Marzo 2010 ha inviato al Comune di Lipari, 4° settore, Ufficio Servizi Idrici ed Elettrici, a mezzo raccomandata A/R , una richiesta di autorizzazione per la posa in opera di un cavo telefonico interrato, a servizio di un pubblico ufficio, con serie difficoltà operative a causa della mancanza della linea telefonica e internet.
L’istanza Telecom prot. n. 2672-P del 1 Marzo 2010, è stata acquisita dal Comune di Lipari in data 04/03/2010, come risulta inequivocabilmente dalla ricevuta di ritorno della raccomandata stessa.
La nota veniva introitata al protocollo generale del Comune di Lipari, a distanza di 30 giorni dall’effettivo ricevimento, con il prot. n. 10971 del 2 Aprile 2010.
La comunicazione, alla data odierna (Lunedì 26 Aprile 2010), quindi a distanza di quasi DUE MESI, non ha ancora raggiunto l’ufficio di destinazione e giace, senza riscontro, sulla scrivania del Dirigente del IV settore, al quale è stata assegnata ed al quale la presente è inviata per competenza, al fine di evadere senza ulteriori indugi l’istanza presentata.
Al Sindaco, ai Funzionari e al Difensore Civico, a quali la presente è inviata per conoscenza, si sollecitano l’immediata presa d’atto del grave disservizio in atto perpetrato e la concreta e repentina adozione degli atti consequenziali, al fine di eliminare, o quanto meno limitare i gravi disagi patiti dall’utenza.
Alla Procura della Repubblica, l’invito a verificare se nella fattispecie richiamata in precedenza possano ravvisarsi ipotesi di reato.
____________________ __________________
Gesuele FONTI e Francesco MEGNA
Dott. Domenico Russo e per conoscenza al SINDACO COMUNE DI LIPARI Dott. Mariano Bruno, al DIRETTORE GENERALE Dott.ssa Maria Elisa Alfino, al DIRIGENTE I° SETTORE Dott. Giovanni Famularo, al DIFENSORE CIVICO COMUNALE Avv. Francesco Rizzo, alla PROCURA DELLA REPUBBLICA BARCELLONA POZZO DI GOTTO
OGGETTO: RITARDI UFFICIO PROTOCOLLO COMUNE DI LIPARI
Da alcune settimane pervengono ai Consiglieri Comunali scriventi segnalazioni e lamentele, riportate anche dai blog di informazione locale, a causa del grave stato di dissesto funzionale in cui versa l’ufficio Protocollo e Archivio del Comune di Lipari, il quale registra fortissimi ritardi nell’introito, nella gestione e nello smistamento della corrispondenza in entrata ed in uscita del Comune di Lipari.
Il predetto Ufficio è stato oggetto nelle settimane scorse di provvedimenti amministrativi che hanno modificato la pianta organica, con relativo trasferimento di personale assegnato ad altri servizi, per motivazioni che non sono note ai Consiglieri scriventi, ma che certamente non hanno permesso il mantenimento degli standard di efficienza e funzionalità che dovrebbero contraddistinguere l’operato delle pubbliche amministrazioni.
Di fatto, ormai da alcune settimane, la corrispondenza che transita dall’ufficio protocollo del Comune viene registrata e smistata anche con diverse settimane di ritardo e giunge agli uffici verso cui è destinata, addirittura a distanza di alcuni mesi.
Un caso emblematico, a conferma di quanto evidenziato, è accaduto all’azienda Telecom spa, che in data 3 Marzo 2010 ha inviato al Comune di Lipari, 4° settore, Ufficio Servizi Idrici ed Elettrici, a mezzo raccomandata A/R , una richiesta di autorizzazione per la posa in opera di un cavo telefonico interrato, a servizio di un pubblico ufficio, con serie difficoltà operative a causa della mancanza della linea telefonica e internet.
L’istanza Telecom prot. n. 2672-P del 1 Marzo 2010, è stata acquisita dal Comune di Lipari in data 04/03/2010, come risulta inequivocabilmente dalla ricevuta di ritorno della raccomandata stessa.
La nota veniva introitata al protocollo generale del Comune di Lipari, a distanza di 30 giorni dall’effettivo ricevimento, con il prot. n. 10971 del 2 Aprile 2010.
La comunicazione, alla data odierna (Lunedì 26 Aprile 2010), quindi a distanza di quasi DUE MESI, non ha ancora raggiunto l’ufficio di destinazione e giace, senza riscontro, sulla scrivania del Dirigente del IV settore, al quale è stata assegnata ed al quale la presente è inviata per competenza, al fine di evadere senza ulteriori indugi l’istanza presentata.
Al Sindaco, ai Funzionari e al Difensore Civico, a quali la presente è inviata per conoscenza, si sollecitano l’immediata presa d’atto del grave disservizio in atto perpetrato e la concreta e repentina adozione degli atti consequenziali, al fine di eliminare, o quanto meno limitare i gravi disagi patiti dall’utenza.
Alla Procura della Repubblica, l’invito a verificare se nella fattispecie richiamata in precedenza possano ravvisarsi ipotesi di reato.
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Gesuele FONTI e Francesco MEGNA
Regione. Castiglione vuole tornare alle urne
Settimana di passione per il governo Lombardo che, se da un lato deve superare gli ostacoli dell'aula per ottenere l'approvazione del bilancio e della Finanziaria, dall'altro resta in attesa delle decisioni dei vertici romani del Pdl che martedì decideranno sulla sorte del Pdl-Sicilia, il gruppo parlamentare voluto dal sottosegretario Gianfranco Micciché che, insieme con l'Mpa ha consentito finora a Raffaele Lombardo di continuare a governare.
Un eventuale ordine di rientro nei ranghi e di scioglimento del Pdl-Sicilia, renderebbe più difficile l'approvazione dei documenti finanziari, senza i quali si avvierebbe la procedura di scioglimento dell'Ars. A rendere più difficile il cammino verso l'approvazione dei documenti finanziari, qualora non bastasse la "grana" romana, in ogni caso foriera di conseguenze politiche, c'è la miriade di emendamenti (400 al bilancio e oltre 2000 alla Finanziaria) da esaminare prima di arrivare al voto finale, in programma per giovedì o, al più tardi, per venerdì.
Ieri, intanto, rifacendosi ad un passo di una intervista rilasciata dal ministro Stefania Prestigiacomo che, parlando dell'inchiesta giudiziaria in cui è stato coinvolto Lombardo si è detta certa che il presidente della Regione, in caso di "formalizzazione" di eventuali accuse a suo carico «saprebbe comprendere» e «saprebbe affrontare tutto col senso dello Stato che finora ha dimostrato», ovvero si dimetterebbe, il co-coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione è tornato a chiederne le dimissioni.
Precisato, infatti, che la sua è una «valutazione politica che nulla ha a che vedere con le sue vicende giudiziarie», ha affermato: «Sul piano politico Lombardo deve certificare il suo fallimento alla guida della Presidenza della Regione Sicilia». «Lombardo - ha detto ancora Castiglione - ha giocato per dividere i partiti. Ha diviso il Pd, lo ha fatto con l'Udc e pure con il Pdl. Adesso il suo intento è quello di portare il Pd nella Giunta, ma non lo potremo mai accettare...».
Quindi, ha aggiunto: «Noi abbiamo sostenuto Lombardo e lo rivendichiamo ancora oggi, pensando di fare un accordo forte. Abbiamo ceduto l'incedibile, cioè la Presidenza della Regione, proprio per avere un buon governo e non certo per avere poltrone. La nostra opposizione a Lombardo è maturata sulle cose da fare. E il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Parlo di una valutazione prettamente politica».
Quindi, sul Pdl Sicilia di Gianfranco Micciché, nato proprio in opposizione alla gestione del Pdl da parte di Castiglione, ha precisato: «La nostra posizione è chiara: abbiamo fatto molti appelli a Micciché per riunificare il Pdl in Sicilia».
«Ma quale passo indietro? Lombardo deve restare dov'é», ha subito replicato Fabio Granata che con Carmelo Briguglio guida la pattuglia dei finiani all'interno del Pdl-Sicilia. «Noi - ha ribadito Granata - sosteniamo Lombardo e continueremo a farlo. Sia per la discontinuità che rappresenta rispetto al passato, sia per le riforme. E poi c'è un altro aspetto importante, entro il 2010 si devono consumare le risorse economiche comunitarie. Fare un passo indietro significa, in altre parole, andare alle elezioni anticipate e questo si traduce nella perdita dei fondi comunitari. E sarebbe un vero disastro».
Un eventuale ordine di rientro nei ranghi e di scioglimento del Pdl-Sicilia, renderebbe più difficile l'approvazione dei documenti finanziari, senza i quali si avvierebbe la procedura di scioglimento dell'Ars. A rendere più difficile il cammino verso l'approvazione dei documenti finanziari, qualora non bastasse la "grana" romana, in ogni caso foriera di conseguenze politiche, c'è la miriade di emendamenti (400 al bilancio e oltre 2000 alla Finanziaria) da esaminare prima di arrivare al voto finale, in programma per giovedì o, al più tardi, per venerdì.
Ieri, intanto, rifacendosi ad un passo di una intervista rilasciata dal ministro Stefania Prestigiacomo che, parlando dell'inchiesta giudiziaria in cui è stato coinvolto Lombardo si è detta certa che il presidente della Regione, in caso di "formalizzazione" di eventuali accuse a suo carico «saprebbe comprendere» e «saprebbe affrontare tutto col senso dello Stato che finora ha dimostrato», ovvero si dimetterebbe, il co-coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione è tornato a chiederne le dimissioni.
Precisato, infatti, che la sua è una «valutazione politica che nulla ha a che vedere con le sue vicende giudiziarie», ha affermato: «Sul piano politico Lombardo deve certificare il suo fallimento alla guida della Presidenza della Regione Sicilia». «Lombardo - ha detto ancora Castiglione - ha giocato per dividere i partiti. Ha diviso il Pd, lo ha fatto con l'Udc e pure con il Pdl. Adesso il suo intento è quello di portare il Pd nella Giunta, ma non lo potremo mai accettare...».
Quindi, ha aggiunto: «Noi abbiamo sostenuto Lombardo e lo rivendichiamo ancora oggi, pensando di fare un accordo forte. Abbiamo ceduto l'incedibile, cioè la Presidenza della Regione, proprio per avere un buon governo e non certo per avere poltrone. La nostra opposizione a Lombardo è maturata sulle cose da fare. E il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Parlo di una valutazione prettamente politica».
Quindi, sul Pdl Sicilia di Gianfranco Micciché, nato proprio in opposizione alla gestione del Pdl da parte di Castiglione, ha precisato: «La nostra posizione è chiara: abbiamo fatto molti appelli a Micciché per riunificare il Pdl in Sicilia».
«Ma quale passo indietro? Lombardo deve restare dov'é», ha subito replicato Fabio Granata che con Carmelo Briguglio guida la pattuglia dei finiani all'interno del Pdl-Sicilia. «Noi - ha ribadito Granata - sosteniamo Lombardo e continueremo a farlo. Sia per la discontinuità che rappresenta rispetto al passato, sia per le riforme. E poi c'è un altro aspetto importante, entro il 2010 si devono consumare le risorse economiche comunitarie. Fare un passo indietro significa, in altre parole, andare alle elezioni anticipate e questo si traduce nella perdita dei fondi comunitari. E sarebbe un vero disastro».
domenica 25 aprile 2010
Ladri in chiesa a Pianoconte (Lipari). Bottino misero, maggiori i danni
Ladri in chiesa e nella casa canonica a Pianoconte. Il "bottino", secondo una prima stima fatta dal sacerdote Bruno Maiorana, dovrebbe ammontare a poco o nulla.
Di tutt'altro rilievo i danni causati dai ladruncoli nel forzare le porte per entrare all'interno sia della chiesa di S. Croce che nella casa canonica.
L'episodio dovrebbe essersi verificato nella notte tra sabato e domenica.
Di tutt'altro rilievo i danni causati dai ladruncoli nel forzare le porte per entrare all'interno sia della chiesa di S. Croce che nella casa canonica.
L'episodio dovrebbe essersi verificato nella notte tra sabato e domenica.
Lettere al direttore. Monte Rosa e i suoli percorsi dal fuoco
Caro Direttore,
a proposito dello scempio che si sta perpetrando a Monte Rosa, una domanda sorge spontanea.
Le Amministrazioni competenti, nel rilasciare eventuali atti autorizzativi, a fronte dei quali si stanno eseguendo i lavori, hanno tenuto conto dell’art. 10 della Legge 21/11/2000 n.353 – “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”?
A tal proposito, vorrei ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, che Monte Rosa, versante Canneto, tra il 24-25 Luglio 2007, è stato completamente carbonizzato.
E allora!!! Forse è proprio vero: per gli amici la legge si interpreta per i nemici si applica.
Di seguito uno stralcio della Legge sopraccitata.
Legge 21 novembre 2000, n. 353
"Legge-quadro in materia di incendi boschivi"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 280 del 30 novembre 2000
Capo II
FUNZIONI AMMINISTRATIVE
E SANZIONI
Art. 10.
(Divieti, prescrizioni e sanzioni)
1. Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell’atto. È inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia.
2. I comuni provvedono, entro novanta giorni dalla data di approvazione del piano regionale di cui al comma 1 dell’articolo 3, a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto è aggiornato annualmente. L’elenco dei predetti soprassuoli deve essere esposto per trenta giorni all’albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni. Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate ed approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni. E’ ammessa la revisione degli elenchi con la cancellazione delle prescrizioni relative ai divieti di cui al comma 1 solo dopo che siano trascorsi i periodi rispettivamente indicati, per ciascun divieto, dal medesimo comma 1.
3. Nel caso di trasgressioni al divieto di pascolo su soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco ai sensi del comma 1 si applica una sanzione amministrativa, per ogni capo, non inferiore a lire 60.000 e non superiore a lire 120.000 e nel caso di trasgressione al divieto di caccia sui medesimi soprassuoli si applica una sanzione amministrativa non inferiore a lire 400.000 e non superiore a lire 800.000.
4. Nel caso di trasgressioni al divieto di realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive su soprassuoli percorsi dal fuoco ai sensi del comma 1, si applica l’articolo 20, primo comma, lettera c), della legge 28 febbraio 1985, n. 47. Il giudice, nella sentenza di condanna, dispone la demolizione dell’opera e il ripristino dello stato dei luoghi a spese del responsabile.
5. Nelle aree e nei periodi a rischio di incendio boschivo sono vietate tutte le azioni, individuate ai sensi dell’articolo 3, comma 3, lettera f), determinanti anche solo potenzialmente l’innesco di incendio.
6. Per le trasgressioni ai divieti di cui al comma 5 si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma non inferiore a lire 2.000.000 e non superiore a lire 20.000.000. Tali sanzioni sono raddoppiate nel caso in cui il responsabile appartenga a una delle categorie descritte all’articolo 7, commi 3 e 6.
7. In caso di trasgressioni ai divieti di cui al comma 5 da parte di esercenti attività turistiche, oltre alla sanzione di cui al comma 6, è disposta la revoca della licenza, dell’autorizzazione o del provvedimento amministrativo che consente l’esercizio dell’attività.
8. In ogni caso si applicano le disposizioni dell’articolo 18 della legge 8 luglio 1986, n. 349, sul diritto al risarcimento del danno ambientale, alla cui determinazione concorrono l’ammontare delle spese sostenute per la lotta attiva e la stima dei danni al soprassuolo e al suolo.
Lettera firmata
a proposito dello scempio che si sta perpetrando a Monte Rosa, una domanda sorge spontanea.
Le Amministrazioni competenti, nel rilasciare eventuali atti autorizzativi, a fronte dei quali si stanno eseguendo i lavori, hanno tenuto conto dell’art. 10 della Legge 21/11/2000 n.353 – “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”?
A tal proposito, vorrei ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, che Monte Rosa, versante Canneto, tra il 24-25 Luglio 2007, è stato completamente carbonizzato.
E allora!!! Forse è proprio vero: per gli amici la legge si interpreta per i nemici si applica.
Di seguito uno stralcio della Legge sopraccitata.
Legge 21 novembre 2000, n. 353
"Legge-quadro in materia di incendi boschivi"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 280 del 30 novembre 2000
Capo II
FUNZIONI AMMINISTRATIVE
E SANZIONI
Art. 10.
(Divieti, prescrizioni e sanzioni)
1. Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell’atto. È inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia.
2. I comuni provvedono, entro novanta giorni dalla data di approvazione del piano regionale di cui al comma 1 dell’articolo 3, a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto è aggiornato annualmente. L’elenco dei predetti soprassuoli deve essere esposto per trenta giorni all’albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni. Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate ed approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni. E’ ammessa la revisione degli elenchi con la cancellazione delle prescrizioni relative ai divieti di cui al comma 1 solo dopo che siano trascorsi i periodi rispettivamente indicati, per ciascun divieto, dal medesimo comma 1.
3. Nel caso di trasgressioni al divieto di pascolo su soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco ai sensi del comma 1 si applica una sanzione amministrativa, per ogni capo, non inferiore a lire 60.000 e non superiore a lire 120.000 e nel caso di trasgressione al divieto di caccia sui medesimi soprassuoli si applica una sanzione amministrativa non inferiore a lire 400.000 e non superiore a lire 800.000.
4. Nel caso di trasgressioni al divieto di realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive su soprassuoli percorsi dal fuoco ai sensi del comma 1, si applica l’articolo 20, primo comma, lettera c), della legge 28 febbraio 1985, n. 47. Il giudice, nella sentenza di condanna, dispone la demolizione dell’opera e il ripristino dello stato dei luoghi a spese del responsabile.
5. Nelle aree e nei periodi a rischio di incendio boschivo sono vietate tutte le azioni, individuate ai sensi dell’articolo 3, comma 3, lettera f), determinanti anche solo potenzialmente l’innesco di incendio.
6. Per le trasgressioni ai divieti di cui al comma 5 si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma non inferiore a lire 2.000.000 e non superiore a lire 20.000.000. Tali sanzioni sono raddoppiate nel caso in cui il responsabile appartenga a una delle categorie descritte all’articolo 7, commi 3 e 6.
7. In caso di trasgressioni ai divieti di cui al comma 5 da parte di esercenti attività turistiche, oltre alla sanzione di cui al comma 6, è disposta la revoca della licenza, dell’autorizzazione o del provvedimento amministrativo che consente l’esercizio dell’attività.
8. In ogni caso si applicano le disposizioni dell’articolo 18 della legge 8 luglio 1986, n. 349, sul diritto al risarcimento del danno ambientale, alla cui determinazione concorrono l’ammontare delle spese sostenute per la lotta attiva e la stima dei danni al soprassuolo e al suolo.
Lettera firmata
Monterosa ecco cosa starebbe accadendo
Come è nello stile di questo giornale on line abbiamo cercato di saperne di più su quanto sta accadendo da qualche giorno sul Monterosa di Lipari.
Problematica, tra l'altro, sollevata da alcuni lettori che avevano contattato la redazione evidenziando, cosa ben visibile da Canneto, come nell'area fosse al lavoro un escavatore.
Da quanto abbiamo potuto accertare un'ampia area di Monterosa, unitamente al rudere posizionato nella parte estrema (indicato dalla freccia nella foto) , sarebbe stata acquistata da un cardiochirurgo. Questi, che tra l'altro intenderebbe effettuare degli interventi di rimboschimento, oltre che di recupero dell'immobile, avrebbe ottenuto dagli organismi competenti specifiche autorizzazioni per il ripristino della stradella comunale tramite interventi di pulitura e di quanto necessario e per il ripristino dei terrazzamenti esistenti.
Autorizzazioni che, per quanto di competenza, sarebbero state rilasciate dalla Forestale di Messina e dal comune di Lipari trattandosi di stradella comunale.
Sin qui quanto siamo riusciti a sapere e che per correttezza d'informazione portiamo a conoscenza dei lettori.
E' chiaro che, trattandosi di un luogo di grande pregio naturalistico, è auspicabile vengano messi in atto i necessari controlli onde evitare eventuali "sforamenti".
Brevi
Consiglio comunale - Tornerà a riunirsi domani, in aggiornamento, alle dieci e trenta il consiglio comunale di Lipari. Diversi gli argomenti all'ordine del giorno.
Segreteria PD a Lipari- Si dovrebbe tenere il prossimo 9 maggio il congresso del PD a Lipari. In quell'occasione si dovrà procedere alla nomina del segretario. In atto, dopo le dimissioni di Pino La Greca, è segretario reggente Saverio Merlino.
Pallavolo - Il Club Meligunis femminile affronta l' As Zanclon di Messina. Appuntamento oggi pomeriggio alle ore 15 al Palazzetto "Nicola Biviano" di Lipari.
FRANE: ANCI, A RISCHIO IL 70% DEI COMUNI SICILIANI- L'84 per cento dei comuni nella provincia di Messina e' considerato a rischio per frane e alluvioni, mentre in tutta la Sicilia i centri che potrebbero subire forti danni a causa del dissesto idrogeologico si aggirano intorno al 70 per cento. La notizia arriva da Anci Sicilia, l'associazione dei comuni.
Segreteria PD a Lipari- Si dovrebbe tenere il prossimo 9 maggio il congresso del PD a Lipari. In quell'occasione si dovrà procedere alla nomina del segretario. In atto, dopo le dimissioni di Pino La Greca, è segretario reggente Saverio Merlino.
Pallavolo - Il Club Meligunis femminile affronta l' As Zanclon di Messina. Appuntamento oggi pomeriggio alle ore 15 al Palazzetto "Nicola Biviano" di Lipari.
FRANE: ANCI, A RISCHIO IL 70% DEI COMUNI SICILIANI- L'84 per cento dei comuni nella provincia di Messina e' considerato a rischio per frane e alluvioni, mentre in tutta la Sicilia i centri che potrebbero subire forti danni a causa del dissesto idrogeologico si aggirano intorno al 70 per cento. La notizia arriva da Anci Sicilia, l'associazione dei comuni.
Rapina all'Antonveneta di Lipari. Processo a ottobre per i presunti fiancheggiatori
(Gazzetta del sud) Il Gup Maria Rita Gregorio ha rinviato a giudizio i presunti fiancheggiatori della banda di palermitani in trasferta alle Eolie che nella mattinata del 13 luglio del 2008, armati di una pistola e di un martello, rapinarono la filiale dell'Antonveneta di Lipari e subito dopo smascherati e arrestati dal reparto del Gico della Guardia di finanza.
Tra gli imputati per i quali è stata ripetuta ieri l'udienza preliminare a causa di un vizio procedurale che aveva fatto regredire il procedimento ad una nuova fase preliminare, anche il bancario originario di Corleone, Giacomo Sparaco 31 anni, sospettato di essere il basista su cui ha potuto contare la banda dei tre rapinatori palermitani. I tre autori della rapina, Giovanni Battista Lo Nigro, Francesco Paolo Rubino e Sergio Giannone, sono stati invece già condannati col rito abbreviato e patteggiamenti (con pene da 4 anni e 2 mesi a 5 anni e 6 mesi di reclusione) per questo rinchiusi in carcere dove stanno scontando le pene subite. Per gli altri imputati – in tutto quattro – che avevano scelto il rito ordinario il procedimento per il quale nel giugno dello scorso anno erano stati disposti i rinvii a giudizio, era regredito alla fase dell'udienza preliminare, tanto che è dovuto iniziare da capo. E ieri il nuovo rinvio a giudizio per il processo che inizierà il prossimo primo ottobre in Tribunale a Barcellona. A essere processati saranno, oltre al bancario di Corleone Giacomo Sparaco, due donne, Ignazia Farina 46 anni e Silvana Giannone di 31 anni e un terzo imputato, Benito Giannone 25 anni, tutti di Palermo.
I tre accusati di favoreggiamento – come si ricorderà – erano in vacanza a Lipari assieme ai tre congiunti che hanno compiuto l'assalto alla banca di Sottomonastero. Secondo gli inquirenti le due donne e il terzo giovane che alloggiavano assieme ai tre rapinatori in un appartamento del "Residence Tre Palme" di Lipari, erano a conoscenza della rapina e del tentativo dei rapinatori di sottrarsi alla cattura. Per il bancario di Corleone invece l'accusa è di concorso in rapina. Giacomo Sparaco, cassiere della stessa banca presa di mira dalla banda di palermitani, dopo due diversi arresti iniziali è stato da tempo reintegrato nel posto di lavoro, promosso e inviato in altra sede. L'accusa è sostenuta da pm Michele Martorelli.(l.o.)
Tra gli imputati per i quali è stata ripetuta ieri l'udienza preliminare a causa di un vizio procedurale che aveva fatto regredire il procedimento ad una nuova fase preliminare, anche il bancario originario di Corleone, Giacomo Sparaco 31 anni, sospettato di essere il basista su cui ha potuto contare la banda dei tre rapinatori palermitani. I tre autori della rapina, Giovanni Battista Lo Nigro, Francesco Paolo Rubino e Sergio Giannone, sono stati invece già condannati col rito abbreviato e patteggiamenti (con pene da 4 anni e 2 mesi a 5 anni e 6 mesi di reclusione) per questo rinchiusi in carcere dove stanno scontando le pene subite. Per gli altri imputati – in tutto quattro – che avevano scelto il rito ordinario il procedimento per il quale nel giugno dello scorso anno erano stati disposti i rinvii a giudizio, era regredito alla fase dell'udienza preliminare, tanto che è dovuto iniziare da capo. E ieri il nuovo rinvio a giudizio per il processo che inizierà il prossimo primo ottobre in Tribunale a Barcellona. A essere processati saranno, oltre al bancario di Corleone Giacomo Sparaco, due donne, Ignazia Farina 46 anni e Silvana Giannone di 31 anni e un terzo imputato, Benito Giannone 25 anni, tutti di Palermo.
I tre accusati di favoreggiamento – come si ricorderà – erano in vacanza a Lipari assieme ai tre congiunti che hanno compiuto l'assalto alla banca di Sottomonastero. Secondo gli inquirenti le due donne e il terzo giovane che alloggiavano assieme ai tre rapinatori in un appartamento del "Residence Tre Palme" di Lipari, erano a conoscenza della rapina e del tentativo dei rapinatori di sottrarsi alla cattura. Per il bancario di Corleone invece l'accusa è di concorso in rapina. Giacomo Sparaco, cassiere della stessa banca presa di mira dalla banda di palermitani, dopo due diversi arresti iniziali è stato da tempo reintegrato nel posto di lavoro, promosso e inviato in altra sede. L'accusa è sostenuta da pm Michele Martorelli.(l.o.)
Attacco a Monterosa..ennesimo atto dello strazio (di Anna Miracula)
(Anna Miracula) Le parole dell'amico Pino La Greca che alla fine del suo intervento di ieri recitano così: " Accogliere l’istituzione del Parco Nazionale come un ulteriore passo verso lo sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio da tutti auspicato proponendo quelle modifiche, quelle integrazioni che riteniamo necessarie ed indispensabili a far sì che siamo realmente un Parco condiviso e positivo per la nostra comunità", fanno riflettere in modo particolare in questo momento in cui si sta violentando ancora una volta la natura e i paesaggi di quest'isola.
Pino ha perfettamente ragione nell’esprimere questo concetto ma allo stato dei fatti odierni cosa ha di eco-sostenibile frantumare, scavare, ferire una montagna, cosa ha di eco-sostenibile tollerare quest'altra violenza ai nostri danni?
Ma con quale faccia possiamo ancora affermare di far parte dell'Unesco , che sembra quasi come un buono sconto del supermercato, per cui quando conviene si tira fuori e quando invece non serve , si mette nel portafogli, in attesa delle prossime occasioni.
Mi chiedo , non conoscendo ancora le ragioni di quest’ altro omicidio ambientale, credo però che lo sapremo presto, come possiamo vantarci di appartenere all'Unesco, mettiamo pure il logo con mero vanto sul sito del Comune di Lipari, ma vanto poi di cosa? Di concedere , quasi certamente a dei privati, un pezzo della nostra terra , affinchè questi ne possa fare uso e consumo per i propri scopi?
Monterosa trafitta sul costone come con un fendente fa davvero paura e fa paura soprattutto pensare che un chicchessia ignoto ma solo per i comuni mortali (perchè ancora dalle cronache locali non si è appreso nulla sul malfattore che per chissà quale oscuro progetto ha usato violenza al nostro territorio),in questi mesi, in questi giorni e in queste ore stia progettando di poter fare quel che vuole senza essere fermato.
Effetto Parco delle Eolie in arrivo sui nostri binari eolici? Chi si appresta così velocemente e in maniera così indegna a fare di una bella montagna, simbolo di Lipari fra i tanti altri simboli in cui ci riconosciamo e ai quali noi isolani siamo legatissimi, una turpe caverna con tanto, forse,di muri in cemento e con probabile costruzione di villa con vista a picco sul mare ?
Pino ha perfettamente ragione nell’esprimere questo concetto ma allo stato dei fatti odierni cosa ha di eco-sostenibile frantumare, scavare, ferire una montagna, cosa ha di eco-sostenibile tollerare quest'altra violenza ai nostri danni?
Ma con quale faccia possiamo ancora affermare di far parte dell'Unesco , che sembra quasi come un buono sconto del supermercato, per cui quando conviene si tira fuori e quando invece non serve , si mette nel portafogli, in attesa delle prossime occasioni.
Mi chiedo , non conoscendo ancora le ragioni di quest’ altro omicidio ambientale, credo però che lo sapremo presto, come possiamo vantarci di appartenere all'Unesco, mettiamo pure il logo con mero vanto sul sito del Comune di Lipari, ma vanto poi di cosa? Di concedere , quasi certamente a dei privati, un pezzo della nostra terra , affinchè questi ne possa fare uso e consumo per i propri scopi?
Monterosa trafitta sul costone come con un fendente fa davvero paura e fa paura soprattutto pensare che un chicchessia ignoto ma solo per i comuni mortali (perchè ancora dalle cronache locali non si è appreso nulla sul malfattore che per chissà quale oscuro progetto ha usato violenza al nostro territorio),in questi mesi, in questi giorni e in queste ore stia progettando di poter fare quel che vuole senza essere fermato.
Effetto Parco delle Eolie in arrivo sui nostri binari eolici? Chi si appresta così velocemente e in maniera così indegna a fare di una bella montagna, simbolo di Lipari fra i tanti altri simboli in cui ci riconosciamo e ai quali noi isolani siamo legatissimi, una turpe caverna con tanto, forse,di muri in cemento e con probabile costruzione di villa con vista a picco sul mare ?
Questo perchè sicuramente tra i tanti abusi già commessi sul nostro territorio uno in più uno in meno non fa più differenza, forse nemmeno ci si volta più a guardare.
Dove sono gli ambientalisti a questo punto? Che intervengano adesso ,c’è bisogno di loro e c’è bisogno anche che il paese si svegli da questo sonno e si accorga che abbiamo ancora davanti a noi ben due anni di martirio al quale non sfuggiremo se non con le pezze al sedere e la terra tolta sotto i piedi.
Si sa ,anche stavolta, l'ennesima aggiungerei , nessuno oserà muovere un misero dito per fermare questo ennesimo strazio, nessuno, e parlo dei nostri cari AMMINISTRATORI, si è alzato oggi o si alzerà dalla sua comoda sedia, che occupa per merito o per colpa(?)dei propri elettori , per denunciare l'accaduto. Anche se credo che al “Palazzo” sappiano già chi è e cosa si attuerà, ai danni e alla faccia di noi tutti, che restiamo impotenti contro un male incurabile che ha colpito la nostra isola, un polipo dai lunghi tentacoli che attanaglia qualsiasi cosa trovi sul suo percorso.
Perchè si sa i "comparati "vanno di moda e chiunque ha delle colpe in questa vicenda, non uscirà allo scoperto nemmeno stavolta, anche ora non ci saranno colpevoli, almeno sino al momento in cui tutto sarà compiuto e CHI farà avrà la certezza di non essere infastidito.
Ma se si va avanti di questo passo, dove si arriverà ? Forse a dare concessioni per scavare anche dentro un cratere per poterci poi costruire un parcheggio o un ipermercato?
Se si parla tanto in questi mesi di istituire questo importante Parco delle Eolie, mi chiedo che senso ha approvarlo,considerato che questo massacro della nostra ex bella isola felice al quale assisteremo continuerà almeno fin quando avremo degli scellerati senza scrupoli al comando di questa nave ormai sempre più alla deriva.
Che schifo, la vergogna di cui ci stiamo coprendo giorno dopo giorno su quest'isola non ha ormai più confini, posso dire che mi vergogno davvero di essere liparota ,e questo anche alla luce degli ultimi avvenimenti ,oltre quello trattato in queste righe, dei quali siamo, per fortuna, prontamente informati dai nostri quotidiani on –line e non posso davvero che dire doverosamente, da semplice cittadina quale sono, grazie di cuore ai nostri giornalisti locali, senza dei quali non potremmo esprimere ciò che pensiamo ad alta voce. Perché Lipari è abitata anche da gente che non ha ancora perso il senso della civiltà e del rispetto e che alla giungla preferisce un prato con alberi e fiori.
Ci resta solo il sole, ma fino a quando? Fino alla prossima aberrante concessione edilizia?
Anna Miracula
Dove sono gli ambientalisti a questo punto? Che intervengano adesso ,c’è bisogno di loro e c’è bisogno anche che il paese si svegli da questo sonno e si accorga che abbiamo ancora davanti a noi ben due anni di martirio al quale non sfuggiremo se non con le pezze al sedere e la terra tolta sotto i piedi.
Si sa ,anche stavolta, l'ennesima aggiungerei , nessuno oserà muovere un misero dito per fermare questo ennesimo strazio, nessuno, e parlo dei nostri cari AMMINISTRATORI, si è alzato oggi o si alzerà dalla sua comoda sedia, che occupa per merito o per colpa(?)dei propri elettori , per denunciare l'accaduto. Anche se credo che al “Palazzo” sappiano già chi è e cosa si attuerà, ai danni e alla faccia di noi tutti, che restiamo impotenti contro un male incurabile che ha colpito la nostra isola, un polipo dai lunghi tentacoli che attanaglia qualsiasi cosa trovi sul suo percorso.
Perchè si sa i "comparati "vanno di moda e chiunque ha delle colpe in questa vicenda, non uscirà allo scoperto nemmeno stavolta, anche ora non ci saranno colpevoli, almeno sino al momento in cui tutto sarà compiuto e CHI farà avrà la certezza di non essere infastidito.
Ma se si va avanti di questo passo, dove si arriverà ? Forse a dare concessioni per scavare anche dentro un cratere per poterci poi costruire un parcheggio o un ipermercato?
Se si parla tanto in questi mesi di istituire questo importante Parco delle Eolie, mi chiedo che senso ha approvarlo,considerato che questo massacro della nostra ex bella isola felice al quale assisteremo continuerà almeno fin quando avremo degli scellerati senza scrupoli al comando di questa nave ormai sempre più alla deriva.
Che schifo, la vergogna di cui ci stiamo coprendo giorno dopo giorno su quest'isola non ha ormai più confini, posso dire che mi vergogno davvero di essere liparota ,e questo anche alla luce degli ultimi avvenimenti ,oltre quello trattato in queste righe, dei quali siamo, per fortuna, prontamente informati dai nostri quotidiani on –line e non posso davvero che dire doverosamente, da semplice cittadina quale sono, grazie di cuore ai nostri giornalisti locali, senza dei quali non potremmo esprimere ciò che pensiamo ad alta voce. Perché Lipari è abitata anche da gente che non ha ancora perso il senso della civiltà e del rispetto e che alla giungla preferisce un prato con alberi e fiori.
Ci resta solo il sole, ma fino a quando? Fino alla prossima aberrante concessione edilizia?
Anna Miracula
sabato 24 aprile 2010
Monterosa. Che succede?
Un escavatore è in azione da ieri sul Monte Rosa di Lipari (versante Canneto). L'opera del mezzo è oggi "visibile" e da Canneto la montagna, a poco più di mezza costa, appare "lacerata".
Diversi i cittadini che si sono rivolti al nostro giornale per capire che cosa sta accadendo. Abbiamo provato a contattare il comandante Carmelo Maieli della Forestale per chiedere lumi (si presume infatti sia stata rilasciata un'autorizzazione) ma sino a questo momento non è stato possibile.
Diversi i cittadini che si sono rivolti al nostro giornale per capire che cosa sta accadendo. Abbiamo provato a contattare il comandante Carmelo Maieli della Forestale per chiedere lumi (si presume infatti sia stata rilasciata un'autorizzazione) ma sino a questo momento non è stato possibile.
Venuto, presidente dell'ATO: Urge trovare una soluzione anche e sopratutto per i lavoratori. E sul PDL "sposa" la linea La Cava.
"Condivido in pieno la lettera che il ragioniere Fonti, amministratore delegato dell'Ato di cui sono il presidente, ha ritenuto opportuno inviare a tutti coloro che devono attivarsi per risolvere una situazione che, oltre a mettere in ginocchio il paese dal punto di vista igienico-sanitario, sta creando forti difficoltà di natura economica a tutti i lavoratori e alle loro famiglie". Lo ha dichiarato al nostro giornale l'avv. Saro Venuto, presidente dell'ATO eoliana.
"Proprio perchè ci sta a cuore la sorte di questi lavoratori , oltre all'indispensabile servizio che deve essere fornito ai cittadini- ha continuato il presidente Venuto- stiamo continuando a sollecitare il comune ottendo, sino ad ora, davvero ben poco o nulla. Vedere padri di famiglia "in ginocchio" dal punto di vista economico è un qualcosa che non posso assolutamente accettare. Un motivo in più per cercare una soluzione immediata. E' chiaro che in mancanza di riscontri concreti tra martedì e mercoledì ci muoveremo se è il caso anche a livello giudiziario".
Venuto, inoltre, ritiene che lunedì il servizio di rsu non si interromperà non fosse altro che per motivi strettamente procedurali. "Ciò non scongiura- ci ha dichiarato- che possano essere messe in atto forme di proteste. Per quanto riguarda l'accesso alla discarica di Mazzarrà, nonostante il credito che i gestori vantano, ci è stata concessa ancora la possibilità di conferimento. Questo perchè questa ATO vanta delle ottime credenziali e, prima di questa situazione, è stata sempre puntuale nei pagamenti. E' chiaro, però, che si tratta di una "apertura fiduciaria" che non può durare a lungo".
L'avvocato Venuto, su nostra specifica domanda, ha espresso il suo parere su quelli che noi abbiamo definito i "tormenti" del PDL nelle Eolie. "Leggendo le note inviate dal dott. Sergio La Cava ai vari giornali on line- ha affermato- non posso che concordare con le iniziative da lui intraprese e con quella che è la posizione chiara e netta che ha assunto a proposito del PDL che deve essere uno e non diviso in gruppi e sottogruppi".
DEMANIO MARITTIMO: SU GURS MODALITA' PER RICHIESTE CONCESSIONI
Nell'ottica della semplificazione e della trasparenza, l'assessore regionale per il Territorio e l'Ambiente, Roberto Di Mauro, ha firmato un decreto che mette ordine (modalita' e procedure) per la presentazione delle istanze per le concessioni demaniali marittime e la loro pubblicazione negli albi pretori e presso gli uffici competenti.
Il decreto, che sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, da' applicazione al disposto dell'articolo 7 della legge 4 del 2003.
"Un ulteriore tassello - sottolinea l'assessore Di Mauro - per la semplificazione delle procedure e soprattutto per la trasparenza amministrativa a favore dei cittadini, che va a completare le funzioni esercitate dalla Regione relative al rilascio delle concessioni demaniali marittime".
Il decreto descrive le procedure per la presentazione delle istanze e l'elenco della documentazione occorrente. Le istanze saranno affisse all'albo pretorio del Comune nel cui territorio ricade l'area oggetto di richiesta e presso gli uffici della Capitaneria di Porto e dell'ufficio competente per territorio (Ufficio circondariale marittimo, Ufficio locale marittimo, Delegazione di spiaggia, Ufficio periferico del demanio marittimo). Per le richieste di concessione superiori a sei anni o relative a fattispecie rilevanti in termini di estensione, l'avviso sara' pubblicato anche sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, e in casi eccezionali, (riconducibili alla realizzazione di lavori che comportano investimenti di importi pari o superiori alla soglia comunitaria in materia di appalti dei lavori pubblici), anche nella Gazzetta Ufficiale della Comunita' Europea.
Il decreto, che sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, da' applicazione al disposto dell'articolo 7 della legge 4 del 2003.
"Un ulteriore tassello - sottolinea l'assessore Di Mauro - per la semplificazione delle procedure e soprattutto per la trasparenza amministrativa a favore dei cittadini, che va a completare le funzioni esercitate dalla Regione relative al rilascio delle concessioni demaniali marittime".
Il decreto descrive le procedure per la presentazione delle istanze e l'elenco della documentazione occorrente. Le istanze saranno affisse all'albo pretorio del Comune nel cui territorio ricade l'area oggetto di richiesta e presso gli uffici della Capitaneria di Porto e dell'ufficio competente per territorio (Ufficio circondariale marittimo, Ufficio locale marittimo, Delegazione di spiaggia, Ufficio periferico del demanio marittimo). Per le richieste di concessione superiori a sei anni o relative a fattispecie rilevanti in termini di estensione, l'avviso sara' pubblicato anche sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, e in casi eccezionali, (riconducibili alla realizzazione di lavori che comportano investimenti di importi pari o superiori alla soglia comunitaria in materia di appalti dei lavori pubblici), anche nella Gazzetta Ufficiale della Comunita' Europea.
Parco & Bugie (di Pino La Greca)
Riceviamo e pubblichiamo:
Qualcuno mente sulla vicenda del Parco Nazionale, questo è certo, è un soggetto abituato ad imbrogliare le carte, conta sulla poca memoria degli altri per raccontare una volta una storia diversa ma ritengo che prima di procedere oltre occorra fare chiarezza..
Le prime notizie relative al Parco Nazionale delle isole Eolie si diffondono il 26 gennaio 2010 attraverso un comunicato stampa del Ministero dell’ambiente, il ministro Prestigiacomo dichiara: «Percorso positivo, avviata forte interlocuzione fra governo ed istituzioni locali». Saranno definite entro il 31 marzo le ipotesi di perimetrazione degli istituendi parchi nazionali di Pantelleria, delle isole Egadi e delle isole Eolie (.:.). Ritengo che questo metodo sia essenziale per giungere a scelte condivise e capaci di coniugare le istanze del territorio con le complessive esigenze di tutela del patrimonio ambientale nazionale. ».
Il comunicato prosegue, affermando che Per le Eolie è stato inoltre sottolineato che l’ente parco sarà anche l’ente gestore del sito Unesco.
Il 29 gennaio 2010 il capo dell’amministrazione nel dare un’intervista parla esplicitamente del Parco Nazionale delle Isole Eolie, confermando l’ampia disponibilità dell’amministrazione alla sua istituzione. Il sindaco, tuttavia, non ritiene in quella data di dover chiedere al Presidente Longo di convocare una seduta del consiglio per comunicare ai consiglieri lo stato dell’Iter della pratica, fatto ancor più grave alla luce della scadenza del 31 marzo per la perimentrazione delle aree che lui afferma nell’intervista ricalcare il Piano territoriale paesistico e le zone SIC. Nella medesima giornata prende posizione a favore della istituzione del Parco la Federalberghi con una nota a firma del presidente Del Bono. Il sindaco nell’intervista, sopra citata, apprezza la presa di posizione della Federalberghi ed evidenzia la presenza in maggioranza del consigliere Famularo, quale rappresentante qualificare di tale associazione.
Nelle due settimane successive si svolgono delle sedute del consiglio comunale, ma ancora una volta, il capo dell’amministrazione non sente l’esigenza di relazionare al consiglio sulla problematica del Parco Nazionale delle isole Eolie, né di dare ampia risalto pubblico al documento trasmesso dal Ministero sul Parco e pubblicato soltanto oggi in uno dei siti che trattato dell’informazione eoliana.
Il 26 febbraio 2010 le minoranze presentano la richiesta di autoconvocazione che viene posta, per la prima volta in discussione il 16 marzo 2010, a quindici giorni dalla scadenza indicata dal Ministero dell’Ambiente per la perimetrazione delle aree.
Nel periodo che intercorre tra la richiesta di autoconvocazione e la seduta del consiglio, parliamo di una decina di giorni, si scatenano una ridda di indiscrezioni sulla perimetrazione, sul protocollo d’intesa firmato dal sindaco, sulla regolamentazione dell’istituzione Parco Nazionale, si inizia a parlare di sedute, diverse sedute, di un tavolo tecnico convocato a Palermo per discutere del Parco con la partecipazione di assessori e dirigenti del Comune di Lipari, senza alcuna informazione nei confronti del consiglio comunale. Il capo dell’amministrazione parla, in una sua recente intervista, di “allarmismo” di “terrorismo”, di “referendum” ma stranamente non fa nessun “mea culpa” per il silenzio colpevole tenuto sull’intera vicenda, ritenendo che una semplice intervista in uno dei siti sia esaustiva della discussione. Bel concetto di democrazia, di partecipazione, di trasparenza. Nell’intervista, inoltre, non parla di chi, in primis, ha alimentato allarmismo e terrorismo, e non ha bisogno di andare troppo lontano per individuarlo, vive come lui a Vulcano e condivide con lui responsabilità amministrative precise, tant’è che nei giorni successivi, per cercare di arginare la ridda di voci sottoscrive con lui una ben strana proposta di perimetrazione del Parco del consegna ad un tavolo tecnico a Palermo, ben diversa da quella che appare successivamente per la perimetrazione del Parco. Il silenzio, colpevole, del capo dell’amministrazione alimenta nel Paese posizioni antitetiche in seno alla stessa amministrazione, scontri con il presidente del Consiglio espressione della maggioranza, prese di posizione di consiglieri che si riconoscevano nella maggioranza, mentre in giro alcuni “untori” di manzoniana memoria, giocando sull’assenza di informazioni da parte del capo dell’amministrazione creano il panico e l’allarme tra la cittadinanza. Indiscrezioni, dichiarazioni, voci che non vengono contrastare dal capo dell’amministrazione ma coraggiosamente dal sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo attraverso un comunicato stampa dell’11 marzo 2010.
Lo stesso coraggio lo assumono le minoranze con un comunicato stampa del 20 marzo nel quale, certamente non lanciano allarmi sconsiderati né fanno del facile terrorismo, ma si limitano a chiedere delle precise garanzie quali: la tutela delle realizzabilità delle attesissime aree artigianali; non devono includere le zone di espansione previste nell’altrettanto atteso PRG o negli altri attuali strumenti urbanistici; non devono compromettere la realizzazione dell’edilizia agevolata e convenzionata; non devono includere i centri urbani e impedire la realizzabilità dei servizi di cui abbiamo bisogno (scuole, impianti sportivi, ampliamento dei cimiteri, attività produttive) non devono precludere la possibilità di attivazione o continuazione di attività agricole, marinare, artigianali e turistiche compatibili con il nostro territorio e con le sue tradizioni. Debbano recepire, per quanto possibile, le giuste istanze di cittadini ed associazioni di categoria o proposte scaturite dagli incontri con tutta la comunità locale.
Il 23 marzo si tiene a Palermo presso l’assessorato Territorio e Ambiente il tavolo tecnico che decide di posticipato al 31 maggio il termine per la perimetrazione.
Ulteriore conferma che qualcuno ha volontariamente deciso di tenere il consiglio e la comunità all’oscuro delle vicende legate all’istituzione del Parco la apprendiamo da un comunicato stampa del 25 marzo scorso, a firma di alcuni consiglieri che hanno partecipato ad un incontro tecnico a Palermo, e cosa affermano, peraltro mai smentiti, i consiglieri?
Da ciò che abbiamo sentito, NON E’ VERO CHE CI VOGLIONO “CALARE” IL PARCO DALL’ALTO, al contrario sia l’Assessorato che il Ministero vogliono un parco CONDIVISO e bene accetto da tutta la popolazione.
il Sindaco di Lipari il 26 gennaio scorso si ERA IMPEGNATO UFFICIALMENTE CON IL MINISTRO A CONSEGNARE LA PERIMETRAZIONE ENTRO IL 31 MARZO, quindi il Sindaco sapeva tutto.-
Infatti, la dott.ssa Lucarelli del Ministero, ha rammentato al Sindaco Bruno la STRETTA DI MANO che si erano scambiati con il Ministro Stefania Prestigiacomo e ha ricordato allo stesso che i Siciliani sono famosi perchè rispettano le strette di mano…….
Che vergogna che abbiamo provato.!!!!!!!!!!
Il 02 aprile 2010 leggiamo, in uno dei siti di informazione che: Alla Regione hanno definito "ridicola" la delibera dell'amministrazione comunale, caldeggiata dall'assessore Natale Famà e predisposta dai tecnici comunali che indica come realizzare il Parco. Una proposta non in linea con quanto previsto dalle legge in vigore. Sulla questione va giù pesante l'ex vicesindaco e consigliere ex An, Gianfranco Guarino che da tecnico serio e preparato e con tanto di onestà intellettuale, in consiglio è andato contro l'amministrazione chiedendo a voce alta di lavorare seriamente e di presentare proposte credibili altrimenti " i nostri figli saranno costretti ad andare via da Lipari".
Nello stesso giorno, il 2 aprile, apprendiamo di una lettera del Dott. Natale Famà, al Sindaco Mariano Bruno, nella quale l’assessore “Alla luce di tutti gli avvenimenti inerenti l’argomento “Parco Nazionale delle Eolie”, pur se onorato dell’ampia delega da Lei concessami per iscritto, La pregherei in maniera inequivocabile di continuare a seguire Ella stessa come del resto ha già fatto la vicenda di cui in oggetto nelle sedi competenti fermo restando una fattiva collaborazione in riferimento alle altre deleghe da Lei assegnatemi e alla relativa attività assessoriale. Concludo affermando che l’istituendo Parco potrebbe rappresentare una piena valorizzazione del nostro territorio con opportunità per tutte le categorie interessate se concepito in modo adeguato sotto il profilo tecnico, sociale e politico.
Il 16 aprile leggiamo della presa di posizione del Dott. Roberto Materia, che dichiara, PARCO DELLE EOLIE - concordato dal Sindaco con i vertici romani e solo grazie all’intervento del Presidente del Consiglio Comunale, di alcuni Consiglieri e qualche Assessore sta iniziando un confronto con i cittadini.
Nella stessa giornata apprendiamo di una lettera del Presidente del Consiglio Longo indirizzata al On.le Stefania Prestigiacomo ed altri nella quale si afferma:
Come già rappresentato nella precitata nota il Consiglio Comunale di Lipari alla data odierna, malgrado gli auspici del Sig. Ministro dell’Ambiente e del Sig. Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, “non è stato informato in ordine alle attività intraprese di cui è venuto a conoscenza a posteriori e solo tramite gli organi di stampa, ne è stato coinvolto nelle scelte e nei pareri espressi dal Sindaco”.
Mi fermo qui per non tediare il lettore, credo sia chiaro a tutti chi ha mentito, nascosto, eluso qualsiasi confronto, adesso occorre da parte di tutti accettare che su questo argomento occorre passare dalla fase della protesta alla fase della proposta. Accogliere l’istituzione del Parco Nazionale come un ulteriore passo verso lo sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio da tutti auspicato proponendo quelle modifiche, quelle integrazioni che riteniamo necessarie ed indispensabili a far sì che siamo realmente un Parco condiviso e positivo per la nostra comunità.
Lipari 24 aprile 2010
Giuseppe La Greca
Qualcuno mente sulla vicenda del Parco Nazionale, questo è certo, è un soggetto abituato ad imbrogliare le carte, conta sulla poca memoria degli altri per raccontare una volta una storia diversa ma ritengo che prima di procedere oltre occorra fare chiarezza..
Le prime notizie relative al Parco Nazionale delle isole Eolie si diffondono il 26 gennaio 2010 attraverso un comunicato stampa del Ministero dell’ambiente, il ministro Prestigiacomo dichiara: «Percorso positivo, avviata forte interlocuzione fra governo ed istituzioni locali». Saranno definite entro il 31 marzo le ipotesi di perimetrazione degli istituendi parchi nazionali di Pantelleria, delle isole Egadi e delle isole Eolie (.:.). Ritengo che questo metodo sia essenziale per giungere a scelte condivise e capaci di coniugare le istanze del territorio con le complessive esigenze di tutela del patrimonio ambientale nazionale. ».
Il comunicato prosegue, affermando che Per le Eolie è stato inoltre sottolineato che l’ente parco sarà anche l’ente gestore del sito Unesco.
Il 29 gennaio 2010 il capo dell’amministrazione nel dare un’intervista parla esplicitamente del Parco Nazionale delle Isole Eolie, confermando l’ampia disponibilità dell’amministrazione alla sua istituzione. Il sindaco, tuttavia, non ritiene in quella data di dover chiedere al Presidente Longo di convocare una seduta del consiglio per comunicare ai consiglieri lo stato dell’Iter della pratica, fatto ancor più grave alla luce della scadenza del 31 marzo per la perimentrazione delle aree che lui afferma nell’intervista ricalcare il Piano territoriale paesistico e le zone SIC. Nella medesima giornata prende posizione a favore della istituzione del Parco la Federalberghi con una nota a firma del presidente Del Bono. Il sindaco nell’intervista, sopra citata, apprezza la presa di posizione della Federalberghi ed evidenzia la presenza in maggioranza del consigliere Famularo, quale rappresentante qualificare di tale associazione.
Nelle due settimane successive si svolgono delle sedute del consiglio comunale, ma ancora una volta, il capo dell’amministrazione non sente l’esigenza di relazionare al consiglio sulla problematica del Parco Nazionale delle isole Eolie, né di dare ampia risalto pubblico al documento trasmesso dal Ministero sul Parco e pubblicato soltanto oggi in uno dei siti che trattato dell’informazione eoliana.
Il 26 febbraio 2010 le minoranze presentano la richiesta di autoconvocazione che viene posta, per la prima volta in discussione il 16 marzo 2010, a quindici giorni dalla scadenza indicata dal Ministero dell’Ambiente per la perimetrazione delle aree.
Nel periodo che intercorre tra la richiesta di autoconvocazione e la seduta del consiglio, parliamo di una decina di giorni, si scatenano una ridda di indiscrezioni sulla perimetrazione, sul protocollo d’intesa firmato dal sindaco, sulla regolamentazione dell’istituzione Parco Nazionale, si inizia a parlare di sedute, diverse sedute, di un tavolo tecnico convocato a Palermo per discutere del Parco con la partecipazione di assessori e dirigenti del Comune di Lipari, senza alcuna informazione nei confronti del consiglio comunale. Il capo dell’amministrazione parla, in una sua recente intervista, di “allarmismo” di “terrorismo”, di “referendum” ma stranamente non fa nessun “mea culpa” per il silenzio colpevole tenuto sull’intera vicenda, ritenendo che una semplice intervista in uno dei siti sia esaustiva della discussione. Bel concetto di democrazia, di partecipazione, di trasparenza. Nell’intervista, inoltre, non parla di chi, in primis, ha alimentato allarmismo e terrorismo, e non ha bisogno di andare troppo lontano per individuarlo, vive come lui a Vulcano e condivide con lui responsabilità amministrative precise, tant’è che nei giorni successivi, per cercare di arginare la ridda di voci sottoscrive con lui una ben strana proposta di perimetrazione del Parco del consegna ad un tavolo tecnico a Palermo, ben diversa da quella che appare successivamente per la perimetrazione del Parco. Il silenzio, colpevole, del capo dell’amministrazione alimenta nel Paese posizioni antitetiche in seno alla stessa amministrazione, scontri con il presidente del Consiglio espressione della maggioranza, prese di posizione di consiglieri che si riconoscevano nella maggioranza, mentre in giro alcuni “untori” di manzoniana memoria, giocando sull’assenza di informazioni da parte del capo dell’amministrazione creano il panico e l’allarme tra la cittadinanza. Indiscrezioni, dichiarazioni, voci che non vengono contrastare dal capo dell’amministrazione ma coraggiosamente dal sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo attraverso un comunicato stampa dell’11 marzo 2010.
Lo stesso coraggio lo assumono le minoranze con un comunicato stampa del 20 marzo nel quale, certamente non lanciano allarmi sconsiderati né fanno del facile terrorismo, ma si limitano a chiedere delle precise garanzie quali: la tutela delle realizzabilità delle attesissime aree artigianali; non devono includere le zone di espansione previste nell’altrettanto atteso PRG o negli altri attuali strumenti urbanistici; non devono compromettere la realizzazione dell’edilizia agevolata e convenzionata; non devono includere i centri urbani e impedire la realizzabilità dei servizi di cui abbiamo bisogno (scuole, impianti sportivi, ampliamento dei cimiteri, attività produttive) non devono precludere la possibilità di attivazione o continuazione di attività agricole, marinare, artigianali e turistiche compatibili con il nostro territorio e con le sue tradizioni. Debbano recepire, per quanto possibile, le giuste istanze di cittadini ed associazioni di categoria o proposte scaturite dagli incontri con tutta la comunità locale.
Il 23 marzo si tiene a Palermo presso l’assessorato Territorio e Ambiente il tavolo tecnico che decide di posticipato al 31 maggio il termine per la perimetrazione.
Ulteriore conferma che qualcuno ha volontariamente deciso di tenere il consiglio e la comunità all’oscuro delle vicende legate all’istituzione del Parco la apprendiamo da un comunicato stampa del 25 marzo scorso, a firma di alcuni consiglieri che hanno partecipato ad un incontro tecnico a Palermo, e cosa affermano, peraltro mai smentiti, i consiglieri?
Da ciò che abbiamo sentito, NON E’ VERO CHE CI VOGLIONO “CALARE” IL PARCO DALL’ALTO, al contrario sia l’Assessorato che il Ministero vogliono un parco CONDIVISO e bene accetto da tutta la popolazione.
il Sindaco di Lipari il 26 gennaio scorso si ERA IMPEGNATO UFFICIALMENTE CON IL MINISTRO A CONSEGNARE LA PERIMETRAZIONE ENTRO IL 31 MARZO, quindi il Sindaco sapeva tutto.-
Infatti, la dott.ssa Lucarelli del Ministero, ha rammentato al Sindaco Bruno la STRETTA DI MANO che si erano scambiati con il Ministro Stefania Prestigiacomo e ha ricordato allo stesso che i Siciliani sono famosi perchè rispettano le strette di mano…….
Che vergogna che abbiamo provato.!!!!!!!!!!
Il 02 aprile 2010 leggiamo, in uno dei siti di informazione che: Alla Regione hanno definito "ridicola" la delibera dell'amministrazione comunale, caldeggiata dall'assessore Natale Famà e predisposta dai tecnici comunali che indica come realizzare il Parco. Una proposta non in linea con quanto previsto dalle legge in vigore. Sulla questione va giù pesante l'ex vicesindaco e consigliere ex An, Gianfranco Guarino che da tecnico serio e preparato e con tanto di onestà intellettuale, in consiglio è andato contro l'amministrazione chiedendo a voce alta di lavorare seriamente e di presentare proposte credibili altrimenti " i nostri figli saranno costretti ad andare via da Lipari".
Nello stesso giorno, il 2 aprile, apprendiamo di una lettera del Dott. Natale Famà, al Sindaco Mariano Bruno, nella quale l’assessore “Alla luce di tutti gli avvenimenti inerenti l’argomento “Parco Nazionale delle Eolie”, pur se onorato dell’ampia delega da Lei concessami per iscritto, La pregherei in maniera inequivocabile di continuare a seguire Ella stessa come del resto ha già fatto la vicenda di cui in oggetto nelle sedi competenti fermo restando una fattiva collaborazione in riferimento alle altre deleghe da Lei assegnatemi e alla relativa attività assessoriale. Concludo affermando che l’istituendo Parco potrebbe rappresentare una piena valorizzazione del nostro territorio con opportunità per tutte le categorie interessate se concepito in modo adeguato sotto il profilo tecnico, sociale e politico.
Il 16 aprile leggiamo della presa di posizione del Dott. Roberto Materia, che dichiara, PARCO DELLE EOLIE - concordato dal Sindaco con i vertici romani e solo grazie all’intervento del Presidente del Consiglio Comunale, di alcuni Consiglieri e qualche Assessore sta iniziando un confronto con i cittadini.
Nella stessa giornata apprendiamo di una lettera del Presidente del Consiglio Longo indirizzata al On.le Stefania Prestigiacomo ed altri nella quale si afferma:
Come già rappresentato nella precitata nota il Consiglio Comunale di Lipari alla data odierna, malgrado gli auspici del Sig. Ministro dell’Ambiente e del Sig. Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, “non è stato informato in ordine alle attività intraprese di cui è venuto a conoscenza a posteriori e solo tramite gli organi di stampa, ne è stato coinvolto nelle scelte e nei pareri espressi dal Sindaco”.
Mi fermo qui per non tediare il lettore, credo sia chiaro a tutti chi ha mentito, nascosto, eluso qualsiasi confronto, adesso occorre da parte di tutti accettare che su questo argomento occorre passare dalla fase della protesta alla fase della proposta. Accogliere l’istituzione del Parco Nazionale come un ulteriore passo verso lo sviluppo eco-sostenibile del nostro territorio da tutti auspicato proponendo quelle modifiche, quelle integrazioni che riteniamo necessarie ed indispensabili a far sì che siamo realmente un Parco condiviso e positivo per la nostra comunità.
Lipari 24 aprile 2010
Giuseppe La Greca
Ex Pumex: "Nessuna risposta al dottor D'Ambra..solo la necessità di dare una visione chiara ed univoca"
Riceviamo e pubblichiamo:
Partendo dal presupposto che, la presente non è una risposta al Dott. Enzo D’Ambra, in quanto avevamo già scritto di non volere cadere in futili polemiche, ma ci è d’obbligo precisare ed affermare quanto di seguito esposto per dare una visione chiara ed univoca.
1)Non abbiamo dato nessun giudizio sull’imprenditore. I risultati ed i giudizi li lasciamo all’opinione pubblica e non a Lui, ma ripetiamo:
La STORIA dice che negli ultimi anni la Pumex S.p.A. non era in continua espansione e non ha assunto tutti questi dipendenti e/o collaboratori così da poter migliorare l’asfittica occupazione dell’isola. Anzi ad onore del vero ancora si sentono nell’isola, le ripercussioni dei licenziamenti della seconda metà degli anni novanta (furono licenziati 39 unità).
Addirittura dai registri contabili - basta leggerli sono pubblici – è possibile riscontrare come negli ultimi anni l’azienda chiudeva in passivo. Inoltre, si possono chiedere e vedere le dichiarazioni dei redditi – anche questi sono pubblici - di tutti gli azionisti così da poter vedere quanto hanno guadagnato dalla Pumex S.p.A.
2)“Riguardo l’obbligo di firma ed il loro sporadico utilizzo nei locali affittati all’azienda”, Le ricordiamo che siamo a Lipari, piccolo paese dove tutto è all’occhio ed alla valutazione dell’opinione pubblica, pertanto, se si movimenta materiale pomicifero (quindi ciò per cui siamo stati assunti) o ombrelloni, sdraio, vecchie cucine, sedie, divani ecc., è difficile sostenere quanto dichiarato nella precedente “Lettera Aperta” – forse si è trattato, per l’ennesima volta, di qualche Sua inesattezza o forse l’ex imprenditore, ha soltanto dimenticato quanto accaduto.
3)Dopo il blocco delle attività produttive ci ha fatto lavorare invece di licenziarci, ma non ci ha pagato, infatti siamo ancora, dopo quasi tre anni, in attesa anche delle spettanze per legge dovute. Si rende conto della grande cortesia che ci ha fatto? O continua a volere sostenere che lo ha fatto per noi? Se così fosse perché non ci dà i nostri soldi?
4)Sulle cessioni del quinto dello stipendio, caliamo un velo pietoso, in quanto sarebbe stato meglio che non venisse reso pubblico il tentativo, da parte dei liquidatori dell’azienda, di continuare a pagare a rate i suddetti crediti che per legge andavano chiusi sessanta giorni dopo il licenziamento. Ma si rende conto che ciò non è possibile per Legge?
5)L’ultimo appunto sul TFR. Dicesi TFR “TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO” da pagarsi, come la legge prescrive, nei sessanta giorni successivi alla data del licenziamento, in quanto sono soldi accantonati dal lavoratore negli anni di servizio, pertanto di nostra esclusiva proprietà.
Ma quale concordato e concordato. Si rende conto che Lei continua a sostenere che per avere i nostri soldi dobbiamo metterci d’accordo? Su cosa??? Ci dia soltanto quanto ci deve e Subito!!! Sicuramente ci fa più figura.
6)Infine, se Lei ha sempre lavorato in piena sicurezza, come mai oggi chiede con forza la messa in sicurezza? Cosa deve mettere in sicurezza se Lei dichiara – sono Sue Parole – “possibilità di lavorare in condizioni di sicurezza ed in condizioni ambientali idonee”. Abbia l’accortezza di usare termini, modi e tempi idonei in quanto la STORIA ci insegna altre cose, purtroppo, quali silicosi ed incidenti anche gravi e/o mortali (se vuole Le facciamo una rassegna stampa per rinfrescarLe la memoria).
Poi chiediamo dove ha letto o sentito che vogliamo un posto nella Pubblica Amministrazione.
Noi vogliamo, anzi rivogliamo un LAVORO, cioè quello che avevamo e ci è stato Rubato!
Scusi, ma ha qualche appunto da fare anche ai dipendenti della pubblica amministrazione?
Se è cosi’ lo faccia, ma senza metterci in mezzo o usarci come è nel Suo stile.
Solo chi La conosce, e noi si che la conosciamo bene, può capire dove vuole arrivare e cosa c’è sotto le Sue affermazioni e considerazioni.
Lei continua a fare fumo, in modo da confondere e nascondere la realtà dei fatti, ma senza rendersi conto che ciò non è più possibile, né per Lei né per nessun altro.
Ribadiamo che, nessuno può cambiare la STORIA o le LEGGI anche se, in virtù di quanto dimostra e scrive la Sua voglia di farle ciò è ancora forte. VERO????!!!!!.
N. B. Quello che noi, suoi ex dipendenti, Le chiediamo da tre anni, egregio Dott. D’Ambra sono solo e soltanto due cose:
1.I nostri soldi, cioè TFR e tutte le somme residue riguardanti gli stipendi ed il preavviso, compreso quanto altro previsto dalle normative vigenti;
2.Un po’ di Umanità da parte Sua, visto che (come dice Lei) ci ha dato molto, ma dimentica (volutamente e colpevolmente) che ha preso TANTISSIMO.
Ultimamente ci stiamo rendendo conto che, Le stiamo chiedendo tantissimo, perché – forse – darci quanto ci spetta in termini economici, per Lei risulta troppo indigesto e soprattutto la parola Umanità sembra non essere contemplata nel Suo personalissimo vocabolario.
Gli Ex Lavoratori della Pomice
Siamo costretti anche qui a precisare che, dietro la firma “gli ex lavoratori della pomice” si intendono tutti coloro che dall’8 marzo occupano la Stanza del Sindaco e che quì da noi tutto è deciso all’unanimità, anche dopo eventuali votazioni come del resto è costume in tutte le democrazie.
Partendo dal presupposto che, la presente non è una risposta al Dott. Enzo D’Ambra, in quanto avevamo già scritto di non volere cadere in futili polemiche, ma ci è d’obbligo precisare ed affermare quanto di seguito esposto per dare una visione chiara ed univoca.
1)Non abbiamo dato nessun giudizio sull’imprenditore. I risultati ed i giudizi li lasciamo all’opinione pubblica e non a Lui, ma ripetiamo:
La STORIA dice che negli ultimi anni la Pumex S.p.A. non era in continua espansione e non ha assunto tutti questi dipendenti e/o collaboratori così da poter migliorare l’asfittica occupazione dell’isola. Anzi ad onore del vero ancora si sentono nell’isola, le ripercussioni dei licenziamenti della seconda metà degli anni novanta (furono licenziati 39 unità).
Addirittura dai registri contabili - basta leggerli sono pubblici – è possibile riscontrare come negli ultimi anni l’azienda chiudeva in passivo. Inoltre, si possono chiedere e vedere le dichiarazioni dei redditi – anche questi sono pubblici - di tutti gli azionisti così da poter vedere quanto hanno guadagnato dalla Pumex S.p.A.
2)“Riguardo l’obbligo di firma ed il loro sporadico utilizzo nei locali affittati all’azienda”, Le ricordiamo che siamo a Lipari, piccolo paese dove tutto è all’occhio ed alla valutazione dell’opinione pubblica, pertanto, se si movimenta materiale pomicifero (quindi ciò per cui siamo stati assunti) o ombrelloni, sdraio, vecchie cucine, sedie, divani ecc., è difficile sostenere quanto dichiarato nella precedente “Lettera Aperta” – forse si è trattato, per l’ennesima volta, di qualche Sua inesattezza o forse l’ex imprenditore, ha soltanto dimenticato quanto accaduto.
3)Dopo il blocco delle attività produttive ci ha fatto lavorare invece di licenziarci, ma non ci ha pagato, infatti siamo ancora, dopo quasi tre anni, in attesa anche delle spettanze per legge dovute. Si rende conto della grande cortesia che ci ha fatto? O continua a volere sostenere che lo ha fatto per noi? Se così fosse perché non ci dà i nostri soldi?
4)Sulle cessioni del quinto dello stipendio, caliamo un velo pietoso, in quanto sarebbe stato meglio che non venisse reso pubblico il tentativo, da parte dei liquidatori dell’azienda, di continuare a pagare a rate i suddetti crediti che per legge andavano chiusi sessanta giorni dopo il licenziamento. Ma si rende conto che ciò non è possibile per Legge?
5)L’ultimo appunto sul TFR. Dicesi TFR “TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO” da pagarsi, come la legge prescrive, nei sessanta giorni successivi alla data del licenziamento, in quanto sono soldi accantonati dal lavoratore negli anni di servizio, pertanto di nostra esclusiva proprietà.
Ma quale concordato e concordato. Si rende conto che Lei continua a sostenere che per avere i nostri soldi dobbiamo metterci d’accordo? Su cosa??? Ci dia soltanto quanto ci deve e Subito!!! Sicuramente ci fa più figura.
6)Infine, se Lei ha sempre lavorato in piena sicurezza, come mai oggi chiede con forza la messa in sicurezza? Cosa deve mettere in sicurezza se Lei dichiara – sono Sue Parole – “possibilità di lavorare in condizioni di sicurezza ed in condizioni ambientali idonee”. Abbia l’accortezza di usare termini, modi e tempi idonei in quanto la STORIA ci insegna altre cose, purtroppo, quali silicosi ed incidenti anche gravi e/o mortali (se vuole Le facciamo una rassegna stampa per rinfrescarLe la memoria).
Poi chiediamo dove ha letto o sentito che vogliamo un posto nella Pubblica Amministrazione.
Noi vogliamo, anzi rivogliamo un LAVORO, cioè quello che avevamo e ci è stato Rubato!
Scusi, ma ha qualche appunto da fare anche ai dipendenti della pubblica amministrazione?
Se è cosi’ lo faccia, ma senza metterci in mezzo o usarci come è nel Suo stile.
Solo chi La conosce, e noi si che la conosciamo bene, può capire dove vuole arrivare e cosa c’è sotto le Sue affermazioni e considerazioni.
Lei continua a fare fumo, in modo da confondere e nascondere la realtà dei fatti, ma senza rendersi conto che ciò non è più possibile, né per Lei né per nessun altro.
Ribadiamo che, nessuno può cambiare la STORIA o le LEGGI anche se, in virtù di quanto dimostra e scrive la Sua voglia di farle ciò è ancora forte. VERO????!!!!!.
N. B. Quello che noi, suoi ex dipendenti, Le chiediamo da tre anni, egregio Dott. D’Ambra sono solo e soltanto due cose:
1.I nostri soldi, cioè TFR e tutte le somme residue riguardanti gli stipendi ed il preavviso, compreso quanto altro previsto dalle normative vigenti;
2.Un po’ di Umanità da parte Sua, visto che (come dice Lei) ci ha dato molto, ma dimentica (volutamente e colpevolmente) che ha preso TANTISSIMO.
Ultimamente ci stiamo rendendo conto che, Le stiamo chiedendo tantissimo, perché – forse – darci quanto ci spetta in termini economici, per Lei risulta troppo indigesto e soprattutto la parola Umanità sembra non essere contemplata nel Suo personalissimo vocabolario.
Gli Ex Lavoratori della Pomice
Siamo costretti anche qui a precisare che, dietro la firma “gli ex lavoratori della pomice” si intendono tutti coloro che dall’8 marzo occupano la Stanza del Sindaco e che quì da noi tutto è deciso all’unanimità, anche dopo eventuali votazioni come del resto è costume in tutte le democrazie.
Lipari: L'indecorosa situazione della via Amendola. Intervento del consigliere Biviano
Questo il testo della lettera che il consigliere comunale Giacomo Biviano ha inviato al Sindaco del Comune di Lipari Dott. Mariano Bruno,all'Assessore all'Ecologia Sig. Giulio China, al Presidente dell'ATo 5 Eolie Dott. Rosario Venuto, all'Amm. Delegato dell'Ato 5 Eolie Rag. Domenico Fonti
OGGETTO: Stato indecoroso via Tenente Mariano Amendola.
Gentili signori,
Con la presente solo per segnalarvi lo stato indecoroso in cui versa la via Tenente Mariano Amendola, al di sotto della banchina portuale di Sottomonastero.
Nella suddeta via, evidentemente, non si procede ad una regolare, efficace e/o giornaliera pulizia dei luoghi e allo sbarazzamento dei detriti e dei materiali portati dal mare o gettati incivilmente.
Non si offrè, quindi, uno spettacolo decoroso ai numerosi turisti che arrivano nella nostra isola, i quali, come primo impatto, si trovano davanti una scena non certamente consone a quel concetto di bellezza di cui spesso si sente parlare.
E' di recente, inoltre, sempre nella stessa via, l'apertura di nuove attività commerciali, per i quali si rende, a maggior ragione, necessaria la pulizia e l'igiene di tutta la zona.
Sicuro di un vostro inmediato intervento e/o riscontro, porgo i migliori saluti.
Il Consigliere Comunale Partito Democratico
Dott. Giacomo Biviano
OGGETTO: Stato indecoroso via Tenente Mariano Amendola.
Gentili signori,
Con la presente solo per segnalarvi lo stato indecoroso in cui versa la via Tenente Mariano Amendola, al di sotto della banchina portuale di Sottomonastero.
Nella suddeta via, evidentemente, non si procede ad una regolare, efficace e/o giornaliera pulizia dei luoghi e allo sbarazzamento dei detriti e dei materiali portati dal mare o gettati incivilmente.
Non si offrè, quindi, uno spettacolo decoroso ai numerosi turisti che arrivano nella nostra isola, i quali, come primo impatto, si trovano davanti una scena non certamente consone a quel concetto di bellezza di cui spesso si sente parlare.
E' di recente, inoltre, sempre nella stessa via, l'apertura di nuove attività commerciali, per i quali si rende, a maggior ragione, necessaria la pulizia e l'igiene di tutta la zona.
Sicuro di un vostro inmediato intervento e/o riscontro, porgo i migliori saluti.
Il Consigliere Comunale Partito Democratico
Dott. Giacomo Biviano
Tra sicurezza ambientale e Marsili. Incontro all'ITCG "Conti"
Incontro stamani nell'aula magna dell'ITCG "Conti" fra i geometri eoliani e alcuni studenti del corso geometri con il professor Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del territorio dell'Università di Napoli, e con l'ing. Angelo Spizuoco.
L'incontro, organizzato dall'AGE (Associazione dei geometri eoliani), in collaborazione con l'associazione provinciale, che aveva come tema principale la sicurezza ambientale, ha suscitato notevole interesse tra i presenti.
Noi di Eolienews li abbiamo intervistati. Con il professor Ortolani abbiamo parlato anche del "Marsili" (il vulcano sottomarino) e dei rischi che corrono eventualmente le Eolie.
L'INTERVISTA:
L'incontro, organizzato dall'AGE (Associazione dei geometri eoliani), in collaborazione con l'associazione provinciale, che aveva come tema principale la sicurezza ambientale, ha suscitato notevole interesse tra i presenti.
Noi di Eolienews li abbiamo intervistati. Con il professor Ortolani abbiamo parlato anche del "Marsili" (il vulcano sottomarino) e dei rischi che corrono eventualmente le Eolie.
L'INTERVISTA:
Famiglie e imprese in crisi: via al microcredito. Iniziativa fortemente voluta dall'Arcidiocesi di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela
L'Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, la Banca di Credito cooperativo Antonello, la Fondazione anti usura padre Pino Puglisi e l'Innova Bic: è questa l'alleanza per il progetto «Microcredito, grandi sogni» presentato ieri in Curia, per fornire alle famiglie e alle imprese in crisi, tanto più nell'anno dell'alluvione di Giampilieri, Molino, Altolia, Briga, Scaletta e Itala, uno strumento di sviluppo «ispirato – il passaggio chiave – ai valori umani e cristiani della responsabilità personale, della solidarietà e della cooperazione».
Si tratta della possibilità di ottenere un prestito a tasso agevolato, per obiettivi vitali quali la protezione sociale contro la malattia, la vecchiaia e la disoccupazione, l'istruzione, e tutte le necessità non ordinarie dovute a calamità come quella dell'1 ottobre 2009: dal finanziamento dell'attività od impresa interrottasi, alle somme necessarie per riacquistare i mobili perduti.
Famiglie ed imprese versanti in condizione di debolezza sotto il profilo delle "garanzie patrimoniali" di solito preclusivo per il credito bancario, sono dunque i due destinatari del progetto di microcredito, fortemente voluto dalla Chiesa. Progetto frutto di tavoli di riflessione coordinati dalla Curia e dalla Caritas, alla presenza dell'arcivescovo La Piana, nell'ottica della convenzione siglata con la Banca di Credito cooperativo, con la Fondazione antiusura e la società Innovabic. Si è arrivati così alla definizione di un mirato progetto di microcredito, «animato dalla volontà – ha sottolineato mons. Gaetano Tripodo, direttore della Caritas – di fornire nuove opportunità di realizzazione alle persone e di assistenza ai più deboli, estranea alla logica del puro assistenzialismo, ma aiutando le persone a concretizzare i propri progetti se garantiti da idee valide e dal senso di responsabilità». Si crea un "fondo di garanzia" collegato a un progetto aperto alla città: la copertura globale, in atto 1 milione, può essere ulteriormente alimentata dai benefattori, «e tanto maggiore sarà la generosità di chi può donare, tanto maggiore sarà la possibilità di concedere prestiti». Il tasso d'interesse è del 4 per cento annuo che diventa il 2 per le famiglie o le imprese che abbiano ottenuto il microcredito (da 5.000 a 20.000 euro) all'interno delle aree alluvionate». La durata massima del prestito è di 60 mesi.
Naturalmente, fermo il pre-requisito della difficoltà di accesso alle istituzioni finanziarie per la carenza di "garanzie patrimoniali" nonché dell'esclusione dei "beni voluttuari" come obiettivo, il filtro e la selezione delle istanze di microcredito (da presentare allo sportello del fondazione Pino Puglisi di via Felice Bisazza 21; o allo sportello Policoro nella sede della Curia di via I Settembre) sono garantiti. Effettuato il primo ascolto, le richieste verranno inoltrate a un apposito comitato di valutazione composto da tre rappresentanti dei promotori – Arcidiocesi, Banca Antonello, Fondazione antiusura – che le valuterà attentamente, smistando quelle per attività d'impresa alla Innovabic Spa che (gratuitamente) curerà l'istruttoria e l'espletamento delle pratiche. L'iter sarà svolto in un mese dalla presentazione delle domande.
Ad illustrare obiettivi e dati del progetto, assieme al direttore Caritas mons. Tripodo, sono stati il direttore della fondazione antiusura Pino Puglisi, mons. Nino Caminiti; il presidente ed il direttore della Banca di Credito cooperativo Antonello, Francesco De Domenico e Fabrizio Vigorita; il presidente di Innovabic, Dario Latella; i responsabili della pastorale giovanile e sociale, e del lavoro, rispettivamente i padri Dario Mostaccio e Sergio Siracusano.
Si tratta della possibilità di ottenere un prestito a tasso agevolato, per obiettivi vitali quali la protezione sociale contro la malattia, la vecchiaia e la disoccupazione, l'istruzione, e tutte le necessità non ordinarie dovute a calamità come quella dell'1 ottobre 2009: dal finanziamento dell'attività od impresa interrottasi, alle somme necessarie per riacquistare i mobili perduti.
Famiglie ed imprese versanti in condizione di debolezza sotto il profilo delle "garanzie patrimoniali" di solito preclusivo per il credito bancario, sono dunque i due destinatari del progetto di microcredito, fortemente voluto dalla Chiesa. Progetto frutto di tavoli di riflessione coordinati dalla Curia e dalla Caritas, alla presenza dell'arcivescovo La Piana, nell'ottica della convenzione siglata con la Banca di Credito cooperativo, con la Fondazione antiusura e la società Innovabic. Si è arrivati così alla definizione di un mirato progetto di microcredito, «animato dalla volontà – ha sottolineato mons. Gaetano Tripodo, direttore della Caritas – di fornire nuove opportunità di realizzazione alle persone e di assistenza ai più deboli, estranea alla logica del puro assistenzialismo, ma aiutando le persone a concretizzare i propri progetti se garantiti da idee valide e dal senso di responsabilità». Si crea un "fondo di garanzia" collegato a un progetto aperto alla città: la copertura globale, in atto 1 milione, può essere ulteriormente alimentata dai benefattori, «e tanto maggiore sarà la generosità di chi può donare, tanto maggiore sarà la possibilità di concedere prestiti». Il tasso d'interesse è del 4 per cento annuo che diventa il 2 per le famiglie o le imprese che abbiano ottenuto il microcredito (da 5.000 a 20.000 euro) all'interno delle aree alluvionate». La durata massima del prestito è di 60 mesi.
Naturalmente, fermo il pre-requisito della difficoltà di accesso alle istituzioni finanziarie per la carenza di "garanzie patrimoniali" nonché dell'esclusione dei "beni voluttuari" come obiettivo, il filtro e la selezione delle istanze di microcredito (da presentare allo sportello del fondazione Pino Puglisi di via Felice Bisazza 21; o allo sportello Policoro nella sede della Curia di via I Settembre) sono garantiti. Effettuato il primo ascolto, le richieste verranno inoltrate a un apposito comitato di valutazione composto da tre rappresentanti dei promotori – Arcidiocesi, Banca Antonello, Fondazione antiusura – che le valuterà attentamente, smistando quelle per attività d'impresa alla Innovabic Spa che (gratuitamente) curerà l'istruttoria e l'espletamento delle pratiche. L'iter sarà svolto in un mese dalla presentazione delle domande.
Ad illustrare obiettivi e dati del progetto, assieme al direttore Caritas mons. Tripodo, sono stati il direttore della fondazione antiusura Pino Puglisi, mons. Nino Caminiti; il presidente ed il direttore della Banca di Credito cooperativo Antonello, Francesco De Domenico e Fabrizio Vigorita; il presidente di Innovabic, Dario Latella; i responsabili della pastorale giovanile e sociale, e del lavoro, rispettivamente i padri Dario Mostaccio e Sergio Siracusano.
Parco Nazionale delle Eolie. Documento agli atti del consiglio comunale venuto fuori dall'incontro di Roma del 21/01/10 al Ministero dell'Ambiente
Parco delle Eolie. Pubblichiamo un documento in forma integrale venuto fuori dalla riunione tenutasi a Roma al Ministero dell'Ambiente il 21/01/10.
Precisiamo che non si tratta di un documento riservato, probabilmente indicativo, ma sicuramente interessante per capire cosa si intende per parco nazionale, i "cavilli" che un parco comporta, quali sono gli organi del parco. Nello specifico caso del Parco delle Eolie: le risorse finanziarie e gli assi d'intervento. Il documento, tra l'altro, da quanto apprendiamo è a disposizione dei consiglieri comunali trovandosi lo stesso agli atti del consiglio comunale stesso.
CAPITOLO I – IL PARCO NAZIONALE DELLE ISOLE EOLIE
1. Il Parco Nazionale
Un parco nazionale è un ampio territorio in cui convivono insieme, uomo e natura. E’ un territorio di rilevante valore naturalistico e ambientale, che viene tutelato e gestito in modo che si conservi per le generazioni presenti e future.
Nella definizioni di “Parco Nazionale” rientrano tutte le aree terrestri, fluviali, lacuali e marine che contengano uno o più ecosistemi intatti o, anche se parzialmente alterati da interventi antropici, contengano una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi, tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.
Il Parco Nazionale delle Isole Eolie è stato istituito con legge n. 244 del 24 dicembre 2007.
Oggi in Italia sono stati istituiti 24 parchi nazionali che integrano e completano la salvaguardia operata dalle riserve regionali e provinciali all’interno del Sistema Nazionale Complessivo di Aree Protette, coinvolgendo Enti territoriali e associazioni no profit nella gestione del perimetro tutelato e nelle politiche di accesso e beneficio delle popolazioni locali.
Oltre alla funzioni collegate alla pianificazione del territorio e alla vigilanza sulla salvaguardia degli ecosistemi e dei valori naturali ricollegati al territorio italiano, il Parco nazionale ha una precisa missione di fungere da strumento di collegamento e valorizzazione delle realtà locali che devono trovare nella bellezza (e delicatezza) del territorio su cui abitano l’elemento di coesione, la risorsa chiave del loro sviluppo.
2. Le finalità e la politica ambientale
Le finalità dell’Ente Parco vertono su cinque assi principali:
1. Conservazione: difendere l’ambiente nei suoi aspetti originari deve essere la premessa fondamentale per qualsiasi sviluppo della nostra società e ne testimonia il grado di civiltà.
2. Integrazione tra uomo ed ambiente: creare le condizioni perché lo sviluppo delle condizioni di vita delle popolazioni locali si basi sulla conservazione, sulla valorizzazione e sulla razionale gestionale delle risorse naturali e culturali che l’area protetta custodisce. Per questo il Parco tutela e promuove le attività tradizionali e di qualità, legate alla cultura materiale sedimentata nel territorio.
3. Fruibilità e accesso: aperto a tutti e fruibile, al fine della conoscenza del territorio ed a beneficio dei visitatori, nel pieno rispetto dell’ambiente in parco intende portare avanti attività di educazione ambientale, centri visita, musei, aree faunistiche e sentieri costituiscono un insieme organico che favorisce le visite orientate, di gruppo o individuali. Questo “sistema” operante sul territorio intende porsi come una delle forme più avanzate ed importanti di organizzazione del turismo di scoperta ed esperienziale.
4. Divulgazione: il Parco promuove e valorizza il territorio anche attraverso conferenze, pubblicazioni, libri, sito web, scambi tra aree protette, coinvolgimento di scuole ed Istituzioni, a livello nazionale ed internazionale.
5. Ricerca: in base al principio per cui per proteggere si deve conoscere, il Parco studia il territorio in modo approfondito ed esteso a tutte le sue componenti storiche, sociali, geologiche, faunistiche e vegetazionali; l’effettivo valore di questi elementi può essere compreso soltanto attraverso l’attuazione di un articolato piano di ricerca, i cui risultati vengono poi impiegati per stabilire i più efficaci criteri di protezione e conservazione.
3. Gli strumenti di pianificazione
La concreta gestione del patrimonio naturale, culturale ed economico del parco viene realizzata adottando gli organi e gli strumenti di gestione introdotti dalla Legge Quadro n. 394 del 6 dicembre 1991.
In particolare, per l’elaborazione di specifiche politiche di sviluppo delle aree parco che, attraverso il coinvolgimento delle popolazioni interessate, possano conciliare gli obiettivi di conservazione della natura con quelli di sviluppo socio – economico, la legge quadro introduce negli art. 11, 12 e 14 (Regolamento del Parco – Piano per il parco – Iniziative per la promozione economica e sociale) gli strumenti di gestione adottati dell’Ente parco e dalla Comunità del parco.
Il regolamento del parco disciplina l’esercizio delle attività consentite entro il territorio del parco rispettando le caratteristiche proprie del parco stesso, disciplina in particolare:
· la tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti;
· lo svolgimento e la circolazione del pubblico con qualsiasi mezzo di trasporto;
· lo svolgimento delle attività di ricerca scientifica e biosanitaria;
· i limite alle emissioni sonore, luminose;
· lo svolgimento delle attività da affidare a interventi i occupazione giovanile, di volontariato, con particolare riferimento alle comunità terapeutiche, e al servizio civile alternativo;
· l’accessibilità nel territorio del parco attraverso percorsi e strutture idonee per disabili, portatori di handicap e anziani.
3.1 Il Piano del Parco ed il Piano pluriennale economico e sociale
Il Piano per il parco è lo strumento attraverso cui l’Ente parco persegue la tutela dei valori naturali ed ambientali attraverso il piano per il parco che disciplina quanto segue:
· l’organizzazione generale del territorio;
· vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano;
· sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori handicap e agli anziani;
· sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agroturistiche;
· indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull’ambiente naturale in genere.
Il pano, cha ha durata quadriennale, è predisposto dall’Ente parco entro sei mesi dalla sua istituzione ed è adottato dalla regione entro i successivi quattro mesi, sentiti gli enti locali.
La comunità del parco per promuovere le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle collettività residenti all’interno del parco, elabora, entro un anno dalla sua costituzione, un piano pluriennale economico e sociale. Il piano prevede inoltre:
a. la concessione di sovvenzioni;
b. la predisposizione di attrezzature, impianti di depurazione e per il risparmio energetico, servizi ed impianti di carattere turistico – naturalistico;
c. l’agevolazione o la promozione, anche in forma cooperativa, di attività tradizionali artigianali, agro – silvo – pastorali, culturali, servizi sociali e biblioteche, restauro;
d. iniziative volte a favorire lo sviluppo del turismo e delle attività locali, nel rispetto delle esigenze di conservazione del parco;
f. attività ed interventi diretti a favorire l’occupazione giovanile ed il volontariato, nonché l’accessibilità e la fruizione, in particolare per i portatori di handicap;
g. l’organizzazione, d’intesa con la regione o le regioni interessate, di speciali corsi di formazione al termine dei quali viene rilasciato il titolo ufficiale ed esclusivo di guida del parco.
La tutela dei valori naturali e ambientali, che la Legge affida all’Ente Parco, è perseguita attraverso lo strumento del piano per il parco, che suddivide il territorio in funzione del diverso grado di protezione. Il territorio del Parco è dunque articolato ‘in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela’.
La zonizzazione del parco prevede quindi:
· riserve integrali nelle quali l’ambiente naturale è conservato nella sua integrità.
· riserve generali orientate nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell’Ente Parco. Sono altresì ammesse opere di manutenzione alle opere esistenti.
· aree di protezione nelle quali, in armonia con finalità istitutive e in conformità ai criteri generali fissati dall’Ente Parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro – silvo – pastorali nonché di pesca e raccolta dei prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità.
· aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del Parco e finalizzate al miglioramento della vita socio – culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori.
Altresì il piano economico e sociale ha la peculiarità di garantire lo sviluppo economico sociale del territorio in quanto il medesimo piano viene redatto dalla Comunità del Parco (in questo caso composta da Comuni di Provincia e Regione) che rappresentano le necessità, le opportunità e le azioni necessarie sia per un miglioramento della qualità della vita che di uno sviluppo economico mirato alle strettissime esigenze territoriali avendo particolare riguardo alla situazione dei collegamenti con la terraferma alla tutela e salvaguardia del patrimonio vulcanologico, nonché delle prospettive di sviluppo turistico regolamentato e disciplinato in base alla legge 349/91.
La globalità dell’azione del PPES è in particolare curata raccogliendo una selezione delle azioni operative (quelle a più diretta valenza socioeconomica) già suggerite dal Piano del Parco e dagli altri Piani. In questa stessa direzione, le attività e gli interventi migliorativi hanno l’obiettivo prioritario di essere riassunti nel bilancio previsionale dell’Ente che costituisce lo strumento programmatico annuale per l’Ente Parco.
L’obiettivo è evidente: il PPES, raccoglie il frutto delle implicazioni socio economiche della generale azione di programmazione del Parco attraverso le decisioni finanziarie adottate ed in corso di attuazione, e si pone come il riferimento fondamentale della futura formazione delle decisioni di spesa del Parco – con particolare riguardo alla tutela e salvaguardia del sito UNESCO – e come organico quadro di riferimento della sua azione politica.
3.2 Il sistema di gestione ambientale e gli assi di intervento
Per il conseguimento delle finalità sopra esposte l’Ente Parco intende altresì dotarsi di un sistema di gestione ambientale nel rispetto del regolamento comunitario EMAS, il quale consente un efficace controllo delle proprie attività, gestite e promosse secondo diversi assi strategici di intervento, tra cui:
· conservazione del patrimonio naturale
· gestione del patrimonio storico culturale e delle tradizioni
· sistema dell’accessibilità e dell’integrazione
· fruizione del parco e delle sue risorse
· promozione della sostenibilità nei settori agricoltura foresta e pesca
· controllo e gestione della pressione insediativa
· controllo dei fattori inquinanti e di instabilità idrogeologica
· valorizzazione e qualificazione delle risorse umane
· attività amministrativo contabili
L’Ente Parco, attraverso l’ottimizzazione degli aspetti ambientali significativi – diretti ed indiretti – legati all’attuazione degli assi di intervento, si impegna a:
1. favorire ed intraprendere iniziative utili al recupero e alla valorizzazione delle caratteristiche naturali, paesaggistiche, storiche e culturali del territorio;
2. attivare un processo continuo di miglioramento delle prestazioni ambientali delle proprie attività e di quelle svolte sul territorio sulle quali può avere un’influenza;
3. adottare le precauzioni e le disposizioni necessarie per prevenire, eliminare o ridurre qualsiasi forma di inquinamento ambientale;
4. promuovere ed organizzare il territorio per la fruizione ai fini didattici, culturali, scientifici, ricreativi e turistici;
5. promuovere ogni iniziativa utile alla qualificazione delle attività esistenti sul territorio e alla valorizzazione dei prodotti tipici;
6. coniugare lo sviluppo economico con la compatibilità ambientale;
7. promuovere una fruizione sostenibile;
8. adottare metodi e procedure che consentano il rispetto delle prescrizioni legali applicabili agli propri aspetti ambientali soggetti alla competenza dell’Ente Parco;
9. sensibilizzare e formare tutto il personale interno o che opera per esso, al fine di migliorare il senso di responsabilità ambientale anche al fine di creare un dialogo aperto con tutte le parti interessate comunicando sia all’interno che all’esterno tutte le informazioni necessarie a comprendere gli effetti ambientali delle attività;
10. fornire alle pubbliche amministrazioni e alle altre parti interessate i dati sulle condizioni ambientali del territorio e i possibili obiettivi di miglioramento favorendo ogni forma di sinergie finalizzate ad una corretta gestione del territorio stesso;
11. realizzare il recupero delle ex aree di cava attraverso la messa in sicurezza, la rimozione del materiale di scarto di pietra pomice e la predisposizione di progetti scientifici per il ripristino della vegetazione autoctona (previa autorizzazione della Procura della Repubblica poiché alcune delle ex aree di cava sono sottoposte a sequestro giudiziario);
12. realizzare un piano per la riconversione a fini didattici ed eco – turistici delle infrastrutture delle miniere, in connessione con un programma di reimpiego e/o riqualificazione degli operai delle cave;
13. presentare una proposta di modifica dei confini del sito UNESCO in base ai perimetri del Parco e, segnatamente, per quanto riguarda l’isola di Lipari;
14. formulare una proposta per l’inclusione degli habitat costieri e marini all’interno del perimetro l’UNESCO in base alle linee – guida operative della Convenzione del 1972;
15. definire un piano di obiettivi e principi di guida da inserire nell’istruttoria in corso della valutazione ambientale strategica sul progetto di allargamento del porto di Lipari.
Nota della redazione: i punti 13/14/15 sono stati evidenziati in rosso poichè nel documento in nostro possesso accanto ad essi vi è scritto: NO
3.3 Gli organi del Parco
La legge quadro sulle aree protette degli art. 9, 10, 11, 12 e 14 individua gli organi e gli strumenti di gestione per perseguire le finalità istitutive del Parco e i più generali obiettivi di conservazione e sviluppo sostenibile.
Gli organi di gestione che compongono l’Ente Parco, che ha personalità di diritto pubblico, sede legale e amministrativa nel territorio del parco ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’ambiente, sono:
· Il Presidente
· Il Consiglio Direttivo
· La Giunta esecutiva
· Il Collegio dei Revisori dei Conti
· La Comunità del Parco
Il Presidente è nominato con decreto del Ministro dell’ambiente d’intesa con i presidenti delle regioni nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale. Il Presidente ha la legale rappresentanza dell’Ente parco, ne coordina l’attività, esplica le funzioni che gli sono delegate dal Consiglio direttivo, adotta i provvedimenti urgenti ed indifferibili che sottopone alla ratifica del Consiglio direttivo nella seduta successiva.
Il Consiglio Direttivo è formato dal Presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell’ambiente, sentite le regioni interessate, scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura o tra i rappresentanti della Comunità del parco, secondo le seguenti modalità:
a) cinque, su designazione della Comunità del parco, con voto limitato;
b) due, su designazione delle associazioni di protezione ambientale individuate ai sensi dell’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349, scelti tra esperti in materia naturalistico – ambientale;
c) due, su designazione dell’Accademia nazionale dei Lincei, della Società botanica italiana, dell’Unione zoologica italiana, del Consiglio nazionale delle ricerche e delle Università degli studi con sede nelle province nei cui territori ricade il parco; in caso di designazione di un numero superiore a due la scelta tra i soggetti indicati è effettuata dal Ministro dell’ambiente;
d) uno, su designazione del Ministro dell’agricoltura e delle foreste;
e) due, su designazione del Ministro dell’ambiente.
Il Consiglio direttivo delibera in merito a tutte le questione generali ed in particolare sui bilanci che sono approvati dal Ministro dell’ambiente di concerto con il Ministro del tesoro, sui regolamenti e sulla proposta di piano per il parco, esprime parere vincolante sul piano pluriennale economico e sociale, elabora lo statuto dell’Ente parco, che è adottato con decreto del Ministro dell’ambiente, d’intesa con la regione.
Il Consiglio direttivo elegge al proprio interno un vice presidente ed eventualmente una giunta esecutiva formata da cinque componenti, compreso il Presidente, secondo le modalità e con le funzioni stabilite nello statuto dell’Ente parco.
Il Collegio dei revisori dei conti esercita il riscontro contabile sugli atti dell’Ente parco secondo le norme di contabilità dello Stato e sulla base dei regolamenti di contabilità dell’Ente parco, approvati dal Ministro del tesoro di concerto con il Ministro dell’ambiente. Il Collegio dei revisori dei conti è nominato con decreto del Ministro del tesoro ed è formato da tre componenti scelti tra funzionari della Ragioneria generale dello Stato ovvero tra iscritti nel ruolo dei revisori ufficiali dei conti. Essi sono designati: due dal Ministro del tesoro, di cui uno in qualità di Presidente del Collegio; uno dalla regione o, d’intesa, dalle regioni interessate.
La Comunità del parco è costituita dai presidenti delle regioni e delle province, dai sindaci dei comuni e dai presidenti delle comunità montane nei cui territori sono ricomprese le aree del parco.
La Comunità del parco è costituita dai presidenti delle regioni e delle province, dai sindaci dei comuni e dai presidenti delle comunità montane nei cui territori sono ricomprese le aree del parco.
La Comunità del parco è organo consultivo e propositivo dell’Ente parco. In particolare, il suo parere è obbligatorio:
a) sul regolamento del parco
b) sul piano per il parco
c) su altre questioni, a richiesta di un terzo dei componenti del Consiglio direttivo;
d) sul bilancio e sul conto consuntivo.
La Comunità del parco delibera, previo parere vincolante del Consiglio direttivo, il piano pluriennale economico e sociale e vigila sulla sua attenzione; adotta altresì il proprio regolamento.
La Comunità del parco elegge al suo interno un Presidente e un Vice Presidente. E’ convocata dal Presidente almeno due volte l’anno e quando venga richiesto dal Presidente dell’Ente parco o da un terzo dei suoi componenti. Gli organi dell’Ente parco durano in carica cinque anni ed i membri possono essere confermati una sola volta.
4. Le risorse finanziarie
La normativa vigente ha previsto l’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie.
Al parco spettano le risorse finanziarie derivanti dalla ripartizione del contributo ordinario a tutti i Parchi nazionali. In particolare la medesimo sono attribuite le risorse di prima istituzione dell’Ente (circa € 1.000.000) oltre al contributo ordinario previsto di circa € 350,000 annui a regime.
CAPITOLO II – GLI ASSI D’INTERVENTO
1 Il recupero delle ex aree di cava (la messa in sicurezza, la rimozione del materiale di scarto di pietra pomice e progetti scientifici per il ripristino della vegetazione autoctona)
2 Proposta di modifica dei confini del sito UNESCO in base ai perimetri del Parco e, segnatamente, per quanto riguarda l’isola di Lipari
3 Piano per la riconversione a fini didattici ed eco – turistici delle infrastrutture delle miniere, in connessione con un programma di reimpiego e/o riqualificazione degli operai delle cave
4 Proposta per l’inclusione degli habitat costieri e marini all’interno del perimetro l’UNESCO in base alle linee – guida operative della Convenzione del 1972
5 Piano di obiettivi e principi guida da inserire nell’istruttoria in corso della valutazione ambientale strategica sul progetto di allargamento del porto di Lipari.
Nota della redazione: i punti 4 e 5 sono stati evidenziati in rosso poichè nel documento in nostro possesso accanto ad essi vi è scritto: NO
Precisiamo che non si tratta di un documento riservato, probabilmente indicativo, ma sicuramente interessante per capire cosa si intende per parco nazionale, i "cavilli" che un parco comporta, quali sono gli organi del parco. Nello specifico caso del Parco delle Eolie: le risorse finanziarie e gli assi d'intervento. Il documento, tra l'altro, da quanto apprendiamo è a disposizione dei consiglieri comunali trovandosi lo stesso agli atti del consiglio comunale stesso.
CAPITOLO I – IL PARCO NAZIONALE DELLE ISOLE EOLIE
1. Il Parco Nazionale
Un parco nazionale è un ampio territorio in cui convivono insieme, uomo e natura. E’ un territorio di rilevante valore naturalistico e ambientale, che viene tutelato e gestito in modo che si conservi per le generazioni presenti e future.
Nella definizioni di “Parco Nazionale” rientrano tutte le aree terrestri, fluviali, lacuali e marine che contengano uno o più ecosistemi intatti o, anche se parzialmente alterati da interventi antropici, contengano una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi, tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.
Il Parco Nazionale delle Isole Eolie è stato istituito con legge n. 244 del 24 dicembre 2007.
Oggi in Italia sono stati istituiti 24 parchi nazionali che integrano e completano la salvaguardia operata dalle riserve regionali e provinciali all’interno del Sistema Nazionale Complessivo di Aree Protette, coinvolgendo Enti territoriali e associazioni no profit nella gestione del perimetro tutelato e nelle politiche di accesso e beneficio delle popolazioni locali.
Oltre alla funzioni collegate alla pianificazione del territorio e alla vigilanza sulla salvaguardia degli ecosistemi e dei valori naturali ricollegati al territorio italiano, il Parco nazionale ha una precisa missione di fungere da strumento di collegamento e valorizzazione delle realtà locali che devono trovare nella bellezza (e delicatezza) del territorio su cui abitano l’elemento di coesione, la risorsa chiave del loro sviluppo.
2. Le finalità e la politica ambientale
Le finalità dell’Ente Parco vertono su cinque assi principali:
1. Conservazione: difendere l’ambiente nei suoi aspetti originari deve essere la premessa fondamentale per qualsiasi sviluppo della nostra società e ne testimonia il grado di civiltà.
2. Integrazione tra uomo ed ambiente: creare le condizioni perché lo sviluppo delle condizioni di vita delle popolazioni locali si basi sulla conservazione, sulla valorizzazione e sulla razionale gestionale delle risorse naturali e culturali che l’area protetta custodisce. Per questo il Parco tutela e promuove le attività tradizionali e di qualità, legate alla cultura materiale sedimentata nel territorio.
3. Fruibilità e accesso: aperto a tutti e fruibile, al fine della conoscenza del territorio ed a beneficio dei visitatori, nel pieno rispetto dell’ambiente in parco intende portare avanti attività di educazione ambientale, centri visita, musei, aree faunistiche e sentieri costituiscono un insieme organico che favorisce le visite orientate, di gruppo o individuali. Questo “sistema” operante sul territorio intende porsi come una delle forme più avanzate ed importanti di organizzazione del turismo di scoperta ed esperienziale.
4. Divulgazione: il Parco promuove e valorizza il territorio anche attraverso conferenze, pubblicazioni, libri, sito web, scambi tra aree protette, coinvolgimento di scuole ed Istituzioni, a livello nazionale ed internazionale.
5. Ricerca: in base al principio per cui per proteggere si deve conoscere, il Parco studia il territorio in modo approfondito ed esteso a tutte le sue componenti storiche, sociali, geologiche, faunistiche e vegetazionali; l’effettivo valore di questi elementi può essere compreso soltanto attraverso l’attuazione di un articolato piano di ricerca, i cui risultati vengono poi impiegati per stabilire i più efficaci criteri di protezione e conservazione.
3. Gli strumenti di pianificazione
La concreta gestione del patrimonio naturale, culturale ed economico del parco viene realizzata adottando gli organi e gli strumenti di gestione introdotti dalla Legge Quadro n. 394 del 6 dicembre 1991.
In particolare, per l’elaborazione di specifiche politiche di sviluppo delle aree parco che, attraverso il coinvolgimento delle popolazioni interessate, possano conciliare gli obiettivi di conservazione della natura con quelli di sviluppo socio – economico, la legge quadro introduce negli art. 11, 12 e 14 (Regolamento del Parco – Piano per il parco – Iniziative per la promozione economica e sociale) gli strumenti di gestione adottati dell’Ente parco e dalla Comunità del parco.
Il regolamento del parco disciplina l’esercizio delle attività consentite entro il territorio del parco rispettando le caratteristiche proprie del parco stesso, disciplina in particolare:
· la tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti;
· lo svolgimento e la circolazione del pubblico con qualsiasi mezzo di trasporto;
· lo svolgimento delle attività di ricerca scientifica e biosanitaria;
· i limite alle emissioni sonore, luminose;
· lo svolgimento delle attività da affidare a interventi i occupazione giovanile, di volontariato, con particolare riferimento alle comunità terapeutiche, e al servizio civile alternativo;
· l’accessibilità nel territorio del parco attraverso percorsi e strutture idonee per disabili, portatori di handicap e anziani.
3.1 Il Piano del Parco ed il Piano pluriennale economico e sociale
Il Piano per il parco è lo strumento attraverso cui l’Ente parco persegue la tutela dei valori naturali ed ambientali attraverso il piano per il parco che disciplina quanto segue:
· l’organizzazione generale del territorio;
· vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano;
· sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori handicap e agli anziani;
· sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agroturistiche;
· indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull’ambiente naturale in genere.
Il pano, cha ha durata quadriennale, è predisposto dall’Ente parco entro sei mesi dalla sua istituzione ed è adottato dalla regione entro i successivi quattro mesi, sentiti gli enti locali.
La comunità del parco per promuovere le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle collettività residenti all’interno del parco, elabora, entro un anno dalla sua costituzione, un piano pluriennale economico e sociale. Il piano prevede inoltre:
a. la concessione di sovvenzioni;
b. la predisposizione di attrezzature, impianti di depurazione e per il risparmio energetico, servizi ed impianti di carattere turistico – naturalistico;
c. l’agevolazione o la promozione, anche in forma cooperativa, di attività tradizionali artigianali, agro – silvo – pastorali, culturali, servizi sociali e biblioteche, restauro;
d. iniziative volte a favorire lo sviluppo del turismo e delle attività locali, nel rispetto delle esigenze di conservazione del parco;
f. attività ed interventi diretti a favorire l’occupazione giovanile ed il volontariato, nonché l’accessibilità e la fruizione, in particolare per i portatori di handicap;
g. l’organizzazione, d’intesa con la regione o le regioni interessate, di speciali corsi di formazione al termine dei quali viene rilasciato il titolo ufficiale ed esclusivo di guida del parco.
La tutela dei valori naturali e ambientali, che la Legge affida all’Ente Parco, è perseguita attraverso lo strumento del piano per il parco, che suddivide il territorio in funzione del diverso grado di protezione. Il territorio del Parco è dunque articolato ‘in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela’.
La zonizzazione del parco prevede quindi:
· riserve integrali nelle quali l’ambiente naturale è conservato nella sua integrità.
· riserve generali orientate nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell’Ente Parco. Sono altresì ammesse opere di manutenzione alle opere esistenti.
· aree di protezione nelle quali, in armonia con finalità istitutive e in conformità ai criteri generali fissati dall’Ente Parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro – silvo – pastorali nonché di pesca e raccolta dei prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità.
· aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del Parco e finalizzate al miglioramento della vita socio – culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori.
Altresì il piano economico e sociale ha la peculiarità di garantire lo sviluppo economico sociale del territorio in quanto il medesimo piano viene redatto dalla Comunità del Parco (in questo caso composta da Comuni di Provincia e Regione) che rappresentano le necessità, le opportunità e le azioni necessarie sia per un miglioramento della qualità della vita che di uno sviluppo economico mirato alle strettissime esigenze territoriali avendo particolare riguardo alla situazione dei collegamenti con la terraferma alla tutela e salvaguardia del patrimonio vulcanologico, nonché delle prospettive di sviluppo turistico regolamentato e disciplinato in base alla legge 349/91.
La globalità dell’azione del PPES è in particolare curata raccogliendo una selezione delle azioni operative (quelle a più diretta valenza socioeconomica) già suggerite dal Piano del Parco e dagli altri Piani. In questa stessa direzione, le attività e gli interventi migliorativi hanno l’obiettivo prioritario di essere riassunti nel bilancio previsionale dell’Ente che costituisce lo strumento programmatico annuale per l’Ente Parco.
L’obiettivo è evidente: il PPES, raccoglie il frutto delle implicazioni socio economiche della generale azione di programmazione del Parco attraverso le decisioni finanziarie adottate ed in corso di attuazione, e si pone come il riferimento fondamentale della futura formazione delle decisioni di spesa del Parco – con particolare riguardo alla tutela e salvaguardia del sito UNESCO – e come organico quadro di riferimento della sua azione politica.
3.2 Il sistema di gestione ambientale e gli assi di intervento
Per il conseguimento delle finalità sopra esposte l’Ente Parco intende altresì dotarsi di un sistema di gestione ambientale nel rispetto del regolamento comunitario EMAS, il quale consente un efficace controllo delle proprie attività, gestite e promosse secondo diversi assi strategici di intervento, tra cui:
· conservazione del patrimonio naturale
· gestione del patrimonio storico culturale e delle tradizioni
· sistema dell’accessibilità e dell’integrazione
· fruizione del parco e delle sue risorse
· promozione della sostenibilità nei settori agricoltura foresta e pesca
· controllo e gestione della pressione insediativa
· controllo dei fattori inquinanti e di instabilità idrogeologica
· valorizzazione e qualificazione delle risorse umane
· attività amministrativo contabili
L’Ente Parco, attraverso l’ottimizzazione degli aspetti ambientali significativi – diretti ed indiretti – legati all’attuazione degli assi di intervento, si impegna a:
1. favorire ed intraprendere iniziative utili al recupero e alla valorizzazione delle caratteristiche naturali, paesaggistiche, storiche e culturali del territorio;
2. attivare un processo continuo di miglioramento delle prestazioni ambientali delle proprie attività e di quelle svolte sul territorio sulle quali può avere un’influenza;
3. adottare le precauzioni e le disposizioni necessarie per prevenire, eliminare o ridurre qualsiasi forma di inquinamento ambientale;
4. promuovere ed organizzare il territorio per la fruizione ai fini didattici, culturali, scientifici, ricreativi e turistici;
5. promuovere ogni iniziativa utile alla qualificazione delle attività esistenti sul territorio e alla valorizzazione dei prodotti tipici;
6. coniugare lo sviluppo economico con la compatibilità ambientale;
7. promuovere una fruizione sostenibile;
8. adottare metodi e procedure che consentano il rispetto delle prescrizioni legali applicabili agli propri aspetti ambientali soggetti alla competenza dell’Ente Parco;
9. sensibilizzare e formare tutto il personale interno o che opera per esso, al fine di migliorare il senso di responsabilità ambientale anche al fine di creare un dialogo aperto con tutte le parti interessate comunicando sia all’interno che all’esterno tutte le informazioni necessarie a comprendere gli effetti ambientali delle attività;
10. fornire alle pubbliche amministrazioni e alle altre parti interessate i dati sulle condizioni ambientali del territorio e i possibili obiettivi di miglioramento favorendo ogni forma di sinergie finalizzate ad una corretta gestione del territorio stesso;
11. realizzare il recupero delle ex aree di cava attraverso la messa in sicurezza, la rimozione del materiale di scarto di pietra pomice e la predisposizione di progetti scientifici per il ripristino della vegetazione autoctona (previa autorizzazione della Procura della Repubblica poiché alcune delle ex aree di cava sono sottoposte a sequestro giudiziario);
12. realizzare un piano per la riconversione a fini didattici ed eco – turistici delle infrastrutture delle miniere, in connessione con un programma di reimpiego e/o riqualificazione degli operai delle cave;
13. presentare una proposta di modifica dei confini del sito UNESCO in base ai perimetri del Parco e, segnatamente, per quanto riguarda l’isola di Lipari;
14. formulare una proposta per l’inclusione degli habitat costieri e marini all’interno del perimetro l’UNESCO in base alle linee – guida operative della Convenzione del 1972;
15. definire un piano di obiettivi e principi di guida da inserire nell’istruttoria in corso della valutazione ambientale strategica sul progetto di allargamento del porto di Lipari.
Nota della redazione: i punti 13/14/15 sono stati evidenziati in rosso poichè nel documento in nostro possesso accanto ad essi vi è scritto: NO
3.3 Gli organi del Parco
La legge quadro sulle aree protette degli art. 9, 10, 11, 12 e 14 individua gli organi e gli strumenti di gestione per perseguire le finalità istitutive del Parco e i più generali obiettivi di conservazione e sviluppo sostenibile.
Gli organi di gestione che compongono l’Ente Parco, che ha personalità di diritto pubblico, sede legale e amministrativa nel territorio del parco ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’ambiente, sono:
· Il Presidente
· Il Consiglio Direttivo
· La Giunta esecutiva
· Il Collegio dei Revisori dei Conti
· La Comunità del Parco
Il Presidente è nominato con decreto del Ministro dell’ambiente d’intesa con i presidenti delle regioni nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale. Il Presidente ha la legale rappresentanza dell’Ente parco, ne coordina l’attività, esplica le funzioni che gli sono delegate dal Consiglio direttivo, adotta i provvedimenti urgenti ed indifferibili che sottopone alla ratifica del Consiglio direttivo nella seduta successiva.
Il Consiglio Direttivo è formato dal Presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell’ambiente, sentite le regioni interessate, scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura o tra i rappresentanti della Comunità del parco, secondo le seguenti modalità:
a) cinque, su designazione della Comunità del parco, con voto limitato;
b) due, su designazione delle associazioni di protezione ambientale individuate ai sensi dell’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349, scelti tra esperti in materia naturalistico – ambientale;
c) due, su designazione dell’Accademia nazionale dei Lincei, della Società botanica italiana, dell’Unione zoologica italiana, del Consiglio nazionale delle ricerche e delle Università degli studi con sede nelle province nei cui territori ricade il parco; in caso di designazione di un numero superiore a due la scelta tra i soggetti indicati è effettuata dal Ministro dell’ambiente;
d) uno, su designazione del Ministro dell’agricoltura e delle foreste;
e) due, su designazione del Ministro dell’ambiente.
Il Consiglio direttivo delibera in merito a tutte le questione generali ed in particolare sui bilanci che sono approvati dal Ministro dell’ambiente di concerto con il Ministro del tesoro, sui regolamenti e sulla proposta di piano per il parco, esprime parere vincolante sul piano pluriennale economico e sociale, elabora lo statuto dell’Ente parco, che è adottato con decreto del Ministro dell’ambiente, d’intesa con la regione.
Il Consiglio direttivo elegge al proprio interno un vice presidente ed eventualmente una giunta esecutiva formata da cinque componenti, compreso il Presidente, secondo le modalità e con le funzioni stabilite nello statuto dell’Ente parco.
Il Collegio dei revisori dei conti esercita il riscontro contabile sugli atti dell’Ente parco secondo le norme di contabilità dello Stato e sulla base dei regolamenti di contabilità dell’Ente parco, approvati dal Ministro del tesoro di concerto con il Ministro dell’ambiente. Il Collegio dei revisori dei conti è nominato con decreto del Ministro del tesoro ed è formato da tre componenti scelti tra funzionari della Ragioneria generale dello Stato ovvero tra iscritti nel ruolo dei revisori ufficiali dei conti. Essi sono designati: due dal Ministro del tesoro, di cui uno in qualità di Presidente del Collegio; uno dalla regione o, d’intesa, dalle regioni interessate.
La Comunità del parco è costituita dai presidenti delle regioni e delle province, dai sindaci dei comuni e dai presidenti delle comunità montane nei cui territori sono ricomprese le aree del parco.
La Comunità del parco è costituita dai presidenti delle regioni e delle province, dai sindaci dei comuni e dai presidenti delle comunità montane nei cui territori sono ricomprese le aree del parco.
La Comunità del parco è organo consultivo e propositivo dell’Ente parco. In particolare, il suo parere è obbligatorio:
a) sul regolamento del parco
b) sul piano per il parco
c) su altre questioni, a richiesta di un terzo dei componenti del Consiglio direttivo;
d) sul bilancio e sul conto consuntivo.
La Comunità del parco delibera, previo parere vincolante del Consiglio direttivo, il piano pluriennale economico e sociale e vigila sulla sua attenzione; adotta altresì il proprio regolamento.
La Comunità del parco elegge al suo interno un Presidente e un Vice Presidente. E’ convocata dal Presidente almeno due volte l’anno e quando venga richiesto dal Presidente dell’Ente parco o da un terzo dei suoi componenti. Gli organi dell’Ente parco durano in carica cinque anni ed i membri possono essere confermati una sola volta.
4. Le risorse finanziarie
La normativa vigente ha previsto l’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie.
Al parco spettano le risorse finanziarie derivanti dalla ripartizione del contributo ordinario a tutti i Parchi nazionali. In particolare la medesimo sono attribuite le risorse di prima istituzione dell’Ente (circa € 1.000.000) oltre al contributo ordinario previsto di circa € 350,000 annui a regime.
CAPITOLO II – GLI ASSI D’INTERVENTO
1 Il recupero delle ex aree di cava (la messa in sicurezza, la rimozione del materiale di scarto di pietra pomice e progetti scientifici per il ripristino della vegetazione autoctona)
2 Proposta di modifica dei confini del sito UNESCO in base ai perimetri del Parco e, segnatamente, per quanto riguarda l’isola di Lipari
3 Piano per la riconversione a fini didattici ed eco – turistici delle infrastrutture delle miniere, in connessione con un programma di reimpiego e/o riqualificazione degli operai delle cave
4 Proposta per l’inclusione degli habitat costieri e marini all’interno del perimetro l’UNESCO in base alle linee – guida operative della Convenzione del 1972
5 Piano di obiettivi e principi guida da inserire nell’istruttoria in corso della valutazione ambientale strategica sul progetto di allargamento del porto di Lipari.
Nota della redazione: i punti 4 e 5 sono stati evidenziati in rosso poichè nel documento in nostro possesso accanto ad essi vi è scritto: NO
Tirrenia e Siremar. Le iniziative
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa (dichiarazione del Presidente Nazionale USCLAC/UNCDiM, aderente a Federmanager) e una formale richiesta avanzata dalla stessa sigla per tutelare i risvolti sociali della privatizzazione Società di Navigazione Gruppo Tirrenia (Tirrenia e Siremar).
COMUNICATO STAMPA
Dichiarazione del Presidente Com.te Antonino Nobile
Il 23 aprile si è svolto il programmato incontro presso il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti per trattare le problematiche relative alla privatizzazione del Gruppo Tirrenia (Tirrenia di Navigazione e Siremar) presente l’avv. Pierpaolo Dominedò in rappresentanza di Fintecna.
L’incontro è stato presieduto dal dott. Enrico Maria Pujia, essendo il Ministro Matteoli impossibilitato a parteciparvi per i suoi noti impegni politici.
L’incontro a natura meramente interlocutorio è da ritenersi preparatorio a quello che si terrà entro il corrente mese. In subordine, avendone avuto possibilità, sono state rappresentate quelle che per la scrivente Organizzazione Sindacale sono i minimi traguardi da garantire ai Lavoratori rappresentai per la loro tutela occupazionale e reddituale. Al riguardo
Nel prossimo incontro sarà formalmente richiesto di conoscere i piani industriali di coloro che il prossimo 26 aprile 2010 confermeranno la loro partecipazione alla gara d’appalto. Il rilancio industriale delle Società di Navigazione interessate è condizione essenziale per garantire l’occupazione nel settore, prevalentemente meridionale, e la certezza di potere continuare a garantire un ottimale servizio sociale alle utenze interessate ai collegamenti gestiti oggi da Tirrenia e Siremar.
Resta confermato lo stato di agitazione. Appare chiaro che, in presenza di risultati non soddisfacenti a conclusione del prossimo incontro, calendarizzeremo degli scioperi a sostegno della vertenza.
Com.te Antonino Nobile
La richiesta avanzata per tutelare i risvolti sociali della privatizzazione Società di Navigazione Gruppo Tirrenia (Tirrenia e Siremar) da F E D E R M A N A G E R
e U.S.C.L.A.C. / U.N.C.Di.M. al MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici Direzione generale per il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne
OGGETTO : RICHIESTA CLAUSOLE SOCIALI DA INSERIRE NEI BANDI
DI GARA D’APPALTO SOCIETÀ GRUPPO TIRRENIA
La scrivente O.S. avanza la richiesta di inserire nel bando di gara le seguenti clausole sociali a
tutela dei propri rappresentati :
1. obbligo per il vincitore della gara di mantenere in vigore la contrattualistica vigente per anni cinque e di discutere con noi OO.SS. i riflessi occupazionali del piano industriale per il rilancio dei servizi oggi espletati dalle Società di Navigazione in fase di privatizzazione;
2. effettuazione preventiva, o contestuale alla fase di privatizzazione, delle necessarie promozioni in seno a ciascuna Società di Navigazione, in maniera da potere affrontare la privatizzazione con un quadro reale della situazione occupazionale che possa permettere un’esatta quantificazione degli esuberi per categoria;
3. ipotizzare le necessarie risorse per accompagnare al pensionamento quanti in esubero;
4. sistemazione dei precari in seno alle Società per cui da anni prestano servizio.
Con i migliori saluti.
USCLAC/UNCDIM
Il Presidente
(Com.te Antonino Nobile)
COMUNICATO STAMPA
Dichiarazione del Presidente Com.te Antonino Nobile
Il 23 aprile si è svolto il programmato incontro presso il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti per trattare le problematiche relative alla privatizzazione del Gruppo Tirrenia (Tirrenia di Navigazione e Siremar) presente l’avv. Pierpaolo Dominedò in rappresentanza di Fintecna.
L’incontro è stato presieduto dal dott. Enrico Maria Pujia, essendo il Ministro Matteoli impossibilitato a parteciparvi per i suoi noti impegni politici.
L’incontro a natura meramente interlocutorio è da ritenersi preparatorio a quello che si terrà entro il corrente mese. In subordine, avendone avuto possibilità, sono state rappresentate quelle che per la scrivente Organizzazione Sindacale sono i minimi traguardi da garantire ai Lavoratori rappresentai per la loro tutela occupazionale e reddituale. Al riguardo
Nel prossimo incontro sarà formalmente richiesto di conoscere i piani industriali di coloro che il prossimo 26 aprile 2010 confermeranno la loro partecipazione alla gara d’appalto. Il rilancio industriale delle Società di Navigazione interessate è condizione essenziale per garantire l’occupazione nel settore, prevalentemente meridionale, e la certezza di potere continuare a garantire un ottimale servizio sociale alle utenze interessate ai collegamenti gestiti oggi da Tirrenia e Siremar.
Resta confermato lo stato di agitazione. Appare chiaro che, in presenza di risultati non soddisfacenti a conclusione del prossimo incontro, calendarizzeremo degli scioperi a sostegno della vertenza.
Com.te Antonino Nobile
La richiesta avanzata per tutelare i risvolti sociali della privatizzazione Società di Navigazione Gruppo Tirrenia (Tirrenia e Siremar) da F E D E R M A N A G E R
e U.S.C.L.A.C. / U.N.C.Di.M. al MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici Direzione generale per il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne
OGGETTO : RICHIESTA CLAUSOLE SOCIALI DA INSERIRE NEI BANDI
DI GARA D’APPALTO SOCIETÀ GRUPPO TIRRENIA
La scrivente O.S. avanza la richiesta di inserire nel bando di gara le seguenti clausole sociali a
tutela dei propri rappresentati :
1. obbligo per il vincitore della gara di mantenere in vigore la contrattualistica vigente per anni cinque e di discutere con noi OO.SS. i riflessi occupazionali del piano industriale per il rilancio dei servizi oggi espletati dalle Società di Navigazione in fase di privatizzazione;
2. effettuazione preventiva, o contestuale alla fase di privatizzazione, delle necessarie promozioni in seno a ciascuna Società di Navigazione, in maniera da potere affrontare la privatizzazione con un quadro reale della situazione occupazionale che possa permettere un’esatta quantificazione degli esuberi per categoria;
3. ipotizzare le necessarie risorse per accompagnare al pensionamento quanti in esubero;
4. sistemazione dei precari in seno alle Società per cui da anni prestano servizio.
Con i migliori saluti.
USCLAC/UNCDIM
Il Presidente
(Com.te Antonino Nobile)
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