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sabato 24 aprile 2010

Famiglie e imprese in crisi: via al microcredito. Iniziativa fortemente voluta dall'Arcidiocesi di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela

L'Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, la Banca di Credito cooperativo Antonello, la Fondazione anti usura padre Pino Puglisi e l'Innova Bic: è questa l'alleanza per il progetto «Microcredito, grandi sogni» presentato ieri in Curia, per fornire alle famiglie e alle imprese in crisi, tanto più nell'anno dell'alluvione di Giampilieri, Molino, Altolia, Briga, Scaletta e Itala, uno strumento di sviluppo «ispirato – il passaggio chiave – ai valori umani e cristiani della responsabilità personale, della solidarietà e della cooperazione».
Si tratta della possibilità di ottenere un prestito a tasso agevolato, per obiettivi vitali quali la protezione sociale contro la malattia, la vecchiaia e la disoccupazione, l'istruzione, e tutte le necessità non ordinarie dovute a calamità come quella dell'1 ottobre 2009: dal finanziamento dell'attività od impresa interrottasi, alle somme necessarie per riacquistare i mobili perduti.
Famiglie ed imprese versanti in condizione di debolezza sotto il profilo delle "garanzie patrimoniali" di solito preclusivo per il credito bancario, sono dunque i due destinatari del progetto di microcredito, fortemente voluto dalla Chiesa. Progetto frutto di tavoli di riflessione coordinati dalla Curia e dalla Caritas, alla presenza dell'arcivescovo La Piana, nell'ottica della convenzione siglata con la Banca di Credito cooperativo, con la Fondazione antiusura e la società Innovabic. Si è arrivati così alla definizione di un mirato progetto di microcredito, «animato dalla volontà – ha sottolineato mons. Gaetano Tripodo, direttore della Caritas – di fornire nuove opportunità di realizzazione alle persone e di assistenza ai più deboli, estranea alla logica del puro assistenzialismo, ma aiutando le persone a concretizzare i propri progetti se garantiti da idee valide e dal senso di responsabilità». Si crea un "fondo di garanzia" collegato a un progetto aperto alla città: la copertura globale, in atto 1 milione, può essere ulteriormente alimentata dai benefattori, «e tanto maggiore sarà la generosità di chi può donare, tanto maggiore sarà la possibilità di concedere prestiti». Il tasso d'interesse è del 4 per cento annuo che diventa il 2 per le famiglie o le imprese che abbiano ottenuto il microcredito (da 5.000 a 20.000 euro) all'interno delle aree alluvionate». La durata massima del prestito è di 60 mesi.
Naturalmente, fermo il pre-requisito della difficoltà di accesso alle istituzioni finanziarie per la carenza di "garanzie patrimoniali" nonché dell'esclusione dei "beni voluttuari" come obiettivo, il filtro e la selezione delle istanze di microcredito (da presentare allo sportello del fondazione Pino Puglisi di via Felice Bisazza 21; o allo sportello Policoro nella sede della Curia di via I Settembre) sono garantiti. Effettuato il primo ascolto, le richieste verranno inoltrate a un apposito comitato di valutazione composto da tre rappresentanti dei promotori – Arcidiocesi, Banca Antonello, Fondazione antiusura – che le valuterà attentamente, smistando quelle per attività d'impresa alla Innovabic Spa che (gratuitamente) curerà l'istruttoria e l'espletamento delle pratiche. L'iter sarà svolto in un mese dalla presentazione delle domande.
Ad illustrare obiettivi e dati del progetto, assieme al direttore Caritas mons. Tripodo, sono stati il direttore della fondazione antiusura Pino Puglisi, mons. Nino Caminiti; il presidente ed il direttore della Banca di Credito cooperativo Antonello, Francesco De Domenico e Fabrizio Vigorita; il presidente di Innovabic, Dario Latella; i responsabili della pastorale giovanile e sociale, e del lavoro, rispettivamente i padri Dario Mostaccio e Sergio Siracusano.