Riceviamo e pubblichiamo:
Partendo dal presupposto che, la presente non è una risposta al Dott. Enzo D’Ambra, in quanto avevamo già scritto di non volere cadere in futili polemiche, ma ci è d’obbligo precisare ed affermare quanto di seguito esposto per dare una visione chiara ed univoca.
1)Non abbiamo dato nessun giudizio sull’imprenditore. I risultati ed i giudizi li lasciamo all’opinione pubblica e non a Lui, ma ripetiamo:
La STORIA dice che negli ultimi anni la Pumex S.p.A. non era in continua espansione e non ha assunto tutti questi dipendenti e/o collaboratori così da poter migliorare l’asfittica occupazione dell’isola. Anzi ad onore del vero ancora si sentono nell’isola, le ripercussioni dei licenziamenti della seconda metà degli anni novanta (furono licenziati 39 unità).
Addirittura dai registri contabili - basta leggerli sono pubblici – è possibile riscontrare come negli ultimi anni l’azienda chiudeva in passivo. Inoltre, si possono chiedere e vedere le dichiarazioni dei redditi – anche questi sono pubblici - di tutti gli azionisti così da poter vedere quanto hanno guadagnato dalla Pumex S.p.A.
2)“Riguardo l’obbligo di firma ed il loro sporadico utilizzo nei locali affittati all’azienda”, Le ricordiamo che siamo a Lipari, piccolo paese dove tutto è all’occhio ed alla valutazione dell’opinione pubblica, pertanto, se si movimenta materiale pomicifero (quindi ciò per cui siamo stati assunti) o ombrelloni, sdraio, vecchie cucine, sedie, divani ecc., è difficile sostenere quanto dichiarato nella precedente “Lettera Aperta” – forse si è trattato, per l’ennesima volta, di qualche Sua inesattezza o forse l’ex imprenditore, ha soltanto dimenticato quanto accaduto.
3)Dopo il blocco delle attività produttive ci ha fatto lavorare invece di licenziarci, ma non ci ha pagato, infatti siamo ancora, dopo quasi tre anni, in attesa anche delle spettanze per legge dovute. Si rende conto della grande cortesia che ci ha fatto? O continua a volere sostenere che lo ha fatto per noi? Se così fosse perché non ci dà i nostri soldi?
4)Sulle cessioni del quinto dello stipendio, caliamo un velo pietoso, in quanto sarebbe stato meglio che non venisse reso pubblico il tentativo, da parte dei liquidatori dell’azienda, di continuare a pagare a rate i suddetti crediti che per legge andavano chiusi sessanta giorni dopo il licenziamento. Ma si rende conto che ciò non è possibile per Legge?
5)L’ultimo appunto sul TFR. Dicesi TFR “TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO” da pagarsi, come la legge prescrive, nei sessanta giorni successivi alla data del licenziamento, in quanto sono soldi accantonati dal lavoratore negli anni di servizio, pertanto di nostra esclusiva proprietà.
Ma quale concordato e concordato. Si rende conto che Lei continua a sostenere che per avere i nostri soldi dobbiamo metterci d’accordo? Su cosa??? Ci dia soltanto quanto ci deve e Subito!!! Sicuramente ci fa più figura.
6)Infine, se Lei ha sempre lavorato in piena sicurezza, come mai oggi chiede con forza la messa in sicurezza? Cosa deve mettere in sicurezza se Lei dichiara – sono Sue Parole – “possibilità di lavorare in condizioni di sicurezza ed in condizioni ambientali idonee”. Abbia l’accortezza di usare termini, modi e tempi idonei in quanto la STORIA ci insegna altre cose, purtroppo, quali silicosi ed incidenti anche gravi e/o mortali (se vuole Le facciamo una rassegna stampa per rinfrescarLe la memoria).
Poi chiediamo dove ha letto o sentito che vogliamo un posto nella Pubblica Amministrazione.
Noi vogliamo, anzi rivogliamo un LAVORO, cioè quello che avevamo e ci è stato Rubato!
Scusi, ma ha qualche appunto da fare anche ai dipendenti della pubblica amministrazione?
Se è cosi’ lo faccia, ma senza metterci in mezzo o usarci come è nel Suo stile.
Solo chi La conosce, e noi si che la conosciamo bene, può capire dove vuole arrivare e cosa c’è sotto le Sue affermazioni e considerazioni.
Lei continua a fare fumo, in modo da confondere e nascondere la realtà dei fatti, ma senza rendersi conto che ciò non è più possibile, né per Lei né per nessun altro.
Ribadiamo che, nessuno può cambiare la STORIA o le LEGGI anche se, in virtù di quanto dimostra e scrive la Sua voglia di farle ciò è ancora forte. VERO????!!!!!.
N. B. Quello che noi, suoi ex dipendenti, Le chiediamo da tre anni, egregio Dott. D’Ambra sono solo e soltanto due cose:
1.I nostri soldi, cioè TFR e tutte le somme residue riguardanti gli stipendi ed il preavviso, compreso quanto altro previsto dalle normative vigenti;
2.Un po’ di Umanità da parte Sua, visto che (come dice Lei) ci ha dato molto, ma dimentica (volutamente e colpevolmente) che ha preso TANTISSIMO.
Ultimamente ci stiamo rendendo conto che, Le stiamo chiedendo tantissimo, perché – forse – darci quanto ci spetta in termini economici, per Lei risulta troppo indigesto e soprattutto la parola Umanità sembra non essere contemplata nel Suo personalissimo vocabolario.
Gli Ex Lavoratori della Pomice
Siamo costretti anche qui a precisare che, dietro la firma “gli ex lavoratori della pomice” si intendono tutti coloro che dall’8 marzo occupano la Stanza del Sindaco e che quì da noi tutto è deciso all’unanimità, anche dopo eventuali votazioni come del resto è costume in tutte le democrazie.