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venerdì 2 dicembre 2016
In memoria di Gaetano. Grande commozione ed intensa partecipazione al "Conti"
Intensa e partecipata cerimonia in memoria del liparese Gaetano D'Ambra e, più in generale, di tutti i marittimi deceduti nella tragedia della nave Sansovino.
Si è stamane all'Istituto Superiore "Isa Conti" di Lipari a Lipari e vi hanno preso parte alunni, dirigente scolastico, docenti, personale Ata e componenti della famiglia del marittimo liparese.
Fortissima la commozione durante tutte le fasi della commemorazione e non sono mancate le lacrime.
A conclusione di questa sono stati liberati in cielo dei palloncini riportanti il nome di Gaetano
Tragedia Sansovino. Notificati 5 avvisi di garanzia. Oggi è il giorno delle autopsie. Domani Gaetano "torna a casa"
Gaetano D'Ambra |
Gli ufficiali della Guardia Costiera hanno notificato avvisi di garanzia a Salvatore Virzì, il comandante del Sansovino, che è ancora ricoverato al policlinico di Messina; a Fortunato De Falco, un altro ufficiale del traghetto, direttore di macchina; a Luigi Genghi, amministratore delegato di Caronte & tourist, la società che ha rilevato la flotta della Siremar, e per Giosué Agrillo, titolare di una società che svolge il ruolo di “agente marittimo” della Caronte e si occupa di vari aspetti della gestione della nave.
Indagato anche Domenico Ciccò, ispettore tecnico della società responsabile della sicurezza.
I provvedimenti sono firmati dai sostituti procuratori Federica Rende, Roberto Conte e Marco Accolla. Vengono ipotizzati i reati di omicidio e lesioni colpose.
Dunque, due i filoni dell’inchiesta, coordinata dalla procuratrice aggiunta Giovannella Scaminaci. Uno riguardante la dinamica del fatto, un altro il rispetto delle norme di sicurezza.
Intanto oggi, salvo contrattempi, è il giorno delle autopsie.
Quella di Gaetano D'Ambra è fissata per le 17.
Una volta che questa sarà espletata il magistrato dovrebbe "liberare" (così si dice in gergo tecnico) liberare la salma e quindi restituirla ai suoi cari.
Questa dovrebbe arrivare a Lipari sabato. I funerali - se tutto procedderà come da calendario - si terranno lunedì.
L’autopsia dirà quale veleno ha ucciso Christian Micalizzi, Gaetano D’Ambra e Santo Parisi. La ricostruzione della dinamica dell’evento potrebbe chiarire molti altri punti di quello che è ancora un giallo: cosa c’era dentro la stiva che doveva essere ispezionata e svuotata? Le famiglie dei deceduti si costituiranno parte civile.
NB - Apprendiamo che è stato emesso un sesto avviso di garanzia riguarda la Caronte & Tourist, chiamata in causa per la violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
NB - Apprendiamo che è stato emesso un sesto avviso di garanzia riguarda la Caronte & Tourist, chiamata in causa per la violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
"Pescando" nell'archivio video di Eolienews - Carnevale eoliano 2013: Video del carro " La musica è... i ricordi di ieri e la vita di sempre"
Ottantacinquesima puntata. Oggi: Carnevale eoliano 2013: Video del carro " La musica è... i ricordi di ieri e la vita di sempre"
Ars approva odg finalizzato a contributo spese viaggi per isolani affetti da neoplasie maligne. Merlino (PD): "E' un primo segnale"
E' passato all’Ars un ordine del giorno a firma dei deputati Lupo , Anselmo, Cirone, Arancio, che impegna il Governo regionale a prevedere nella prossima finanziaria un contributo per le spese di viaggio sostenute dagli abitanti delle isole minori affetti da neoplasie maligne. ” Riconosco- ha dichiarato il segretario del Pd di Lipari, Saverio Merlino- che neanche questo provvedimento, accettato dal Governo regionale, risolverà le problematiche della sanità nelle isole minori. Sono certamente altre le aspettative in questo campo da parte dei cittadini ma almeno è un “segno” per i meno fortunati , compreso chi è costretto a recarsi fuori dalle isole per sottoporsi alla chemioterapia”.
Alle 11 lavoratori marittimi e portuali si fermeranno per cinque minuti in tutta Italia. Dopo i fatti di Messina
Oggi alle 11 i lavoratori marittimi e i portuali iscritti alla Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti si fermeranno per cinque minuti in tutta Italia in segno di protesta contro gli incidenti sul lavoro.
«Dopo i casi di Livorno, Salerno e Messina – si legge nella nota diramata –, ci fermeremo per cinque minuti contemporaneamente in tutta Italia con il suono delle sirene di tutte le navi nei porti nazionali. Il ministero dei Trasporti convochi ad horas un tavolo che riprenda l’esame che era stato avviato riguardante l’aggiornamento dei Dlgs 271 e 272 del 1999, norme specifiche dei settori marittimi e portuali che attengono alla materia della sicurezza».
«Dopo i casi di Livorno, Salerno e Messina – si legge nella nota diramata –, ci fermeremo per cinque minuti contemporaneamente in tutta Italia con il suono delle sirene di tutte le navi nei porti nazionali. Il ministero dei Trasporti convochi ad horas un tavolo che riprenda l’esame che era stato avviato riguardante l’aggiornamento dei Dlgs 271 e 272 del 1999, norme specifiche dei settori marittimi e portuali che attengono alla materia della sicurezza».
giovedì 1 dicembre 2016
Dall'Ars arrivano 3.000 euro per le partorienti fuori dalle isole e 1.000.000 di euro ,contributo aggiuntivo per trasporto rifiuti
Via libera a Palermo all'Ars, nel contesto dell'assestamento di bilancio 2016, sia all'articolo che istituisce un contributo di 3.000 euro alle partorienti delle isole minori siciliane costrette a partorire sulla "terraferma", sia all'articolo che porterà nella casse del Comune di Lipari il contributo aggiuntivo di 1.000.000 di euro per il trasporto rifiuti.
Visibilmente soddisfatto il sindaco Marco Giorgianni, che abbiamo sentito telefonicamente e che si è fermamente battuto, arrivando a "presidiare" l'Ars, affinchè si potesse avere questo contributo aggiuntivo che permetterà la quadratura del bilancio comunale 2016.
A Palermo, insieme al sindaco, per cercare di portare a casa questo importante risultato, vi era anche il vice-sindaco Gaetano Orto.
Entrambi ringraziano il Governatore Crocetta per essersi impegnato a fondo affinchè la richiesta si concretizzasse.
Visibilmente soddisfatto il sindaco Marco Giorgianni, che abbiamo sentito telefonicamente e che si è fermamente battuto, arrivando a "presidiare" l'Ars, affinchè si potesse avere questo contributo aggiuntivo che permetterà la quadratura del bilancio comunale 2016.
A Palermo, insieme al sindaco, per cercare di portare a casa questo importante risultato, vi era anche il vice-sindaco Gaetano Orto.
Entrambi ringraziano il Governatore Crocetta per essersi impegnato a fondo affinchè la richiesta si concretizzasse.
Sindacati in sit- in davanti alla Sansovino. “Pretendiamo maggiore sicurezza e chiarezza sulla tragica vicenda"
(da normanno.com) Si respira un’aria pesante al molo Norimberga teatro del tragico incidente di martedì costato la vita a tre marittimi, dipendenti della Siremar. La nave “Sansovino” è ormeggiata nella parte iniziale del pontile, sorvegliata a vista dalle forze dell’ordine e off-limits per giornalisti o semplici curiosi. Pochi metri più avanti i sindacati si sono riuniti questo pomeriggio in un sit-in per manifestare vicinanza ai feriti e ai familiari delle vittime, ribadendo la necessità di aumentare i controlli sul rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro.
“E’ inaccettabile quanto accaduto – ha spiegato il segretario Cisl Mariella Crisafulli – chiediamo alle istituzioni di intensificare ancora di più l’impegno per la prevenzione degli infortuni e, soprattutto, maggiori controlli e vigilanza del rispetto delle norme di sicurezza, specialmente nelle attività più rischiose. Le leggi in materia di salute e sicurezza ci sono e ci sono anche gli strumenti per farle rispettare. Spesso diamo per scontate che fatta la legge questa produca in autonomia i risultati e se non li produce è perché magari c’è un vizio nella stessa legge, sappiamo che non è così perché poi attiene alla responsabilità oltre che al dovere di chi deve dare attuazione alle norme per evitare tragedie come queste”.
Parole forti per il segretario Cgil Lillo Oceano. “Le morti sul lavoro in questo Paese sono un elemento di continuità rispetto al quale tutti si indignano senza che però cambi nulla. Una persona che esce da casa, lascia i propri cari per lavorare e non fa più ritorno, tutto ciò è inaccettabile. Vogliamo che emergano i responsabili, la normativa specifica che regolamenta il lavoro dei marittimi va completata e attuata. Bisogna rendere sempre più stringenti le leggi per preservare la sicurezza delle persone.E’ opportuno accertare come si sono svolti i fatti, qualcuno ha dichiarato che i tre lavoratori svolgevano mansioni differenti dal loro compito, il nostro sindacato non ha mai ricevuto segnalazioni del genere”.
In attesa che la magistratura chiarisca tutti i contorni della vicenda è il campo delle ipotesi a prevalere. Non è ancora certo se all’origine della tragedia possa esserci un errore umano o un guasto alle apparecchiature che monitorano la qualità dell’aria all’interno della nave. “Ci sono delle procedure standard da rispettare – spiega Noberto Novena di Rsa Uil – ogni locale dev’essere arieggiato e a bordo ci sono strumenti che misurano la presenza dell’ossigeno. I lavoratori sono poi tenuti ad indossare mascherine e autorespiratori. Bisogna chiarire cosa è avvenuto, nella tragedia sono stati coinvolti marittimi con esperienza. E’ ancora prematuro attribuire le cause di quanto accaduto, nel 2016 queste cose non dovrebbero comunque accadere”.
Tra i feriti più gravi c’è Ferdinando Puccio, attualmente ricoverato all’ospedale “Piemonte”. L’operaio 36 anni è iscritto alla Federmar Cisal, questa la testimonianza del collega Sebastiano Previti. “E’ un ragazzo d’oro, stimato in azienda per le sue doti professionali. Questa disgrazia non ha giustificazioni, Puccio cura l’assistenza meccanica della nave, la sua presenza nella cisterna era normale. Bisogna capire perché i rischi sono stati sottovalutati, non possiamo imputare le cause ad un singolo episodio. I locali visitati dai marittimi dovrebbero essere sicuri, ma al contempo permettono l’accesso a zone della nave più pericolosi. Queste persone sono morte per salvare i colleghi, siamo tristi e rammaricati”.
“E’ inaccettabile quanto accaduto – ha spiegato il segretario Cisl Mariella Crisafulli – chiediamo alle istituzioni di intensificare ancora di più l’impegno per la prevenzione degli infortuni e, soprattutto, maggiori controlli e vigilanza del rispetto delle norme di sicurezza, specialmente nelle attività più rischiose. Le leggi in materia di salute e sicurezza ci sono e ci sono anche gli strumenti per farle rispettare. Spesso diamo per scontate che fatta la legge questa produca in autonomia i risultati e se non li produce è perché magari c’è un vizio nella stessa legge, sappiamo che non è così perché poi attiene alla responsabilità oltre che al dovere di chi deve dare attuazione alle norme per evitare tragedie come queste”.
Parole forti per il segretario Cgil Lillo Oceano. “Le morti sul lavoro in questo Paese sono un elemento di continuità rispetto al quale tutti si indignano senza che però cambi nulla. Una persona che esce da casa, lascia i propri cari per lavorare e non fa più ritorno, tutto ciò è inaccettabile. Vogliamo che emergano i responsabili, la normativa specifica che regolamenta il lavoro dei marittimi va completata e attuata. Bisogna rendere sempre più stringenti le leggi per preservare la sicurezza delle persone.E’ opportuno accertare come si sono svolti i fatti, qualcuno ha dichiarato che i tre lavoratori svolgevano mansioni differenti dal loro compito, il nostro sindacato non ha mai ricevuto segnalazioni del genere”.
In attesa che la magistratura chiarisca tutti i contorni della vicenda è il campo delle ipotesi a prevalere. Non è ancora certo se all’origine della tragedia possa esserci un errore umano o un guasto alle apparecchiature che monitorano la qualità dell’aria all’interno della nave. “Ci sono delle procedure standard da rispettare – spiega Noberto Novena di Rsa Uil – ogni locale dev’essere arieggiato e a bordo ci sono strumenti che misurano la presenza dell’ossigeno. I lavoratori sono poi tenuti ad indossare mascherine e autorespiratori. Bisogna chiarire cosa è avvenuto, nella tragedia sono stati coinvolti marittimi con esperienza. E’ ancora prematuro attribuire le cause di quanto accaduto, nel 2016 queste cose non dovrebbero comunque accadere”.
Tra i feriti più gravi c’è Ferdinando Puccio, attualmente ricoverato all’ospedale “Piemonte”. L’operaio 36 anni è iscritto alla Federmar Cisal, questa la testimonianza del collega Sebastiano Previti. “E’ un ragazzo d’oro, stimato in azienda per le sue doti professionali. Questa disgrazia non ha giustificazioni, Puccio cura l’assistenza meccanica della nave, la sua presenza nella cisterna era normale. Bisogna capire perché i rischi sono stati sottovalutati, non possiamo imputare le cause ad un singolo episodio. I locali visitati dai marittimi dovrebbero essere sicuri, ma al contempo permettono l’accesso a zone della nave più pericolosi. Queste persone sono morte per salvare i colleghi, siamo tristi e rammaricati”.
Festeggiata a Lipari Santa Barbara. Ricordati i marittimi deceduti sulla Sansovino
Festeggiata Santa Barbara stamattina nella chiesa di Portosalvo. La Santa Messa è stata celebrata da don Gaetano Sardella alla presenza delle autorità militari e civili dell’isola.
Sono stati ricordati i marittimi deceduti a bordo della Sansovino, in particolare il 29enne liparese Gaetano D’Ambra
NB. Come appreso dai familiari, contrariamente a quanto riportato sino ad oggi da tutti gli organi d'informazione il carissimo Gaetano D'Ambra aveva 29 anni e non 27
Sono stati ricordati i marittimi deceduti a bordo della Sansovino, in particolare il 29enne liparese Gaetano D’Ambra
NB. Come appreso dai familiari, contrariamente a quanto riportato sino ad oggi da tutti gli organi d'informazione il carissimo Gaetano D'Ambra aveva 29 anni e non 27
Messina, giudice muore stamane durante udienza
E' morto stamani il giudice Pietro Miraglia, 52 anni, dopo essersi sentito male, al Tribunale di Messina mentre stava tenendo un'udienza. Un infarto probabilmente la causa della morte. A nulla sono valsi i primi soccorsi prestati dalle persone presenti che hanno avvisato immediatamente il 118.
Grande cordoglio è stato espresso dagli avvocati che hanno sottolineato: "D'intesa con i consiglieri dell'Ordine tutti, certi di interpretare il comune sentimento di partecipazione del Foro di Messina al cordoglio dei familiari e della Magistratura locale, abbiamo deciso di rinviare - ad una prossima data - tutte le attività istituzionali già programmate per oggi, domani e lunedì, compreso lo spettacolo teatrale".
Incidente Sansovino, parla Foderà, comandante provinciale Vigili del fuoco: “Sono morti per aver respirato idrogeno solforato”
Pubblichiamo questa intervista realizzata da Tempostretto tv con il Dottor Ingegnere Pietro Foderà, comandante provinciale Vigili del fuoco di Messina.Ed è chiarissimo: “Sono morti per aver respirato idrogeno solforato”
Ludica Lipari domenica con il lutto al braccio. Venerdì 2 dicembre un momento di preghiera e un minuto di raccoglimento per gli atleti di tutte le categorie
A nome del Centro Sportivo Dilettantistico Ludica Lipari, esprimo profondo cordoglio alla
famiglia del 2° Ufficiale Gaetano D’Ambra ed alle famiglie degli altri marittimi deceduti nel tragico
incidente avvenuto a bordo della nave Sansovino.
Vi giunga forte il nostro abbraccio in questo momento di grande dolore per la perdita dei Vostri cari congiunti e nella preghiera chiediamo al Buon Dio di accogliere tra le sue braccia questi nostri Fratelli.
Doverosamente e con profondo rispetto, accogliamo l’invito del sig. Sindaco e dell’Amministrazione Comunale al lutto cittadino, cui quest’associazione sportiva aderirà, osservando nella giornata di venerdì 2 dicembre un momento di preghiera e un minuto di raccoglimento (da parte di tutte le categorie e squadre) prima dell’inizio delle attività sportive; mentre nella giornata di domenica 4 dicembre, la squadra scendendo in campo per la gara casalinga del campionato di terza categoria con il lutto al braccio e osservando anche in quest’occasione un minuto di raccoglimento, così come richiesto dalla società alla F.I.G.C.- Lega Nazionale Dilettanti - Comitato Provinciale di Messina.
Il presidente Giuseppe Cirino
Vi giunga forte il nostro abbraccio in questo momento di grande dolore per la perdita dei Vostri cari congiunti e nella preghiera chiediamo al Buon Dio di accogliere tra le sue braccia questi nostri Fratelli.
Doverosamente e con profondo rispetto, accogliamo l’invito del sig. Sindaco e dell’Amministrazione Comunale al lutto cittadino, cui quest’associazione sportiva aderirà, osservando nella giornata di venerdì 2 dicembre un momento di preghiera e un minuto di raccoglimento (da parte di tutte le categorie e squadre) prima dell’inizio delle attività sportive; mentre nella giornata di domenica 4 dicembre, la squadra scendendo in campo per la gara casalinga del campionato di terza categoria con il lutto al braccio e osservando anche in quest’occasione un minuto di raccoglimento, così come richiesto dalla società alla F.I.G.C.- Lega Nazionale Dilettanti - Comitato Provinciale di Messina.
Il presidente Giuseppe Cirino
D'Alia "Il Pd non esiste nella provincia di Messina Si identificava con Genovese. Oggi fanno finta di non sapere chi sia"
“Il Partito democratico non esiste nella provincia di Messina. Perché il Pd era Francatonio Genovese e questo stava bene anche agli attuali dirigenti del partito”. Lo ha detto il leader dei “Centristi”, Gianpiero D’Alia, durante la trasmissione “Messina può rinascere”, condotta da Rossellini e Pintaldi andata in onda ieri sera su Tremedia.
L’ex ministro ha anche smentito l’indiscrezione pubblicata dal nostro giornale in riferimento ad un suo possibile passaggio al Partito democratico. D’Alia non è stato per nulla tenero con il Pd messinese che ha definito una scatola vuota. “Ho grande stima di Antonella Russo ma il Pd non c’è in questa provincia. Il partito era solo Genovese e oggi qualcuno degli attuali dirigenti che l’hanno accettato per anni fanno finta di non conoscerlo, ma questo non è un mio problema”.
L’ex ministro ha parlato anche di possibili alleanze con i Dem. “Impossibile pensare ad un’alleanza - ha detto – perché oltre che non esistere il Pd non ha una linea politica. E la prova provata è questa amministrazione comunale che vede dentro esponenti che si dichiarano essere del Partito democratico. Noi abbiamo sempre giudicato negativamente questa amministrazione e nessuno può dire che vi siano assessori riferibili alla nostra area politica”.
L’ex ministro ha anche smentito l’indiscrezione pubblicata dal nostro giornale in riferimento ad un suo possibile passaggio al Partito democratico. D’Alia non è stato per nulla tenero con il Pd messinese che ha definito una scatola vuota. “Ho grande stima di Antonella Russo ma il Pd non c’è in questa provincia. Il partito era solo Genovese e oggi qualcuno degli attuali dirigenti che l’hanno accettato per anni fanno finta di non conoscerlo, ma questo non è un mio problema”.
L’ex ministro ha parlato anche di possibili alleanze con i Dem. “Impossibile pensare ad un’alleanza - ha detto – perché oltre che non esistere il Pd non ha una linea politica. E la prova provata è questa amministrazione comunale che vede dentro esponenti che si dichiarano essere del Partito democratico. Noi abbiamo sempre giudicato negativamente questa amministrazione e nessuno può dire che vi siano assessori riferibili alla nostra area politica”.
Le dichiarazioni di D’Alia sono destinate ad aprire un nuovo dibattito in città sulla reale portata del Pd e soprattutto su chi oggi lo gestisce per interposta persona. Il commissario Carbone non è riuscito a risollevare le sorti di un partito che paga l’assenza di un vero leader.(messinaogg.it)
Tragedia Sansovino. Domani forse le autopsie. Ci sono le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Ad uccidere potrebbe essere stato l'idrogeno solforato, un gas "killer"
Potrebbe essere quello odierno il giorno chiave per concretizzare i primi risultati delle indagini sull'incidente mortale avvenuto sulla Sansovino martedì pomeriggio.
Ieri in Procura è stata una giornata intensa per il pool coordinato dall'aggiunto Giovannella Scaminaci.
Il magistrato, tra l'altro, ha scelto di avvalersi di altri sostituti, già impegnati in precedenti accertamenti su vicende relative alla sicurezza marittima. A loro ha chiesto aiuto anche per effettuare tutti gli adempimenti necessari, tanti, in vista delle autopsie sui corpi dei tre marinai morti.
L'esame medico legale, affidato ad un perito dell'Istituto di medicina legale di Messina, potrebbe essere effettuato già domani. Servirà a confermare o smentire quello che le testimonianze raccontano e i rilevatori dei Vigili del Fuoco della squadra NCBR hanno evidenziato già martedì sera, ossia la presenza dell'idrogeno solforato, il gas killer sprigionatosi dall'interno della sentina, mentre due marittimi ispezionavano le pompe. Un gas spietato e sottile, spesso inodore e difficile da rintracciare quando avvelena il corpo delle vittime, tanto che potrebbe servire il supporto di un laboratorio specializzato, e quindi di almeno un altro esperto tossicologo, per completare l'analisi.
Hanno portato a compimento i rilievi a loro affidati, invece, i Ris di Messina del comandante Sergio Schiavone, che hanno consegnato al chimico della Capitaneria del Porto, Giuseppe Recupero, i campioni recuperati sulla Sansovino martedì sera.
Proseguono a tamburo battente, invece, gli accertamenti affidati alla Capitaneria di Porto: hanno sentito prima tutti i testimoni in grado di riferire su quel che è accaduto quel drammatico pomeriggio, sulla nave, poi i responsabili della sicurezza, a tutti i livelli. A cominciare dal responsabile del personale di Caronte &Tourist, Tiziano Minuti, e al comandante della nave, il trapanese Salvatore Virzì. Anche lui è rimasto intossicato durante le operazioni di soccorso dei marittimi a lavoro sulla nave cisterna.
E' stato lui, in particolare, a tirare fuori Ferdinando Puccio, che ha trovato svenuto all'ingresso del locale sentina. La vita del palermitano è ancora appesa ad un filo. Virzì resta invece sotto osservazione medica, anche se le sue condizioni vanno verso un netto miglioramento.
In vista delle autopsie, in Procura ieri sono state effettuate anche le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Le ipotesi di reato restano omicidio colposo plurimo e mancato rispetto delle norme di sicurezza. L'iscrizione nel registro degli indagati (al momento non si conoscono ufficialmente i nomi ma non è difficile capire chi potrebbero essere) è un atto dovuto a tutela degli stessi indagati che avranno così la possibilità di far partecipare un loro perito alle autopsie)
L'esame medico legale, affidato ad un perito dell'Istituto di medicina legale di Messina, potrebbe essere effettuato già domani. Servirà a confermare o smentire quello che le testimonianze raccontano e i rilevatori dei Vigili del Fuoco della squadra NCBR hanno evidenziato già martedì sera, ossia la presenza dell'idrogeno solforato, il gas killer sprigionatosi dall'interno della sentina, mentre due marittimi ispezionavano le pompe. Un gas spietato e sottile, spesso inodore e difficile da rintracciare quando avvelena il corpo delle vittime, tanto che potrebbe servire il supporto di un laboratorio specializzato, e quindi di almeno un altro esperto tossicologo, per completare l'analisi.
Hanno portato a compimento i rilievi a loro affidati, invece, i Ris di Messina del comandante Sergio Schiavone, che hanno consegnato al chimico della Capitaneria del Porto, Giuseppe Recupero, i campioni recuperati sulla Sansovino martedì sera.
Proseguono a tamburo battente, invece, gli accertamenti affidati alla Capitaneria di Porto: hanno sentito prima tutti i testimoni in grado di riferire su quel che è accaduto quel drammatico pomeriggio, sulla nave, poi i responsabili della sicurezza, a tutti i livelli. A cominciare dal responsabile del personale di Caronte &Tourist, Tiziano Minuti, e al comandante della nave, il trapanese Salvatore Virzì. Anche lui è rimasto intossicato durante le operazioni di soccorso dei marittimi a lavoro sulla nave cisterna.
E' stato lui, in particolare, a tirare fuori Ferdinando Puccio, che ha trovato svenuto all'ingresso del locale sentina. La vita del palermitano è ancora appesa ad un filo. Virzì resta invece sotto osservazione medica, anche se le sue condizioni vanno verso un netto miglioramento.
In vista delle autopsie, in Procura ieri sono state effettuate anche le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Le ipotesi di reato restano omicidio colposo plurimo e mancato rispetto delle norme di sicurezza. L'iscrizione nel registro degli indagati (al momento non si conoscono ufficialmente i nomi ma non è difficile capire chi potrebbero essere) è un atto dovuto a tutela degli stessi indagati che avranno così la possibilità di far partecipare un loro perito alle autopsie)
Per individuare eventuali responsabilità, la Procura sta vagliando anche parecchie immagini estrapolate dai sistemi di video sorveglianza del porto, così come tutte le registrazioni audio disponibili, a cominciare dalle comunicazioni a bordo della nave.
I file audio raccontano, come la lugubre diretta radio cronaca di una disgrazia, gli attimi concitati a bordo della Sansovino. Gli ultimi, prima che i marittimi cadessero, uno dopo l'altro. Tre di loro per sempre.
I rilievi tecnici sull'imbarcazione e le testimonianze degli altri marittimi a bordo saranno fondamentali per chiarire le domande chiave accese da queste vite spezzate:
I file audio raccontano, come la lugubre diretta radio cronaca di una disgrazia, gli attimi concitati a bordo della Sansovino. Gli ultimi, prima che i marittimi cadessero, uno dopo l'altro. Tre di loro per sempre.
I rilievi tecnici sull'imbarcazione e le testimonianze degli altri marittimi a bordo saranno fondamentali per chiarire le domande chiave accese da queste vite spezzate:
Cosa ha permesso al gas killer di liberarsi?
Un guasto o una errata manovra? E da parte di chi?
E i marittimi perchè hanno inalato questo gas? Erano dotati di tutte le strumentazioni necessarie a salvarsi la vita ed operare in un contesto così delicato o no?
Rientrava nelle loro mansioni?
Meetuplipari del Movimento 5stelle. Considerazioni sul Punto nascite a Lipari
Riceviamo e pubblichiamo:
Desideriamo fare qualche considerazione in merito alla nota del responsabile sanità di Forza Italia di qualche giorno fa, a proposito dell’ospedale, che così conclude le sue argomentazioni: “Quindi, rinunciando ad inutili lotte anti-leggi non attuabili, propongo all’attenzione di tutte le forze sul campo di pretendere ospedale ad evoluzione emergenziale rinunciando alla sterile lotta per il punto nascite perché non si può ottenere, perché contro legge attuale.”
Ma questo non è del tutto condivisibile…
Andiamo con ordine: il Ministro della salute Lorenzin ha firmato l'11 novembre 2015 un decreto che affida al Comitato percorso nascita nazionale (un comitato composto da tecnici) il compito di esprimere un parere sulle richieste di deroghe avanzate dalle regioni o dalle province di Trento e Bolzano; il citato Comitato avrà novanta giorni per esprimersi; con questa modalità si potrebbero mantenere attivi i punti nascita inferiori a 500 parti annui, in deroga a quanto previsto dall'Accordo Stato-regioni del 16 dicembre 2010. Esiste un “Protocollo Metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui e in condizioni oro-geografiche difficili” (art. 1 D.M. 11/11/2015).
Pantelleria ha ottenuto la deroga, Ischia ha ottenuto la deroga. In Lombardia, senza avere alcuna isola, hanno 9 punti nascita in deroga ed il presidente Maroni ha chiaramente detto di volersi battere per mantenerne aperti almeno 8 anche oltre il 2017.
Dichiara Baldo Gucciardi (PD) assessore regionale: “La competenza sulla deroga dei Punti nascita il cui numero di parti è inferiore a 500 l’anno, appartiene al ministero della Salute; alle Regioni ed alle rispettive Aziende sanitarie spetta il compito di mettere in sicurezza i Punti nascita per i quali dicastero ha concesso la deroga”.
Cosa non del tutto esatta. La Regione non solo può dire la sua sulla chiusura dei Punti nascita , ma deve fornire studi e documentazioni che supportino la richiesta presso il Ministero, e naturalmente per metterli in sicurezza non ha bisogno di aspettare nulla.
E da noi dunque cosa succede?
Noi non solo non abbiamo il punto nascita, in realtà per adesso non abbiamo neanche il personale che sulla carta ci spetterebbe.
Noi abbiamo un Presidente della Regione che fino a poco tempo fa, proprio nella nostra isola, dichiarava al microfono di un esterrefatto cronista che a Lipari ci sono 5 parti l’anno e che lui non poteva fare niente per noi. E costui dovrebbe perorare la nostra causa presso il Ministero?
Non vogliamo affermare che ottenere una deroga sia cosa facile e automatica, ma onestamente il presidio di Lipari ha tutte le caratteristiche per averla, anche e soprattutto per il ruolo di riferimento che svolge per le altre isole più piccole . Non riuscire ad ottenerla significa non volerla, e se poi guardiamo chi sono gli attori coinvolti è difficile non capire che il problema del nostro punto nascita non è meramente legislativo. Il “non averne diritto” non c’entra, pare piuttosto di assistere ad un triste giochetto politico delle parti.
Il governo nazionale a guida PD decide di sbaraccare un pò di Punti nascita in Sicilia. Il governo regionale, a guida PD, fa finta di opporsi, ma nella realtà dei fatti non fa nulla di concreto, ci mancherebbe, è sempre PD… La stessa cosa avviene poi ovviamente nei comuni a guida PD. A protestare contro la chiusura del Punto nascita delle Madonie è Magda Culotta, sindaco di Pollina e parlamentare nazionale del PD. Ma il Punto nascita è stato chiuso lo stesso. La stessa scena si verifica a Santo Stefano di Quisquina, in provincia di Agrigento. Da mesi, in prima fila, a difendere il Punto nascita di Santo Stefano ci sono i parlamentari e gli amministratori locali, tutti del PD. Tutti contro la Ministra Lorenzin. Ma il Punto nascita è stato chiuso lo stesso, e anche le vicende eoliane non fanno eccezione.
Insomma lo sanno tutti che ci stanno prendendo in giro, vi pare che se avessero realmente voluto tenerli aperti non lo avrebbero già fatto? Ma il teatrino serve (secondo loro) a conservarsi i nostri voti. Così quando vi chiederanno il voto e voi direte: “ma non è il PD che mi ha chiuso l’ospedale?”, loro potranno rispondervi: “sì, ma è anche il PD che ha protestato contro questa chiusura.” E lo spettacolo può continuare.
Noi pensiamo solo che come Eoliani, a prescindere da qualunque appartenenza politica, non dovremmo mai rassegnarci alla perdita dei nostri diritti.
Per chi usa Facebook questo il link dell'intervento in aula all'Ars del nostro portavoce Francesco Cappello, in merito al tema punti nascita:
https://www.facebook.com/fcappello5stelle/videos/1165497650171835/
Anche il mare è pieno di Stelle....
Desideriamo fare qualche considerazione in merito alla nota del responsabile sanità di Forza Italia di qualche giorno fa, a proposito dell’ospedale, che così conclude le sue argomentazioni: “Quindi, rinunciando ad inutili lotte anti-leggi non attuabili, propongo all’attenzione di tutte le forze sul campo di pretendere ospedale ad evoluzione emergenziale rinunciando alla sterile lotta per il punto nascite perché non si può ottenere, perché contro legge attuale.”
Ma questo non è del tutto condivisibile…
Andiamo con ordine: il Ministro della salute Lorenzin ha firmato l'11 novembre 2015 un decreto che affida al Comitato percorso nascita nazionale (un comitato composto da tecnici) il compito di esprimere un parere sulle richieste di deroghe avanzate dalle regioni o dalle province di Trento e Bolzano; il citato Comitato avrà novanta giorni per esprimersi; con questa modalità si potrebbero mantenere attivi i punti nascita inferiori a 500 parti annui, in deroga a quanto previsto dall'Accordo Stato-regioni del 16 dicembre 2010. Esiste un “Protocollo Metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui e in condizioni oro-geografiche difficili” (art. 1 D.M. 11/11/2015).
Pantelleria ha ottenuto la deroga, Ischia ha ottenuto la deroga. In Lombardia, senza avere alcuna isola, hanno 9 punti nascita in deroga ed il presidente Maroni ha chiaramente detto di volersi battere per mantenerne aperti almeno 8 anche oltre il 2017.
Dichiara Baldo Gucciardi (PD) assessore regionale: “La competenza sulla deroga dei Punti nascita il cui numero di parti è inferiore a 500 l’anno, appartiene al ministero della Salute; alle Regioni ed alle rispettive Aziende sanitarie spetta il compito di mettere in sicurezza i Punti nascita per i quali dicastero ha concesso la deroga”.
Cosa non del tutto esatta. La Regione non solo può dire la sua sulla chiusura dei Punti nascita , ma deve fornire studi e documentazioni che supportino la richiesta presso il Ministero, e naturalmente per metterli in sicurezza non ha bisogno di aspettare nulla.
E da noi dunque cosa succede?
Noi non solo non abbiamo il punto nascita, in realtà per adesso non abbiamo neanche il personale che sulla carta ci spetterebbe.
Noi abbiamo un Presidente della Regione che fino a poco tempo fa, proprio nella nostra isola, dichiarava al microfono di un esterrefatto cronista che a Lipari ci sono 5 parti l’anno e che lui non poteva fare niente per noi. E costui dovrebbe perorare la nostra causa presso il Ministero?
Non vogliamo affermare che ottenere una deroga sia cosa facile e automatica, ma onestamente il presidio di Lipari ha tutte le caratteristiche per averla, anche e soprattutto per il ruolo di riferimento che svolge per le altre isole più piccole . Non riuscire ad ottenerla significa non volerla, e se poi guardiamo chi sono gli attori coinvolti è difficile non capire che il problema del nostro punto nascita non è meramente legislativo. Il “non averne diritto” non c’entra, pare piuttosto di assistere ad un triste giochetto politico delle parti.
Il governo nazionale a guida PD decide di sbaraccare un pò di Punti nascita in Sicilia. Il governo regionale, a guida PD, fa finta di opporsi, ma nella realtà dei fatti non fa nulla di concreto, ci mancherebbe, è sempre PD… La stessa cosa avviene poi ovviamente nei comuni a guida PD. A protestare contro la chiusura del Punto nascita delle Madonie è Magda Culotta, sindaco di Pollina e parlamentare nazionale del PD. Ma il Punto nascita è stato chiuso lo stesso. La stessa scena si verifica a Santo Stefano di Quisquina, in provincia di Agrigento. Da mesi, in prima fila, a difendere il Punto nascita di Santo Stefano ci sono i parlamentari e gli amministratori locali, tutti del PD. Tutti contro la Ministra Lorenzin. Ma il Punto nascita è stato chiuso lo stesso, e anche le vicende eoliane non fanno eccezione.
Insomma lo sanno tutti che ci stanno prendendo in giro, vi pare che se avessero realmente voluto tenerli aperti non lo avrebbero già fatto? Ma il teatrino serve (secondo loro) a conservarsi i nostri voti. Così quando vi chiederanno il voto e voi direte: “ma non è il PD che mi ha chiuso l’ospedale?”, loro potranno rispondervi: “sì, ma è anche il PD che ha protestato contro questa chiusura.” E lo spettacolo può continuare.
Noi pensiamo solo che come Eoliani, a prescindere da qualunque appartenenza politica, non dovremmo mai rassegnarci alla perdita dei nostri diritti.
Per chi usa Facebook questo il link dell'intervento in aula all'Ars del nostro portavoce Francesco Cappello, in merito al tema punti nascita:
https://www.facebook.com/fcappello5stelle/videos/1165497650171835/
Anche il mare è pieno di Stelle....
meetuplipari
"Pescando" nell'archivio video di Eolienews: Carnevale eoliano 2013: video dei carri "Vulissi tonna a nasciri a' Lipari" e "Ma quannu Maya"
Ottantaquattresima puntata. Oggi: Carnevale eoliano 2013: video dei carri "Vulissi tonna a nasciri a' Lipari" e "Ma quannu Maya"
Milazzo: Tentata rapina con sparatoria ai danni di un portavalori diretto a Lipari. E' accaduto al terminal degli aliscafi
Tentativo di rapina a mano armata, poco prima delle sette di stamattina al terminal degli aliscafi di Milazzo. Due uomini, travestiti da militari (uno in tuta mimetica e l’altro con divisa da marinaio) hanno aggredito una guardia giurata che a piedi stava trasferendo una valigia con valori sull’aliscafo diretto a Vulcano - Lipari.
Tutto è avvenuto in pochi secondi poco fuori del terminal, nell’area portuale.
La guardia giurata sarebbe stata colpita alla testa, presumibilmente, con il calcio di una pistola.
Di certo è avvenuta una violenta colluttazione.
I malviventi non sono però riusciti a prendere la valigia che era assicurata al polso della guardia giurata con le manette e sono fuggiti a piedi verso la Marina Garibaldi.
Sarebbero stati esplosi almeno 5 colpi di pistola.
Si sospetta vi fosse un terzo complice in attesa su un’automobile che - visto l'evolversi della situazione - si è allontanato, salvo, poi, presumibilmente, recuperare i rapinatori.
Comprensibile paura tra i presenti nell'area interessata al fatto, tra i quali molti pendolari diretti alle Eolie.
La guardia giurata è stata trasportata dal 118 al pronto soccorso dell'ospedale di Milazzo ma le sue condizioni non destano preoccupazione.
Tutto è avvenuto in pochi secondi poco fuori del terminal, nell’area portuale.
La guardia giurata sarebbe stata colpita alla testa, presumibilmente, con il calcio di una pistola.
Di certo è avvenuta una violenta colluttazione.
I malviventi non sono però riusciti a prendere la valigia che era assicurata al polso della guardia giurata con le manette e sono fuggiti a piedi verso la Marina Garibaldi.
Sarebbero stati esplosi almeno 5 colpi di pistola.
Si sospetta vi fosse un terzo complice in attesa su un’automobile che - visto l'evolversi della situazione - si è allontanato, salvo, poi, presumibilmente, recuperare i rapinatori.
Comprensibile paura tra i presenti nell'area interessata al fatto, tra i quali molti pendolari diretti alle Eolie.
La guardia giurata è stata trasportata dal 118 al pronto soccorso dell'ospedale di Milazzo ma le sue condizioni non destano preoccupazione.
Sicurezza sul lavoro. Sit-in oggi delle organizzazioni sindacali al molo Norimberga di Messina
CGIL – CISL – UIL di Messina e le rispettive Federazioni di categoria dei Trasporti esprimono vicinanza e cordoglio alle famiglie dei marittimi deceduti sulla nave traghetto Sansovino e augurano sollecita e completa guarigione ai feriti.
Ancora una volta siamo a dover piangere la perdita di vite umane sul posto di lavoro, una condizione inaccettabile per il Sindacato, per i lavoratori, per la coscienza di ognuno di noi.
Chiediamo che si faccia piena luce sulla dinamica dei fatti, sulle eventuali cause e responsabilità, perché non abbiano mai più a ripetersi simili tragedie e perché non sia mai minimamente abbassata la guardia in tema di salute e sicurezza.
Chiediamo che si riapra immediatamente il tavolo istituzionale di monitoraggio e di verifica sui temi della sicurezza e della salute nella nostra provincia per ridare vigore alle iniziative di vigilanza e di controllo delle condizioni di lavoro in tutti i settori.
Per sensibilizzare ulteriormente istituzioni e controparti su queste tematiche e per esprimere tutta la vicinanza e il sostegno ai marittimi tutti, le OO.SS. terranno oggi giovedì 1 dicembre a partire dalle ore 15.30 un sit-in di lavoratori e delegati presso il molo Norimberga del porto di Messina in prossimità della nave ormeggiata.
Ancora una volta siamo a dover piangere la perdita di vite umane sul posto di lavoro, una condizione inaccettabile per il Sindacato, per i lavoratori, per la coscienza di ognuno di noi.
Chiediamo che si faccia piena luce sulla dinamica dei fatti, sulle eventuali cause e responsabilità, perché non abbiano mai più a ripetersi simili tragedie e perché non sia mai minimamente abbassata la guardia in tema di salute e sicurezza.
Chiediamo che si riapra immediatamente il tavolo istituzionale di monitoraggio e di verifica sui temi della sicurezza e della salute nella nostra provincia per ridare vigore alle iniziative di vigilanza e di controllo delle condizioni di lavoro in tutti i settori.
Per sensibilizzare ulteriormente istituzioni e controparti su queste tematiche e per esprimere tutta la vicinanza e il sostegno ai marittimi tutti, le OO.SS. terranno oggi giovedì 1 dicembre a partire dalle ore 15.30 un sit-in di lavoratori e delegati presso il molo Norimberga del porto di Messina in prossimità della nave ormeggiata.
mercoledì 30 novembre 2016
Strage di marittimi a Messina: "Mio genero, ufficiale, trattato come un manovale". Intervista a Repubblica del suocero di Gaetano D'Ambra
(Da Repubblica.it) "Voleva cambiare lavoro, non ne poteva più", racconta Antonino Natoli, suocero di Gaetano D'Ambra, una delle vittime della nave Sansovino. Chiedono di sapere di più i famigliari: "Vogliamo chiarezza", invoca il parente. (di Salvo Palazzolo e Giorgio Ruta)
Per visualizzare l'intervista cliccare sul sottostante link
http://video.repubblica.it/edizione/palermo/strage-di-marittimi-a-messina-mio-genero-ufficiale-trattato-come-un-manovale/261095/261423?ref=drvr2-6
Per visualizzare l'intervista cliccare sul sottostante link
http://video.repubblica.it/edizione/palermo/strage-di-marittimi-a-messina-mio-genero-ufficiale-trattato-come-un-manovale/261095/261423?ref=drvr2-6
Da Crocetta a Messina tre rose in mare per Gaetano, Christian e Santo. Il Governatore ha poi reso omaggio alle salme
Il "nostro" Gaetano D'Ambra, una delle vittime |
Il Presidente della Regione si è recato al molo Norimberga per gettare tre rose nel mare, in ricordo di chi, appena ventiquattro ore fa, ha perso la vita mentre stava svolgendo il proprio lavoro.
Il Governatore ha espresso tutta la sua amarezza per una tragedia assurda: “La mia presenza qui è un segno di vicinanza verso le famiglie e i colleghi di questi poveri ragazzi, ho lasciato l’Ars in fretta e furia, ma lo ritengo assolutamente doveroso. Spero che queste giovani vite stroncate siano un monito affinchè aumenti la sicurezza nei cantieri, il lavoro deve migliorare la vita, non interromperla. Mi auguro che gli inquirenti facciano chiarezza sull’accaduto. La nostra terra non dovrà più piangere i propri figli morti in questo modo”.
Il Presidente della Regione - così come riportano le agenzie- si è poi recato alla camera mortuaria dell’ospedale Papardo, per rendere omaggio alle salme di Gaetano D’Ambra, Christian Micalizzi e Santo Parisi e dimostrare tutta la vicinanza della Regione alle rispettive famiglie.
Seconda laurea per Barbara Pajno. Ha riportato la votazione di 110 e lode
Oggi 30/11/2016,
Barbara Pajno
ha conseguito all'Università Louiss di Roma, la seconda laurea in Giurisprudenza, discutendo brillantemente la tesi "Il contratto rent to buy" e riportando la votazione di 110 e lode.
A Barbara gli auguri più cari ed affettuosi da mamma, papà, nonni, zii, Mimma, Gaetano, Emilia, Davide e di tutti gli amici.
A Barbara gli auguri più cari ed affettuosi da mamma, papà, nonni, zii, Mimma, Gaetano, Emilia, Davide e di tutti gli amici.
A Barbara le nostre felicitazioni per questo nuovo importante traguardo che - sicuramente - nell'alto del cielo, dove ora si trova, avrà fatto gioire la nonna Vannina
Rapina Antonveneta a Lipari del 2007: assolto dalla Corte d’Appello l'ex cassiere
(AdnKronos) Era finito in carcere con l'accusa di essere il basista di una rapina avvenuta nell'estate del 2007 nella filiale della Banca Antonveneta di Lipari, nelle isole Eolie, in cui lavorava come cassiere. Adesso, a distanza di nove anni, Giacomo Sparaco, è stato assolto dalla Corte d'Appello di Messina. E' stata la stessa Procura generale a chiedere per l'uomo l'assoluzione. Che è arrivata nella tarda serata di ieri. Ma nel frattempo, Sparaco, originario di Palermo, è stato sospeso dal suo incarico in banca e da tempo non ha più né un lavoro né uno stipendio. Tutto inizia il 13 luglio del 2007, quando a Lipari, la più grande delle isole Eolie, ci fu una rapina presso la filiale della Banca Antonveneta. Giacomo Sparaco, era sospettato di essere stato il basista e complice della banda che rapinò la banca, colpo che fruttò la somma di 390 mila.
Sparaco, in primo grado era stato condannato, a sei anni e mezzo di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al pagamento di 2 mila euro di multa. Nel procedimento che aveva giudicato nel complesso sette imputati, in precedenza erano stati condannati altri tre: Giovanni Battista Lo Nigro, Francesco Paolo Rubino, ritenuto la mente della banda e Sergio Giannone, con condanne dai quattro ai cinque anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Altre tre persone, accusate di favoreggiamento personale, erano state invece assolte: Ignazia Farina, Silvana Giannone e Benito Giannone, tutti residenti a Palermo. I tre erano accusati di favoreggiamento. Il Monte Paschi di Siena, divenuto nel tempo il proprietario dell’Antonveneta, che si era costituito parte civile, aveva avuto il risarcimento con una penale di 35 mila euro.
In appello, il Procuratore generale di Messina, al termine del dibattimento ha chiesto l'assoluzione per Sparaco mentre la Banca Monte dei Paschi di Siena, che si è costituita ancora una volta parte civile, ha insistito per la conferma della sentenza. I legali di Sparaco, Marianna Viola e Paolo Seminara, che lo assistono dall'inizio, hanno chiesto, al termine dell'arringa difensiva, l'assoluzione con ampia formula liberatoria. Lunedì l'assoluzione. "Per lui è finito finalmente un incubo", dice oggi all'Adnkronos l'avvocato Marianna Viola. Sparaco aveva subito due ordinanze di custodia cautelare non convalidate, una dal gip di Palermo e una dal Tribunale del Riesame di Messina, "per un totale di circa 20 giorni di cella e di ingiusta detenzione", dice il legale.
Dopo la sentenza di condanna di primo grado Sparaco era stato sospeso da Monte dei Paschi di Siena e ad oggi, dal 27 novembre di due anni fa "è stato privato dell'unico mezzo di sostentamento familiare, lo stipendio", dicono i difensori del bancario. "Ha vissuto 9 lunghi anni di incubo giudiziario con tutto quello che ne consegue per chi sa di essere innocente - dice ancora Marianna Viola - Noi appartenenti alla categoria dei difensori siamo tenaci e da operatori del diritto auspichiamo ed invochiamo giustizia. In questo caso è stata resa, in prima battuta dal procuratore generale che ha chiesto l'assoluzione e poi dalla Corte di Appello di Messina che ha emesso la giusta sentenza".
Sparaco, in primo grado era stato condannato, a sei anni e mezzo di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al pagamento di 2 mila euro di multa. Nel procedimento che aveva giudicato nel complesso sette imputati, in precedenza erano stati condannati altri tre: Giovanni Battista Lo Nigro, Francesco Paolo Rubino, ritenuto la mente della banda e Sergio Giannone, con condanne dai quattro ai cinque anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Altre tre persone, accusate di favoreggiamento personale, erano state invece assolte: Ignazia Farina, Silvana Giannone e Benito Giannone, tutti residenti a Palermo. I tre erano accusati di favoreggiamento. Il Monte Paschi di Siena, divenuto nel tempo il proprietario dell’Antonveneta, che si era costituito parte civile, aveva avuto il risarcimento con una penale di 35 mila euro.
In appello, il Procuratore generale di Messina, al termine del dibattimento ha chiesto l'assoluzione per Sparaco mentre la Banca Monte dei Paschi di Siena, che si è costituita ancora una volta parte civile, ha insistito per la conferma della sentenza. I legali di Sparaco, Marianna Viola e Paolo Seminara, che lo assistono dall'inizio, hanno chiesto, al termine dell'arringa difensiva, l'assoluzione con ampia formula liberatoria. Lunedì l'assoluzione. "Per lui è finito finalmente un incubo", dice oggi all'Adnkronos l'avvocato Marianna Viola. Sparaco aveva subito due ordinanze di custodia cautelare non convalidate, una dal gip di Palermo e una dal Tribunale del Riesame di Messina, "per un totale di circa 20 giorni di cella e di ingiusta detenzione", dice il legale.
Dopo la sentenza di condanna di primo grado Sparaco era stato sospeso da Monte dei Paschi di Siena e ad oggi, dal 27 novembre di due anni fa "è stato privato dell'unico mezzo di sostentamento familiare, lo stipendio", dicono i difensori del bancario. "Ha vissuto 9 lunghi anni di incubo giudiziario con tutto quello che ne consegue per chi sa di essere innocente - dice ancora Marianna Viola - Noi appartenenti alla categoria dei difensori siamo tenaci e da operatori del diritto auspichiamo ed invochiamo giustizia. In questo caso è stata resa, in prima battuta dal procuratore generale che ha chiesto l'assoluzione e poi dalla Corte di Appello di Messina che ha emesso la giusta sentenza".
Prelevati campioni nella "camera della morte" della Sansovino. La rabbia dei familiari dei marittimi
di Manuela Modica e Salvo Palazzolo
Hanno indossato tute e maschere speciali, quelle che non avevano i marinai morti, e sono scesi fin dentro la camera della morte. I vigili del fuoco hanno fatto un'ispezione nella pancia del traghetto Sansovino, dove sono morti tre marittimi, e hanno prelevato dei campioni, che adesso sono il cuore dell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Messina Giovannella Scaminaci. In quelle provette ci sono le tracce dell'acido killer che ha ucciso il primo ufficiale Christian Micalizzi, il secondo ufficiale Gaetano D'Ambra e l'operaio Santo Parisi. Sono invece ancora gravi le condizioni di un altro marittimo, Ferdinando Puccio, 38 anni, palermitano, ricoverato in Rianimazione all'ospedale Piemonte.
Hanno indossato tute e maschere speciali, quelle che non avevano i marinai morti, e sono scesi fin dentro la camera della morte. I vigili del fuoco hanno fatto un'ispezione nella pancia del traghetto Sansovino, dove sono morti tre marittimi, e hanno prelevato dei campioni, che adesso sono il cuore dell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Messina Giovannella Scaminaci. In quelle provette ci sono le tracce dell'acido killer che ha ucciso il primo ufficiale Christian Micalizzi, il secondo ufficiale Gaetano D'Ambra e l'operaio Santo Parisi. Sono invece ancora gravi le condizioni di un altro marittimo, Ferdinando Puccio, 38 anni, palermitano, ricoverato in Rianimazione all'ospedale Piemonte.
"Sono riuscito a tirarne fuori due ma per gli altri era troppo tardi", dice il nostromo Nino Lombardo mentre è ancora in sedia a rotelle. Era poco distante dal luogo dell'incidente, impegnato in un altro lavoro: "Mi hanno chiamato e sono scappato, ho messo la maschera: ho avuto altre esperienze simili, ho capito cosa dovevo fare, sono in mare da trent'anni".
Dai 17 anni sulle navi, Lombardo è oggi l'eroe della Sansovino, a indicarlo sono i medici del Piemonte: "Senza di lui i morti sarebbero di più oggi", dice Angelo Aliquò, direttore del Piemonte, dove è ancora in prognosi riservata Ferdinando Puccio. Lombardo resterà in osservazione qualche giorno ma è fuori pericolo: "Dopo averne tirati su due l'ossigeno nella bombola era finito e sono crollato: da quel momento non ricordo più niente".
Gli investigatori della Capitaneria di porto hanno già raccolto le testimonianze di alcuni dei cinque superstiti, anche loro ricoverati. Ad aprire il portellone della camera sarebbe stato D'Ambra, subito travolto dalle esalazioni dell'acido killer: le prime indagini dicono che si tratterebbe di acido solfidrico, residuo di nafta. È un veleno micidiale che uccide anche il primo ufficiale, Christian Micalizzi, pure lui appena arrivato nella pancia della nave attraccata da quattro mesi al molo Norimberga, per alcuni lavori di manutenzione. Veleno che non lascia scampo neanche all’operaio Santo Parisi. Un marinaio, Ferdinando Puccio, prova a soccorrere i suoi ufficiali, ma il veleno lo stordisce, lo soffoca, ora lotta fra la vita e la morte, le sue condizioni sono gravissime. Il comandante del Sansovino, Salvatore Virzì, è riuscito a portarlo via dalla pancia della nave, dall’ingresso di quella camera stagna che si è trasformata in una trappola micidiale. Pure il comandante adesso è ricoverato.
Le condizioni di Puccio ricoverato in rianimazione all'ospedale Piemonte restano molto critiche. Dopo la notte i parametri sono stazionari e ciò per i medici è già un segnale positivo insieme al fatto che l'uomo riesce a "ventilare", circostanza che al momento esclude l'ipotesi di sottoporlo a un trapianto di polmone.
Gli investigatori della Capitaneria di porto hanno già raccolto le testimonianze di alcuni dei cinque superstiti, anche loro ricoverati. Ad aprire il portellone della camera sarebbe stato D'Ambra, subito travolto dalle esalazioni dell'acido killer: le prime indagini dicono che si tratterebbe di acido solfidrico, residuo di nafta. È un veleno micidiale che uccide anche il primo ufficiale, Christian Micalizzi, pure lui appena arrivato nella pancia della nave attraccata da quattro mesi al molo Norimberga, per alcuni lavori di manutenzione. Veleno che non lascia scampo neanche all’operaio Santo Parisi. Un marinaio, Ferdinando Puccio, prova a soccorrere i suoi ufficiali, ma il veleno lo stordisce, lo soffoca, ora lotta fra la vita e la morte, le sue condizioni sono gravissime. Il comandante del Sansovino, Salvatore Virzì, è riuscito a portarlo via dalla pancia della nave, dall’ingresso di quella camera stagna che si è trasformata in una trappola micidiale. Pure il comandante adesso è ricoverato.
Le condizioni di Puccio ricoverato in rianimazione all'ospedale Piemonte restano molto critiche. Dopo la notte i parametri sono stazionari e ciò per i medici è già un segnale positivo insieme al fatto che l'uomo riesce a "ventilare", circostanza che al momento esclude l'ipotesi di sottoporlo a un trapianto di polmone.
Al "Piemonte" continua la straziante attesa dei parenti di Puccio mentre i familiari degli altri uomini coinvolti accusano: "Dalla Caronte&Tourist non abbiamo ricevuto neanche una telefonata - racconta Stefano Bertè, cognato di Lombardo - siamo arrivati da Lipari immediatamente e per fortuna mio cognato sta abbastanza bene. A quanto pare è stato l'unico a capire cosa stava accadendo, ha indossato la maschera a ossigeno e prima di svenire è riuscito a trascinare via dalla cisterna due suoi colleghi che avevano perso i sensi". "Gaetano non doveva stare là, non era suo compito - dice Antonino Natoli, il suocero del secondo ufficiale, D'Ambra - era trattato come fosse manovalanza, voleva lasciarlo questo maledetto lavoro, me l'aveva detto più volte. Chi gli ha dato l'ordine di scendere sotto coperta per fare un'ispezione che non era di sua competenza? Lui era ufficiale di coperta, non di macchina".(repubblica.it)
A Porticello una piccola discarica di rifiuti ingombranti
Riceviamo da Angelo Ferlazzo e pubblichiamo:
Caro direttore,
ti disturbo per segnalati come feci diverse settimane fa, che allo svincolo per la spiaggia di Porticello verso Acquacalda c’è un cassonetto oggi più di ieri attorniato da rifiuti vari, che persone incivili lasciano anche passando di la vista la zona buia. Non si può fare la differenziata perché vi è solo un cassonetto, e il ritiro porta a porta non si fa.
Caro direttore,
ti disturbo per segnalati come feci diverse settimane fa, che allo svincolo per la spiaggia di Porticello verso Acquacalda c’è un cassonetto oggi più di ieri attorniato da rifiuti vari, che persone incivili lasciano anche passando di la vista la zona buia. Non si può fare la differenziata perché vi è solo un cassonetto, e il ritiro porta a porta non si fa.
Come al solito località quella, quasi abbandonata. Mi chiedo perché?
Angelo Ferlazzo
CP - GUARDIA COSTIERA DI MILAZZO. INTENSA ATTIVITA' PER PREVENIRE E REPRIMERE ILLECITI NEL SETTORE PESCA E COMMERCIALIZZAZIONE
Nei giorni scorsi, nell’ambito
dell’operazione complessa di vigilanza pesca disposta dalla Direzione marittima
di Catania, è proseguita l’attività di controllo da parte degli uomini della Guardia
Costiera di Milazzo per prevenire e reprimere illeciti in materia di pesca marittima
e commercializzazione di prodotto ittico. I controlli si sono svolti presso i
punti di sbarco del pescato, a bordo delle unità da pesca e presso rivendite
all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti ittici.
Durante l’attività sono stati
riscontrati numerosi illeciti: è stata accertata la commercializzazione di
prodotto ittico in cattivo stato di conservazione da parte di un esercizio
commerciale di Barcellona P.G., il cui titolare poneva in vendita prodotti di
varia specie in violazione delle vigenti normative in materia igienico
sanitaria. A seguito dell’attività sono stati sottoposti a sequestro Kg. 31 di
prodotto ittico, dichiarato dal servizio veterinario dell’Asp competente non
idoneo al consumo umano e pertanto avviato alla distruzione. Il titolare della
pescheria è stato inoltre deferito all’autorità giudiziaria.
Durante l’attività complessa sono
stati effettuati numerosi controlli in mare da parte delle dipendenti
motovedette. Anche in questo caso sono stati accertati numerosi illeciti. In
particolare il battello GC A64 ha accertato l’utilizzo illegale di attrezzi da
pesca del tipo palangari derivanti non opportunamente segnalati, utilizzati da
pescatori diportisti per la cattura di tonno rosso e pescespada, quest’ultimo
oggetto di fermo biologico nei mesi di ottobre e novembre. I citati attrezzi,
con una lunghezza complessiva superiore ai 3.000 metri, sono stati sequestrati
e saranno oggetto di confisca.
Inoltre, sempre il battello GC A 64 ha
proceduto a sanzionare il comandante di una unità da pesca professionale resosi
responsabile della violazione di un Regolamento comunitario, praticando la
pesca con reti trainate sotto costa. Anche questo attrezzo da pesca del tipo
sciabica è stato sequestrato, inoltre, al comandante ed all’armatore del
peschereccio sono stati comminati i punti di penalizzazione previsti dalla
norma trattandosi di infrazioni gravi. La stessa unità è stata, altresì,
sanzionata per avere imbarcato n.2 soggetti non appartenenti al personale
marittimo. L’importo complessivo delle sanzioni amministrative comminate
ammonta a Euro 6.616.
L’attività di controllo e vigilanza a cura della Guardia Costiera di Milazzo continuerà nei
prossimi giorni su tutto il territorio di competenza per verificare il rispetto della politica
comune della pesca anche in merito all’osservanza delle norme inerenti le traglie minime del
pescato, la tracciabilità/rintracciabilità e l’etichettarura del prodotto
ittico in tutte le fasi della commercializzazione, a tutela delle risorse
ittiche, dell’ambiente marino ed a garanzia della sicurezza alimentare
del consumatore.
Lipari a lutto per tre giorni. La Determina e il messaggio di cordoglio del sindaco Giorgianni
COMUNICATO STAMPA MESSAGGIO DI CORDOGLIO
Il Sindaco, Marco Giorgianni, a nome personale, della Civica Amministrazione e della comunità liparese, esprime sentimenti di profondo cordoglio e commozione a fronte del triste evento occorso nella giornata di ieri a Messina sulla nave “Sansovino”, che ha scosso ed affranto i cuori e le menti per avere, tragicamente, spezzato la vita del nostro giovanissimo e carissimo concittadino D’Ambra Gaetano, unitamente a quella dei colleghi Micalizzi Christian e Parisi Santo, mentre, insieme, erano dediti a prestare servizio sul luogo di lavoro, associandosi alla immensa sofferenza delle rispettive famiglie.
Con propria determina n.82 del 30/11/2016 è stato proclamato il “Lutto Cittadino” della Città di Lipari, nei giorni 30/11, 01 e 02/12/2016, in segno di rispetto e sentita partecipazione al dolore delle famiglie colpite dal drammatico evento e nel ricordo delle vittime che, in vita, hanno saputo elargire operoso servizio, concorrendo, con senso del dovere, grande dedizione e spirito di abnegazione, ad offrire un prezioso contributo allo sviluppo del territorio delle Eolie, nell’espletamento della loro meritevole professione.
Dalla Residenza Municipale, 30 novembre 2016
IL SINDACO (Marco Giorgianni)
Messina, parla Nino Lombardo il marittimo liparese sopravvissuto alla strage della Sansovino (da Repubblica.it): Così ne ho salvati due"
di Manuela Modica e Giorgio Ruta - Repubblica.it)
Parla l'eroe della Sansovino. Il nostromo liparese Nino Lombardo racconta i drammatici momenti all'interno della nave dove sono morti tre marittimi: "Sono riuscito a tirarne fuori due, per gli altri era troppo tardi". E' sceso nella cassa stagna dove i colleghi erano intossicati, "ho messo la maschera, ma poi l'ossigeno è terminato e sono caduto. Da quel momento non ricordo più niente".
Per visualizzare il video con l'intervista a Nino Lombardo cliccare sul sottostante link
http://video.repubblica.it/edizione/palermo/messina-parla-il-marittimo-sopravvissuto-alla-strage-cosi-ne-ho-salvati-due/261037/261362
Per visualizzare il video con l'intervista a Nino Lombardo cliccare sul sottostante link
Lutto cittadino a Lipari: annullato incontro di Canneto ” Un Sì per l’Italia”
Comunicato
Si comunica alla cittadinanza che l’incontro previsto nella frazione di Canneto per il 01.12.2016, denominato ” Un Sì per l’Italia” è stato annullato.
La decisione a seguito della proclamazione del lutto cittadino, indetto per tre giorni, per le tragiche vicende di Messina, che hanno visto coinvolto un nostro concittadino, oltre ai suoi colleghi che operavano al servizio degli eoliani.
Il Sindaco
Marco Giorgianni
Si comunica alla cittadinanza che l’incontro previsto nella frazione di Canneto per il 01.12.2016, denominato ” Un Sì per l’Italia” è stato annullato.
La decisione a seguito della proclamazione del lutto cittadino, indetto per tre giorni, per le tragiche vicende di Messina, che hanno visto coinvolto un nostro concittadino, oltre ai suoi colleghi che operavano al servizio degli eoliani.
Il Sindaco
Marco Giorgianni
Carabinieri non abbandoneranno Panarea. Vi sarà una costante presenza
Dopo l'appello lanciato, anche attraverso l'Ansa, dall'operatrice turistica Pina Mandarano al Presidente della Repubblica, per garantire la presenza dell'Arma sull'isola, apprendiamo che "i carabinieri non abbandoneranno Panarea ed ogni allarmismo che giunge dall'isola è ingiustificato".
E' chiaro il luogotenente Francesco Villari, comandante della stazione dell'Arma a Lipari.
"Giornalmente - ci ha dichiarato - una motovedetta raggiungerà Panarea e contestualmente un militare provvederà ad aprire l'ufficio per raccogliere eventuali denunce e/o segnalazioni. Inoltre, in ore diverse (anche notturne), nelle varie giornate, nostri uomini saranno presenti sull'isola.
E' chiaro il luogotenente Francesco Villari, comandante della stazione dell'Arma a Lipari.
"Giornalmente - ci ha dichiarato - una motovedetta raggiungerà Panarea e contestualmente un militare provvederà ad aprire l'ufficio per raccogliere eventuali denunce e/o segnalazioni. Inoltre, in ore diverse (anche notturne), nelle varie giornate, nostri uomini saranno presenti sull'isola.
Sansovino posta sotto sequestro dall'Autorità Giudiziaria. Ma cosa è accaduto a bordo? Proviamo a spiegarlo
L'ingresso ai "locali sentina" |
Proviamo a ricostruire il tutto prendendo spunto dall'articolo che il collega Riccardo D'Andrea scrive sulla Gazzetta del sud di oggi
Come è risaputo il terribile incidente si è verificato ieri pomeriggio, intorno alle 15, al Molo Norimberga, dove la nave passeggeri di proprietà della Caronte&Tourist era attraccata. Una squadra di marittimi era impegnata in lavori di manutenzione. I componenti si sono recati nei "locali sentina", la parte situata più in basso nello scafo dell’imbarcazione. Hanno iniziato ad effettuare delle operazioni di pulizia di una cisterna. Ben presto, però, l’aria dei locali è divenuta irrespirabile, complici i gas nocivi che si sprigionavano in quel punto.
In base ad una prima ricostruzione, uno dei marittimi avrebbe accusato un malore e sarebbe caduto all’interno della vasca, stordito. La stessa cosa sarebbe capitata a un secondo lavoratore.
I colleghi, allarmati, hanno immediatamente cercato di soccorrerli, ma uno dopo l’altro le loro condizioni di salute hanno avuto un rapido peggioramento, sempre a causa delle sostanze tossiche inalate. È scattato quindi l’allarme, con richiesta d’intervento prima alla Guardia costiera e poi ai vigili del fuoco del Comando provinciale. Sul posto sono intervenute tre squadre del “115”.
Grazie all’utilizzo di autorespiratori, i soccorritori sono entrati nello stretto passaggio di imbocco della sentina, hanno estratto e consegnato al personale medico la squadra di operai che si trovava all’interno. Poco dopo, ha ispezionato i locali una squadra del Nucleo Nbcr (Nucleare, biologico, chimico e radiologico) per accertare il tipo di sostanza che ha provocato l’irreparabile. Nel frattempo, gli intossicati sono stati trasportati in elisoccorso nei vari ospedali cittadini, al Papardo, al Policlinico e al Piemonte.
Le condizioni di D'Ambra, Micalizzi e Parisi sono, purtroppo, rapidamente peggiorate, fino al decesso.
L’inchiesta
La magistratura ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. Titolari del fascicolo sono il procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci e il sostituto Federica Rende, che si avvalgono delle attività investigative di un pool formato dal Nucleo Nbcr e dai carabinieri del Ris, coordinati dalla Capitaneria di porto.
La magistratura ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. Titolari del fascicolo sono il procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci e il sostituto Federica Rende, che si avvalgono delle attività investigative di un pool formato dal Nucleo Nbcr e dai carabinieri del Ris, coordinati dalla Capitaneria di porto.
Importanti i riscontri sul campo raccolti dal personale operante (ieri hanno operato fino a tarda notte), oltre alle testimonianze rese, in particolare, da chi si occupa della sicurezza della nave, posta sotto sequestro dall’Autorità giudiziaria. Al momento, non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati e le ipotesi di reato sono omicidio colposo e lesioni.
Lipari: Tre giorni di lutto cittadino per i luttuosi fatti della Sansovino. Il cordoglio di Mattarella e Renzi
Tre giorni di lutto cittadino nel Comune di Lipari li ha indetti il sindaco Marco Giorgianni (a breve firmerà la determina) per i luttuosi fatti della nave Sansovino.
Un lutto cittadino che - come ci aveva già anticipato ieri sera da Palermo il sindaco - è per il liparese Gaetano D'Ambra ma anche per il marittimo Christian Micalizzi e l'operaio motorista Santo Parisi, anche questi deceduti ieri.
Si è voluto estendere il lutto anche ai due non eoliani in quanto impegnati sui mezzi che collegano le Eolie alla terraferma.
E’ ancora in condizioni gravissime Ferdinando Puccio, il marinaio di Palermo in fin di vita che ieri si trovava sulla nave ‘Sansovino’ al porto di Messina su cui sono morti tre operai, uccisi dalle esalazioni di gas all’interno della nave. Puccio è ricoverato nell’ospedale Piemonte di Messina, tenuto sotto ventilazione dai medici
Un lutto cittadino che - come ci aveva già anticipato ieri sera da Palermo il sindaco - è per il liparese Gaetano D'Ambra ma anche per il marittimo Christian Micalizzi e l'operaio motorista Santo Parisi, anche questi deceduti ieri.
Si è voluto estendere il lutto anche ai due non eoliani in quanto impegnati sui mezzi che collegano le Eolie alla terraferma.
E’ ancora in condizioni gravissime Ferdinando Puccio, il marinaio di Palermo in fin di vita che ieri si trovava sulla nave ‘Sansovino’ al porto di Messina su cui sono morti tre operai, uccisi dalle esalazioni di gas all’interno della nave. Puccio è ricoverato nell’ospedale Piemonte di Messina, tenuto sotto ventilazione dai medici
IL CORDOGLIO:
Il presidente Mattarella: "Ogni morte sul lavoro è inaccettabile" "Prendo parte con commozione al dolore delle famiglie dei tre lavoratori di Messina e del marmista morto a Carrara. Ribadisco con forza l'esortazione a fare di tutto perché non si ripetano queste gravissime tragedie. Ogni morte sul lavoro è inaccettabile in un paese come il nostro". È il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Renzi: "Ferita a Italia che lavora" Un dolore insopportabile, una ferita nel cuore dell'Italia che lavora". Lo afferma il premier Matteo Renzi esprimendo il cordoglio personale e del Governo alle famiglie delle vittime dell'incidente a Messina.
Renzi: "Ferita a Italia che lavora" Un dolore insopportabile, una ferita nel cuore dell'Italia che lavora". Lo afferma il premier Matteo Renzi esprimendo il cordoglio personale e del Governo alle famiglie delle vittime dell'incidente a Messina.
Dissesto in vico Venezia a Stromboli. Giuffrè inoltra segnalazione al sindaco
Al Sindaco del Comune di Lipari
Rag. Marco Giorgianni.
Oggetto: Segnalazione dissesto della strada denominata Vico (Via) Venezia – Isola di Stromboli .
Gentile sig. Sindaco,
Con la presente nota intendo segnalarle le lamentele che mi giungono dagli abitanti di Vico Venezia, nell’isola di Stromboli, per il mancato ripristino della strada in oggetto. Lamentele e segnalazioni che sono state già rappresentate al nostro comune dagli stessi abitanti di detta via con tre distinte note a partire dal 2013, fino all’ultima del 05/09/2016.
Dissesto e mancata manutenzione che nella parte mediana della strada, verso il mare, risulta essere più accentuato. Per un tratto di almeno 30 metri lineari, il vico è totalmente dissestato e ricoperto di materiali vari che rendono difficoltoso e pericoloso il passaggio ed il transito dei pedoni.
Trattandosi anche di ‘ Via di Fuga’ in caso di eventuali onde anomale, il ripristino di una viabilità piena e corretta risulta essere indispensabile ed improcrastinabile.
Le chiedo, signor sindaco, di inviare sul posto dei tecnici per valutare la reale entità degli interventi da effettuare e conseguentemente predisporre quanto necessario per dare concrete risposte ai nostri cittadini.
Certo di un suo sollecito intervento in merito ed in attesa di suo gentile riscontro invio:
Distinti Saluti
Gianluca Giuffrè
Consigliere Comunale di Lipari
Rag. Marco Giorgianni.
Oggetto: Segnalazione dissesto della strada denominata Vico (Via) Venezia – Isola di Stromboli .
Gentile sig. Sindaco,
Con la presente nota intendo segnalarle le lamentele che mi giungono dagli abitanti di Vico Venezia, nell’isola di Stromboli, per il mancato ripristino della strada in oggetto. Lamentele e segnalazioni che sono state già rappresentate al nostro comune dagli stessi abitanti di detta via con tre distinte note a partire dal 2013, fino all’ultima del 05/09/2016.
Dissesto e mancata manutenzione che nella parte mediana della strada, verso il mare, risulta essere più accentuato. Per un tratto di almeno 30 metri lineari, il vico è totalmente dissestato e ricoperto di materiali vari che rendono difficoltoso e pericoloso il passaggio ed il transito dei pedoni.
Trattandosi anche di ‘ Via di Fuga’ in caso di eventuali onde anomale, il ripristino di una viabilità piena e corretta risulta essere indispensabile ed improcrastinabile.
Le chiedo, signor sindaco, di inviare sul posto dei tecnici per valutare la reale entità degli interventi da effettuare e conseguentemente predisporre quanto necessario per dare concrete risposte ai nostri cittadini.
Certo di un suo sollecito intervento in merito ed in attesa di suo gentile riscontro invio:
Distinti Saluti
Gianluca Giuffrè
Consigliere Comunale di Lipari
Accadde oggi...alle Eolie
30/11/2011
Furto con scasso al Conti di Lipari. Asportati quattro computer. Allagato il piano superiore (foto e video)
http://eolienews.blogspot.it/2011/11/furto-con-scasso-al-conti-di-lipari.html
Furto con scasso al Conti di Lipari. Asportati quattro computer. Allagato il piano superiore (foto e video)
http://eolienews.blogspot.it/2011/11/furto-con-scasso-al-conti-di-lipari.html
INCIDENTE MORTALE SULLA SANSOVINO. TONINO GENOVESE (CISL) E NINO ALIBRANDI (FIM CISL): «PENSIAMO ALLE FAMIGLIE E AL VALORE DEL LAVORO IN QUESTO TERRITORIO»
Siamo costernati e molto arrabbiati – hanno detto, a caldo, il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese e il segretario provinciale del Fim Cisl, Nino Alibrandi - Pensiamo alle famiglie, al valore del lavoro in questo territorio, a quanto non si debba mai abbassare la guardia. La sicurezza è il dovere del giorno prima non il rammarico per ciò che si doveva e poteva fare. Non bastano le leggi se non vengono applicate, non basta nessuna giustificazione e non esiste mai nessun motivo valido per non tutelare la salute dei lavoratori. Non esiste nessuna giustificazione economica né organizzativa».
Tonino Genovese e Nino Alibrandi si rivolgono anche alla Prefetto Ferrandino. «Convochi presso i suoi uffici il tavolo del lavoro già costituito, anche sulle tutele della sicurezza nel lavoro, presso l’ispettorato per dare concretezza agli atti conseguenti. Giusto e doveroso ricercare le responsabilità, ma quei lavoratori strappati ai loro affetti non torneranno a casa».
Tonino Genovese e Nino Alibrandi si rivolgono anche alla Prefetto Ferrandino. «Convochi presso i suoi uffici il tavolo del lavoro già costituito, anche sulle tutele della sicurezza nel lavoro, presso l’ispettorato per dare concretezza agli atti conseguenti. Giusto e doveroso ricercare le responsabilità, ma quei lavoratori strappati ai loro affetti non torneranno a casa».
Oggi è Mercoledì 30 Novembre.
Alba dietro lo Strombolicchio (Stromboli)
Abitualmente in questo spazio auguriamo il buongiorno ai lettori. Ma oggi, ci vorrete scusare, ci limiteremo solo alla foto. Per noi, per gli eoliani, per la famiglia di Gaetano, sopratutto, non lo è di certo
Abitualmente in questo spazio auguriamo il buongiorno ai lettori. Ma oggi, ci vorrete scusare, ci limiteremo solo alla foto. Per noi, per gli eoliani, per la famiglia di Gaetano, sopratutto, non lo è di certo
martedì 29 novembre 2016
Sansovino: I nomi dei tre deceduti. Un altro è gravissimo. Aperte due inchieste
Il deceduto a bordo della Sansovino, gli altri due in ospedale |
Hanno perso la vita Christian Micalizzi, primo ufficiale di Messina ; Gaetano D’Ambra, 27 anni, secondo ufficiale di coperta, di Lipari, Santo Parisi di Terrasini.
Ferdinando Puccio di Palermo è gravissimo, in ventilazione nell'ospedale Piemonte, come spiegano i medici del nosocomio
Su quanto accaduto due indagini: della Procura della Repubblica di Messina e della Capitaneria di porto. In più quella interna della società armatrice.
Famiglia smentisce morte altro liparese su Sansovino. Nino Lombardo è soltanto ricoverato in osservazione
Su alcuni giornali on line anche nazionali è apparsa la notizia che tra i deceduti nella tragedia di Messina vi sarebbe anche il nostromo liparese, Nino Lombardo.
La famiglia smentisce categoricamente la notizia.
"Si trova in osservazione e lo abbiamo sentito poco fa" - ci ha dichiarato il cognato Stefano Bertè.
La famiglia smentisce categoricamente la notizia.
"Si trova in osservazione e lo abbiamo sentito poco fa" - ci ha dichiarato il cognato Stefano Bertè.
Sarebbero quattro i morti sulla Sansovino. C'è anche il liparese Gaetano D'Ambra
Sarebbero saliti a quattro i deceduti della nave Sansovino. Una quarta persona, infatti, non sarebbe riuscito ad uscire dal grave stato in cui si trovava nel momento in cui è stato soccorso.
Purtroppo è stata confermata la tragica notizia del decesso del liparese Gaetano D'Ambra, 27 anni.
Una notizia resa adesso ufficiale anche attraverso le agenzie ma che circolava già qualche ora dopo l'incidente
Nativo di Lipari. Gaetano, diplomatosi all’Istituto Nautico “Caio Duilio”, da qualche anno era imbarcato sui mezzi della ex flotta Siremar (prima con Compagnia delle Isole ora con Società di Navigazione Siciliana).
Purtroppo è stata confermata la tragica notizia del decesso del liparese Gaetano D'Ambra, 27 anni.
Una notizia resa adesso ufficiale anche attraverso le agenzie ma che circolava già qualche ora dopo l'incidente
Nativo di Lipari. Gaetano, diplomatosi all’Istituto Nautico “Caio Duilio”, da qualche anno era imbarcato sui mezzi della ex flotta Siremar (prima con Compagnia delle Isole ora con Società di Navigazione Siciliana).
Da sempre innamorato del mare, passione trasmessagli dal padre Giovanni, ormeggiatore nei porti eoliani, era il primogenito di tre figli.
Il 28 Giugno del 2014 si era unito in matrimonio con Emanuela Natoli nella chiesa di Quattropani.
Due giorni fa era a Lipari per prendere parte ai festeggiamenti per il 32esimo compleanno di un amico.
Sconvolto dalla notizia e vicino al dolore della famiglia il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni che abbiamo raggiunto telefonicamente a Palermo.
A Lipari - in occasione dei funerali del giovane – sè probabile che sia proclamato il lutto cittadino
Morti sulla Sansovino. Il cordoglio di SNS, del ministro Poletti e del sindaco Giorgianni
"E' con grande dolore che apprendiamo la notizia della morte di tre operai e del ferimento di un altro marittimo a bordo della nave "Sansovino" della Caronte & Tourist Isole Minori", scrive in una nota il gruppo Caronte&Tourist, la compagnia proprietaria della nave Sansovino. "Intendiamo esprimere vicinanza alle famiglie delle persone coinvolte nell'incidente e presteremo la massima collaborazione affinché si chiarisca la dinamica dei fatti, al momento al vaglio degli inquirenti - dicono - Nel frattempo abbiamo attivato una commissione interna d'inchiesta in modo da fare luce sull'accaduto nel più breve tempo possibile".
"Esprimo il mio cordoglio sincero e la mia vicinanza - dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - alle famiglie dei lavoratori vittime del gravissimo incidente che si e' verificato oggi sul traghetto Sansovino. Sono profondamente rattristato per questa tragedia che rappresenta un monito, per tutti, sulla necessita' di intensificare ancora di piu' l'impegno per la prevenzione degli infortuni e i controlli del rispetto delle norme di sicurezza, specialmente nelle attivita' piu' rischiose. Il lavoro deve sostenere la vita delle persone, non distruggerla".
Sconvolto dalla notizia e vicino al dolore delle famiglie il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni che abbiamo raggiunto a Palermo.
"Esprimo il mio cordoglio sincero e la mia vicinanza - dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - alle famiglie dei lavoratori vittime del gravissimo incidente che si e' verificato oggi sul traghetto Sansovino. Sono profondamente rattristato per questa tragedia che rappresenta un monito, per tutti, sulla necessita' di intensificare ancora di piu' l'impegno per la prevenzione degli infortuni e i controlli del rispetto delle norme di sicurezza, specialmente nelle attivita' piu' rischiose. Il lavoro deve sostenere la vita delle persone, non distruggerla".
Sconvolto dalla notizia e vicino al dolore delle famiglie il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni che abbiamo raggiunto a Palermo.
A Lipari - in occasione dei funerali del giovane - sarà proclamato il lutto cittadino
Ci sarebbe un liparese tra i deceduti sulla Sansovino
Tre marinai morti e un altro rimasto gravemente intossicato. E’ il tragico bilancio del terribile incidente avvenuto oggi,sulla nave Sansovino della Siremar nel porto di Messina. Il dramma si è consumato durante i lavori di manutenzione di una cisterna
Uno dei marinai è deceduto sulla banchina, gli altri due poco dopo il trasporto agli ospedali Papardo e Policlinico. Uno di questi - secondo quanto riportato dalle agenzie - sarebbe originario di Lipari
Uno dei marinai è deceduto sulla banchina, gli altri due poco dopo il trasporto agli ospedali Papardo e Policlinico. Uno di questi - secondo quanto riportato dalle agenzie - sarebbe originario di Lipari
Salgono a tre i morti dell'incidente sulla Sansovino
Sono saliti a tre i morti a seguito dell'incidente verificatosi sulla Sansovino della Siremar ferma in porto a Messina.
I tre sarebbero marittimi.
Uno degli operai è morto durante il trasporto al Policlinico, gli altri 2 sono deceduti poco dopo il ricovero (rispettivamente al Pappando e al Policlinico).
I tre sarebbero marittimi.
Uno degli operai è morto durante il trasporto al Policlinico, gli altri 2 sono deceduti poco dopo il ricovero (rispettivamente al Pappando e al Policlinico).
Assume le fattezze della tragedia l'incidente a bordo della Sansovino. Ci sarebbero due morti
Foto di Blogsicilia |
Sono sei in totale gli operai/marinai rimasti coinvolti: stavano effettuando dei lavori di pulizia in una cisterna contenente gas. Sarebbero rimasti intossicati da esalazioni, fuoriusciti dalla cisterna.
Rispetto a quanto trapelato in un primo momento non è ancora chiaro se sono anche precipitati all'interno. Due di loro non ce l'hanno fatta, gli altri quattro sono stati trasportati negli ospedali cittadini - tre al Policlinico e uno al Piemonte - e sarebbero gravemente feriti.
IN AGGIORNAMENTO
Grave incidente a bordo della nave Sansovino ferma nel porto a Messina. Cinque operai finiscono dentro cisterna. Uno è gravissimo
Sono stati tutti recuperati e trasportati nei vari Pronto Soccorso degli ospedali di Messina i cinque operai caduti all’interno di una cisterna mentre lavoravano sulla nave Sansovino della Siremar, attraccata al Molo Norimberga.
Vigili del Fuoco e Capitaneria di Porto sono stati allertati poco dopo le 15,30.
Ai soccorsi hanno preso parte diverse squadre di Vigili del Fuoco e personale del 118.
Le indagini sono condotte dalla Capitaneria di Porto.
Sembra che uno degli operai, al momento, stia lottando tra la vita e la morte.
IN AGGIORNAMENTO
Vigili del Fuoco e Capitaneria di Porto sono stati allertati poco dopo le 15,30.
Ai soccorsi hanno preso parte diverse squadre di Vigili del Fuoco e personale del 118.
Le indagini sono condotte dalla Capitaneria di Porto.
Sembra che uno degli operai, al momento, stia lottando tra la vita e la morte.
IN AGGIORNAMENTO
Confermata condanna per uno dei tre violentatori a Saponara di una bimba di 11 anni. L'uomo, che si è trasferito a Filicudi, dovrà scontare in carcere 4 anni.
Risale al 2005 la vicenda che ha visto tristemente protagonista una ragazzina di 11 anni. La bimba fu stuprata da tre giovanissimi, comunque maggiorenni. In primo grado il branco era stato condannato. Ora anche la Corte d'Appello di Messina si è occupato della vicenda ed ha emesso la sentenza per uno di loro, un trentunenne originario di un centro tirrenico del messinese, che nel frattempo si è trasferito a Filicudi.
L'uomo dovrà ora scontare 4 anni di carcere.
In primo grado la condanna era stata ancora più severa: 7 anni di reclusione.
A far emergere la verità su quella tragedia erano stati i carabinieri della stazione di Saponara.
A loro si erano rivolti i genitori della vittima la quale, dopo aver vinto paura, ritrosia e vergogna, ha raccontato la violenza subita dal "branco".
I militari hanno accertato che il racconto della undicenne era fondato.
L'uomo dovrà ora scontare 4 anni di carcere.
In primo grado la condanna era stata ancora più severa: 7 anni di reclusione.
A far emergere la verità su quella tragedia erano stati i carabinieri della stazione di Saponara.
A loro si erano rivolti i genitori della vittima la quale, dopo aver vinto paura, ritrosia e vergogna, ha raccontato la violenza subita dal "branco".
I militari hanno accertato che il racconto della undicenne era fondato.
Carabinieri lasciano Panarea. Operatrice turistica si appella al Capo dello Stato
Chiude a Panarea, nelle Eolie, la stazione dei carabinieri e nell’isola c’è chi lancia un appello al capo dello Stato Sergio Mattarella. «Da buon siciliano – dice l’operatrice turistica Pina Cincotta – l’ultima speranza è lei, Presidente. Qui non ci sono finanzieri, vigili urbani, marinai; adesso sono andati via anche i due unici carabinieri. Il Comune di Lipari è rappresentato solo da un esponente della circoscrizione perchè tutti gli altri sono dimissionari e per un certificato bisogna andare nell’isola più grande, perchè qui in sede, non viene rilasciato. Cosi’ ci tratta lo Stato! Siamo buoni solo per pagare le tasse. Presidente siamo nelle sue mani”.
I Carabinieri tornare nel periodo pasquale, ma Pina Cincotta, in prima linea nella protesta, sottolinea le difficoltà a cui andranno incontro gli abitanti e gli operatori dell’isola, dopo questo provvedimento: ” Non saremo piu’ tranquilli – dice – è possibile che in un’isola capitale del turismo internazionale, debba rimanere senza forze dell’ordine per almeno 6 mesi? Saremo nelle mani di nessuno ed ognuno potrà fare quello che vuole… Che senso ha pagare le tasse se lo Stato non ci garantisce piu’ i servizi primari?”.
I Carabinieri tornare nel periodo pasquale, ma Pina Cincotta, in prima linea nella protesta, sottolinea le difficoltà a cui andranno incontro gli abitanti e gli operatori dell’isola, dopo questo provvedimento: ” Non saremo piu’ tranquilli – dice – è possibile che in un’isola capitale del turismo internazionale, debba rimanere senza forze dell’ordine per almeno 6 mesi? Saremo nelle mani di nessuno ed ognuno potrà fare quello che vuole… Che senso ha pagare le tasse se lo Stato non ci garantisce piu’ i servizi primari?”.
Il referendum del 4 dicembre, ovvero qualche considerazione sulla Renziforma. I motivi per votare NO al Referendum (di Pietro Lo Cascio)
Il referendum del 4 dicembre, ovvero qualche considerazione sulla Renziforma.
Qualche anno fa circolava la notizia di un documento redatto dagli analisti di JP Morgan, che avevano individuato nelle costituzioni nate dalla liberazione dal fascismo uno dei problemi di governance dei paesi dell’Europa mediterranea.
È assolutamente comprensibile che una Costituzione come la nostra venga percepita come un problema da uno dei colossi della finanza globale, per il quale risulterebbe senz’altro più agevole gestire i propri affari in un sistema meno imprevedibile e sottoposto a un più rigido controllo verticistico, spazzando via concetti come la pluralità del pensiero; insomma, un sistema più “aziendale”.
Diviene molto meno comprensibile, invece, quando questa esigenza è propinata da un governo al Paese come “indispensabile” trasformazione di un sistema giudicato vecchio e farraginoso, per introdurre nuove regole che – certamente – meno farraginose non sono: basti pensare al complesso meccanismo di nomina per la nuova camera delle “autonomie” che dovrebbe soppiantare il Senato, e al fatto che – una volta privata di molte delle attuali competenze – la stessa diventerebbe una sorta di “parcheggio” per notabili (possibilmente designati tra gli amici).
Ma questa riforma è davvero “indispensabile”? E per chi?
Molti sostenitori del SI, anche tra gli interventi che ho letto sui giornali locali, invocano la stabilità. La stabilità dovrebbe essere frutto della capacità di raccogliere consensi su proposte politiche credibili, non di riforme concepite per addomesticare una delle due camere, o di leggi-truffa con premi di maggioranza che consegnano per cinque anni il Paese a minoranze. Chi sostiene il contrario, evidentemente, ignora il fatto che solo il 3% delle leggi passa dopo estenuanti balletti tra Camera e Senato, mentre la maggior parte viene approvata dopo una singola lettura alla Camera e una al Senato. Perché mai, dunque, questa riforma dovrebbe velocizzare l’approvazione delle leggi?
Si parla allora di risparmio per le casse dello Stato. Al di là delle cifre irrealistiche sulla sua entità – 490 milioni secondo il ministro Boschi, in risposta a interrogazione parlamentare, giugno 2016 – questo risparmio viene stimato in circa 60 milioni di euro all’anno (fonte: documento della Ragioneria di Stato del 2014). Ma un Paese che spende quotidianamente più di 60 milioni in armamenti davvero pensa di risparmiare eliminando una delle due camere previste dalla Costituzione? Se davvero è così importante ridurre le spese non sarebbe stato più facile, per esempio, cominciare dalle esorbitanti somme destinate alla difesa? Non si poteva ridurre d’autorità l’appannaggio mensile di deputati e senatori, come il governo ha fatto con le pensioni, o con i tagli al sociale e all’ambiente?
Di certo, questa riforma finirà per ledere la partecipazione dei cittadini: le proposte di legge di iniziativa popolare si potranno presentare soltanto con 150.000 firme, tre volte più del numero attualmente richiesto. È questo il concetto di democrazia che ha ispirato la riforma proposta dal governo Renzi? O vi si coglie qualche sconfortante eco delle opinioni degli analisti della JP Morgan?
Ed è questo il punto. Il confronto tra SI e NO è un confronto tra idee diverse di democrazia. A mio avviso, un Paese realmente democratico dovrebbe avere un governo che governa e un parlamento che si occupa, eventualmente, di riforme. In Italia, invece, il governo mette in atto tutti i meccanismi possibili – dalle comparsate del premier a braccetto dei sindaci con promesse di lauti finanziamenti per blandire quegli enti locali che lo stesso governo fino a ieri ha impoverito, al terrorismo mediatico all’insegna del “dopo di me il diluvio” – per raccogliere consenso. Un’esigenza che sembra andare oltre i contorni della riforma, tanto che quest’ultima si potrebbe definire una “Renziforma”, per come – sulla scorta di improvvide dichiarazioni del premier e di altri esponenti di spicco del governo – è stata personalizzata fin dall’inizio. Peccato.
Va ancora sottolineato come questo governo si sia già distinto per somministrare al Paese “indispensabili” riforme vincolate all’eliminazione dei diritti dei cittadini e dei lavoratori: ricordiamoci quando l’articolo 18 era diventato il punto cruciale della riforma del lavoro, l’ultimo ostacolo alla soluzione dei problemi della disoccupazione e del rilancio delle imprese italiane nel mercato. Una volta rimosso, di quanti punti percentuali si è ridotta la disoccupazione? Di quanto si è ridotta la media delle aziende che annualmente chiudono i battenti?
I sociologi chiamano questo fenomeno “distrazione di massa”: enfatizzo false questioni e ti distolgo dai problemi reali. Personalmente, non ci sto. Rispetto chi sostiene le ragioni del SI – ci sono anche degli aspetti che trovo apprezzabili, per esempio la riduzione delle competenze attribuite alle regioni – ma non intendo rinunciare alla sovranità popolare e ai miei diritti di cittadino e di elettore per fare finta di essere “moderno” ed “efficiente”. Soprattutto, credo che le priorità del Paese siano ben altre e – come troppo spesso accade – vengano sacrificate in nome di altre priorità, di natura più inconfessabile che indispensabile.
Dunque, voterò NO a questa riforma che non mi convince affatto.
Pietro Lo Cascio (consigliere comunale de La Sinistra)
Qualche anno fa circolava la notizia di un documento redatto dagli analisti di JP Morgan, che avevano individuato nelle costituzioni nate dalla liberazione dal fascismo uno dei problemi di governance dei paesi dell’Europa mediterranea.
È assolutamente comprensibile che una Costituzione come la nostra venga percepita come un problema da uno dei colossi della finanza globale, per il quale risulterebbe senz’altro più agevole gestire i propri affari in un sistema meno imprevedibile e sottoposto a un più rigido controllo verticistico, spazzando via concetti come la pluralità del pensiero; insomma, un sistema più “aziendale”.
Diviene molto meno comprensibile, invece, quando questa esigenza è propinata da un governo al Paese come “indispensabile” trasformazione di un sistema giudicato vecchio e farraginoso, per introdurre nuove regole che – certamente – meno farraginose non sono: basti pensare al complesso meccanismo di nomina per la nuova camera delle “autonomie” che dovrebbe soppiantare il Senato, e al fatto che – una volta privata di molte delle attuali competenze – la stessa diventerebbe una sorta di “parcheggio” per notabili (possibilmente designati tra gli amici).
Ma questa riforma è davvero “indispensabile”? E per chi?
Molti sostenitori del SI, anche tra gli interventi che ho letto sui giornali locali, invocano la stabilità. La stabilità dovrebbe essere frutto della capacità di raccogliere consensi su proposte politiche credibili, non di riforme concepite per addomesticare una delle due camere, o di leggi-truffa con premi di maggioranza che consegnano per cinque anni il Paese a minoranze. Chi sostiene il contrario, evidentemente, ignora il fatto che solo il 3% delle leggi passa dopo estenuanti balletti tra Camera e Senato, mentre la maggior parte viene approvata dopo una singola lettura alla Camera e una al Senato. Perché mai, dunque, questa riforma dovrebbe velocizzare l’approvazione delle leggi?
Si parla allora di risparmio per le casse dello Stato. Al di là delle cifre irrealistiche sulla sua entità – 490 milioni secondo il ministro Boschi, in risposta a interrogazione parlamentare, giugno 2016 – questo risparmio viene stimato in circa 60 milioni di euro all’anno (fonte: documento della Ragioneria di Stato del 2014). Ma un Paese che spende quotidianamente più di 60 milioni in armamenti davvero pensa di risparmiare eliminando una delle due camere previste dalla Costituzione? Se davvero è così importante ridurre le spese non sarebbe stato più facile, per esempio, cominciare dalle esorbitanti somme destinate alla difesa? Non si poteva ridurre d’autorità l’appannaggio mensile di deputati e senatori, come il governo ha fatto con le pensioni, o con i tagli al sociale e all’ambiente?
Di certo, questa riforma finirà per ledere la partecipazione dei cittadini: le proposte di legge di iniziativa popolare si potranno presentare soltanto con 150.000 firme, tre volte più del numero attualmente richiesto. È questo il concetto di democrazia che ha ispirato la riforma proposta dal governo Renzi? O vi si coglie qualche sconfortante eco delle opinioni degli analisti della JP Morgan?
Ed è questo il punto. Il confronto tra SI e NO è un confronto tra idee diverse di democrazia. A mio avviso, un Paese realmente democratico dovrebbe avere un governo che governa e un parlamento che si occupa, eventualmente, di riforme. In Italia, invece, il governo mette in atto tutti i meccanismi possibili – dalle comparsate del premier a braccetto dei sindaci con promesse di lauti finanziamenti per blandire quegli enti locali che lo stesso governo fino a ieri ha impoverito, al terrorismo mediatico all’insegna del “dopo di me il diluvio” – per raccogliere consenso. Un’esigenza che sembra andare oltre i contorni della riforma, tanto che quest’ultima si potrebbe definire una “Renziforma”, per come – sulla scorta di improvvide dichiarazioni del premier e di altri esponenti di spicco del governo – è stata personalizzata fin dall’inizio. Peccato.
Va ancora sottolineato come questo governo si sia già distinto per somministrare al Paese “indispensabili” riforme vincolate all’eliminazione dei diritti dei cittadini e dei lavoratori: ricordiamoci quando l’articolo 18 era diventato il punto cruciale della riforma del lavoro, l’ultimo ostacolo alla soluzione dei problemi della disoccupazione e del rilancio delle imprese italiane nel mercato. Una volta rimosso, di quanti punti percentuali si è ridotta la disoccupazione? Di quanto si è ridotta la media delle aziende che annualmente chiudono i battenti?
I sociologi chiamano questo fenomeno “distrazione di massa”: enfatizzo false questioni e ti distolgo dai problemi reali. Personalmente, non ci sto. Rispetto chi sostiene le ragioni del SI – ci sono anche degli aspetti che trovo apprezzabili, per esempio la riduzione delle competenze attribuite alle regioni – ma non intendo rinunciare alla sovranità popolare e ai miei diritti di cittadino e di elettore per fare finta di essere “moderno” ed “efficiente”. Soprattutto, credo che le priorità del Paese siano ben altre e – come troppo spesso accade – vengano sacrificate in nome di altre priorità, di natura più inconfessabile che indispensabile.
Dunque, voterò NO a questa riforma che non mi convince affatto.
Pietro Lo Cascio (consigliere comunale de La Sinistra)
"Fuga" di Comuni, il Gal Tirreno-Eolie appeso a un filo. Continuità territoriale “saltata” e fondi a rischio
(gazzetta del sud) Entro la fine di questa settimana si conoscerà la sorte del Gal (Gruppo azione locale) Tirreno-Eolie. Nei giorni scorsi a Palermo il presidente Marco Giorgianni (sindaco di Lipari) assieme ai sindaci di Villafranca, Valdina, Venetico e Torregrotta ha incontrato l’assessore regionale Antonello Cracolici e i tecnici dell’assessorato all’Agricoltura per cercare di arrivare ad una soluzione condivisa. Cracolici ha ribadito la sua volontà di mantenere all’interno di questa opportunità tutti i territori e spera dunque in una concertazione con tutti gli attori impegnati in questa misura per poter evitare di dover assumere provvedimenti che potranno essere anche penalizzanti.
Impegno pertanto a 360 gradi per tentare di salvare il Gal (Gruppo azione locale) nonostante le difficoltà che hanno portato all’uscita di Monforte e ad una serie di situazioni ancora non chiarite riguardanti Villafranca anche per un problema di contiguità territoriale che interessa gli altri centri rappresentati dai sindaci che sono stati a Palermo.
Del resto la questione è delicata: in ballo ci sono finanziamenti importanti finalizzati allo sviluppo del turismo, agricoltura e artigianato ed è ovvio che intercettare i finanziamenti Psr 2014-2020 e Por 2014-2020 rappresenta una necessità non solo per gli enti pubblici ma anche per i privati. Anche perché le risorse sono consistenti: 180 milioni di euro.
Prima di questa “querelle” il Gal, denominato “Tirreno-Eolie” era composto da 16 comuni (Lipari capofila), 15 centri di ricerca universitaria, 70 associazioni culturali, ambientali e di categoria e più di 200 operatori economici privati. Passando ora da 16 a 11 comuni, il rischio di trovarsi esclusi anche da questi finanziamenti è reale. Non solo i rappresentanti del Consorzio (amministratori locali e imprenditori privati) stanno cercando di evitare che alla fine salti tutto. «Per l’hinterland milazzese e le Eolie – ha detto l’esperto Piero David – ci sono le basi per un grande progetto di riqualificazione e sviluppo di una vasta area del Tirreno orientale, nella quale le Eolie, con le loro bellezze, coi vulcani, con la loro storia e le loro tradizioni, potranno giocare un ruolo importante nel favorire un salto di qualità dell’intero comparto territoriale. Ritengo che con una buona volontà si possa ottenere l’auspicato via libera.
Impegno pertanto a 360 gradi per tentare di salvare il Gal (Gruppo azione locale) nonostante le difficoltà che hanno portato all’uscita di Monforte e ad una serie di situazioni ancora non chiarite riguardanti Villafranca anche per un problema di contiguità territoriale che interessa gli altri centri rappresentati dai sindaci che sono stati a Palermo.
Del resto la questione è delicata: in ballo ci sono finanziamenti importanti finalizzati allo sviluppo del turismo, agricoltura e artigianato ed è ovvio che intercettare i finanziamenti Psr 2014-2020 e Por 2014-2020 rappresenta una necessità non solo per gli enti pubblici ma anche per i privati. Anche perché le risorse sono consistenti: 180 milioni di euro.
Prima di questa “querelle” il Gal, denominato “Tirreno-Eolie” era composto da 16 comuni (Lipari capofila), 15 centri di ricerca universitaria, 70 associazioni culturali, ambientali e di categoria e più di 200 operatori economici privati. Passando ora da 16 a 11 comuni, il rischio di trovarsi esclusi anche da questi finanziamenti è reale. Non solo i rappresentanti del Consorzio (amministratori locali e imprenditori privati) stanno cercando di evitare che alla fine salti tutto. «Per l’hinterland milazzese e le Eolie – ha detto l’esperto Piero David – ci sono le basi per un grande progetto di riqualificazione e sviluppo di una vasta area del Tirreno orientale, nella quale le Eolie, con le loro bellezze, coi vulcani, con la loro storia e le loro tradizioni, potranno giocare un ruolo importante nel favorire un salto di qualità dell’intero comparto territoriale. Ritengo che con una buona volontà si possa ottenere l’auspicato via libera.
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