(AdnKronos) Era finito in carcere con l'accusa di essere il basista di una rapina avvenuta nell'estate del 2007 nella filiale della Banca Antonveneta di Lipari, nelle isole Eolie, in cui lavorava come cassiere. Adesso, a distanza di nove anni, Giacomo Sparaco, è stato assolto dalla Corte d'Appello di Messina. E' stata la stessa Procura generale a chiedere per l'uomo l'assoluzione. Che è arrivata nella tarda serata di ieri. Ma nel frattempo, Sparaco, originario di Palermo, è stato sospeso dal suo incarico in banca e da tempo non ha più né un lavoro né uno stipendio. Tutto inizia il 13 luglio del 2007, quando a Lipari, la più grande delle isole Eolie, ci fu una rapina presso la filiale della Banca Antonveneta. Giacomo Sparaco, era sospettato di essere stato il basista e complice della banda che rapinò la banca, colpo che fruttò la somma di 390 mila.
Sparaco, in primo grado era stato condannato, a sei anni e mezzo di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al pagamento di 2 mila euro di multa. Nel procedimento che aveva giudicato nel complesso sette imputati, in precedenza erano stati condannati altri tre: Giovanni Battista Lo Nigro, Francesco Paolo Rubino, ritenuto la mente della banda e Sergio Giannone, con condanne dai quattro ai cinque anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Altre tre persone, accusate di favoreggiamento personale, erano state invece assolte: Ignazia Farina, Silvana Giannone e Benito Giannone, tutti residenti a Palermo. I tre erano accusati di favoreggiamento. Il Monte Paschi di Siena, divenuto nel tempo il proprietario dell’Antonveneta, che si era costituito parte civile, aveva avuto il risarcimento con una penale di 35 mila euro.
In appello, il Procuratore generale di Messina, al termine del dibattimento ha chiesto l'assoluzione per Sparaco mentre la Banca Monte dei Paschi di Siena, che si è costituita ancora una volta parte civile, ha insistito per la conferma della sentenza. I legali di Sparaco, Marianna Viola e Paolo Seminara, che lo assistono dall'inizio, hanno chiesto, al termine dell'arringa difensiva, l'assoluzione con ampia formula liberatoria. Lunedì l'assoluzione. "Per lui è finito finalmente un incubo", dice oggi all'Adnkronos l'avvocato Marianna Viola. Sparaco aveva subito due ordinanze di custodia cautelare non convalidate, una dal gip di Palermo e una dal Tribunale del Riesame di Messina, "per un totale di circa 20 giorni di cella e di ingiusta detenzione", dice il legale.
Dopo la sentenza di condanna di primo grado Sparaco era stato sospeso da Monte dei Paschi di Siena e ad oggi, dal 27 novembre di due anni fa "è stato privato dell'unico mezzo di sostentamento familiare, lo stipendio", dicono i difensori del bancario. "Ha vissuto 9 lunghi anni di incubo giudiziario con tutto quello che ne consegue per chi sa di essere innocente - dice ancora Marianna Viola - Noi appartenenti alla categoria dei difensori siamo tenaci e da operatori del diritto auspichiamo ed invochiamo giustizia. In questo caso è stata resa, in prima battuta dal procuratore generale che ha chiesto l'assoluzione e poi dalla Corte di Appello di Messina che ha emesso la giusta sentenza".
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