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mercoledì 30 novembre 2016

Sansovino posta sotto sequestro dall'Autorità Giudiziaria. Ma cosa è accaduto a bordo? Proviamo a spiegarlo

L'ingresso ai "locali sentina"
 Tutti si chiedono e ci chiedono come può essersi verificato il tragico evento sulla nave Sansovino.
Proviamo a ricostruire il tutto prendendo spunto dall'articolo che il collega Riccardo D'Andrea scrive sulla Gazzetta del sud di oggi
Come è risaputo il terribile incidente si è verificato ieri pomeriggio, intorno alle 15, al Molo Norimberga, dove la nave passeggeri di proprietà della Caronte&Tourist era attraccata. Una squadra di marittimi era impegnata in lavori di manutenzione. I componenti si sono recati nei "locali sentina", la parte situata più in basso nello scafo dell’imbarcazione. Hanno iniziato ad effettuare delle operazioni di pulizia di una cisterna. Ben presto, però, l’aria dei locali è divenuta irrespirabile, complici i gas nocivi che si sprigionavano in quel punto.
In base ad una prima ricostruzione, uno dei marittimi avrebbe accusato un malore e sarebbe caduto all’interno della vasca, stordito. La stessa cosa sarebbe capitata a un secondo lavoratore.
I colleghi, allarmati, hanno immediatamente cercato di soccorrerli, ma uno dopo l’altro le loro condizioni di salute hanno avuto un rapido peggioramento, sempre a causa delle sostanze tossiche inalate. È scattato quindi l’allarme, con richiesta d’intervento prima alla Guardia costiera e poi ai vigili del fuoco del Comando provinciale. Sul posto sono intervenute tre squadre del “115”.
Grazie all’utilizzo di autorespiratori, i soccorritori sono entrati nello stretto passaggio di imbocco della sentina, hanno estratto e consegnato al personale medico la squadra di operai che si trovava all’interno. Poco dopo, ha ispezionato i locali una squadra del Nucleo Nbcr (Nucleare, biologico, chimico e radiologico) per accertare il tipo di sostanza che ha provocato l’irreparabile. Nel frattempo, gli intossicati sono stati trasportati in elisoccorso nei vari ospedali cittadini, al Papardo, al Policlinico e al Piemonte.
Le condizioni di D'Ambra, Micalizzi e Parisi sono, purtroppo, rapidamente peggiorate, fino al decesso.

L’inchiesta
La magistratura ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. Titolari del fascicolo sono il procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci e il sostituto Federica Rende, che si avvalgono delle attività investigative di un pool formato dal Nucleo Nbcr e dai carabinieri del Ris, coordinati dalla Capitaneria di porto. 
Importanti i riscontri sul campo raccolti dal personale operante (ieri hanno operato fino a tarda notte), oltre alle testimonianze rese, in particolare, da chi si occupa della sicurezza della nave, posta sotto sequestro dall’Autorità giudiziaria. Al momento, non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati e le ipotesi di reato sono omicidio colposo e lesioni.

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