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giovedì 19 giugno 2025
Oggi, 19 giugno: San Romualdo
S. Romualdo nacque a Ravenna dalla nobile famiglia degli Onesti: i costumi del casato però non corrispondevano al nome. Il duca Sergio, padre del nostro Santo, uomo irascibile e per nulla religioso, venuto in lite con un parente per il possesso di un podere, lo sfidò a duello. Romualdo sebbene aborrisse lo spargimento di sangue, costretto dal padre, dovette assistere a quell'atto irragionevole che terminò coll'uccisione dell'avversario. A quella vista il suo cuore inorridì e corse a nascondersi nel monastero di Classe presso Ravenna, per riparare, con quaranta giorni di penitenza, l'omicidio commesso dal genitore.
Finita quella quaresima, si sentì mutato; le esortazioni di un frate laico e di due visioni di S. Apollinare, lo decisero a vestire l'abito religioso in quel monastero.
Trascorsi tre anni, abbandonò il paese natio e recatosi in una solitudine vicino a Venezia, si pose sotto la direzione di un celebre eremita chiamato Marino. Dopo vent'anni di tirocinio, Romualdo in compagnia del maestro e di alcuni nobili veneziani, passò in Francia. fermandosi nei dintorni di S. Michele di Cusa.
Colà prese a progredire mirabilmente di virtù in virtù, superando lo stesso Marino, e molti, ammirando il suo tenore di vita, venivano a mettersi sotto la sua guida. Ivi pure dovette sostenere terribili lotte col demonio, che gli dipingeva in mille modi le difficoltà della vita religiosa, la fragilità della nostra debole natura e l'enorme fatica che ci vuole per giungere a piacere davvero al Signore. Il Santo tutto vinse con la mortificazione e la preghiera.
Dalla Francia tornò nuovamente in Italia ed ebbe la consolazione di constatare la conversione del duca suo padre.
Avuto intanto notizia che il suo discepolo Brunone di Querfurt era stato coronato del martirio in Russia, bramando anch'egli di versare il suo sangue per la fede, s'incamminò verso quelle regioni. Ma una grave malattia lo arrestò nell'Ungheria ed egli, scorgendovi un segno della volontà divina, fece ritorno in Italia.
Riprese quindi le fondazioni e le visite ai monasteri. Un giorno ad Arezzo s'incontrò con un conte aretino di nome Maldolo, padrone di una casa e di una magnifica selva che dal suo nome si chiamava CaMaldoli. Il conte, conosciuto chi fosse quel venerando pellegrino, gli manifestò una visione avuta e gli donò casa e selva. Romualdo, giudicando quella località adattissima per i suoi, ridusse la casa ad ospizio e vicino costruì un eremo per i religiosi contemplativi. Diede loro, con qualche modificazione, la regola benedettina e dal nome del luogo li denominò Camaldolesi.
Il santo vegliardo fondò ancora un altro cenobio nella valle di Castu, e vicino a questo si costruì una cella romita per passarvi gli ultimi anni. Quivi, affranto, mori il 19 giugno 1027 a 120 anni. La festa odierna ricorda la traslazione delle sue reliquie nella chiesa di Fabriano.
PRATICA. Imitare S. Romualdo in questo suo bel consiglio: «Presto a letto e presto fuor di letto».
PREGHIERA. Dela! Signore, ci renda accetti l'intercessione del beato abate Romualdo, affinchè quel che non possiamo coi nostri meriti, lo conseguiamo per il suo patrocinio.
mercoledì 18 giugno 2025
Il collegamento veloce Capo D'Orlando - Eolie non si farà. La Regione revoca la procedura di Affidamento
Autonomie locali, 4 milioni ai 70 Comuni Unesco della Sicilia.
«Con questo intervento – dice l’assessore delle Autonomie locali Andrea Messina – sosteniamo i Comuni che custodiscono luoghi simbolo della Sicilia. Non solo riconosciamo il loro valore, ma investiamo sulla loro capacità di generare cultura, turismo e sviluppo. È un’azione concreta che mira a creare reti territoriali forti e a valorizzare ciò che rende la nostra terra unica agli occhi del mondo».
La ripartizione dei fondi, sulla base dei criteri stabiliti dalla legge regionale n. 6 del 2015, è avvenuta tenuto conto della popolazione residente nei singoli comuni. Tra le province siciliane unica assente la provincia di Trapani. Le province di Agrigento e Caltanissetta sono presenti con una città ciascuna, in dettaglio Agrigento e Resuttano (Cl). Messina riceverà risorse per i comuni di Leni, Lipari, Malfa e Santa Marina Salina. La provincia di Ragusa è presente con Modica, Ragusa e Scicli mentre per la provincia di Siracusa le risorse sono destinate ai Comuni di Cassaro, Ferla, Noto, Palazzolo Acreide, Siracusa e Sortino. La provincia di Enna riceverà fondi per i Comuni di Aidone, Assoro, Calascibetta, Enna, Leonforte, Nissoria, Piazza Armerina, Valguarnera Caropepe e Villarosa.
Pro Loco Amo Stromboli dopo il vertice con Schifani: "Imboccata la via giusta"
Racconti d'estate, stasera seconda proiezione: Io la conoscevo bene
La regia è di Antonio Pietrangeli, il poeta del nostro cinema, colui che con più delicatezza ha saputo raccontare l’universo femminile di quegli anni. E poi una Stefania Sandrelli che solo per questa interpretazione merita di stare nella storia del nostro cinema. E ancora monumenti del nostro cinema come Nino Manfredi e Ugo Tognazzi.
Non è solo un film Io la conoscevo bene. È storia sociologica del nostro paese, è letteratura esistenziale, è cinema, inteso nel suo aspetto tecnico, di primissimo livello".
Tanti auguri!
Petizione degli abitanti di Filicudi sui gravi disagi patiti. "Ditecelo se dobbiamo andare via"
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Uno dei tanti massi caduti sulla Provinciale di Pecorini |
Al Presidente del Consiglio Comunale
Ai Signori Consiglieri del Comune di Lipari
sono costretti da tempo a confrontarsi con quotidiani disagi che stanno rendendo la loro vita sui luoghi, quasi improseguibile.
La vita su un ‘isola, di base è una vita complicata dall’insularita’ e di questo siamo coscienti, ma che all’insularità si aggiungano l ‘abbandono, la complicanza e la dimenticanza delle Istituzioni non è più accettabile.
Anche perché, le istituzioni ed in particolare il Comune che ci amministra, di noi si ricordano benissimo se devono notificare atti che ci vedono soggetti obbligati a pagare tasse, tributi, aumenti, sanatorie improbabili ,che poi puntualmente rigetta o solo perché destinatari di ordinanze che non tengono conto delle nostre difficili condizioni di vita.
Siamo cittadini per i quali ormai esistono solo obblighi, senza piu diritti certi.
- Non è riconosciuto, il nostro libero diritto alla mobilita perche’, per esempio, arrivano messaggi su una chat, ( gia da qualche giorno) da parte delle agenzie marittime, che ci comunicano che dal 31/5 “potranno esserci difficoltà a reperire posti su alcune corse degli aliscafi e navi da Milazzo per le Eolie . Nello specifico risultano attualmente esauriti i posti.”
Questo significa che i residenti che devono muoversi in quel periodo sono gia tagliati fuori dalla possibilita’ di partire o arrivare.
Senza contare le innumerevoli volte in cui andiamo nelle agenzie di Milazzo o di Filicudi e ci viene detto che i posti sulla nave per i nostri mezzi sono gia esauriti.
Corse innumerevoli di aliscafi verso tutte le isole ma decimate per Filicudi e Alicudi quasi per un disegno che non vuole garantire stessi servizi per tutti.
- E’ della settimana scorsa la visita di un Vigile urbano che ha “comunicato ai due commercianti itineranti che hanno rifornito l ‘isola di generi vari e alimentari in particolare, per tutto l’ inverno e negli anni precedenti, che dal primo di Giugno 2025 non potranno piu “sbarcare” per continuare a servirci, se non trasferendo anche la residenza ( a breve, per ironia, al contrario sbarcheranno le tremila macchine e macchinoni dei turisti “imprenditori” proprietari di case e dei loro amici ) quasi che gli ambulanti dovessero avere la residenza in tutti i comuni nei quali fanno mercato.
Questa ordinanza, in particolare, ha già messo in subbuglio l’ intera popolazione che si chiede dove potra’ andare a comprare i viveri ( anche a prezzi piu abbordabili) per le proprie famiglie dal momento che questi, non sarebbero comunque sufficienti per tutti ( turisti compresi) se dovessimo servirci nella sola bottega aperta al porto tutto l’ anno o in quella aperta solo nei due mesi estivi a Pecorini.
- Da tempo il telefono della Guardia medica e quello della locale stazione dei Carabinieri non sono funzionanti con grave difficolta per chi dovesse rintracciarli con urgenza.
- Le strade dell’ isola sono impraticabili per via delle alte erbe che ormai non consentono di attraversarle e questo vale tanto per le mulattiere quanto per La Provinciale. Su questa, in particolare, sono presenti enormi buche che mettono a repentaglio la vita di chi è costretto a servirsene. Ed è solo il caso di ricordare a chi legge che trattasi di strade non collaudate e quella di pecorini interessata a crolli continui di massi come è possibile leggere su tutti i giornali online locali.
Va altresi ricordato che non essendoci il presidio della polizia municipale, la strada non è controllata e spesso diventa circuito automobilistico con grave pericolo per pedoni, bambini e veicoli.
Veicoli che in estate triplicano la loro presenza “schiacciano” l’isola aumentando all’inverosimile, un “peso” veicolare che non puo ‘piu sopportare.
- Un ‘ordinanza di maggio non ha piu consentito di bruciare sterpaglie che prima si potevano smaltire fino a Giugno e ora ci ha costretti a lasciare la gran parte dell’isola piena di cumuli di erba che sara’ sempre piu’ secca e fra qualche giorno con l’arrivo del caldo intenso suscettibile di autocombustione.
- Da tempo, avevamo chiesto lo spostamento in luogo utile nei pressi dell ufficio postale, dell ‘unico bancomat posizionato sulla piazzetta del porto, dunque vicino al mare e quindi soggetto alle conseguenze dell’ ammaloramento dovuto alla salsedine, ma li è rimasto e tutti noi siamo sempre senza la possibilità di prelevare contanti per via degli innumerevoli e costanti guasti.
Non ci sono mai sufficienti cassoni per tutti i tipi di RSU né possiamo giovarci di mezzi che di tanto in tanto il comune autorizzi a prelevare i tanti rifiuti speciali presenti sul territorio.
Da mesi ormai il respingente dello scalo di pecorini giace come sempre ( avete sempre speso soldi inutilmente dandoli a ditte improbabili) inutilizzabile non consentendo lo scalo alternativo in caso di emergenza.
- I nostri bambini non hanno dove giocare se non a mare o sulla spiaggia in estate,( non hanno un parchetto degno di questo nome) sempre che il mare non venga zozzato dai vacanzieri in barca , sostando nella baia del porto piuttosto che di pecorini, scaricano le loro sentine o fanno le docce senza alcun riguardo per chi non avra’ la possibilita di allontanarsi dalla spiaggia, in barba alle stringenti normative esistenti perché incontrollati da alcuno.
Questa nostra vuole essere una petizione che comunichi a chi ci amministra che su quest ‘isola c è gente che ha il diritto di vivere con dignita e di preservare la vita delle proprie famiglie senza che venga aggravata la propria condizione di isolani rendendola piu difficile da chi avrebbe l ‘onere e il dovere di gestire i soldi per i servizi che ci competono ( è questo che fa la politica) nel miglior modo possibile.
Se questo non potete garantircelo , ditelo.
Prenderemo i nostri figli e lasceremo l’ isola come hanno fatto i nostri padri e i nostri nonni nel
Maggio del 1971. E’ diventato troppo difficile restare 365 giorni a lottare e soffrire ogni giorno.
Riconoscete i nostri diritti, come noi conosciamo e rispettiamo i nostri doveri.
Gli abitanti di Filicudi (seguono una cinquantina di firme)
Oggi, 18 giugno: San Gregorio Giovanni Barbarigo
I milanesi erano soliti ripetere ai bergamaschi, complimentandosi per il loro vescovo: «Noi abbiamo un santo cardinale morto, san Carlo Borromeo, voi avete un vescovo vivo». Vescovo vivo era Gregorio Barbarigo, il quale, tra l'altro, aveva una stima sconfinata di san Carlo. Lo aveva scelto come modello di vita spirituale e come esempio di impegno pastorale quando tentò di realizzare nella propria diocesi le riforme volute dal concilio di Trento.
Gregorio Barbarigo era nato a Venezia nel 1625 da un'antica e nobile famiglia istriana immigrata nella città lagunare. Educato alla scienza e alle virtù da un papà religiosissimo, a ventitré anni seguì il cugino Pietro Duodo a Miinster, come segretario di Alvise Contarini, che era ambasciatore della Serenissima Repubblica al congresso di pace di Westfalia.
In Germania, dove rimase cinque anni, il Barbarigo strinse amicizia con il nunzio papale Fabio Chigi che lo introdusse nell'ascetica di Francesco di Sales e l'avviò nello studio del latino e delle scienze religiose. Fu ancora il Chigi a consigliare il giovane Barbarigo, una volta tornato a Venezia, a laurearsi in diritto canonico in vista di un suo possibile impiego a Roma. Il Barbarigo lo ascoltò e si iscrisse all'università di Padova, dalla quale uscì dottore il 25 settembre 1655. Nel frattempo aveva maturato la vocazione al sacerdozio. Due mesi dopo l'ordinazione, si stabiliva a Roma, chiamatovi da Alessandro VII, l'amico Chigi diventato papa. Nella capitale Gregorio dimorò in una casa accogliente, stracolma di libri, che egli intendeva trasformare in una «locanda di letterati». Intanto su Roma si abbatteva la peste e il giovane prete Barbarigo venne incaricato di organizzare i soccorsi nel popolare rione di Trastevere. «Avevo una paura al principio, che mi sentivo morire», scriveva al padre. Ma poi si buttò con passione e sprezzo del pericolo a eseguire la sua missione, che era di «dar ordini perché vengano le carrette [...] a levar li morti e li ammalati, portar il sussidio alle case serrate [...] e veder se hanno bisogno di niente».
Cessata la peste, il Barbarigo venne nominato vescovo di Bergamo. Raggiunse la città lombarda portando con sé lo stretto necessario e, dei tanti libri, solo la biografia di san Carlo Borromeo. Prima di prendere possesso della diocesi inviò ai fedeli e al clero una lettera pastorale nella quale diceva: «Il distintivo del buon pastore è la carità». E alla più genuina carità improntò il suo ministero, riordinando la diocesi, eliminando abusi, restaurando la disciplina nel clero e nei monasteri, curando l'educazione catechistica e la preparazione dei futuri sacerdoti. Aveva progettato un grande seminario, ma non poté realizzarlo perché nel frattempo venne eletto cardinale e destinato alla diocesi di Padova. Nella città del Santo giunse in forma privata, osteggiato dal capitolo della cattedrale che temeva il suo rigore morale e la sua decisa volontà di riforma. A Padova Gregorio fu pastore esemplare e infaticabile. Visitò più volte le trecentoventi parrocchie della diocesi, stimolando il processo della riforma del clero e organizzando scuole di catechismo per fanciulli e adulti. Suo fiore all'occhiello, il seminario: lo collocò in un vecchio convento acquistato con la vendita di tutta l'argenteria della curia.
Per l'aggiornamento del clero radunò alcuni importanti sinodi. Il grande vescovo, nei due conclavi ai quali partecipò, rischiò di venire eletto papa, tant'era la stima di cui godeva. Alla sua morte, avvenuta il 18 giugno 1697, durante una visita pastorale, nella sola città di Padova c'erano quarantadue scuole di dottrina cristiana, e trecentoquattordici scuole nell'intera diocesi. Fu incluso nell'albo dei santi, da Giovanni XXIII, nel 1960.
martedì 17 giugno 2025
Comune di Lipari: emessa ordinanza per regolamentazione lavori edili e/o rumorosi nel territorio comunale Stagione turistica 2025
Per visualizzare l'ordinanza cliccare su questo link https://servizi.comune.lipari.me.it/mc/mc_p_dettaglio.php?id_pubbl=47251
Giuffrè (FdI): Per anomalie impianto luci vietato stare male di notte a Ginostra ed Alicudi
Al Sindaco di Lipari Dott. Riccardo Gullo; All’Assessore Regionale alla Salute Dott.ssa Daniela Faraoni; Al Prefetto di Messina Dott.ssa Cosima Di Stani; Alla Protezione Civile Regionale
Oggetto: Malfunzionamento delle elipiste di soccorso di Ginostra e di Alicudi nelle ore notturne.
Con la presente si segnala ancora una volta la gravità della
situazione nelle elipiste di soccorso della frazione di Ginostra e dell’isola
di Alicudi.
In entrambe le piste vi sono delle anomalie alle luci e ciò
rischia di pregiudicare l’atterraggio degli elicotteri del 118 nelle ore
notturne mettendo a serio rischio la vita di isolani e turisti.
Proprio nell’ultimo soccorso di Ginostra, avvenuto di
giorno, gli operatori del 118 hanno fatto notare che se fosse stato di notte
non avrebbero potuto atterrare.
In particolare a Ginostra, l’elipista perfettamente
funzionante è fondamentale considerato che la borgata si trova sotto un vulcano
attivo “Stromboli”.
Chiediamo al signor Sindaco, di attivarsi immediatamente
quale massima autorità sanitaria e di protezione civile del Comune di Lipari
affinché si provveda alla sistemazione delle elipiste delle due isole. Il mancato
intervento degli Enti di competenza rischia di condannare a non essere
soccorso, e quindi rischiare la vita, chi malauguratamente dovesse sentirsi male
nelle ore notturne e avesse necessità di essere prelevato da un elicottero.
Agli altri Enti in indirizzo chiediamo di attivarsi ciascuno
per le proprie competenze.
Certi di un sollecito riscontro si inviano:
Distinti Saluti
Gianluca Giuffrè (Coordinatore comunale Fratelli d’Italia – Isole Eolie)
Alla serata di Gala del Museo del calcio di Salina premiati Parisi e il giovanissimo Iarrera, portiere con sangue eoliano
Mentre per la sezione "Orgoglio eoliano" il patron Santino Ruggera ha voluto premiare il giovanissimo portiere Alberto Iarrera del Catanzaro, già convocato nella nazionale azzurra under 15, con sangue eoliano nelle vene: la mamma è di Lingua, il papà, invece, è milazzese
Trasporti a basso impatto ambientale: 30 bici e 4 bus elettrici per le riserve del Messinese
L’incontro, sul palco del Festival allestito nella piazza di Malfa, è stata l’occasione per presentare un innovativo e interessante progetto ideato dalla Camera di commercio di Messina in collaborazione con la Città metropolitana di Messina e Camera di Commercio di Reggio Calabria, finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal titolo “Raid on strait”, che tra le varie azioni prevede la realizzazione di un nuovo portale e un’app che consentiranno di prenotare con facilità viaggi che usano mezzi ecosostenibili per raggiungere alcuni luoghi turistici, in primis le tre riserve della provincia di Messina gestite dalla Città metropolitana, ossia Salina, Marinello e Capo Peloro che saranno dotate di 30 nuove bici e 4 pulmini elettrici a disposizione dell’utenza.
“Si tratta di un programma ambizioso che intende favorire la transizione verso un sistema integrato di trasporti - ha spiegato la segretaria generale della Camera di Commercio Paola Sabella - capace di coniugare efficienza e innovazione tecnologica con il rispetto per l’ambiente e il benessere. L'iniziativa si fonda su quattro pilastri fondamentali: innovazione, come motore di cambiamento e miglioramento; equità sociale, per garantire accesso e benefici diffusi a tutti i cittadini; rispetto per l’ambiente, come dovere verso le generazioni future; e un nuovo modello integrato di mobilità, che metta in rete trasporti pubblici, ciclovie, cammini e servizi intelligenti al servizio della collettività”.
All’incontro, moderato dal giornalista Mario Primo Cavaleri, hanno preso parte il direttore generale del Comune di Messina Salvo Puccio, il presidente di Messina Tourism Bureau Gaetano Majolino, il rup del progetto Gaetano Antonazzo e Andrea Gallo di Elevante Srl, azienda affidataria di alcuni servizi previsti dal bando che ha portato sull'isola la prima bici prevista dal progetto.
“Raid on Strait ha l'obiettivo di contribuire alla diffusione di una nuova cultura della mobilità - ha sottolineato il direttore della Città Metropolitana di Messina Giuseppe Campagna - che sia orientata alla sostenibilità ambientale, all'inclusione sociale e allo sviluppo armonico dei territori”.
Il presidente Majolino e rup Antonazzo hanno illustrato i dettagli della piattaforma tecnologica integrata di servizi turistici e di mobilità, per il servizio di trasporto a chiamata con capolinea alle stazioni di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni e l'attivazione dell'app RideOnStrait per iOS e Android: “Attraverso una visione moderna e lungimirante, puntiamo a promuovere forme di turismo responsabile e consapevole - hanno evidenziato - incentivando soluzioni di viaggio a basso impatto ambientale e valorizzando le risorse naturali e culturali dei territori attraversati”.
Alluvione Stromboli e Ginostra del 2024, Schifani: «Regione partirà subito con le opere sui torrenti. Disponibili 1,2 milioni»
La Regione Siciliana è pronta a partire con gli interventi di somma urgenza per affrontare il dissesto idrogeologico a Stromboli e Ginostra, nell'arcipelago delle Eolie, causato dall’alluvione dell’ottobre 2024. Si tratta di quattro progetti che sono stati finanziati dal dipartimento nazionale della Protezione civile con un milione 190 mila euro. È quanto emerso nel corso di un tavolo tecnico che si è tenuto a Palazzo d’Orléans con il presidente della Regione, Renato Schifani, il quale, nominato commissario per questi interventi lo scorso 22 aprile, si è subito attivato per definire un piano di lavoro immediatamente trasmesso alla Protezione civile nazionale che ieri ha approvato le opere da realizzare.
Tanti auguri!
Asp Messina attiva "punto prelievi" a Malfa
“Dopo 12 anni abbiamo attivato un punto prelievi a Malfa”. A dirlo è l’avvocato Giancarlo Niutta, direttore amministrativo dell’Asp di Messina dopo l’istituzione di un punto prelievi Asp a Malfa nell’isola di Salina. “Tutto questo - aggiunge - al fine di ovviare ad una necessità più volte manifestata dall' utenza che richiedeva l'apertura di un punto prelievo a Malfa con la presenza di un infermiere dell'ospedale di Lipari, una volta alla settimana dalle 8:00 alle 11:00 nella sede messa a disposizione dal comune di Malfa. In seguito, la stessa infermiera, recandosi al lavoro presso l'ospedale di Lipari consegnerà le provette, preparate al viaggio in aliscafo, in contenitori biologici e raffreddati e le impegnative al laboratorio patologia clinica dell'ospedale di Lipari. L'Asp si impegna costantemente a garantire servizi sanitari di alta qualità, promuovendo il benessere e la salute della comunità locale e dei visitatori”.
Oggi, 17 giugno: San Ranieri di Pisa
lunedì 16 giugno 2025
Ritrovate chiavi
Tanti auguri!
Lettere al direttore: Comune generoso "aranciata" dalla rete idrica di Santa Margherita
Ginostra, al via pulizia detriti alluvionali. Intervento sollecitato al Comune, su iniziativa di Giuffrè (FdI), da Presidenza Regione Protezione civile regionale
Comunicato: Finalmente, dopo la nostra nota e grazie ai solleciti della Presidenza della Regione e della Protezione Civile Regionale al Comune di Lipari, si sta procedendo alla pulizia dei detriti alluvionali del 15 maggio 2025 che hanno investito Stromboli e Ginostra.
Oggi sono cominciati i lavori a Ginostra, lavori già sollecitati, dopo il nostro intervento, dalla Protezione Civile al Comune di Lipari con nota prot. 24967 del 29/05/2025 e per i quali, insieme a Stromboli, è stato concesso al Comune un contributo di 37.000,00 euro.
Ringraziamo pertanto il Presidente della Regione Renato Schifani e il Dipartimento Regionale della Protezione Civile che ancora una volta hanno risposto con sollecitudine alle istanze che pervengono da Stromboli.
Fratelli d’Italia Isole Eolie
Il Coordinatore Comunale
Gianluca Giuffrè
Consigliere Lampo sollecita alla Regione interventi nei punti d'approdo danneggiati dalla mareggiata del 17 gennaio
A: dipartimento.infrastrutture
All'attenzione del Dirigente Generale dell'Assessorato Regionale alle infrastrutture e della Mobilità Dipartimento Arch. Salvatore LIZZIO,
del Responsabile del Servizio 6 - "Infrastrutture Marittime e Portuali" Ing. Giancarlo TERESI.Oggetto: Intervento di manutenzione punti di approdo Comune di Lipari a seguito dei danni causati dalla mareggiata del 17/01/2025
Illustrissimi,
il sottoscritto Christian Lampo, in qualità di Consigliere Comunale del Comune di Lipari, viene con la seguente per inoltrarvi, urgente richiesta da parte di numerosi operatori commerciali e cittadini, relativamente ai lavori di messa in sicurezza e ripristino degli approdi di Canneto, Marina Corta, Alicudi, Acquacalda, Porticello colpiti e danneggiati dall' ultima mareggiata del 17 gennaio c.a.
Come già evidenziato per le vie brevi, a seguito dell'evento calamitoso dello scorso gennaio ( sono trascorsi ben 5 mesi ) si evidenziano delle criticità, che impattano sulla funzionalità delle strutture oltre che, in maniera significativa, sul tessuto socio-economico della nostra comunità.
In particolar modo, critica appare lo stato dei fatti relativo al molo di Canneto, infrastruttura di vitale importanza, che da ben cinque mesi, risulta inagibile.
Come vi è certamente noto, la mareggiata del 17 gennaio 2025, ha pesantemente danneggiato il punto di ormeggio della frazione di Canneto, ( oltre che creare danni ad altri approdi) causando l'inagibilità dell'importante infrastruttura portuale.
Il punto di approdo è di fondamentale importanza, sia per la sua localizzazione, sia perché rappresenta una struttura utile ad eventuali accosti in caso di di pronto soccorso, di pronto intervento e di protezione civile, oltre ad essere un punto di imbarco e sbarco di passeggeri, per le nostre motonavi che effettuano servizi di trasporto turisti tra le isole dell'arcipelago Eoliano.
Come scrivevamo nel corpo della missiva, a distanza di cinque mesi dall'evento calamitoso ad oggi, nessun intervento (alcuni richiedono piccoli interventi edili) è stato effettuato, seppur richiesto tempestivamente, e ad oggi la situazione è diventata insostenibile e non più procrastinabile, stante l'avviata stagione estiva e la necessità di ridare funzionalità ed operatività allo scalo di Canneto in primis, come agli altri approdi sparsi nel resto del territorio.
In conclusione, si sollecita con la massima urgenza e tempestività, la messa in atto degli interventi necessari per il pieno ripristino dei punti di approdo oggetto della missiva, al fine di lenire le criticità subite giornalmente, dall'intero comparto turistico e di trasporto marittimo , oltreché dell'intera popolazione delle isole Eolie.
In attesa di un Vostro certo e pronto riscontro, l'occasione mi è gradita per porgere i più cordiali saluti.
Il Consigliere Comunale,
Christian Lampo
Salina celebra le eccellenze isolane: sapori e tradizioni nella mostra “Made in Eolie” inaugurata da Marina Suma
“Con questa esposizione vogliamo raccontare, attraverso sapori autentici e prodotti d’eccellenza, l’identità profonda delle nostre Isole – ha evidenziato l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamaio – sono luoghi ricchissimi di aziende e attività produttive, molte delle quali vantano decenni di storia. Ogni specialità presente non è soltanto una perla enogastronomica, ma anche un patrimonio culturale. Valorizzare queste produzioni significa sostenere il lavoro di tanti piccoli produttori e artigiani che promuovono un modello di sviluppo legato al territorio, alla qualità e alla sostenibilità, anche all’insegna del km 0”.
L'attrice Marina Suma, che ha che ha ricevuto il Premio Troisi 2025 per la carriera, ha inaugurato insieme con Patrizia Casale, organizzatrice del Marefestival e curatrice della mostra espositiva, i cui allestimenti sono stati affidati alla designer Tina Berenato: un percorso sensoriale ispirato al mare e alle atmosfere eoliane che ha saputo rendere protagonista ogni azienda presente. Ben 21 ditte, fra le più rinomate dell’arcipelago eoliano: Italiana Capers Sud, Azienda agricola Mandarano, Sapori eoliani, Virgona, Fenech, Caravaglio, Ancestrale Agricola, Cantine Colosi, Azienda Agricola D’Amico, Azienda Agricola Mirabito, Eolia, La Vecchia Fattura Di Lo Piccolo Fabrizio, Arte Ulivo, Paola Di Giorgio, Hauner, Azienda Agricola Di Oliva Michele, Simipiacevulcano, L’isolana Doc, Pasticceria Arte e Sapori Di Gianluca e Despina, I Dolci Di Marisa, Pasticceria Subba e Fratelli Laise.
“Abbiamo pensato ad un percorso ricco e articolato - ha spiegato la Casale - che non solo esalta il gusto e il sapore, ma rivela anche storie di tradizione, passione e continuità familiare. Offriamo così ai turisti e ai visitatori un’ampia panoramica sulle eccellenze isolane, mettendo in luce più di venti realtà produttive che rappresentano un’immagine del grande patrimonio enogastronomico made in Eolie appunto, che oggi più che mai si intreccia con il turismo esperienziale, contribuendo in modo significativo alla crescita economica ed alla valorizzazione del territorio”.
Oggi, 16 giugno: Santi Quirico e Giulitta
Allo scoppio violento della persecuzione di Diocleziano di diffondeva la caccia ai cristiani, voluta dal governatore Domiziano, Giulitta, rimasta vedova e pensando verosimilmente alla salvezza del suo bambino più che a sè stessa, lasciò la sua città e i suoi averi, per scendere insieme con due ancelle verso Seleucia, nell'Isauria.
Anche qui, il governatore romano, Alessandro, mostrava di eseguire, con ferocia gli ordini di persecuzione degli editti imperiali. Giulitta ritenne quindi prudente proseguire per Tarso, nella Cilicia. Ma subito la condotta e gli atteggiamenti di Giulitta furono notati e presto e venne così denunciata come cristiana.
Proprio in quegli stessi giorni il governatore dell'Isauria, Alessandro, aveva ricevuto l'incarico speciale di recarsi a Tarso, per fare eseguire anche colà gli editti imperiali per cause sconosciute.
Giulitta, la cui reputazione era già nota ad Alessandro, venne per suo ordine raggiunta e tratta in arresto. Ella, non volendo separarsi dal suo bambino, si lasciò tradurre davanti all'implacabile governatore, tenendosi in braccio il piccolo Quirico. Alla vista dei gendarmi le ancelle se ne fuggirono spaventate osservando da lontano la sorte della povera Giuditta.
Alessandro interrogò a lungo la donna ma ne ottiene una sola risposta: 'Io sono cristiana'. Le venne così imposto di sacrificare agli Dei ma Giulitta si rifiuta. Alessandro ne fu talmente irritato, che, le fece strappar dalle braccia il figliuolo e la mise alla tortura.
Narra la tradizione che il tenero Quirico, sentendo la madre che in mezzo ai tormenti gridava 'Io sono cristiana', ripeteva anch'egli: 'Io sono cristiano'.
Nel frattempo, il governatore Alessandro, fatto togliere il fanciullo alla madre, lo teneva sulle sue ginocchia. Ma, per quanti sforzi facesse il governatore per distogliere gli occhi del fanciullo dal guardar la madre, il piccolo continuava a tenere gli occhi rivolti verso di lei ed a gridare 'Io sono cristiano'.
Alessandro, attratto anche dall'avvenenza del fanciullo, gli faceva carezze e se lo accostò per baciarlo; ma il fanciullo lo respingeva ripetutamente e assecondando i movimenti naturali e propri della sua età, si sforzava di sottrarglisi.
Finché il preside, adirato e fuori di sé, per un impeto di brutalità, prese per un piede il piccolo Quirico, e, dall'alto della gradinata marmorea su cui stava il suo seggio, lo scagliò furente al suolo, dinanzi agli occhi della madre.
Urtando sui gradini del tribunale, la vittima innocente si sfracellò il capo, e tutto il pavimento all'intorno fu bagnato del suo sangue. La madre, Giulitta, pure impietrita dal dolore, davanti al frutto del suo amore sfracellato per terra sui gradini dello spietato governatore, ferma nella fede e resa per grazia divina superiore, riuscì, davanti a quello straziante e raccapricciante spettacolo, a ringraziare tra le lacrime il Signore per aver preso l'anima del figlio nella gloria del Paradiso.
Poi anch'essa, scorticata e coperta di pece bollente, fu condannata alla decapitazione e il suo corpo fu gettato fuori città con quello del suo figliolo.
L'indomani le due ancelle, rilevarono i due corpi durante la notte e li seppellirono. Quando, con l'impero di Costantino, giunse anche per i Cristiani la pace e la sicurezza, una delle ancelle, che era sopravvissuta, poté indicare ai fedeli di Tarso il luogo dove erano state raccolte le spoglie del piccolo Quirico e di Giulitta ed ebbe così inizio, con l'affermarsi della popolarità della loro storia, la tenera devozione per i due Santi Martiri.