Napolitano: «Sono vicino alle Eolie»
Espresso vivo interesse per i problemi dell'arcipelago. Lettera degli ex dipendenti Pumex
Salvatore Sarpi
Colloquio a Stromboli tra il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e il sindaco di Lipari Mariano Bruno. Un incontro, durato una quarantina di minuti, concesso dal Presidente della Repubblica prima della conclusione della sua vacanza strombolana.
La discussione si è sviluppata su quelle che sono alcune delle problematiche che interessano l'arcipelago. Si è discusso del problema trasporti, di acqua, rifiuti, della scuola di Stromboli, dei lavoratori della pomice e del loro reinserimento lavorativo, del riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità e di altro ancora. Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Lipari a conclusione dell'incontro. Napolitano – infatti – lo avrebbe rassicurato, anche per l'affetto che lo lega alle Eolie da 25 anni, che farà tutti i passi e gli incontri necessari con il Presidente del Consiglio ed i vari ministri per affrontare le varie questioni. Il Capo dello Stato ha inoltre invitato il sindaco a rivolgere a tutte le forze politiche di ogni colore operanti sul territorio un forte e sincero saluto, auspicio di buon lavoro nell'interesse della comunità. Bruno ha omaggiato Napolitano con un quadro di M. Brancato con in rilievo Stromboli e Strombolicchio e con il libro del Centro Studi "Viaggiatori delle Eolie" nel quale spicca la figura di Dolomieu visitatore delle Eolie e delle Dolomiti, oggi accumunate dal titolo di Patrimonio dell'Umanità. Ma ad investire il Capo dello Stato della delicata tematica degli ex Pumex non è sta to solo il sindaco di Lipari. Una lettera-appello gli è stata consegnata dagli stessi ex cavatori. Unitamente gli è stato consegnato un promemoria del loro lungo "calvario". Una lettera che rappresenta l'ultima ratio, l'ennesimo tentativo di ritornare ad avere un lavoro "sottrattogli" per consentire alle Eolie di mantenere il titolo di "Patrimonio dell'Umanità". Gli ex Pumex, nel compiacersi per la scelta di Napolitano di tornare nell'arcipelago ed evidenziando di non averlo voluto disturbare durante la sua vacanza optando per la consegna della lettera alla fine di queste, hanno scritto: «La nostra drammatica situazione ci obbliga a chiedere il suo aiuto sia nella qualità di Capo dello Stato che di persona da sempre molto attenta ai problemi dei lavoratori. Per permettere alle Eolie di entrare a far parte dei siti patrimonio dell'umanità dell'Unesco abbiamo dovuto sacrificare la nostra occupazione e, conseguentemente, la fonte di reddito per le nostre famiglie. Per consentire il mantenimento del sito eoliano l'Unesco ha chiesto, infatti, allo Stato, alla Regione ed al comune di dismettere l'attività estrattiva della pomice di Lipari. Cosa – scrivono gli ex Pumex al Capo dello Stato – puntualmente verificatasi. Però la raccomadazione fatta loro di salvaguardare l'occupazione non è stata posta in essere. Con la conseguenza che siamo stati gli unici a pagare, venendo privati del diritto al lavoro. Malgrado le innumerevoli promesse di esponenti della classe politica nazionale, regionale e locale nulla, ad oggi, è stato fatto per restituirci un lavoro dignitoso e duraturo. Ci affidiamo quindi a Lei Presidente – concludono gli ex Pumex – in quanto massimo garante della Costituzione Italiana, affinchè venga, nuovamente, riconosciuto a noi quello che è il primo diritto sancito dalla Costituzione – il lavoro – e ci venga restituita quella dignità lavorativa che avevamo e che ci è stata tolta in nome di un bene collettivo quale è stato dichiarato essere l'arcipelago».
La discussione si è sviluppata su quelle che sono alcune delle problematiche che interessano l'arcipelago. Si è discusso del problema trasporti, di acqua, rifiuti, della scuola di Stromboli, dei lavoratori della pomice e del loro reinserimento lavorativo, del riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità e di altro ancora. Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Lipari a conclusione dell'incontro. Napolitano – infatti – lo avrebbe rassicurato, anche per l'affetto che lo lega alle Eolie da 25 anni, che farà tutti i passi e gli incontri necessari con il Presidente del Consiglio ed i vari ministri per affrontare le varie questioni. Il Capo dello Stato ha inoltre invitato il sindaco a rivolgere a tutte le forze politiche di ogni colore operanti sul territorio un forte e sincero saluto, auspicio di buon lavoro nell'interesse della comunità. Bruno ha omaggiato Napolitano con un quadro di M. Brancato con in rilievo Stromboli e Strombolicchio e con il libro del Centro Studi "Viaggiatori delle Eolie" nel quale spicca la figura di Dolomieu visitatore delle Eolie e delle Dolomiti, oggi accumunate dal titolo di Patrimonio dell'Umanità. Ma ad investire il Capo dello Stato della delicata tematica degli ex Pumex non è sta to solo il sindaco di Lipari. Una lettera-appello gli è stata consegnata dagli stessi ex cavatori. Unitamente gli è stato consegnato un promemoria del loro lungo "calvario". Una lettera che rappresenta l'ultima ratio, l'ennesimo tentativo di ritornare ad avere un lavoro "sottrattogli" per consentire alle Eolie di mantenere il titolo di "Patrimonio dell'Umanità". Gli ex Pumex, nel compiacersi per la scelta di Napolitano di tornare nell'arcipelago ed evidenziando di non averlo voluto disturbare durante la sua vacanza optando per la consegna della lettera alla fine di queste, hanno scritto: «La nostra drammatica situazione ci obbliga a chiedere il suo aiuto sia nella qualità di Capo dello Stato che di persona da sempre molto attenta ai problemi dei lavoratori. Per permettere alle Eolie di entrare a far parte dei siti patrimonio dell'umanità dell'Unesco abbiamo dovuto sacrificare la nostra occupazione e, conseguentemente, la fonte di reddito per le nostre famiglie. Per consentire il mantenimento del sito eoliano l'Unesco ha chiesto, infatti, allo Stato, alla Regione ed al comune di dismettere l'attività estrattiva della pomice di Lipari. Cosa – scrivono gli ex Pumex al Capo dello Stato – puntualmente verificatasi. Però la raccomadazione fatta loro di salvaguardare l'occupazione non è stata posta in essere. Con la conseguenza che siamo stati gli unici a pagare, venendo privati del diritto al lavoro. Malgrado le innumerevoli promesse di esponenti della classe politica nazionale, regionale e locale nulla, ad oggi, è stato fatto per restituirci un lavoro dignitoso e duraturo. Ci affidiamo quindi a Lei Presidente – concludono gli ex Pumex – in quanto massimo garante della Costituzione Italiana, affinchè venga, nuovamente, riconosciuto a noi quello che è il primo diritto sancito dalla Costituzione – il lavoro – e ci venga restituita quella dignità lavorativa che avevamo e che ci è stata tolta in nome di un bene collettivo quale è stato dichiarato essere l'arcipelago».