I CADUTI EOLIANI DELLA GRANDE GUERRA
17 Luglio 1916 – 17 luglio 2016
Taranto Felice di Antonio nato a Lipari – Filicudi il 2 maggio 1876 – Soldato del 324° Battaglione Milizia Territoriale,
distretto militare di Messina – morto all’ospedale militare di Palermo il 17
luglio 1916 per malattia.
Sepolto presumibilmente nel cimitero di Palermo Santa Maria dei Rotoli
nell’ossario militare.
I SOLDATI EOLIANI DELLA MILIZIA TERRITORIALE
"Accanto all'esercito Permanente era stato creato anche un
esercito di 2ª linea, sul modello delle Landwehr tedesche, che fu definito M.M.
(Milizia Mobile). La M.M., che poteva anche essere impiegata in operazioni
militari di prima linea, doveva provvedere a mobilitare alla vigilia della
Grande Guerra altre 26 brigate di fanteria ovvero 52 reggimenti. Per fornire i
quadri ufficiali alle nuove formazioni, si creava Così la figura dell'Ufficiale
di complemento (legge30sett.1873).
Erano stati creati altresì i Distretti Militari che avevano il compito di
reclutare, armare ed addestrare le truppe regolari e quelle della Milizia Territoriale, nel frattempo
costituitasi come esercito di 3ª linea, con compiti di servizio e difesa
dell'interno del paese."
Più avanti si aggiunge anche che,"Tutti i giovani di età compresa
tra i 20 ed i 28 anni facevano parte della leva dell'Esercito Permanente sia che fossero in servizio (I categoria dai
20 ai 22 anni) sia che fossero in riserva (congedi illimitati di I categoria
tra 23 e 28 anni) (II categoria tra 20 e 28 anni, rivedibili, esentati e III
categoria, non idonei ecc.)
Tra i 29 ed i 32 anni venivano invece iscritti ai ranghi della M.M. (I-II-III
categoria) e tra i 33 ed i 39
anni (I-II-III categoria) a quelli della M.T."
Già dopo il
primo anno di guerra, i comandi capirono che, l’esercito permanente e la
milizia mobile, non sarebbero stati sufficienti a far fronte al fabbisogno di
uomini che la guerra di trincea richiedeva e così la Milizia Territoriale fu
impiegata sempre più frequentemente in turni di prima linea, o come bacino di
deposito di un’unità fresche, necessario al rimpiazzo delle perdite subite
dall’esercito permanente.
In Alcuni casi
la Milizia Territoriale, venne costituita come vere e proprie brigate di
fanterie soprattutto sul finire del 1916 e agli inizi del 1917. In tale periodo
vengono costituiti 82 reggimenti a supporto di quelli già esistenti,
all’interno dei quali trovano impiego molti dei fanti eoliani. Inoltre visto il
forte logoramento dei reparti, il requisito di età o condizioni fisiche non
costituirono in modo essenziale i parametri di attribuzione alla milizia
territoriale. Vennero create anche
brigate di M.T. formate da giovanissimi soldati ed ufficiali, come nel
caso della “Porto Maurizio” o della “Foggia”.
In altri casi
invece la milizia territoriale, si configurò in compagnie o battaglioni,
all’interno dei quali venivano inseriti, i soldati delle classi di richiamati
più anziani, feriti che dopo un periodo di convalescenza attendevano una riassegnazione all’interno
dell’esercito permanente o soldati che a seguito delle ferite riportate non
possedevano più un grado di idoneità sufficiente. Per la loro particolare
configurazione e visto il ruolo di temporaneità che ricoprivano, non sono
disponibili per tali unità diari reggimentali consultabile o documenti che in
modo del tutto esaustivo possano aiutarci a capire le cause della morte di
molti di soldati eoliani.
A queste
unità, vennero affidati ruoli logistici, di presidio di punti strategici e di
garanzia dell’ordine pubblico all’interno di una nazione militarizzata che
sempre meno tollerava i disagi e le sofferenze imposte dalla guerra. Ma
l’assottigliamento degli effettivi e la scarsa disponibilità dei reparti di
leva, fece si che l’impiego dei battaglioni territoriali in azioni e compiti di
prima linea divenisse sempre più frequente. Se è vero che le classi più giovani
dei chiamati anticipatamente alla leva (classe 1898 – 1899), contribuìrono dopo
la battaglia di Caporetto, ad evitare lo sfracello totale della nazione ed alla
vittoria finale del 4 novembre 1918, non da meno fu il ruolo coperto dai
soldati della milizia territoriale, che con risolutezza seppero contrastare
durante le battaglie d’arresto dell’ottobre e del novembre 1917 la
preponderante avanzata austriaca e che durante la battaglia del Solstizio, si
distinsero in modo particolare lungo la linea che dal Piave correva fino al
Grappa.
Nonostante la
loro versatilità ed il loro pronto impiego come truppe di rincalzo, i
battaglioni della milizia territoriale furono soprattutto assottigliati dalle
malattie. Ciò per il fatto che, la maggior parte di essi (come già detto) erano
costituiti da uomini di gracile costituzione fisica, da soldati già minati nel
fisico da ferite di guerra o malattie protratte in trincea e soprattutto da
uomini prossimi al 40° anno di età, in un periodo storico in cui l’aspettativa
di vita non superava in molti casi i 65/70 anni. Le durissime condizioni di vita a cui il
fante italiano era sottoposto, la malnutrizione, i parassiti, e sul finire del
1918 i primi focolai di febbre spagnola identificata in molti casi come bronco
polmonite bilaterale, mieterono in questi reparti un numero consistente di
vittime, ma la cui causa dei decessi va comunque attribuita alla Grande Guerra.
Targa commemorativa caduti grande guerra
Isola di Filicudi