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sabato 23 luglio 2016

Grande Guerra (1915-18) I caduti eoliani (rubrica a cura di Giuseppe Cirino) : Taranto Felice

I CADUTI EOLIANI DELLA GRANDE GUERRA
17 Luglio 1916 – 17 luglio 2016

Taranto Felice di Antonio nato a Lipari – Filicudi il  2 maggio 1876 – Soldato del  324° Battaglione Milizia Territoriale, distretto militare di Messina – morto all’ospedale militare di Palermo il 17 luglio 1916 per malattia.
Sepolto presumibilmente nel cimitero di Palermo Santa Maria dei Rotoli nell’ossario militare.









I SOLDATI EOLIANI DELLA MILIZIA TERRITORIALE

"Accanto all'esercito Permanente era stato creato anche un esercito di 2ª linea, sul modello delle Landwehr tedesche, che fu definito M.M. (Milizia Mobile). La M.M., che poteva anche essere impiegata in operazioni militari di prima linea, doveva provvedere a mobilitare alla vigilia della Grande Guerra altre 26 brigate di fanteria ovvero 52 reggimenti. Per fornire i quadri ufficiali alle nuove formazioni, si creava Così la figura dell'Ufficiale di complemento (legge30sett.1873). 
Erano stati creati altresì i Distretti Militari che avevano il compito di reclutare, armare ed addestrare le truppe regolari e quelle della Milizia Territoriale, nel frattempo costituitasi come esercito di 3ª linea, con compiti di servizio e difesa dell'interno del paese."
 


Più avanti si aggiunge anche che,"Tutti i giovani di età compresa tra i 20 ed i 28 anni facevano parte della leva dell'Esercito Permanente  sia che fossero in servizio (I categoria dai 20 ai 22 anni) sia che fossero in riserva (congedi illimitati di I categoria tra 23 e 28 anni) (II categoria tra 20 e 28 anni, rivedibili, esentati e III categoria, non idonei ecc.) 
Tra i 29 ed i 32 anni venivano invece iscritti ai ranghi della M.M. (I-II-III categoria) e tra i 33 ed i 39 anni (I-II-III categoria) a quelli della M.T.
"
Già dopo il primo anno di guerra, i comandi capirono che, l’esercito permanente e la milizia mobile, non sarebbero stati sufficienti a far fronte al fabbisogno di uomini che la guerra di trincea richiedeva e così la Milizia Territoriale fu impiegata sempre più frequentemente in turni di prima linea, o come bacino di deposito di un’unità fresche, necessario al rimpiazzo delle perdite subite dall’esercito permanente.
In Alcuni casi la Milizia Territoriale, venne costituita come vere e proprie brigate di fanterie soprattutto sul finire del 1916 e agli inizi del 1917. In tale periodo vengono costituiti 82 reggimenti a supporto di quelli già esistenti, all’interno dei quali trovano impiego molti dei fanti eoliani. Inoltre visto il forte logoramento dei reparti, il requisito di età o condizioni fisiche non costituirono in modo essenziale i parametri di attribuzione alla milizia territoriale. Vennero create anche  brigate di M.T. formate da giovanissimi soldati ed ufficiali, come nel caso della “Porto Maurizio” o della “Foggia”.
In altri casi invece la milizia territoriale, si configurò in compagnie o battaglioni, all’interno dei quali venivano inseriti, i soldati delle classi di richiamati più anziani, feriti che dopo un periodo di convalescenza  attendevano una riassegnazione all’interno dell’esercito permanente o soldati che a seguito delle ferite riportate non possedevano più un grado di idoneità sufficiente. Per la loro particolare configurazione e visto il ruolo di temporaneità che ricoprivano, non sono disponibili per tali unità diari reggimentali consultabile o documenti che in modo del tutto esaustivo possano aiutarci a capire le cause della morte di molti di soldati eoliani.
A queste unità, vennero affidati ruoli logistici, di presidio di punti strategici e di garanzia dell’ordine pubblico all’interno di una nazione militarizzata che sempre meno tollerava i disagi e le sofferenze imposte dalla guerra. Ma l’assottigliamento degli effettivi e la scarsa disponibilità dei reparti di leva, fece si che l’impiego dei battaglioni territoriali in azioni e compiti di prima linea divenisse sempre più frequente. Se è vero che le classi più giovani dei chiamati anticipatamente alla leva (classe 1898 – 1899), contribuìrono dopo la battaglia di Caporetto, ad evitare lo sfracello totale della nazione ed alla vittoria finale del 4 novembre 1918, non da meno fu il ruolo coperto dai soldati della milizia territoriale, che con risolutezza seppero contrastare durante le battaglie d’arresto dell’ottobre e del novembre 1917 la preponderante avanzata austriaca e che durante la battaglia del Solstizio, si distinsero in modo particolare lungo la linea che dal Piave correva fino al Grappa.
Nonostante la loro versatilità ed il loro pronto impiego come truppe di rincalzo, i battaglioni della milizia territoriale furono soprattutto assottigliati dalle malattie. Ciò per il fatto che, la maggior parte di essi (come già detto) erano costituiti da uomini di gracile costituzione fisica, da soldati già minati nel fisico da ferite di guerra o malattie protratte in trincea e soprattutto da uomini prossimi al 40° anno di età, in un periodo storico in cui l’aspettativa di vita non superava in molti casi i 65/70 anni.  Le durissime condizioni di vita a cui il fante italiano era sottoposto, la malnutrizione, i parassiti, e sul finire del 1918 i primi focolai di febbre spagnola identificata in molti casi come bronco polmonite bilaterale, mieterono in questi reparti un numero consistente di vittime, ma la cui causa dei decessi va comunque attribuita alla Grande Guerra.


Targa commemorativa caduti grande guerra

Isola di Filicudi

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