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martedì 4 febbraio 2025

La sequenza sismica dell’isola di Salina del dicembre 1954 (un interessante articolo con dati inediti da INGV terremoti)

 L’Italia ha uno dei cataloghi storici dei terremoti più importanti al mondo, se non il più importante per ricchezza dei dati e per lunghezza del record storico. Eppure, ancora oggi la ricerca storica sismologica è in grado di individuare eventi o sequenze che per qualche motivo non sono contenuti nei cataloghi.

E’ il caso di una lunga e rilevante sequenza sismica che settant’anni fa colpì l’isola di Salina, nell’arcipelago delle Eolie. La sequenza ebbe inizio l’11 dicembre 1954 e si fece sentire con scosse leggere fino al successivo 10 gennaio. Siccome gli effetti maggiori si verificarono a fine dicembre e per semplificare diciamo sequenza di dicembre 1954.

Salina è la seconda isola più grande delle Eolie dopo Lipari per dimensione e numero di abitanti. Secondo il censimento del 1951, si può stimare che all’epoca del terremoto Salina contasse circa 1870 abitanti, distribuiti nei tre comuni in cui è divisa amministrativamente: Santa Marina Salina, Malfa e Leni.

La sequenza sismica del dicembre 1954 provocò danni “cumulati” tra i gradi 7 e 8 della Scala MCS. Anche se ancora non compare nell’ultima versione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (Rovida et al, 2022), la sequenza fu largamente coperta dai mass media dell’epoca.

Figura 1 – Alcuni estratti dalla Stampa e dalla Gazzetta del Sud

La sequenza di Salina è stata riportata alla luce non molto tempo fa ed è ancora in fase di studio. Pochi anni dopo l’accadimento era stata descritta da Mario De Panfilis, sismologo dell’allora Istituto Nazionale di Geofisica (ING), e riportata nel catalogo di terremoti del Progetto Finalizzato Geodinamica (Postpischl, 1985) con più di 30 record tra il 14 dicembre 1954 e il 10 gennaio 1955. Tuttavia, in questo momento non interessa indagare le cause della sua scomparsa nei cataloghi più moderni. Quello che è interessante sottolineare, invece, è che questa sequenza testimonia quanto ancora ci sia bisogno della ricerca storico-sismologica, persino quando riguarda anni che apparentemente conosciamo bene.

Breve cenno alla sismicità storica dell’isola di Salina

La storia sismica delle Isole Eolie contiene diversi terremoti nella prima metà del XX secolo, ma non abbonda di eventi nei secoli precedenti, probabilmente per la mancanza di persone che riportassero le informazioni visto che si trattava di abitati molto piccoli. Solo per Lipari, il centro più importante dell’arcipelago, si conserva una storia di risentimenti sismici che risale fino ai grandi terremoti del 1693 in Sicilia e del 1783 in Calabria, con danni stimati rispettivamente del 6° e del 7° grado della Scala MCS. Il primo evento con epicentro locale di cui si conserva memoria è un terremoto con intensità massima del 5° grado MCS a Lipari, accaduto nel 1841. Per quanto riguarda l’isola di Salina, l’evento significativo più antico risale al 1892 (Barbano et al., 2017); quello di maggiori ripercussioni è quello del 17 agosto 1926, in cui i danni raggiunsero, secondo Cavasino (1935), una intensità non precisata tra il 7° e l’8° grado MCS a Pollara (dove sessanta case sarebbero rimaste danneggiate e metà di esse rese inabitabili), e nella maggiormente popolata Malfa (dove quattrocento case sono rimaste danneggiate e si registrarono due feriti). Danni minori risultarono anche in altre due località dell’isola: a Rinella parecchie case sono rimaste lesionate oltre alla chiesa parrocchiale e anche nel paese di Leni sarebbe crollata qualche casa. Riguardo alle altre isole, si ha la sola segnalazione di leggeri danni per il porto di Filicudi e di Lipari e la caduta di qualche frana.

Un altro terremoto accadde il 27 gennaio 1939, produsse danni minori rispetto al precedente e colpì principalmente la parte occidentale di Salina e il porto di Filicudi (Molin et al. 2008). Si può ricordare, infine il terremoto del 13 giugno 1963, che provocò solo lievi danni a Pollara (tra il 6° e il 7° grado MCS) e a Leni, Malfa e Rinella (6° grado MCS).

Sebbene con un epicentro più lontano, è da ricordare il terremoto del Golfo di Patti del 15 aprile 1978, che causò danni leggeri almeno in cinque località dell’isola, con una intensità massima tra il 6° e il 7° grado MCS a Santa Marina Salina.

La sequenza sismica

Secondo il citato De Panfilis, i primi terremoti avvertiti dalla popolazione sono accaduti l’11 e il 14 dicembre 1954. Il Corriere della Sera diede notizia delle tre scosse del 14 dicembre, che spaventarono la popolazione isolana. Dopo qualche giorno di relativa calma, forti scosse sono state avvertite il pomeriggio del 23 dicembre. In particolare, alle 16:41, una scossa danneggiò dei soffitti e fece cadere calcinacci almeno nella località di Pollara, presso il comune di Malfa (Tab.1). Le scosse si ripeterono, in particolare, verso la mezzanotte e fino alle prime ore del mattino del 24 dicembre, apparentemente senza danni materiali. I quotidiani dell’epoca raccontano che da quel giorno si cominciarono ad avvertire tre o quattro scosse al giorno, portando la popolazione dell’isola in uno stato di permanente allarme.

A un’ora non precisata dell’alba del 27 dicembre la popolazione dell’isola fu svegliata da una forte scossa accompagnata da intensi boati. Poco dopo, alle ore 8:59, si sentì una “scossa fortissima”, che è risultata quella principale, seguita da un’altra forte scossa avvenuta una ventina di minuti dopo. Di seguito, secondo le cronache giornalistiche, le scosse si sarebbero ripetute ogni 10-15 minuti. Alla fine della giornata del 27 si sarebbero contate una trentina di terremoti e circa ottanta fino al 30 dicembre. Le scosse furono avvertite soprattutto a Pollara, il paese più colpito. Vista la frequenza delle scosse, né De Panfilis (1959), né i quotidiani ne hanno dato un resoconto dettagliato, pur accennando ai danni che esse continuavano a provocare. Solo la scossa delle 8:45 della mattina del 28 dicembre è menzionata con rilievo da parte delle cronache giornalistiche.

Figura 2 – Estratti dal Giornale di Sicilia e dalla Gazzetta del Sud

Con l’inizio del nuovo anno, la frequenza e l’intensità dei terremoti diminuì: si avvertirono scosse solo nei giorni 1, 2, 3, 6 e 10 gennaio, che provocarono comunque forte apprensione nella popolazione, già sottoposta a forte pressione dalle precedenti scosse (Giornale di Sicilia).

I danni

Per ricostruire lo scenario macrosismico prodotto dai terremoti, oltre al resoconto di De Panfilis (1959), altre notizie sono tratte da diversi quotidiani: Gazzetta di MessinaGiornale di Sicilia, Corriere della SeraLa StampaL’Unità e L’Avvenire d’Italia, nonché due cinegiornali, uno della serie “Mondo Libero” e l’altro della “Settimana Incom”, tutti e due datati 7 gennaio e visibili online sul sito dell’archivio dell’Istituto Luce.

Figura 3 – Mappa delle intensità macrosismiche di De Panfilis (1959)

Le prime corrispondenze giornalistiche in cui si dà conto dei danni sono datate la sera del 27 dicembre, per poi susseguirsi con una o due corrispondenze giornaliere fino alla fine dell’anno, con le quali si aggiungevano particolari e si aggiornava sulle nuove scosse. Purtroppo, la cadenza delle notizie e lo stile narrativo giornalistico non permettono di distinguere gli effetti delle diverse scosse avvenute a partire dalla mattina del 27 dicembre. Per questo motivo, i danni rilevati devono essere considerati come il risultato cumulato dell’intera sequenza. In linea generale si dice che “quasi tutte le casette dell’isola, di vecchia e primitiva costruzione, sono rimaste lesionate o fortemente danneggiate”.

Cliccando sul sottostante link video dell’Istituto Luce in cui è mostrata la distribuzione del cibo alla popolazione (https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000031433/2/eolie-inquiete-eruzione-stromboli-e-terremoto-salina.html)

La risonanza nazionale che ebbe la sequenza sismica di Salina si evidenzia dai due cinegiornali menzionati. Sebbene questi filmati non consentano di avere una visione d’insieme delle conseguenze delle scosse, mostrano alcuni dettagli degli effetti del terremoto. I filmati si focalizzano nelle località di Pollara e Malfa, le più colpite, e permettono di osservare i danni e i crolli in alcune abitazioni.

Dei tre comuni in cui è suddivisa l’isola, il territorio di Malfa si estende nella costa nord e nella parte occidentale dell’isola; qui si fecero sentire maggiormente gli effetti dei terremoti, in particolare nella frazione di Pollara.

Le località danneggiate

Pollara. Dall’inizio si ebbe la percezione che i danni maggiori si riscontrassero nel paese di Pollara, che si trova sulla costa nord-occidentale dell’isola, di poco meno di cento abitanti, secondo il censimento del 1951 (per dare un’idea del paese di Pollara, vale la pena ricordare che è il luogo in cui è stato girato il film “Il postino” con Massimo Troisi). I diversi resoconti parlano dei danni del paese con diverse sfumature. Si dice che sarebbero crollate alcune vecchie case e numerose altre sarebbero rimaste gravemente danneggiate (De Panfilis). Secondo altri, quasi tutte le abitazioni avevano patito gravi danni ed erano crollati alcuni soffitti. Altre informazioni riportano qualche dettaglio in più: ad esempio, si legge in una notizia che tutte le circa ottanta case del paese erano rimaste danneggiate, ma che solo una cinquantina di esse era effettivamente abitata al momento del terremoto, mentre le altre erano state abbandonate per causa della forte emigrazione della popolazione verso le Americhe e l’Australia. Infine, un altro resoconto riportava che solo undici case erano rimaste lievemente danneggiate, mentre la maggior parte delle rimanenti doveva essere demolita.

Inoltre, le scosse hanno provocato la caduta di grossi massi di roccia dal Monte de Porri -l’antico vulcano che sovrasta l’area a picco sul mare-, i quali, franando, distrussero vecchie casupole di campagna, mentre altri caddero in mare.

Cliccando sul sottostante link video dell’Istituto Luce in cui è evidente il danneggiamento di alcuni edifici (https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000031433/2/eolie-inquiete-eruzione-stromboli-e-terremoto-salina.html)

Malfa, capoluogo comunale di circa 720 abitanti (più altri 250 nelle case sparse) che si trova sulla costa nord dell’isola, si segnalarono danni significativi in quasi tutte le abitazioni, gravi in molte di esse. Inoltre, sono rimasti gravemente danneggiati alcuni edifici, tra i quali la caserma della Guardia di Finanza e la chiesa parrocchiale.

Leni è il capoluogo del comune che copre la parte meridionale dell’isola e aveva 655 abitanti circa. Le notizie sostengono che la scossa del 23 dicembre fu avvertita fortemente, destando panico nella popolazione, ma apparentemente senza danni (Giornale di Sicilia). Invece, le informazioni arrivate dopo le principali scosse indicavano che in questo paese la situazione era drammatica, con tutte le abitazioni più o meno seriamente danneggiate e in qualche caso con danni gravi. Buona parte della popolazione rimasta in paese era stata sistemata provvisoriamente nella nuova scuola (che si presume non fosse stata danneggiata).

Rinella. Poche notizie si hanno sugli effetti del terremoto nel porto di Rinella (allora nota ufficialmente con il nome italiano di Arenella), frazione costiera del comune di Leni, che contava più di 120 abitanti. Oltre alle note generiche sui danni generalizzati nelle abitazioni dell’isola, le cronache accennano soltanto ai danni della parrocchia, con il crollo di un pilastro del campanile sul tetto della canonica (Giornale di Sicilia), e nella stazione della Guardia di Finanza, senza peraltro definirne la gravità.

Santa Marina Salina. Oggi è il porto più importante dell’isola e si trova sulla costa orientale. Contava allora 630 abitanti. Le cronache forniscono poche notizie su questo paese. Oltre ai danni più o meno generalizzati nelle abitazioni di tutta l’isola, si dice solo che ha sofferto danni minori rispetto a Pollara; tuttavia, si sarebbe verificato anche qualche crollo. Secondo De Panfilis (1959), anche in questa località (come a Lingua), si verificarono lesioni più o meno gravi in molti edifici. Altri resoconti lascerebbero intendere che non si siano verificati danni di rilievo, tranne che nella frazione di Lingua (Gazzetta del Sud).

Lingua, frazione del comune di Santa Marina Salina con quasi 390 abitanti, è la località più sudorientale dell’isola. Si afferma che in questa località siano state danneggiate numerose case di abitazioni. Una notizia di agenzia pubblicata da più giornali la sera del 28 dicembre informava del crollo del campanile della chiesa e che si prevedeva il crollo totale dell’edificio. Tuttavia, giorni dopo è stato smentito il crollo del campanile, e ridimensionato il danno all’edificio. Anche il personale della stazione della Guardia di Finanza era stato trasferito per danni nella caserma. Secondo De Panfilis (1959), anche a Lingua (come a S. Marina Salina), si verificarono lesioni più o meno gravi in molti edifici.

Altre isole. Le cronache consultate non segnalano con precisione gli eventuali effetti nelle altre isole dell’arcipelago o in Sicilia. Solo una corrispondenza della sera del 30 dicembre riferisce che le scosse più violente sono state avvertite anche nelle isole di Filicudi, Lipari e Stromboli, senza però offrire altri dettagli. Invece De Panfilis, benché consapevole delle poche notizie disponibili, afferma che a Lipari il movimento tellurico fu generalmente avvertito, ma senza destare alcuna apprensione, mentre era stato più leggermente avvertito nelle più lontane isole di Panarea, di Filicudi e di Vulcano.

Oltre alla caduta di massi dal Monte de Porri, accennata per la zona di Pollara, gli unici effetti ambientali accennate dalle corrispondenze giornalistiche sono le falle “nelle piccole vie dei i centri di Malfa, Leni, Pollara e Santa Marina” che si sono aperte con le successive scosse.

A differenza del terremoto del 1926, per il quale risulta che il terremoto abbia causato anche un maremoto (come riportato da Cavasino, 1935, e censito dal Database degli Effetti degli Tsunami Italiani), in questo caso non si accenna a nessun effetto di questo tipo, escludendo la preoccupazione suscitata per un effetto di “alta marea”, difficilmente riconducibile a una causa sismica. Le notizie concordano che non si dovette lamentare nessuna vittima e che la maggior parte della popolazione, dopo la forte scossa del 27 mattina, cominciò a cercare rifugio fuori dall’isola.

Le linee telefoniche e telegrafiche rimasero interrotte durante la sequenza e lo scambio di notizie con Messina si realizzò via radio. Le cronache aggiungono che lo stato di apprensione della popolazione dell’arcipelago si era aggravata con la ripresa, la mattina del 29 dicembre, dell’attività dello Stromboli, con colate laviche dalle tre bocche che dalla Sciara del Fuoco arrivavano fino al mare. All’ultimo dell’anno, con il diradarsi delle scosse, era tornata una certa calma nell’isola, la quale permise agli esperti di fare le prime ricognizioni sugli effetti.

L’attribuzione dell’intensità macrosismica

De Panfilis nel suo studio disegna una mappa isosismica, dividendo l’isola in tre livelli d’intensità macrosismica. All’estremo nord-occidentale dell’isola, corrispondente a Pollara, attribuisce il 7° grado Mercalli. Alla regione centrale, che comprende i paesi di Malfa, Leni e Rinella (e il Monte dei Porri), attribuisce un’intensità indeterminata tra il 6° e il 7° grado. Alla frangia orientale, che comprende le località di S. Marina Salina e di Lingua (e la cima del monte Fosse delle Felci), attribuisce un’intensità del 6° grado. Tuttavia, solo per Pollara esplicita i motivi della scelta, sostenendo che attribuisce a questo paese il 7° grado “anche se gli effetti dinamici sulle abitazioni possono indurre a giudicarla più alta”. La scelta è basata sulla constatazione che le case di Pollara, come del resto dell’isola, sono “in generale poco solide sia perché di costruzione assai difettosa sia perché ormai molto vecchie e indebolite da precedenti fenomeni sismici”.

Nel caso di Malfa e di Leni, l’attribuzione di una intensità indeterminata tra il 6°-7° grado deve essere collegata all’accenno alla violenza della scossa avvertita in quei luoghi che causò “gravi lesioni in molte abitazioni”. Tuttavia, di Rinella, ovvero la terza località compresa in questa area, non abbiamo una simile descrizione di danni. Per quanto riguarda la zona orientale dell’isola, che comprende i porti di S. Marina Salina e il porto di Lingua, De Panfilis attribuisce una intensità del 6° grado.

Probabilmente, lo scenario macrosismico proposto da De Panfilis per Pollara è leggermente sottostimato. Infatti, per il terremoto del 17 agosto 1926, Alfonso Cavasino (1935), assegnò a Pollara un’intensità incerta tra 7°-8° Mercalli sulla base di una descrizione di effetti simili a quelli di questa sequenza, e con un contesto edilizio e abitativo certamente analogo a quello del 1954. Invece, forse sono sovrastimati gli effetti nell’altro estremo dell’isola, ovvero a Santa Maria Salina e a Lingua. Ad ogni modo si presenta il riassunto dello scenario macrosismico provvisorio risultante della scossa del 23 (Tab.1) e del 27 dicembre (Tab.2), cumulativo per quest’ultima fase:

Tabella 1. Piano Quotato Macrosismico del terremoto del 23 dicembre 1954.
Tabella 2. Piano quotato macrosismico del terremoto del 27 dicembre 1954.

Come è naturale, le cronache giornalistiche non si limitano a registrare le scosse e i loro effetti, bensì raccontano episodi, voci e timori che circolavano nell’isola. L’inviato della Gazzetta del Sud racconta che quasi tutto il paese di Pollara si era rifugiato in una baracca costruita dopo il terremoto del 1926, e che al momento di avvertire una scossa, tutti corsero disordinatamente verso l’unica porta per uscire all’aperto. Due donne erano rimaste nelle loro abitazioni, una che poco tempo fa aveva partorito con difficoltà e una anziana a letto. Intanto, il sindaco di Malfa ordinò l’allestimento di una cucina popolare, come si vede nei cinegiornali. Appena tornata la calma, si dice che sono arrivati alcuni scienziati da Messina per osservare gli effetti del terremoto e monitorare l’eruzione dello Stromboli. Allo stesso tempo si parlava di una possibile eruzione dell’Etna, cosa che svegliava l’antica idea che l’eruzione contemporanea dei vulcani comportava grandi sconvolgimenti e perfino la fine del mondo (La Stampa). Intanto si danno numeri piuttosto alte delle persone che avrebbero trovato rifugio a Milazzo e della gran quantità di telegrammi arrivati dagli Stati Uniti, dal Cile, dall’Argentina chiedendo notizie dei parenti rimasti nella terra natia.

Conclusioni

Sebbene la ricerca su questa sequenza sismica non sia terminata, si può comunque dire che è una delle più importanti per l’isola di Salina; forse la seconda più forte dopo il terremoto del 1926. In particolare, le ricerche in archivio potrebbero ancora fornire informazioni più accurate sull’entità dei danni nelle diverse località dell’isola, sulle quali le fonti attualmente disponibili sono troppo generiche e mostrano contraddizioni.

A cura di Carlos H. Caracciolo (INGV-BO)

Lipari, campagna di in- formazione sulla differenziata : obiettivo aumentarne la percentuale

COMUNICATO - Si è svolta anche quest'anno, nella mattinata del 03/02/2025 presso il MaxiStore Decò-Centrale, (sempre sensibili e disponibili sulle tematiche ambientali), la campagna di in-formazione per promuovere sistemi virtuosi di gestione della raccolta differenziata, con la fattiva collaborazione dei cittadini del Comune di Lipari. 
L’iniziativa promossa dalle società che hanno in appalto, il servizio raccolta rifiuti nel Comune di Lipari, la Ecoburgus srl- Siculcoop srl nella persona del Responsabile Dott.re Francesco La Spada, insieme all’Assessore all’ Ambiente, Gianni Iacolino e del Consigliere Comunale Christian Lampo, hanno iniziato una serie di incontri con la cittadinanza, con la finalità di promuovere e sostenere le buone pratiche, al fine di produrre meno rifiuti e migliorare ed aumentare la percentuale di raccolta differenziata. 
Gli incontri hanno il compito di spiegare direttamente al cittadino, le modalità corrette per rendere efficaci le azioni di sostenibilità ambientale attraverso l'atto del differenziare i rifiuti per topologia direttamente a casa, al fine di garantire un corretto smaltimento. 
L’iniziativa, la prima di tante pronte a partire quest'anno, si inserisce nell’ambito delle campagne di sensibilizzazione dei cittadini, volte a migliorare l'efficacia del servizio con la collaborazione dei cittadini.

Oggi, 4 febbraio: San Giuseppe da Leonessa

Prigioniero dei Turchi a Costantinopoli, fra Giuseppe era restato per tre giorni appeso a una croce per un piede e per una mano. E non era morto. Dio solo sa come riuscisse a sopravvivere a quel supplizio, e come si rimarginassero le sue terribili ferite. Si parlò dell'intervento miracoloso di un Angelo, che avrebbe sostenuto il suo corpo e curato le sue piaghe.
Certo non era facile spiegare in altro modo quella resistenza che sfidava tutte le leggi naturali, comprese quelle - terribilmente logiche - della tortura. E quasi un miracolo fu il fatto che il Sultano, forse ammirato per l'accaduto, commutasse la pena di morte con l'esilio perpetuo.
A Costantinopoli, il cappuccino Fra Giuseppe aveva compiuto un gesto degno veramente da folle. Aveva tentato di entrare nel palazzo per predicare davanti al Sultano in persona, sperando di convertirlo. Catturato dalle guardie, era stato giudicato reo di lesa maestà.
Bisogna dire che fino allora i Turchi lo avevano lasciato libero di predicare in città, dopo aver assistito i cristiani prigionieri. L'estrema povertà del frate e dei suoi compagni, sotto il saio color tabacco, lasciava perplessi i rappresentanti del potere e della religione ufficiale. Era difficile vedere in quegli umilissimi stranieri, sprovvisti di tutto, altrettanti pericolosi cospiratori contro la sicurezza dello Stato.
Giuseppe era nato nel 1556, a Leonessa, e nella cittadina laziale dal fiero nome, presso Spoleto, era entrato sedicenne tra i cappuccini della riforma, mutando il nome di Eufrasio Desiderato in quello dell'umile sposo della Vergine. Aveva compiuto il proprio noviziato nel convento delle Carceri, sopra Assisi, e in quella piega boscosa del Subasio si era temprato alla più dura penitenza e alla più rigorosa astinenza.
Con una tipica espressione francescana, chiamava il proprio corpo « frate asino », e diceva che come tale non aveva bisogno di essere trattato come un corsiero, un purosangue. Bastava trattarlo come un asino, con poca paglia e molte frustate.
La paglia forse si, ma le frustate - come abbiamo visto - non gli erano mancate durante la sua avventura in Turchia, dove il generale dell'Ordine lo aveva inviato, trentenne, per assistervi i prigionieri cristiani.
Tornato in Italia, poté seguire quella vocazione missionaria che l'aveva spinto a predicare davanti al Sultano. Questa volta, però, fu predicatore sull'uscio di casa, nei villaggi e nella città reatina, sua patria. I risultati furono altrettanto consolanti, e il suo zelo di carità ancor più necessario, perché il più difficile terreno di missione è spesso quello stesso sul quale fiorisce la santità in mezzo alle ortiche del vizio e ai rovi dell'indifferenza.
Cinquantacinquenne, s'infermò, ritirandosi nel convento d'Amatrice. Gli venne diagnosticato un tumore, e si tentò di operarlo, Dio sa come. Fu quello il suo secondo supplizio, ma rifiutò di essere legato, come suggerivano i medici. E non si sollevò più dal lettuccio chirurgico. Come anestetico si era stretto al petto, lungamente, il Crocifisso.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Amatrice nel Lazio, san Giuseppe da Leonessa, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che a Costantinopoli aiutò i prigionieri cristiani e, dopo aver duramente patito per aver predicato il Vangelo fin nel palazzo del Sultano, tornato in patria rifulse nella cura dei poveri.

Ringraziamenti


 

Buongiorno...così!


 

E' deceduta Liliana Musicò ved. Fichera

Le onoranze funebri sono a cura della ditta
ALFA&OMEGA di Lipari
Alla famiglia le nostre condoglianze


 

lunedì 3 febbraio 2025

Gestione del contenzioso e del progetto "Ciclo delle acque – PNRR Isole Verdi". Ecco come Gullo risponde all'opposizione

Riceviamo dai consiglieri d’opposizione un comunicato sulla riposta del sindaco Gullo relativa alla loro interrogazione sulla gestione del contenzioso e del progetto “Ciclo delle acque – PNRR Isole Verdi.

Finalmente il Sindaco, dopo che l’Assessorato regionale agli Enti Locali lo ha messo di fronte alle sue responsabilità e alle ripetute violazioni di legge, ha iniziato a rispondere.

Iniziamo rendendo pubblica la risposta relativa alla gestione del contenzioso e del progetto “Ciclo delle acque – PNRR Isole Verdi”.

L’amministrazione ha scelto di non avviare una soluzione transattiva per la controversia in corso, insistendo su una linea difensiva che finora non ha prodotto alcun esito positivo. Il risultato? La richiesta della controparte al Giudice della convalida della procedura esecutiva, con l’esborso significativo per il Comune di circa mezzo milione di Euro

Nonostante l’amministrazione neghi di aver utilizzato parti del progetto ATI del 2002 per la redazione delle schede PNRR, emergono evidenti incongruenze. Nella sua stessa risposta, l’ente ammette numerose “assonanze” tra il vecchio progetto e quello attuale, sollevando il dubbio che le nuove schede siano state elaborate senza una reale innovazione progettuale.

L’Amministrazione comunale ha  accolto il rigetto da parte degli uffici degli elaborati tecnici forniti da FC&RR Associati Srl, ritenendoli non utili agli obiettivi dell’ente. Tuttavia, questa decisione appare quanto meno discutibile e andrebbe esplicata anche perché oltre a potere generare un ulteriore contenzioso ed esporre nuovamente il Comune al rischio di pesanti risarcimenti, potrebbe avere avviato l’esecuzione di opere i cui reali costi e la conseguente fattibilità vengono messi seriamente in dubbio da professionisti conoscitori della materia e soprattutto del contesto territoriale L’inevitabile sentenza d’appello potrebbe aggravare ulteriormente la situazione, con un ulteriore peso sulle casse pubbliche in termini di costi legali e finanziari.

Il rischio è che i cittadini di Lipari paghino un prezzo troppo alto attraverso un debito milionario che verrà lasciato in eredità ai futuri Amministratori.

 I consiglieri comunali

Gaetano Orto,  Cristina Dante, Raffaele Rifici, Adolfo Sabatini, Giorgia Santamaria

LA RISPOSTA DI GULLO





Accadde a Panarea il 3 febbraio 1964: Morte per asfissia da gas


 

STROMBOLI: In via di completamento i lavori per la realizzazione della rete di trasmissione dati per il monitoraggio dell’attività vulcanica

(da  https://www.protezionecivilesicilia.it) Sono in via di completamento, a cura del DRPC Sicilia, i lavori per la realizzazione della rete di trasmissione dati per il monitoraggio dell’attività vulcanica sull’isola di Stromboli. Un complesso sistema di trasmissione dati, relativi all’attività vulcanica, con funzione di allertamento della popolazione, a servizio dei Centri di competenza.

I nuovi interventi di completamento della rete preesistente saranno completati entro i 4 mesi successivi all’aggiudicazione della relativa gara d’appalto della fornitura dei beni e servizi in progetto, che prevede la procedura di gara aperta sopra soglia comunitaria, il cui bando è stato pubblicato nella Gazzetta Europea il 22 gennaio 2025.
Le opere rientrano nei “Primi interventi urgenti di protezione civile in relazione del mutato stato di attività del vulcano Stromboli conseguente agli eventi parossistici verificatisi nei giorni 3 luglio e 28 agosto 2019 nel territorio dell’isola di Stromboli, ricompresa nel Comune di Lipari in provincia di Messina” - OCDPC 4 gennaio 2022, n. 823.
La Rete di Trasmissione Dati che si sta costruendo, come prevista in progetto, costituirà anche il potenziamento dell’attuale Rete Radio Regionale di protezione civile, quindi parte integrante e sostanziale della Rete Nazionale d’Emergenza”. Un intervento che potenzierà l’ambito del sistema complessivo di allertamento della popolazione in caso di eventi tsunamigenici e vulcanici, garantendo il livello di ridondanza dei vari canali di comunicazione che assicurano l’adeguato funzionamento delle sirene di allertamento della popolazione, come previsto nel progetto SALT Eolie, già realizzato dal DRPC Sicilia.
Il costo dell’intervento ammonta a € 1.717.350,00, IVA compresa.
Sull’isola sarà realizzata una dorsale in ponte radio a microonde Hiperlan e satellitare Starlink, con percorsi ridondanti, interconnessa all’attuale dorsale in ponte radio a microonde del DRPC e la radiocopertura in tecnologia DMR prossima al 100% dell’isola con l’estensione dell’attuale rete radio privata DRPC; la connettività del COA di Stromboli, sia per le comunicazioni in fonia della rete radio privata DMR VHF che per l’acquisizione dei dati provenienti dai sensori INGV per la condivisione di questi con i centri competenza; la radiocopertura Hiperlan/WiFi prossima al 100% dei sensori INGV dispiegati sul territorio dell’isola con il trasporto e instradamento dei dati fino al COA di Stromboli.
In sintesi, l’isola di Stromboli sarà coperta con due layer di radiodiffusione, DMR VHF e Hiperlan/Wi-Fi, i quali beneficeranno di una dorsale in ponte radio a microonde Hiperlan e satellitare condivisa.
Il Dipartimento nazionale della Protezione Civile ha ritenuto che l’intervento “Rete trasmissione dati di monitoraggio dei Centri di competenza” assume in atto particolare interesse da parte del Sistema della protezione civile poiché “… È ormai indifferibile la realizzazione del progetto, così da garantire la necessaria robustezza e resilienza dei sistemi di early warning e, più in generale del sistema di monitoraggio multi-parametrico del vulcano. Inoltre tale intervento è propedeutico e critico per l’entrata in operatività del sistema IT-Alert nazionale”. Inoltre: “… la costituenda Rete di Trasmissione Dati, come prevista in progetto, sarà uno sbraccio dell’attuale Rete Radio Regionale di protezione civile, quindi parte integrante e sostanziale della Rete Nazionale d’Emergenza”.

Ringraziamenti


 

E' morta per avvelenamento da monossido di carbonio la signora ritrovata cadavere in casa ad Acquacalda

Avvelenamento da monossido di carbonio sarebbe questa la causa che ha portato al decesso, stamane ad Acquacalda, di Liliana Musicò. la signora ottantenne, ritrovata morta in casa dai carabinieri, dai vigili del fuoco e dal personale del 118, dopo che era stato lanciato l'allarme per un intenso e acre odore di fumo, proveniente dal locale dove la donna viveva da sola.

A scatenare il tutto si pensa sia stata una sigaretta che la donna, accanita fumatrice, avrebbe acceso in stanza da letto, il cui mozzicone, probabilmente non spento del tutto, mentre la  povera signora dormiva, ha causato l'incendio di materiale vario che si trovava nella stanza, così come hanno potuto appurare gli intervenuti 

La povera donna, da quanto apprendiamo, avrebbe tentato, una volta resasi conto che stava soffocando, di uscire  ma non ce l'ha fatta: è stata, infatti, ritrovata, con gli abiti bruciacchiati in prossimità dell'uscita. Con lei ha perso la vita anche un suo cane che si trovava all'interno dell'abitazione. 

Il corpo della sfortunata, dopo essere stato trasferito all'obitorio del cimitero di Lipari, su disposizione del magistrato di turno alla Procura di Barcellona è stato restituito ai suoi cari e traslato nel salone parrocchiale della chiesa di Acquacalda, dove saranno celebrati i funerali. 


 

"Pescando" nel nostro archivio. Lipari, calcio a 5 al femminile (30° parte)


 

Acquacalda: Signora ritrovata morta in casa

Carabinieri, ambulanza e vigili del fuoco ad Acquacalda dove un'anziana è stata ritrovata morta in casa. 

Sono in corso gli accertamenti per fare piena luce su come la signora sia deceduta: tutto è al vaglio degli inquirenti che stanno procedendo alle varie valutazioni/verifiche. 

Il corpo dell'ottantenne signora sarà trasferito all'obitorio del cimitero di Lipari dove resterà a disposizione dell'autorità giudiziaria che dovrà disporre, o meno, l'autopsia


Tanti auguri!

Buon compleanno a Rocco De Luca, Ivan Di Stefano, Emiliano Favaloro, Loredana Paino, Lorenzo Cafarella, Carmela Nella Sgroi



C.S. Lipari, una storia a tinte rosso - blu : Formazione 1976 - 77

 In alto da sx : Rosario Rossano, Pino Bertè, Bartolino Monte, Nando De Vita, Giovanni Munafò, Elio Sciacchitano, Alfonsino D’Auria, Branca (mister)

In basso: Basile Bartolo (bandito), Nicola Puleo, Giusi De Vita, Natalino Barrica, Franco Li Castro, Nuccio Buscema

E' deceduta Francesca La Macchia ved. Basile

Le onoranze funebri sono a cura della ditta
ALFA&OMEGA di Lipari
Ai figli e ai familiari tutti le sentite condoglianze delle famiglie
Sarpi e Favaloro e di Eolienews

 

L'eolian - milazzese Ramona Parisse vince "The voice on the sea"


Stanziati fondi in somma urgenza per il porto di Sottomonastero e il pontile a giorno. Lo rende noto FdI

Lipari, al via i lavori di somma urgenza riguardanti il ripristino, la messa in sicurezza e la manutenzione straordinaria del porto di Sottomonastero e del pontile a giorno degli aliscafi.

La Regione Siciliana, considerata l’urgenza dei lavori, essenziali per consentire la fruizione del porto in totale sicurezza ed il suo ripristino, ha autorizzato attraverso il dirigente generale del Dipartimento Regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti, Arch. Salvatore Lizzio, l’esecuzione dei lavori per un importo di 214.000,00 euro a valere sul capitolo di bilancio della regione n. 672008 dell’esercizio in corso. I lavori saranno eseguiti dalla ditta A,B.M. costruzioni srl di Lipari. I lavori saranno completati entro 50 giorni dall’effettivo inizio.

Ringraziamo Il Presidente della Regione On.  Renato Schifani, l’Assessore regionale alle Infrastrutture, Mobilità e Trasporti On.  Alessandro Aricò e tutti i funzionari della Regione siciliana che sono riusciti a dare risposte concrete ed immediate ai bisogni dell’isola di Lipari .

Il nostro impegno continua .

Avv. Francesco Rizzo (Dirigente Nazionale)

Gianluca Giuffrè (Responsabile Comunale)

Fratelli d’Italia 

Isole Eolie

Oggi, 3 febbraio: San Biagio

Vescovo e martire
Protettore di:malattie della gola


S. Biagio nacque a Sebaste nell'Armenia. Passò la giovinezza fra gli studi, dedicandosi in modo particolare alla medicina. Al letto dei sofferenti curava le infermità del corpo, e con la buona parola e l'esempio cristiano cercava pure di risanare le infermità spirituali.

Geloso della sua purezza ed amantissimo della vita religiosa, pensava di entrare in un monastero, quando, morto il vescovo di Sebaste, venne eletto a succedergli. Da quell'istante la sua vita fu tutta spesa pel bene dei suoi fedeli.

In quel tempo la persecuzione scatenata da Diocleziano e continuata da Licinio infuriava nell'Armenia per opera dei presidi Lisia ed Agricola°. Quest'ultimo, appena prese possesso della sua sede, Sebaste, si pose con febbrile attività in cerca di Biagio, il vescovo di cui sentiva continuamente magnificare lo zelo. Ma il sagace pastore, per non lasciare i fedeli senza guida. ai primordi della procella, si era eclissato in una caverna del monte Argeo.

Per moltissimo tempo rimase celato in quella solitudine, vivendo in continua preghiera e continuando sempre il governo della Chiesa con messaggi segreti. Un giorno però un drappello di soldati mandati alla caccia delle belve per i giochi dell'anfiteatro, seguendo le orme delle fiere, giunsero alla sua grotta. Saputo che egli era precisamente il vescovo Biagio, lo arrestarono subito e lo condussero al preside.

Il tragitto dal monte alla città fu un vero trionfo, perchè il popolo, nonostante il pericolo che correva, venne in folla a salutare colui che aveva in somma venerazione. Fra tanta gente corse anche una povera donna che, tenendo il suo povero bambino moribondo sulle sue braccia, scongiurava con molte lacrime il Santo a chiedere a Dio la guarigione del figlio. Una spina di pesce gli si era fermata in gola e pareva lo volesse soffocare da un momento all'altro. Biagio, mosso a compassione di quel bambino, sollevò gli occhi al cielo e fece sul sofferente il segno della croce.

- Mamma, sono guarito,
- gridò tosto il bambino
- sono guarito!...

Giunto a Sebaste, il prigioniero venne condotto dal giudice Agricola°, che voleva convincerlo a sacrificare agli idoli; ma il Santo con gran calma gli dimostrò che quello era un atto indegno di una creatura ragionevole, perché la ragione dice all'uomo che vi è un Dio solo, eterno, e creatore di ogni cosa, e non molti &i. Per tutta risposta il giudice lo fece battere con verghe e poi gettare in carcere.

Dopo qualche tempo lo volle di nuovo al tribunale, per interrogarlo nuovamente, ma trovò sempre in lui la più grande fermezza. Gli furono allora lacerate le carni con pettini di ferro e così lacero com'era fu sospeso ad un tronco d'albero. Sperimentati ancora contro l'invitto martire tutti i supplizi più inumani, fu condannato ad essere sommerso in un lago. I carnefici condottolo sulla sponda lo lanciarono nell'acqua, e mentre tutti si aspettavano di vederlo annegare. Biagio tranquillamente si pose a camminare sull'acqua finché raggiunse la sponda opposta. Il giudice. fuori di sè, vedendo di non poter spegnere altrimenti quella vita prodigiosa, lo fece decapitare.

PRATICA. S. Biagio è invocato per il male di gola: un bellissimo ossequio in suo onore sarebbe il non contaminare mai la nostra bocca con bestemmie o con parole disoneste.

PREGHIERA. Dio, che ci allieti con l'annua solennità del tuo beato martire e vescovo Biagio, concedi propizio, che come ne celebriamo la festa, così ci rallegriamo ancora della sua protezione.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Sebàste, in Arménia, la passione di san Biàgio, Vescovo e Martire, il quale, operatore di molti miracoli, sotto il Preside Agricolào, dopo essere stato lungamente battuto e sospeso ad un legno, ove con pettini di ferro gli furono lacerate le carni, dopo aver sofferto un'orrida prigione ed essere stato sommerso in un lago, dal quale uscì salvo, finalmente, per ordine del medesimo giudice, insieme con due fanciulli, fu decapitato. Prima di lui sette donne, le quali raccoglievano le gocce di sangue che scorrevano dal corpo dello stesso Martire, mentre era tormentato, furono arrestate come Cristiane, e tutte dopo atroci tormenti percosse con la spada.


IL PANETTONE DI SAN BIAGIO

Una antica leggenda popolare narra che una donna, poco prima di Natale, si recò da un Frate di nome Desiderio per fare benedire il panettone che aveva preparato per la sua famiglia. Il frate, avendo poco tempo a disposizione, le chiese di lasciargli il dolce e tornare prenderlo dopo qualche giorno, così lo avrebbe benedetto appena ne avrebbe potuto.

Solo dopo Natale, però, il prelato si accorse di avere ancora suddetto il panettone, del quale si era completamente dimenticato. Così il frate pensò che la donna se ne fosse dimenticata ed inizio a mangiarlo pian piano, per non buttarlo.

Il 3 febbraio la donna però si presentò dal frate per avere indietro il suo panettone benedetto. Frate Desiderio, dispiaciuto per averlo già mangiato, si recò comunque a prendere il recipiente vuoto da restituire alla donna. E qui la sorprendente scoperta: c'era un panettone grande per due volte quello che gli era stato lasciato a Natale. Un miracolo avvenuto proprio nel giorno di San Biagio, protettore della gola. Da allora l'usanza è quella di consumare un panettone, definito appunto di San Biagio, proprio in questo giorno.

Buongiorno...così!


 

domenica 2 febbraio 2025

Pendolari e gratuità "Serve amplliamento". Dalla Gazzetta del sud del 2 febbraio 2025


 

Accadde a Lipari, 2 febbraio 2008: Successo per la festa in maschera a Lami


 

Tanti auguri!

Buon compleanno a Paolo Mastropasqua, Bartolo Mandarano, Vincenzo Sciacchitano, Giuseppe Lazzaro, Fabrizio Polizzi, Gaetano Castelli, Alessandro La Cava, Letizia Oriente, Eleonora Biviano Natoli 




"Pescando" nel nostro archivio. Lipari, calcio a 5 al femminile (29° parte)


Canneto: Marosi a Calandra e in prossimità del parco giochi ma niente di eccezionale

 I marosi a Canneto stanno investendo in particolare, ma niente di eccezionale, al momento, l'area che va dal pontile a Calandra, penetrando in particolare, nei pressi del parco giochi e per l'appunto a Calandra.  Ricognizioni sono in corso da parte della Protezione civile comunale e nel pomeriggio si interverrà nelle zone in cui dovesse esserci bisogno.




Nella Filicudi abbandonata al suo destino, inizia il terzo mese d'attesa per avere un fisioterapista per una anziana signora

Erano i primi di Dicembre, quando il medico di base di Filicudi,  ha riempito le infinite pagine che richiede una banale autorizzazione di fisioterapia domiciliare a soggetto di cure urgenti e necessarie.

Ci scrive Graziella Bonica: 

"È iniziato il terzo mese di attesa.

Questo nonostante il medico abbia più volte reiterato la domanda.

Intanto l' Adi di Messina incaricata, risponde che fintanto che Lipari non autorizza la terapia non possono inviare alcun fisioterapista sull' isola.

Dunque: per curare il cancro, dobbiamo spostarci in Provincia; per semplici  analisi di laboratorio a Lipari o Milazzo; i bambini si curano per telefono o si raggiungono i pediatri spostandoli " malati" con o senza brutto tempo e quando i mezzi non sono in riserva; gli anziani bisogna, tra mille disagi, spostarli per qualunque ragione  con immense difficoltà logistiche e non.

Solo se la  situazione è più seria, si chiama  un elicottero e li, chiaramente, fuori da Lipari, se non hai la fortuna di possedere  una casa, saranno spese su spese.

Dunque, se anche una banale firma, su una " banale" richiesta di fisioterapia, per quanto necessaria e urgente, richiede mesi di attesa, cosa devono sperare gli abitanti delle isole minori riguardo ai loro sacrosanti diritti in ambito sanitario e diagnostico?

Finché non sarà chiaro a tutti i " politici  che se ne occupano e a tutti gli  "amministratori "dei nostri territori,  che sulle isole minori non vivono solo " capre" che possono attendere ( a quanto pare) soluzioni adeguate alla loro esistenza, ma  soggetti con esigenze primarie,  di cui lo Stato si ricorda puntualmente SOLO   alle scadenze fiscali e al momento delle Elezioni,  nessun servizio di pubblica utilità garantito nelle modalità conosciute, potrà assicurare la permanenza dei residenti nei mesi invernali nella loro terra natia.

Le Isole minori, o quanto meno, Filicudi, dove vivo,  sono isole fortemente disagiate e  meritano attenzione massima".

Calcio a 5: Notevole riscontro per il torneo under 17 organizzato da Andrea Giuffrè al Freeland (classifica e video)


 

La nave non viaggia slitta ancora il funerale della signora Antonina Miirabile ved. Rao. Lo comunica Alfa&Omega


LA PAROLA - Commento al vangelo di domenica 2 febbraio 2025

Oggi 2 febbraio: Presentazione del Signore (Festa della Candelora)

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele» (Luca 2, 29-31).

Questa festa è chiamata con svariati nomi, ciascuno dei quali ricorda un fatto avvenuto in questa giornata in cui la Sacra Famiglia ci diede l'esempio della più perfetta ubbidienza.

Iddio nell'Antico Testamento aveva prescritto che ogni figlio primogenito fosse consacrato a Lui in memoria del beneficio fatto al suo popolo quando tutti i primogeniti degli Egiziani perirono sotto la spada dell'Angelo sterminatore risparmiando invece gli Ebrei.

Un'altra legge poi ordinava che ogni donna ebrea si presentasse al Tempio per purificarsi, quaranta giorni dopo la nascita del bambino, oppure dopo ottanta, se era una figlia, portando alcune vittime da sacrificarsi in ringraziamento ed espiazione.

Siccome le due cerimonie potevano compiersi tutte due assieme, Giuseppe e Maria portarono Gesù alla città santa, quaranta giorni dopo il Natale.

Benché Maria non fosse obbligata alla legge della purificazione, poiché Ella fu sempre vergine e pura, tuttavia per umiltà ed ubbidienza volle andare come le altre.

Ubbidì poi al secondo precetto di presentare ed offrire il Figlio all'Eterno Padre; ma l'offrì in modo diverso dal come le altre madri offrivano i loro figliuoli. Mentre per le altre madri questa era una semplice cerimonia. senza timore di dover offrire i figli alla morte, Maria offrì realmente Gesù in sacrificio alla morte, poiché Ella era certa che l'offerta che allora faceva doveva un giorno consumarsi sull'altare della croce.

Giunti nel recinto del tempio venne loro incontro un vecchio venerando di nome Simeone, uomo giusto e pio, a cui lo Spirito Santo aveva promesso che non sarebbe morto prima d'aver mirato il Salvatore del mondo. Illuminato dal cielo aveva riconosciuto che il figlio di Maria era appunto l'aspettato delle genti. Presolo fra le braccia nell'entusiasmo della riconoscenza esclamò: « Or lascia, o Signore, che il tuo servo, secondo la tua parola, se ne vada in pace... »: poi benedisse i genitori del Bambino dicendo a Maria: « Ecco Egli è posto a rovina e resurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione; ed anche a te una spada trapasserà l'anima ».

Maria istruita nella Sacra Scrittura aveva già intravvisto tutte le pene che doveva patire il suo Figlio. e nelle parole di Simeone ne ebbe la dolorosa conferma.

Maria a tutto acconsente. e con mirabile fortezza, offre Gesù all'Eterno Padre, ma la sua anima fu in quel momento attraversata da una spada.

Fatta l'offerta come prescritto dalla legge del Signore, Maria e Giuseppe ritornarono nella Galilea, alla loro città di Nazaret. E il Bambino cresceva e si fortificava pieno di sapienza, e la .grazia di Dio era con Lui.

PRATICA Maria per ubbidienza volle adempiere quanto prescriveva la legge, quantunque non vi fosse obbligata. Impariamo anche noi ad ubbidire a tutte le leggi, perchè, come dice la Sacra Scrittura, l'uomo ubbidiente riporterà vittoria.

PREGHIERA Dio onnipotente ed eterno, supplichiamo umilmente la tua maestà, che come l'Unigenito Figlio tuo quest'oggi fu presentato al Tempio nella sostanza di nostra carne, così tu faccia che noi siamo presentati a te con animo purificato.

MARTIROLOGIO ROMANO. Purificazione della beata Vergine Maria, che dai Greci viene chiamata Hypapànte (cioè l'incontro) del Signore.

FILASTROCCA - Per la santa Candelora se nevica o se plora dell'inverno siamo fora; ma se l'è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno

Buongiorno e buona domenica...così!


 

E' deceduta Antonina Mirabile ved. Rao

 


Le onoranze funebri sono a cura della ditta
ALFA&OMEGA di Lipari. A causa del mancato viaggio della nave delle 21 il funerale è stato posticipato a oggi alle 15
Alla famiglia le nostre condoglianze