di Giulio Giallombardo -
Un grido d’allarme che dura da quindici mesi. I patrimoni siciliani dell’Unesco sono in affanno.Legambiente lo aveva denunciato un anno e mezzo fa e adesso torna a farlo con il secondo dossier “Unesco alla siciliana, i siti in sofferenza della bella Sicilia”. Dalla Valle dei Templi di Agrigento alle Isole Eolie, dalla Villa Romana del Casale ai tesori barocchi del Val di Noto fino a Siracusa e le necropoli di Pantalica: su tutti e cinque i patrimoni dell’umanità siciliani incombono emergenze ancora disattese che rischiano di compromettere la permanenza nell’ambita lista. Le uniche criticità superate, almeno per adesso, sono i progetti di realizzazione di due porti turistici nel Porto Grande di Siracusa. Tra le possibili new entry, invece, sempre più probabile appare l’ingresso dell’Etna come bene naturalistico, così come le Madonie, la cui candidatura è stata da qualche mese avanzata dall’Ente Parco.
“Quello della mancata definizione, non applicazione o rispetto delle previsioni contenute nei piani di gestione dei siti Unesco – si legge nel dossier – è la più grave lacuna che oggi abbiamo in Sicilia e che ha causato già la perdita di cospicui finanziamenti che sarebbero stati utili al miglioramenti dei servizi, alla riqualificazione, ai restauri e alla gestione di genere”. Legambiente per questo ha avanzato due proposte concrete: la prima, attivare una sede della Fondazione Unesco, già istituita presso l’assessorato regionale ai Beni culturali, nelle località interessate ai siti Patrimonio dell’Umanità; la seconda, creare una Consulta siciliana per i siti Unesco che raggruppi tutti gli enti presenti nei territori tutelati.
Ma veniamo alle note dolenti. Ecco le emergenze sito per sito.
VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO- L’Ente Parco della Valle dei Templi di Agrigento è commissariato da oltre due anni. Il Consiglio del Parco è scaduto e l’approvazione del Piano del Parco è in stallo dall’ottobre 2009, chiuso nei cassetti dell’assessorato regionale ai Beni Culturali, nonostante, per legge, la firma sarebbe dovuta arrivare entro 4 mesi. “Ci aspettiamo che il nuovo governo Crocetta – si augurano da Legambiente – possa mettere la parola fine a queste scandalose vicende”. Poi, oltre al problema dell’attraversamento della Statale 118 che separa la Valle dei Templi, c’è il nodo dei servizi, in cui affidamento in proroga è scaduto: “Manca il personale nelle biglietterie, non c’è personale all’accoglienza, non c’è servizio di ristoro, non ci sarà il servizio del trenino elettrico per i diversamente abili e gli anziani”. Nonostante ciò, l’Ente ha presentato alcuni progetti, già appaltati, per sopperire in parte a queste lacune.
VILLA ROMANA DEL CASALE- Dopo 63 mesi di restauri e nonostante il gioiello di Piazza Armerina sia stato inaugurato ufficialmente il 4 luglio dell’anno scorso, il lavori non possono dirsi ultimati. Ancora da sostituire la copertura deltriclinium, del frigidarium e delle palestre, con annesse passerele: il costo stimato è di 5 milioni di euro. Accanto alle emergenze della Villa, ci sono quelle di Palazzo Trigona a Piazza Armerina, che da 54 anni attende di diventare “Museo della città e del territorio”. Per complesse vicende burocratiche, con tanto di finanziamenti e definanziamenti dei lavori, è stato interessato da un lungo restauro che avrebbe dovuto concludersi alla fine del 2008. Da marzo 2012 ospita gli uffici del Parco e si candida a ospitare una Biennale dell’arte del Mediterraneo, anche se questa previsione – precisano da Legambiente – “non è attualmente supportata da alcuno strumento finanziario e gestionale”.
ISOLE EOLIE - La criticità più grave che riguarda le Sette Sorelle siciliane è la mancata istituzione delle aree protette che sembrava ormai imminente. “Il Parco nazionale delle Isole Eolie sembra essere svanito nel nulla, – denuncia Legambiente – l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente ha sospeso ogni iniziativa, dopo aver registrato l’impossibilità di una concertazione col Comune di Lipari”. Silenzio generale anche sul fronte dell’area marina protetta di cui si parla dal 2008. Calma piatta anche per il nodo delle ex cave di pomice a Lipari, nonostante sia stata richiesta da anni la riconversione giudicata positivamente dall’Unesco. “L’area – avverte Legambiente – è attualmente soggetta a un allarmante dissesto idrogeologico, i cui scenari potenzialmente catastrofici si amplificano di anno in anno”.
CATANIA E VAL DI NOTO - Nel mirino il progetto di raddoppio della linea ferroviaria Zurria-Bicocca che mette a serio rischio il cuore barocco di Catania. “La ferrovia – si legge nel dossier – spazzerebbe via numerosi pregevoli palazzi storici, le mura di Carlo V, sventrando l’importante sito archeologico di piazza Federico di Svevia”. L’emergenza a Noto, è invece, legata al degrado degli intonaci dorati che caratterizzano i tesori della capitale del barocco siciliano. Per questo, dal 2006, Legambiente ha lanciato la campagnaSalvalintonaco per tutelare e recuperare le superfici scrostate dei monumenti: “La posta in gioco, avverte l’associazione ambientalista – è perdere il colore mielato che ha reso famosa Noto”.
SIRACUSA E NECROPOLI DI PANTALICA - Superate temporaneamente le emergenze dei porti turistici a Siracusa, la cui autorizzazione è stata revocata dalla Regione siciliana, rimane tutt’ora in piedi il progetto di realizzare un ponte sul torrente Calcinara, in piena zona A nella Riserva di Pantalica. Si tratterebbe di un ponte in legno lamellare di abete e struttura portante in acciaio, lungo una quarantina di metri e ampio tre. Il progetto è stato approvato dal Gal, ma ha riscosso parere negativo da parte dell’Ente gestore della Riserva e Legambiente ha presentato ricorso un anno fa. Le possibilità che il ponte si faccia diminuiscono, ma non sono ancora scongiurate del tutto.