Cerca nel blog

lunedì 8 aprile 2013

ARS, L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLE MAGGIORANZE

Se c’è un’anomalia costante, se volete una specialità della Regione siciliana la troverete nell’Assemblea regionale, e non solo per la sua burocrazia medievale, ma per la impossibilità di determinare una maggioranza qualsiasi. La maggioranza è liquida, solo virtuale. E con essa devono fare i conti sempre i partiti, i gruppi parlamentari, i leader e le iniziative parlamentari.
Ci si batte come tori nell’arena per conquistarla, poi una volta usciti dalle urne e approdati a Sala D’Ercole i deputati regionali obbediscono ad un unico vincolo, la libertà di mandato, sancita a chiare lettere dalla costituzione italiana.
Il dibattito parlamentare sulla doppia preferenza di genere, che pure ha regalato alla Sicilia una legislazione elettorale d’avanguardia, ha confermato quanto sapevamo, che le geometrie variabili, la composizione di maggioranze e opposizioni non è mai prevedibile. L’opposizione, nel caso contingente, era partita lancia in resta contro la doppia preferenza di genere, tanto che dal centrodestra erano arrivate bordate così pesanti da fare temere un ostruzionismo molto lungo e molto ostile. Il deputato regionale Formica, Pdl, ha perfino accusato la norma che obbliga a votare un uomo ed una donna di ledere i diritti umani. Di contro il gruppo più ben disposto a questa innovazione, il Movimento 5 Stelle, che aveva proposto un emendamento a tutela della correttezza del voto, ha espresso il suo dissenso, votando contro.
Insomma si sa come si comincia e mai come si finisce, sembra una partita di calcio. È un bene o un male? La libertà di voto del deputato bisogna tenerla cara, la pretendiamo come cittadini, dobbiamo tutelarla nei legislatori. Ma anche i ruoli tradizionali della democrazia parlamentare – la maggioranza e l’opposizione – costituiscono riferimenti ineludibili; se mancano, gli elettori anno diritto di lamentarsene perché hanno votato, virtualmente, a favore di una parte e vorrebbero che la loro scelta fosse rispettata.
È vero, i programmi, dei quali i politici si riempiono la bocca nelle campagne elettorali sono poco meno che carta straccia sia perché gli spazi di autonomia gestionale ed economica sono così angusti da non permettere alcuna fedeltà ai proponimenti, sia perché una volta conquistato il seggio il rapporto dei legislatori con l’elettorato di riferimento è rarefatto (con l’eccezione delle clientele e corporazioni).
Est modus in rebus, insomma. Se ci sono buone ragioni, comprensibili a tutti, si può perfino derubricare maggioranze ed opposizioni, ma se non si capisce niente e ognuno fa quel che gli pare tanto che ogni provvedimento legislativo è un melting pot di origine indefinita (e le deliberazioni, di conseguenza, appaiono contraddittorie), allora il problema è grande quanto una casa.
La maggioranza liquida, caratteristica costante dell’Assemblea regionale siciliana, non ha prodotto una legislazione di buona qualità. Quando un disegno di legge viene proposto da una maggioranza e arriva in fondo, mantiene una sua omogeneità e può aspirare a raggiungere gli obiettivi.
Il voto sulla doppia maggioranza di genere, tuttavia, ne è la prova. La proposta del governo è stata votata così come era nata, nonostante i tentativi di approfittarne per introdurre modifiche importante alla legge elettorale (soglia di sbarramento ed altro). Le cose sono cambiate in corso d’opera, come sempre, ma una volta tanto non ne ha fatto le spese il provvedimento legislativo.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.