Sia don Gaetano nel breve intervento durate i Vespri, sia Giacomantonio hanno sottolineato come la concezione di misericordia di Madre Florenzia col suo impegno nelle diverse periferie esistenziali (i bambini e le ragazze abbandonate a Lipari di fine 800 e primi 900, i mendicanti di Giarre, gli abitanti di Bosco di Rosarno alla vigilia della guerra del 1940 lassciati a se stessi, senza servizi sociali in una condizione di inselvaticamento letterale, i "meninos de rua" delle favellas del Brasile dove le suore si recarono negli anni 50) rivelava un cuore grande che nasceva dal fatto che sapeva perdonare, un cuore grande che diventava sempre più grande perché non giudicava e si chiedeva continuamente "Chi sono io per giudicare questo?". E Giacomantonio ha sottolineato una frase che Papa Francesco ripete spesso :"Se tutti noi,se tutti i popoli, le persone, le famiglie, i quartieri, averssimo questo atteggiamento, quanta pace ci sarebbe nel mondo, quanta pace nei nostri cuori. Perché la misericordia ci porta alla pace".
Questi temi sono stati ripresi nell'omelia di don Gaetano nella Messa dell'1 novembre, sempre nella cappella delle suore, alle ore 10. E proprio nell'Omelia il Parroco ha ricordato che le suore ancora oggi incarnano questo carisma di Florenzia occupandosi dei bambini e delle loro famiglie come dimostra la presenza in chiesa di tanti bambini con i loro genitori. E si è augurato che la santità di Florenzia che è già certezza nei nostri cuori venga riconosciuta presto dalla Chiesa e giovi ad un rilancio di vocazioni anche del suo Istituto.
Il testo integrale della relazione di Giacomantonio in allegato.
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