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martedì 13 giugno 2023

"Grazie per aver condiviso con me i tuoi ricordi". Marilena Maffei in memoria di Antonino Criscillo

 Con la morte di Antonino Criscillo scompare un altro tassello della vita eoliana del Novecento.  L’avevo incontrato oltre dieci anni fa, quando era già anziano, grazie alla  mediazione e all’amicizia della nipote Maria. Antonino mi aveva narrato alcune storie della sua famiglia, mi aveva parlato del padre che a soli quattordici anni era partito da Ginostra per andare negli Stati Uniti, poi si era trasferito in Argentina e infine si era stabilito in Nuova Zelanda. Un emigrato come tanti nelle Eolie, aveva detto Antonino, e che come tanti la moglie l’aveva voluta scegliere nel suo paese d’origine: Ginostra appunto.  Dopo la nascita del terzo figlio era però voluto tornare in Oceania dove poi era morto quando non aveva ancora cinquant’anni.  

Soprattutto però Antonino mi aveva raccontato della madre. Era orgoglioso di quello che lei aveva fatto durante la prima guerra mondiale per fare arrivare con regolarità la posta da Ginostra a Stromboli, come si legge nel brano che segue: 

“A Ginostra non c’era il medico e non c’era nemmeno la nave! La nave non c’era e c’era un servizio [postale] che c’è stato specialmente durante la guerra del ’15-18, e l’incarico di raccogliere la posta e di fare il procaccia con Stromboli l’aveva mio nonno.

E io ricordo che nella casa di mio nonno c’era proprio la buca [della posta] sul fianco della casa che dava sulla strada, che poi era un piccolo stipetto con la chiave però di sopra aveva la pensilina per la posta. E allora mio nonno prendeva questa posta, la metteva in un sacchetto e quattro di loro, della famiglia, marito e moglie sempre presenti e poi due figli, quand’era buon tempo con la loro barca [chiamata] Roma dovevano andare a Stromboli a portare il plico della posta.

E dovevano andare di buon mattino perché la nave andava via e lui poi alle dieci già doveva essere all’ufficio postale [di Ginostra]. Quando questo non era possibile perché il mare era mosso, allora mio nonno doveva andare a piedi. Ma non andava! Ha scelto mia mamma che era la più intelligente e la più capace, - per cui mia mamma quando lo raccontava si esaltava dicendo che lei era una persona speciale -, perché doveva fare un sentiero, sai, terribile! Io l’ho fatto […], era un tragitto che a piedi durava tre ore con il mare mosso […].

E sua mamma come faceva? Lungo la spiaggia, sugli scogli. Saltare scoglio scoglio scoglio scoglio scoglio e quando il mare minacciava doveva andare su in alto, fare qualche girata sulla montagna. Ma proprio posti rischiossimi! A me per esempio se arrivava un’ondata e mi portava  via nessuno mi avrebbe più ritrovato […].

Mia mamma faceva questo lavoro, l’ha fatto per tutto il periodo della guerra, dal ’15 al ’18.

Quanti anni aveva? Mia mamma era giovanissima, non era ancora sposata, era agilissima, si sentiva un’autorità! E diciamo che nel fare questo lavoro - arrivando a Stromboli c’era più cultura: c’era l’ufficio postale, c’era il direttore, c’era il maresciallo dei carabinieri, c’era il maresciallo della Marina perché Stromboli era una specie di piattaforma [militare], c’erano i semafori, c’era la Finanza, i carabinieri, c’era tanto personale militare - lei vedendo e parlando si era erudita, diceva lei no?” (da “La maga e il velo. Incantesimi, riti e poteri del mondo magico eoliano”, 2021, Roma, CISU, p.161)

Così raccontava Antonino Criscillo una mattina del 22 agosto 2011 nella sua casa di Lipari sulla piazza di Marina Corta. Gli ridevano gli occhi mentre mi spiegava  che la madre era talmente agile e veloce che riusciva a percorrere il lungo e pericoloso cammino da Ginostra a Stromboli in un tempo brevissimo,  soltanto un’ora e mezza. Mentre  lui per coprire  quel tragitto accidentato e impervio impiegava ben tre ore, il doppio del tempo! Mi è rimasta nella mente la sua ammirazione per la madre, che traboccava anche dietro a quel fare un po’ canzonatorio con cui, si rammentava, le rispondeva quando lei con grande fierezza raccontava ciò che era riuscita a fare in quegli anni difficili della guerra. Sono trascorsi più di cento anni da quegli eventi di una storia minore che tuttavia rende unico un territorio. 

Non dimenticherò Antonino Criscillo che ha voluto condividere con me i suoi ricordi.

Marilena Maffei

 

 

 

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