Il tragico evento di quest’ultimi giorni mi ha scosso moltissimo e quella drammatica sera, quando passando, per caso, davanti al cimitero di Lipari ho appreso la notizia ed ho visto tanti giovani, raccolti lì davanti, con le lacrime agli occhi, ho provato quel dolore silenzioso che non si grida mai sui giornali ma che solo la gente perbene si tiene dentro.
Quel tragico giorno tutti noi abbiamo perso un figlio (mia moglie anche un ex alunno).Oggi, sento che quanto accaduto sta facendo discutere del disagio giovanile e delle sue conseguenze: ma dove?
Lungi da me l’intenzione di indicare colpevoli o responsabili in un momento come questo, anche perché non saprei chi escludere (genitori, nonni, istituzioni, scuola, chiesa….).
Vivendo giornalmente a contatto con i giovani noto che sempre più i ragazzi si sentono soli e la solitudine è forse il male del secolo, perché se da un lato hanno tutto quello che serve per la comunicazione (telefonini, internet...) dall'altro si sentono spesso abbandonati a se stessi e vittime di questa pazza corsa verso non si sa chi o che cosa: vuoi la bellezza estetica, vuoi la carriera, vuoi i meriti da conquistarsi….. insomma una società che corre vertiginosamente senza sapere perchè e verso quale destino sta andando.
Sempre più gli adolescenti vivono in un mondo pieno di televisione, amicizie virtuali, mondi fantasiosi, luoghi freddi in cui è la mente ad esercitarsi anziché il cuore.
Il male di vivere che dilaga ormai in tutte le famiglie, in tutti i gruppi, in tutta la società deve essere vinto dalla consapevolezza che la vita è una, e come tale va vissuta appieno, ma soprattutto va rispettata in quanto dono prezioso.
La famiglia, l’intera società, oggi è più che mai distratta e si affanna a rincorrere ciò che appaga i bisogni più prossimi richiesti dalla nuova società, bisogni spesso effimeri e lontani da alcuni valori.Principalmente ritengo però che fino a quando nessuno di noi genitori o nonni si siederà davanti a questi giovani, con la voglia di ascoltarli, e non giudicare, con la voglia di stargli vicino davvero, il disagio e i cattivi pensieri non potranno fare altro che ingigantirsi.
Non dimentichiamo subito, non chiudiamo gli occhi, o far finta di non vedere.
C'è inquietudine nel mondo giovanile e tanto disagio, che richiedono ascolto e risposte adeguate.
Purtroppo, però, ad oggi, niente e nessuno (ripeto: Istituzione, Scuola, Chiesa), ha ritenuto di fermarsi un momento, discutere e fare riflettere su quanto accaduto.
Invece noto con grande soddisfazione che c'è tanta voglia dei nostri giovani di partecipazione e di sogni, non illudiamoli.
Lipari, 06/11/2010Saverio Merlino
Nella foto: A.S. 1997/1998 - LA CLASSE QUINTA DI PIETRO- Maestra: Angela La Rosa - Pietro è al centro con il sorriso sulle labbra