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martedì 2 novembre 2010

"Mi faccio un porto. Anzi, un megaporto". (di Angelo Natoli)

(Angelo Natoli) M'è venuta un'idea: mi faccio un porto. Anzi, un megaporto. Intendo un porto tutto mio che inizia a Marina Corta e finisce a Pignataro. Dentro ci metto barche da diporto, yachts, barche da pesca, da traffico, ma anche aliscafi, navi. Insomma, un porto attraverso il quale devono passare tutti quelli che vogliono arrivare o partire da Lipari. Ovviamente non lo costruisco gratis, è chiaro che farò pagare tutti. E siccome sarò l'unico padrone del porto deciderò io quanto si dovrà pagare: chi ci sta ci sta, chi non ci sta può andarsene altrove. Costruire un porto di queste dimensioni però costa, non posso pensare di ripagarmi tutto in cinquant'anni di concessione solo con i posti barca o facendo pagare i mezzi commerciali. Intanto tutti quelli che lavorano dentro il porto sono gentilmente invitati ad uscire: il porto è mio. Ormeggiatori, gru, officine di rimessaggio, noleggio motorini, pontili galleggianti, taxi, pullmans, pescatori possono trovare spazio altrove. Poi però ho bisogno di altro, di molto altro. Per esempio tutto intorno al porto ci costruirò bar, ristoranti, agenzie turistiche, alberghi, spa, negozi, boutiques, rivendite di giornali, supermercati e tutto quello che potrà servire. Il porto, naturalmente, sarà chiuso, l'accesso riservato solo ai viaggiatori, agli ospiti ed agli addetti ai lavori. Quanto a tutti gli altri, vadano altrove. A Quattropani, per esempio, dove non ci sono rivendite di giornali o noleggi auto; oppure ad Acquacalda, dove non ci sono supermercati e boutiques. Insomma, io faccio il porto, mi prendo tutto e gli altri si arrangino. Del resto realizzerò un sacco di posti di lavoro, ma li darò a chi vorrò io. Tutti quelli che prima lavoravano in proprio potrebbero venire da me a chiedere di lavorare alle mie dipendenze. Poi io deciderò se assumerli o no. Dipende, dipende da come mi gira: il porto è mio. Non crediate però che sia così ingenuo, non è che sta cosa me la faranno fare così facilmente. Intanto devo trovarmi un socio che non mi crei problemi, anzi, che mi aiuti a risolverli. Un socio che non abbia troppi soldi, troppe competenze, troppe pretese; pronto a mettersi da parte al primo aumento di capitale. Chessò, potrei provarci col Comune. Poi rimane il problema dell'impatto ambientale, ma non mi sembra il più complicato da risolvere. Intanto è sempre un bell'argomento di conversazione e persino di polemica. E si sa, la polemica distrae. Mentre si discute sull'altezza del muraglione ci si scorda che quel muraglione, comunque verrà costruito, sarà solo mio e nessuno potrà salirvi sopra se io non lo vorrò. E poi, con tutto quello che è stato già costruito e distrutto, figuriamoci se m'impediscono di fare un bel porto, più bello di quello di Alessandria, di Rodi e di Atene messi insieme (avrei anche il progettista giusto).
So bene che qualcuno che mi leggerà penserà che sono impazzito, che non è possibile, che non si farà mai, che la gente di Lipari non lo permetterà mai, che il Comune si opporrà strenuamente, che gli Enti di tutela bocceranno tutto. Non so, non sarei così sicuro. Se non mi rubano l'idea io ci provo.

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