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sabato 7 dicembre 2024

7 dicembre 1970: Lipari coinvolta nel possibile golpe Borghese? (di Giuseppe La Greca, storico eoliano)

(di Giuseppe La Greca) Con golpe Borghese si indica un colpo di Stato tentato in Italia durante la notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970 e organizzato da Junio Valerio Borghese (1906 - 1974). Il golpe fu annullato dallo stesso Borghese mentre era in corso di esecuzione, per motivi mai chiariti. Della possibilità di effettuare un golpe e della necessità di mettere perfettamente a punto l'organizzazione si era parlato già alla fine del 1969 e dopo lo slittamento della data prevista, nelle riunioni immediatamente precedenti la notte del 7.12.1970. Ad Avanguardia Nazionale (A.N.) era stato affidato il compito di occupare il Ministero degli Esteri e la sua importante centrale di comunicazioni radio e telefoniche. Dopo la prima fase dell'azione, gli uomini di A.N. avrebbero dovuto "passare la mano" ai Carabinieri e dedicarsi, nelle prime ore della mattina al rastrellamento degli avversari politici - soprattutto sindacalisti - che avrebbero dovuto essere internati nell'isola di Lipari mediante navi già predisposte (Come rivelò al giudice istruttore Guido Salvini, il capitano Labruna che era venuto a conoscenza di questo dettaglio perché il proprietario delle navi che avrebbero dovuto essere utilizzate allo scopo, gliene aveva parlato durante un trasferimento di armi in Sardegna per conto del reparto D del Sid).

Solo il 6.12.1970 il piano iniziale era stato modificato, affidando ad A.N. l'incarico di occupare la centrale operativa del Ministero dell'Interno, grazie anche alla complicità interna del dr. (…) che aveva fornito una mappa e una precisa descrizione del Ministero. Il Ministero dell'Interno era stato effettivamente in parte occupato e, al momento del contrordine, due militanti (Roberto Palotto e Saverio Ghiacci) si erano impadroniti di alcune pistole mitragliatrici per precostituirsi, in caso di difficoltà e di abbandono da parte dei complici inseriti nelle Istituzioni uno strumento di ricatto.
È da ritenere che l'ordine di abbandonare il golpe sia conseguenza di un aspro dibattito, negli ambienti reazionari, tra chi auspicava un'immediata soluzione forte (presa materiale del potere), e chi era fautore di una condotta maggiormente politica dell'affare, sia pure eventualmente con qualche accorgimento non del tutto legale.
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Un'inchiesta del 1972, condotta da Gian Adelio Maletti e Antonio Labruna (Ufficio «D» del SID) aveva appurato una solida intesa tra Borghese, Miceli e Orlandini, e persino la singolare circostanza che un armatore di Civitavecchia aveva messo a disposizione i propri mercantili per trasportare nell’isola di Lipari le persone catturate dai golpisti.
Gli italiani restano all’oscuro di quanto ha rischiato la Repubblica fino al 17 marzo del 1971, quando il quotidiano ‘Paese Sera’ riporta la notizia in prima pagina. A quanto pubblicato segue, lo stesso giorno, il discorso alla Camera di Francesco Restivo, il ministro degli Interni, che conferma pubblicamente e ufficialmente la veridicità dei fatti: nel dicembre del 1970 c’è stato un tentativo di colpo di Stato. Intanto partono dalla magistratura i vari ordini di cattura, che seguono l’inchiesta giudiziaria già avviata, per tentativo di insurrezione armata contro lo Stato.
Il coinvolgimento di Lipari
Sergio Zavoli, nel suo La notte della Repubblica così riporta l’interrogatorio di Labruna in merito alla individuazione di Lipari come luogo di deportazione delle persone da catturare.
(…) Parliamo del golpe Borghese. Lei fa parte di quelli che ritengono si sia trattato di una messinscena o di qualcosa di molto più serio?
[Capitano Antonio Labruna] - Fui incaricato di trovare una nave e mi rivolsi alla Società Mediterranea Navale, con sede in via Sardegna, o da quelle parti, il cui titolare era un vecchio ufficiale di Marina. Entrammo più o meno in simpatia, e nei colloqui per avere questa nave, che si chiamava Fiume Nero, parlando del più e del meno a un certo momento mi disse:
- “Senta, io le voglio confidare qualcosa”.
- “Mi dica”.
- “Io sto per fallire.”
- “Per quale ragione? Perché gli affari vanno male?”
- “No, perché io la notte dell’8 dicembre del 1970 ho messo tutta la mia flotta a disposizione del Fronte nazionale nel porto di Civitavecchia e ho tenuto le navi ferme all’attracco. Queste cose non le sanno nemmeno i miei figli…”.
Due punti da chiarire: a che cosa sarebbero dovute servire le navi a Civitavecchia e chi era e che ruolo aveva, in quella vicenda, Orlandini.
[Capitano Antonio Labruna] - Aveva il compito di portare [a Lipari n.d.a.] dei personaggi che dovevano essere prelevati a Roma, come risulta dalle dichiarazioni di Orlandini e di altri, che più o meno davano una certa preoccupazione. Orlandini era il braccio destro del principe Borghese e quindi dirigeva tutto.
C’era una lista delle persone da deportare a Lipari?
L’esistenza di una lista delle persone che in seguito al golpe avrebbero dovuto essere internate a Lipari è un altro mistero. Il suo contenuto non è mai stato reso noto, ma il “New York Times” afferma che i nomi erano 1617. Una parte degli avversari politici, molti dei quali membri del Partito comunista, avrebbe dovuto essere deportata in aereo (via Catania) o in nave.
L’epilogo? All’italiana...
Il processo per il tentato golpe, accompagnato da montagne di carte, dopo una condanna in primo grado di numerosi congiurati il 14 luglio 1978, vide con la sentenza d'appello del 27 novembre 1984 tutti gli imputati assolti.
Il 25 marzo 1986 la Cassazione ha confermato l'assoluzione, sostenendo che il tentativo eversivo era riconducibile a un "conciliabolo di quattro o cinque sessantenni", e spiegò persino che la presenza di una colonna di mezzi militari e quasi 200 uomini della Forestale appostati davanti alla Rai era stata una coincidenza.

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