Maggio si rivela un mese di grandi riconoscimenti per l’artista eoliana Ambra Mirabito, selezionata per ben quattro mostre in prestigiose sedi italiane. Il suo nuovo progetto, “L’Eterno Femminile: tra mito e santità”, una potente serie di ritratti a china che esplora la figura femminile attraverso simboli sacri e archetipi mitologici, sta riscuotendo ampio apprezzamento da parte di pubblico e critica.
L’artista sarà protagonista in diverse città italiane con opere che incarnano la forza, la fragilità e il mistero delle figure femminili:
Dal 16 al 31 maggio sarà presente a Palazzo Ponti a Brescia per la mostra di piccolo formato 8×8 con l’opera “Arianna”.
Dal 23 al 29 maggio esporrà “Medusa” alla Fondazione Museo Crocetti di Roma, nell’ambito della mostra Strati D’arte.
Dal 24 maggio al 7 giugno, la sua “Santa Lucia” sarà in mostra a Palazzo Fani a Tuscania.
Infine, dal 29 maggio al 4 giugno, Ambra parteciperà alla collettiva Do 4 Love a Bologna, con l’opera “Santa Rita”.
Con uno stile personale e una ricerca visiva che intreccia introspezione e simbolismo, Ambra Mirabito continua a farsi notare nel panorama artistico contemporaneo, raccogliendo interesse e apprezzamenti crescenti.
E non è finita qui: nuovi appuntamenti e collaborazioni sono già in programma per i prossimi mesi, a conferma di un percorso in continua evoluzione.
Riceviamo dall’Associazione Magazzino di Mutuo Soccorso Eolie e pubblichiamo
C’è un altrove. Non ha nome, né confini. È un luogo sospeso, dove lo spazio si dilata e il tempo si confonde. Un paesaggio da abitare con lo sguardo, da attraversare senza fretta.
Ce ne dimentichiamo a volte che il cinema è geografia emotiva, mappa dell’invisibile, fucina di sogni.
Nel nostro altrove, quest’anno, c’è Panarea. La più piccola delle Eolie.
A raccontarla fu Leonardo Cremonini, pittore bolognese scomparso nel 2010, che posò lo sguardo su quell’incontaminato lembo di paradiso. È una sua opera del 1984, “Sotto il sogno del sole” a presentare i film in tabellone di questa sesta edizione.
Un sospiro, uno sguardo rivolto verso di noi.
“È tempo che la pietra accetti di fiorire. Che l’affanno faccia battere un cuore. È tempo che sia tempo.”
Ci vediamo al cinema. Nel cortile più bello dell’isola.
Opera originale di Leonardo Cremonini, per gentile concessione del figlio Pietro Cremonini. Grafica di Flavia Grita e Renata Conti
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha lanciato la call diretta alle Università italiane per la partecipazione degli studenti delle Facoltà scientifiche alle attività di divulgazione degli InfoPoint INGV alle Isole Eolie di Vulcano e Stromboli.
I due InfoPoint, già noti come Centro Informativo INGV di Stromboli e Centro Informativo INGV “Marcello Carapezza” di Vulcano, sono progettati per fornire a residenti e turisti informazioni sul vulcanismo eoliano, sui rischi ad esso connessi e sulle buone pratiche di protezione civile da adottare in caso di emergenza: percorsi conoscitivi dinamici e interattivi per scoprire le dinamiche della vulcanologia e la geologia delle terre vulcaniche mete degli escursionisti.
Nel corso degli anni l’interesse nei riguardi di questa peculiare attività divulgativa dell’Istituto è andato crescendo, sia da parte delle comunità residenti nell’arcipelago, sia dei sempre più numerosi turisti e curiosi.
Anche quest’anno l’INGV ha avviato la procedura per l’individuazione degli Atenei che intendono far partecipare i loro studenti dei Dipartimenti di Scienze alle attività di divulgazione scientifica presso gli InfoPoint.
I ragazzi saranno coordinati da esperti dell’Istituto, maturando esperienza sul campo nelle attività divulgative e approfittando di un’occasione unica di formazione. L’attenzione alla corretta diffusione dei risultati scientifici costituisce infatti l’elemento fondamentale per lo sviluppo della cultura dei rischi naturali e della prevenzione volta ad aumentare la consapevolezza dei cittadini.
Prima mostra della liparese Angela Scorsone, nel suggestivo scenario dell'isola d'Elba dove vive ormai da tantissimi anni. Una mostra delle sue opere, alle quali si dedica con grande passione, realizzate con la tecnica del "quilling".
Il quilling è un'arte che consiste nell'arrotolare, modellare e incollare strisce di carta per creare disegni decorativi. La parola "quilling" deriva dall'inglese "quill", che significa "penna d'oca" e si riferisce allo strumento utilizzato dai monaci amanuensi per arrotolare le strisce di carta.
“Sono contenta - ci ha dichiara- Angela - di aver realizzato, grazie all’aiuto di mia figlia Giulia che mi ha sostenuta e spronata, questa mia prima mostra di opere create nel corso di tanti anni. Esattamente 16 anni fa mi approcciavo a questa tecnica, definita “quilling”, creando, dapprima, dei piccoli oggetti di bigiotteria e soprammobili, per, poi, affinare, sempre di più, la tecnica e dare vita a opere più complesse nella realizzazione.
Inizialmente utilizzavo dei fogli di carta colorata che ritagliavo in piccole strisce, e con il tempo ho effettuato una scelta ecologica e ho optato per l’utilizzo di materiali di riciclo come volantini, riviste, buste di carta, confezioni di alimenti etc in modo da ridurre l’impatto ambientale. Il mio sogno è quello di organizzare dei laboratori didattici come strumento educativo per apprendere questa tecnica e promuovere l’ecosostenibilità.
Questa prima mostra si è svolta presso il Ristorante Il Giardino di Porto Azzurro, ne organizzerò altre durante il periodo estivo all’isola d’Elba per poi fare delle esposizioni anche in città come Milano e portare avanti questa mia passione.”
Il "sogno nel cassetto" di Angela è quello di poter realizzare una mostra nella sua amata Lipari. Nel complimentarci con lei per quanto ha realizzato, glielo auguriamo
A questo profilo Instagram possono essere visualizzate tutte le opere della signora Angela Scorsone
Le due vie di Canneto diventeranno vico Pietra Pomice e vico Ossidiana.. La proposta era stata avanzata il giorno della Festa della Liberazione dal Magazzino di Mutuo Soccorso. Cliccando sul link si legge la delibera
Nacque il 12 maggio 1866 in Dalmazia, a sedici anni entrò tra i Cappuccini di Venezia e collaborò alla riunificazione con la Chiesa ortodossa. Questo suo desiderio però non si realizzò, perché gli furono affidati altri incarichi. Dal 1906 a Padova si dedicò al ministero della Confessione. Le sue erano confessioni semplici: poche parole, anche a causa del suo parlare non fluido; l'esortazione ad avere fede; un fermo e chiaro richiamo quando proprio occorreva, e l'assoluzione...
Morì il 30 luglio 1942 e la sua tomba, aperta dopo ventiquattro anni, rivelò il corpo completamente intatto. San Leopoldo era un disabile. Alto un metro e quaranta, artrite alle mani, difficoltà nel parlare, occhi arrossati: davvero un poveretto da compatire e martire della confessione. San Giovanni Paolo II lo ha canonizzato nel 1983.
Con decreto 6 gennaio 2020 della Congregazione per il Culto Dito e la Disciplina dei Sacramenti, San Leopoldo Mandic è stato dichiarato patrono dei malati di tumore. Normalmente un santo si ricorda nel giorno della morte, ma nel caso di san Leopoldo è stato chiesto, dopo la canonizzazione, la festa nel giorno non della morte ma della nascita, il 12 maggio.
Al suo santuario, a Padova, numerosi sono i pellegrini e tra essi tante persone con difficoltà della comunicazione. Ivi si radunano periodicamente i soci del Movimento Apostolico Sordi, per la preghiera del santo rosario.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Padova, san Leopoldo (Bogdano) da Castronuovo Mandic, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che arse di zelo per l’unità dei cristiani e dedicò tutta la vita al ministero della riconciliazione.
Nel video realizzato con le foto in nostro possesso: Ada Finocchiaro in Cappadona, Alba Tripi in Palamara, Antonino Bellino, Antonino Biviano, Antonino Russo, Antonino Triolo, Antonio Natoli, Arlindo Netto, Bartolina Maria Cafarella ved. Catillo, Dario Sciacchitano, Elena Positano in Profilio, Gaetano Lachina, Giovanni Cannistrà detto Genì, Giovanni Resinaro, Giuseppe Portelli, Guido Merlino, Iole Muleta, Lidia Coppola, Nunziata Anna Ziino, Odelia Finocchiaro in Manni, Paola Giorgi Ongaro, Peppino Mollica, Teresa Casamento ved. Matarazzo, Tullio Cammarano
Oggi voglio fare gli auguri alle mamme di Gaza. A quelle che non possono esserlo, e quelle che hanno perso i loro figli, a quelle che li hanno visti morire dissanguati, squartati, di malattia e di fame. A quelle mamme che non hanno nulla da mangiare e che, forse, speravo che i loro figli muoiano perché, a volte, la morte è più dolce della sofferenza. Voglio fare gli auguri a coloro che tacciono per indifferenza o menefreghismo, per paura o disinteresse di fronte a queste immagini. Io non posso e non voglio essere complice. Dirsi cristiani è falso se si tace vedendo versato il sangue degli innocenti. "Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" cantava De Andrè. "Un giorno verrà il giudizio di Dio" gridava San Giovanni Paolo II e verrà anche per coloro che hanno taciuto e si sono girati dall'altra parte. Auguri a tutti noi di avere il coraggio di parlare e gridare ovunque che questa è una vergogna per la politica, per le istituzioni, per la storia e, soprattutto, per il genere umano. Il più grande amore che Dio ha avuto per l'uomo è stato donargli la libertà. Per questa libertà è stato ucciso Gesù Cristo, per questa libertà stiamo compiendo la vergogna di Gaza. Per una volta cerchiamo di essere uomini e prendiamoci le nostre responsabilità senza scaricarle sempre su Dio che in tutto questo non c'entra nulla. Buona festa della mamma, se abbiamo ancora il coraggio di festeggiarla. Francesco Coscione
Ignazio nacque a Laconi, nel cuore della Sardegna, nel 1701. Nel piccolo paese vicino alle montagne del Gennargentu, crebbe timorato di Dio e ancora adolescente già praticava digiuni e mortificazioni; non frequento scuole e non imparò mai a scrivere, ma andava ogni giorno a messa e faceva ii chierichetto; di poche parole, parlava appena ii dialetto sardo. Ventenne, desideroso di mutar vita, scese a Cagliari, non per cercarvi posizioni economiche più agiate, ma per chiedere ai cappuccini di San Benedetto di essere accolto nel loro convento per consacrarsi a Dio.
I cappuccini, che conducevano una vita molto rigida, chiusero un occhio sulla sua malferma salute e nel 1721 gli permisero - con la mediazione del marchese di Laconi Gabriele Aymerich - di pronunziare la professione religiosa come fratello laico. Venne poi trasferito nel convento di Iglesias, destinato ai servizi pii umili nel convento e alla questua nella zona del Sulcis.
Come questuante Ignazio divenne una delle figure tipiche del capoluogo sardo. Lo si vedeva ogni giorno, bisaccia in spalla, per le vie della città, al porto, nelle bettole. Riceveva ii dono dal buon cuore della gente che lo amava e lo stimava, e dava in cambio ii calore della sua amicizia, di una buona parola, l'esempio evangelico di una vita umile, vissuta a fianco dei poveri, ai quali distribuiva parte di ciò che riceveva.
La sua morte nel 1781 fu pianta come la scomparsa di un amico, di una persona cara di cui si pensava impossibile un giorno la dipartita.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Càgliari, in Sardégna, sant'Ignazio da Làconi, Confessore, dell'Ordine dei Minori Cappuccini, glorioso per umiltà, carità e miracoli, che il Papa Pio dodicesimo adornò degli onori dei Santi
Il 20 Maggio 2024 invitavo nella qualità di Presidente del
Biodistretto Eolie, tutta la cittadinanza, l’Amministrazione ed il Consiglio
Comunale ad una mini conferenza sulle Isole Ecologiche Attive. Ovvero
sull’opportunità di produrre energia pulita valorizzando gli scarti alimentari.
Produrre tanta energia da tutto ciò che buttiamo.
Premesso che il 40% dell’immondizia che produciamo è
composta da materiale organico, che quasi tutto è costituito da acqua e che per
smaltirlo paghiamo una nave e camion che costano milioni di euro e producono
solo debito, abbiamo presentato UNA
GRANDE OPPORTUNITA’ per la comunità.
Tutto il cibo, gli scarti organici della potatura, oli
esausti,residui delle lavorazioni delle
macellerie, pescherie, panifici, potrebbero essere riutilizzati per produrre
energia pulita ad alto efficientamento , senza nessuna emissione di gas
puzzogeni, in totale sicurezza. Quindi produzione di energia elettrica a costo
zero, produzione di compost biologico di grande valore qualitativo da rivendere
sul mercato.
Per intenderci su 600 mq di superficie occupata, 850 MWh
/anno prodotti con 2500 ton di scarti solo dell'isola, all'anno!!
Vantaggi:
1) creazione di
reddito e prosperità in loco
2)zero
emissioni
3)abbattimento
dei costi della bolletta dell’immondizia
4)abbattimento
dei costi energetici per la comunità
5)risoluzione del problema dello
smaltimento degli sfalci di potatura, riduzione rischio incendi.
6)Produzione di compost biologico di alto
valore commerciale ed altro reddito per la Comunità.
Grande entusiasmo al termine dell’incontro ed in parte anche
incredulità alla presentazione del progetto. Tutti a caccia del contatto del
relatore Ing. Baudino. Ufficio tecnico, Assessore, società elettrica,
imprenditori, pubblico presente, ditta smaltimento rifiuti, insomma un tripudio
d’entusiasmo ed interesse.
Come è andata a finire?
La solita doccia fredda. Il comune dopo mesi di rimandi,
sembra abbia deciso di buttare i soldi pubblici in un impianto obsoleto (come
un moderno treno a vapore per intenderci, ma con la disponibilità dell'alta
velocità) energivoro (ovvero che consuma una grande quantità di energia
elettrica che a Lipari deriva dal gasolio) e che ha tutta l'aria di essere
l’ennesimo spreco di denaro pubblico (Monte Sant’Angelo docet). Affida la
progettazione a tecnici pagati, per un impianto del costo di 1 milione di euro
senza probabile ritorno?
Soldi del PNRR (?) usati decisamente male a mio avviso!
Viste le premesse chiare, possibili, economicamente valide e risolutive della
problematica.
Sarà l’ennesima volontà di non ascoltare proposte, seppur valide
e cercare soluzioni comuni?
Ah, questo non lo so, certo è che una grande opportunità per
il "bene comune" potrebbe essere sprecata. Mi chiedo perché?
Cerimonia di conferimento riconoscimenti, stamattina, nella sala di rappresentanza del palazzo comunale
di Lipari: interessati tre cittadini, residenti nel maggior Comune eoliano. Il
sindaco Gullo, unitamente alle tre amministrazioni dell'isola di Salina, ha conferito al liparese Sandro Biviano, affetto da distrofia
muscolare, il titolo di ambasciatore, a titolo onorifico, delle Eolie nel mondo per
il riconoscimento dei diritti essenziali e la tutela delle persone fragili e
con disabilità.
Ad un altro liparese, Antonino Lombardo è stata consegnata una
pergamena per l’encomio solenne, a suo tempo conferitogli, a seguito del suo atto di coraggio e altruismo, in
occasione della tragedia consumatasi nel 2016 a bordo della nave
Sansovino.
L’ultimo riconoscimento al merito civile (pubblica riconoscenza) è andato allo strombolano Giuseppe
Oliva, detto Pino, per aver salvato la vita, nel 1956, a due giovani traendoli
dalle acque della “spiaggia secca” dell’isola di Vulcano.
Alla cerimonia hanno
preso anche parte le autorità militari e religiose e, in rappresentanza del
Comune di Santa Marina Salina, il sindaco Domenico Arabia e del Comune di Leni,
l’assessore Cettina Lopes.
IL VIDEO PER IL QUALE RINGRAZIAMO COSI' COME PER LE FOTO IL NOSTRO COLLABORATORE BARTOLO RUGGIERO
Non comune, ma diffuso un po' dappertutto in Italia, il nome di Cataldo è frequente particolarmente in Puglia, e soprattutto nella città di Taranto, di cui è Patrono, da tempi remoti, l'unico Santo di nome Cataldo.
Eppure Cataldo non è un Santo locale, ma un Santo irlandese, venerato a Taranto, dove si trova la sua tomba, in una ricchissima e bella cappella del Duomo, detta il « Capellone ». Sarebbe approdato sulla piana terra pugliese nella rada che si apre, sul lido adriatico, presso la città di Lecce, e che da allora s'intitola perciò a San Cataldo, ed è oggi celebre località balneare.
I Tarantini, orgogliosi sia del loro Cappellone, sia del loro San Cataldo, avrebbero desiderato considerarlo secondo Vescovo della loro città, se a questo desiderio non si fosse opposta una croce d'oro ritrovata nella tomba del Santo nell'anno 1094, durante la ricostruzione della chiesa distrutta dai Saraceni.
Si tratta di una di quelle croci, dette benedizionali, che venivano infisse a un bastoncino e impugnate anticamente dai Vescovi con la sinistra, mentre con la mano destra benedicevano i fedeli.
Sulla croce ritrovata nella tomba di Taranto era scritto: Cataldus Rachau, cioè Cataldo Vescovo di Rachau. Da un attento esame dell'incisione, gli studiosi hanno potuto stabilire che la scritta risale al VII secolo.
E stato così possibile ricostruire la personalità di questo Santo, nato al principio del secolo in Irlanda. Allievo e poi maestro nel celebre monastero di Lismore, fondato da San Cartago, egli sarebbe poi giunto all'episcopato in modo insolito, cioè con la morte del Duca dei Desii, il quale lo aveva accusato di stregoneria, a causa dei suoi miracoli.
Dopo aver retto santamente il vescovado, Cataldo si sarebbe imbarcato, verso il 666, per un viaggio in Terrasanta. All'andata o al ritorno, approdato o naufragato sulla costa salentina, si sarebbe recato a Taranto, dove i cittadini lo vollero porre sulla cattedra vescovile vacante. Morto nel 685, venne sepolto sotto l'impiantito della cattedrale dove il suo corpo fu rinvenuto e chiaramente identificato, come abbiamo detto, nel 1094. Della sua santità fecero fede innumerevoli miracoli, che diffusero prima in Puglia, poi in tutta Italia, la devozione per il Vescovo irlandese, al cui nome s'intitolarono cappelle e chiese, località e paesi, dalla costa del mare al crinale dei monti. Insieme alla sua fama, al suo culto e al suo nome, si diffusero anche i proverbi sul suo conto. Uno di questi, legato alla sua festa celebrata in maggio, dice: « Quando è il giorno di San Cataldo, passa il freddo e viene il caldo ».
Oggetto: Interrogazione consiliare urgente sull’impianto per il trattamento dei rifiuti organici
I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI COMUNALI
PREMESSO CHE
Il costo della raccolta dei rifiuti è ormai diventato quasi insostenibile e che sia non più rinviabile un percorso virtuoso che preveda il riutilizzo degli scarti e residui alimentari con oli vegetali esausti unitamente a sfalci verdi e potature con altri residui vegetali, per la rigenerazione biologica del materiale organico in fertilizzante ad alto valore commerciale e la valorizzazione con produzione di energia pulita. Il tutto per mitigare i costi attraverso anche l’utilizzo di nuove fonti energetiche.
CONSIDERATO CHE
l’Amministrazione Comunale ci risulta abbia deciso di trattare l’argomento portando avanti un progetto , ritenuto però dai più obsoleto, energivoro, non risolutore del problema “odori” e soprattutto oneroso/costoso ,con un impatto ambientale discutibile ed economico negativo e che Tale decisione prevedrebbe l’utilizzo di risorse pubbliche, presumibilmente fondi del PNRR, per realizzare un impianto del valore presunto di 1 milione di euro, senza un chiaro ritorno economico e ambientale per la Comunità;
INTERROGANO IL SINDACO PER SAPERE
Se l’Amministrazione abbia in questi mesi valutato anche altri progetti, qualora ve ne fossero, per rendere le nostre isole delle vere e proprie “Isole Ecologiche” a basso impatto ambientale
Se esiste uno studio di fattibilità, costi-benefici o una valutazione di impatto ambientale sull’impianto attualmente in fase di progettazione
Se l’Amministrazione intende avviare un percorso democratico di confronto pubblico, invitando gli esperti del settore, per arrivare a scegliere insieme soluzioni più moderne, efficienti e vantaggiose per la Comunità Eoliana rispetto al percorso che si sta intraprendendo e che noi riteniamo già obsoleto;
Commemorato oggi pomeriggio l’82° anniversario dell’affondamento del piroscafo Santamarina che il 9 maggio del 1943, così come abbiamo già avuto modo di ricordare oggi, in altro post, costò la vita a 62 persone e che fece conoscere alle Eolie e agli eoliani, in modo diretto, le atrocità della guerra
Le autorità civili e militari presenti hanno raggiunto il luogo della tragedia, al largo di Punta Bandiera a Vulcano, a bordo della motovedetta della Guardia di Finanza partita da Milazzo. Oltre agli uomini delle Fiamme gialle, erano presenti rappresentanti di Carabinieri, Guardia Costiera, Polizia Municipale, Are – Protezione Civile.
Per il Comune di Lipari era presente il vicesindaco Saverio Merlino che, dopo un breve ma sentito intervento, ha affidato al mare una corona di fiori, in memoria dei Caduti. Presente anche don Lio Raffaele che ha impartito la benedizione
Durante il momento di raccoglimento, il silenzio è stato rotto solo dalle note del “Silenzio fuori ordinanza” intonate con la tromba del giovanissimo Marco Bonfante.
Il SalinaDocFest 2025 anticipa le sue date e approda nel mese più bello dell’estate: dal 15 al 20 luglio l’Isola di Salina, nelle Eolie, tornerà a essere palcoscenico di cinema, dialoghi, incontri e visioni. Tra i primi ospiti annunciati Oliver Stone ed Elio Germano, appena premiato con il David per Miglior attore protagonista.
La 19esima edizione del festival lascia il mese di settembre per aprirsi a un pubblico più ampio, giovane e internazionale, con l’obiettivo di favorire una maggiore partecipazione e di incentivare l’approdo turistico sull’isola in un periodo della stagione estiva che ancora non vive di grandi afflussi.
Il tema scelto per questa edizione è Nuove Parole/Nuove Immagini, un invito esplicito a riscoprire l’autenticità e la profondità del linguaggio nell’era digitale e del rumore. “Nel mondo dell’intelligenza artificiale il potere del linguaggio si è ormai identificato con il linguaggio del potere – spiega la direttrice artistica Giovanna Taviani – privando le parole del loro significato originario. Il nostro compito oggi è restituire alle parole una propria responsabilità morale (che oppone l’argomentazione alla propaganda, l’ascolto agli slogan) utilizzando il linguaggio audiovisivo come strumento di resistenza culturale”.
Al centro del festival, come sempre, il Concorso Internazionale del documentario narrativo, l’anima che da sempre caratterizza il SalinaDocFest. Sei film, scelti dal comitato di selezione del festival in corsa per il Premio Palumbo Editore al Miglior Documentario, il Premio Media Fenix al Miglior Montaggio e il Premio Signum del Pubblico.
“Il SalinaDocFest – dichiara Giulia Giuffrè, Presidente dell’associazione organizzatrice del festival – si è affermato come punto di riferimento per il documentario narrativo e per tutti coloro che credono nel cinema come strumento di conoscenza e trasformazione. Questa edizione segna un nuovo slancio verso l’internazionalizzazione, mantenendo salda l’identità del festival come spazio di incontro tra linguaggi, generazioni e culture. Un risultato possibile grazie al sostegno prezioso dei nostri partner, che condividono con noi la volontà di raccontare e valorizzare la Sicilia e l’isola di Salina come finestra aperta verso il mondo”.
Tra i primi nomi annunciati dal festival, spicca quello di Oliver Stone. Il grande regista americano sarà protagonista di un dialogo con Silvia Bizio, ripercorrendo il suo straordinario percorso umano e artistico, segnato da un’irrequieta ricerca di verità e da un’intensa esperienza personale, narrata nella sua autobiografia Cercando la luce. L’incontro attraverserà i suoi più grandi film – da Platoon a Wall Street, da Nato il 4 luglio a JFK, fino a The Doors e al recente Lula, presentato a Cannes – senza dimenticare opere come Natural Born Killers e Snowden, che hanno contribuito a definire il suo stile provocatorio e visionario. In programma anche la proiezione speciale di Salvador, film del 1986 che segnò una svolta nel suo impegno politico e sociale. Durante l’incontro, Stone renderà omaggio a Val Kilmer, straordinario interprete di Jim Morrison in The Doors, in un momento che si preannuncia tra i più emozionanti di questa edizione. Con la sua presenza, il SalinaDocFest rinnova il proprio impegno verso l’internazionalizzazione, nell’intento di riportare le Eolie al centro del dibattito cinematografico: l’arcipelago fu infatti set di film memorabili, e tuttora rappresenta uno snodo creativo dove il paesaggio si fonde con lo schermo, e il mare con l’immaginazione.
Salina, già sede della leggendaria Panaria Film, si conferma Isola del Cinema: le proiezioni e gli eventi saranno gratuiti e all’aperto, ospitati in luoghi suggestivi tra piazze, porticcioli, terrazze affacciate sul mare e giardini incastonati nel verde mediterraneo, là dove un tempo si giravano Il Postino e Caro Diario. Il festival non si limita a raccontare storie, ma mostra anche come si fanno: torna l’attenzione ai Mestieri del Cinema con una sezione dedicata alla colonna sonora.
Fondamentale, anche quest’anno, l’anteprima a Messina il 7 e 8 giugno. Un momento di connessione simbolica e reale tra l’isola maggiore e le Eolie, che apre idealmente il viaggio del SalinaDocFest verso l’estate. Due giornate dense di incontri e visioni: Elio Germano, ospite d’onore, riceverà il Premio Speciale SDF – Fondazione Messina per la Cultura e dialogherà con Marcello Sorgi sulla responsabilità morale delle parole, a partire dal film Berlinguer – La grande ambizione, intenso ritratto di un leader politico e della sua eredità. L’opera, diretta da Andrea Segre – tra i più interessanti documentaristi del panorama odierno e vincitore nel 2008 del SalinaDocFest con Come un uomo sulla terra – è valsa a Germano il David di Donatello 2025 come Miglior Attore Protagonista, a conferma della sua straordinaria capacità di interpretare figure complesse con rigore, umanità e profondità emotiva.
Lidia Ravera condurrà un viaggio tra vulcani e figure femminili, ripercorrendo le suggestioni della cosiddetta “guerra dei vulcani” che vide protagonisti Rossellini, Ingrid Bergman e Anna Magnani, e presenterà il suo ultimo libro Volevo essere un uomo, un racconto potente e attuale sui temi dell’identità e delle battaglie di genere.
Matteo Malatesta, regista di Musicanti con la Pianola, parlerà invece del suo documentario dedicato al lavoro di Pivio e Aldo De Scalzi, autori di alcune delle colonne sonore più rappresentative del cinema italiano recente, attraverso le testimonianze dirette dei registi con cui hanno collaborato. Infine, Marco Morricone interverrà per un omaggio intimo e personale al padre Ennio Morricone, ripercorrendone la figura umana e artistica a partire dal suo recente libro Ennio Morricone. Il Genio, l’Uomo, il Padre, offrendo uno sguardo inedito su una delle icone musicali più amate di sempre. L’anteprima del festival è realizzata con il Sostegno e la compartecipazione della Fondazione Messina per la Cultura e il Patrocinio del Comune di Messina e della Città Metropolitana di Messina.
Salinadocfest 2025 è un’iniziativa realizzata con il contributo di Ministero della Cultura – Direzione generale cinema e audiovisivo, Regione siciliana Assessorato turismo sport e spettacolo – Sicilia film commission; Comune Santa Marina Salina; Comune Malfa e con il sostegno e la compartecipazione di Fondazione Messina per la Cultura e il patrocinio di Comune di Messina e il sostegno tecnico di Salina isola verde.