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mercoledì 14 novembre 2018

Divieto di circolazione delle bici nel centro storico di Lipari. La riflessione di Francesco Finocchiaro

OGGETTO: divieto di circolazione delle biciclette nel centro storico
Egregio direttore ,
le scrivo in merito alla recente ordinanza che si propone di vietare il traffico delle biciclette nel centro storico di Lipari, che ha suscitato in me non poche perplessità.
Questo provvedimento, nato presumibilmente in risposta a recenti episodi di cronaca, presenta a mio parere il difetto di voler semplificare oltremodo una tematica che richiederebbe più attenzione, nel senso che sarebbe preferibile affrontare il tema della viabilità urbana nel suo complesso piuttosto che operare attraverso provvedimenti isolati come questo e slegati da un’ approccio a 360 gradi.
La strada che è stata scelta, ossia vietare tout-court il transito delle biciclette nel centro storico, finirebbe a mio parere per privarci di sfruttare una grossa risorsa, cioè di quel ruolo che la bicicletta occupa nel contesto della mobilità urbana sostenibile e che sempre più comuni stanno implementando con successo.
Innanzitutto va preliminarmente fatta una netta distinzione tra i monopattini elettrici e lebiciclette. Mettere le due cose sullo stesso piano è un grosso errore sia materiale che concettuale, e forse questa ordinanza nasce proprio da questa confusione.
I primi, che effettivamente sono presenti in gran numero sull’isola, sono dei mezzi nel 99,9% dei casi non omologati, i quali non potrebbero circolare in nessuna strada pubblica, e dunque tantomeno in una isola pedonale. Sono mezzi che hanno una propulsione unicamente a motore, dotati di spunto e velocità considerevoli, e dunque una netta presa di posizione da parte dell’amministrazione per arginare il fenomeno del transito indiscriminato di questi mezzi, specie in ZTL, è senz’altro doverosa, anzi se vogliamo tardiva.
Ma, a differenza di questi, la bicicletta, a pedalata assistita e non, è un mezzo che innanzitutto è previsto dal Codice della Strada ed è previsto il suo transito nelle aree pedonali insieme ai pedoni ( art. 3, comma 2 del codice della strada ), e che nel corso del tempo è andato ritagliandosi un ruolo importante nell’ambito degli strumenti a disposizione dei Comuni per realizzare Piani di Mobilità Dolce, o mobilità sostenibile.
Il 31 Gennaio di quest’anno è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 11 gennaio 2018, n.2, recante : “Disposizioni per lo sviluppo della mobilita’ in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica.
La legge ha il duplice obiettivo di promuovere l’uso della bicicletta sia come mezzo di trasporto quotidiano sia per le attività turistiche e ricreative, al fine di:
migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana, contro il traffico e l’inquinamento
accrescere e sviluppare l’attività turistica, tutelando il patrimonio naturale e ambientale e valorizzando il territorio e i beni culturali
Punto centrale del provvedimento è il Piano generale della mobilità ciclistica, parte integrante del Piano generali dei trasporti e della logistica. Le Regioni dovranno predisporre ed approvare con cadenza triennale il piano regionale della mobilità ciclistica e i Comuni adotteranno i Piani urbani della mobilità ciclistica: i Biciplan, finalizzati a promuovere l’uso della bicicletta sia come mezzo di trasporto che per attività turistiche e ricreative, sia per migliorare la sicurezza dei ciclisti e dei pedoni.
Anche la Regione Siciliana ha allo studio un disegno di legge in merito, “INTERVENTI PER FAVORIRE LO SVILUPPO DELLA MOBILITA’ CICLISTICA”, che per esempio dice che :
“Lo sviluppo dell’utilizzo della bicicletta in città per contribuire a migliorare il traffico e l’ambiente urbano è opportuno che venga perseguito sia dagli amministratori pubblici locali, sia dai superiori livelli di governo regionali e nazionale, nell’ambito di appropriate politiche dei trasporti ed ambientali. Ma lo stesso obiettivo dovrebbe essere maggiormente condiviso anche dall’insieme dei cittadini, tenuto conto che, se migliorano traffico ed ambiente, si hanno vantaggi per tutti.”
Questo processo si sta sviluppando in modo esponenziale anche da noi, seppur in netto ritardo rispetto ad altri paesi europei, poichè è ormai assodato che favorire il trasporto con velocipedi migliori la qualità e la sicurezza dei centri storici o aree ad accesso più difficoltoso, e migliora il rapporto del cittadino con il suo comune.
Credo che non sia saggio disperdere il patrimonio costituito da tutte quelle persone che si stanno avvicinando al mondo sano ed ecosostenibile della bicicletta con provvedimenti restrittivi come quello in esame, piuttosto sarebbe necessario un dialogo ed una comprensione del fenomeno in modo da incanalarlo positivamente. Se qualche comportamento sbagliato può essere stato attuato da un ciclista, questo è dovuto più che altro al fatto che a differenza di altri paesi nel nostro non vi è ancora una cultura civica sufficiente a capire certe cose tramite il solo buon senso. Il fatto di poter circolare in isola pedonale non autorizza il ciclista a comportarsi come meglio crede, ma questo vale anche per le abitudini di guida delle auto
Ma il fatto che sempre più cittadini eoliani decidano di spostarsi in bici è un fatto assolutamente positivo che va solo incentivato nel giusto modo. Si può pensare di esplicitare nell’ordinanza alcuni comportamenti, non so ad esempio il fatto che “il transito dei velocipedi nelle aree pedonali deve avvenire a velocità ridotta e senza causare disturbo al traffico pedonale”, o al tempo stesso sensibilizzare le persone al corretto uso della bici, o ancora prevedere misure restrittive nel mese di agosto, prevedere delle fasce orarie, ma sinceramente con questa ordinanza, in mancanza peraltro di altri provvedimenti volti a favorire in altro modo il trasporto ciclabile, questa amministrazione sembra porsi in posizione di netto contrasto con questo tipo di trasporto, in modo del tutto anacronistico con quanto sta avvenendo nei comuni più virtuosi.
Permettemi di dire poi che ovviamente ciò che può sembrare un argomento solo di viabilità, nel nostro arcipelago diventa anche un’opportunità di sviluppo turistico non indifferente.
Sempre il DDL Regionale giustamente afferma:
“Il d.d.l. riprende l’importante novità introdotta dalla L.366/98 rispetto alla precedente normativa e cioè la realizzazione di itinerari ad uso turistico. Oltre che riguardare il miglioramento della mobilità urbana, l’utilizzo della bicicletta può avere infatti una valenza turistica. Si va sempre più sviluppando infatti, specialmente nelle Regioni dell’Europa settentrionale, la realizzazione di itinerari ciclabili lungo luoghi di particolare interesse storico, paesaggistico e culturale, che attraggono flussi turistici notevoli di persone che prediligono questa forma di turismo denominata cicloturismo. Il cicloturismo in una regione come la Sicilia potrebbe avere una forte opportunità di sviluppo grazie alle risorse climatiche, paesaggistiche e culturali.”
Presentare al turista un piano organizzato di mobilità dolce, che preveda l’uso delle bici, anche tramite bike sharing, in un contesto di provvedimenti volti dall’altro lato a disincentivare l’uso delle automobili ( parcheggi a pagamento, incentivi ad usare il mega parcheggio, etc ) potrebbe e dovrebbe essere la strategia per il futuro. Potremmo fare come Verona, che organizza tour nel centro storico di notte, oppure come Prato, che fornisce bici elettriche in dotazione alla polizia municipale, potremmo fare tante cose.
Purtroppo invece, noto che il dibattito avviene sempre e soltanto sui social, sempre “dopo” un’ordinanza, non si riesce mai ad avere un dibattito “prima”, in modo che possa essere proficuo scambio di opinioni, cosicchè la discussione, invece che reciproca comprensione, scade inevitabilmente a pro o contro qualcosa. Non si tratta di fare un favore ad una determinata categoria di persone, si tratta di organizzare la mobilità urbana nel modo migliore, e pare che in tal senso la bicicletta abbia mostrato i suoi indiscutibili pregi.
Le porgo queste brevi considerazioni, rimanendo ovviamente a disposizione per qualunque osservazione, e spero che, nel merito dell’ordinanza in questione, si voglia rivedere l’attuale posizione, magari in senso più inclusivo e meno divisivo nei confronti di questa nuova sensibilità che sta emergendo, e che, a quanto pare, apporta più benefici che svantaggi, e perchè no, far si che questo episodio possa far nascere il desiderio di un nuovo piano per la mobilità urbana per Lipari, moderno e adeguato alla vocazione turistica del nostro arcipelago.
Cordiali saluti
Francesco Finocchiaro

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