La proposta
Cos'era l'organo di Eolo e la sua riscoperta nella descrizione del professor Luigi Bernabò Brea
• La proposta vuole risolvere l'annoso problema della salvaguardia e contestuale fruizione del bene archeologico.
Il Progetto, da elaborare unitamente alla Sovrintendenza di Messina ed al Museo Archeologico Regionale di Lipari deve raggiungere due importanti obiettivi:
• produrre lavoro ed aprire alla fruizione un monumento poco noto e caratterizzato da incuria e disinteresse;
• l'organizzazione di visite guidate all’impianto realizzando ove necessario steccati e parapetti di sicurezza.
• Obiettivi e risultati attesi:
• diffusione della conoscenza e valorizzazione, fino alla fruizione turistica;
• protezione, salvaguardia e recupero del bene;
• valorizzazione e recupero delle emergenze storico-architettoniche;
Cos'era l'organo di Eolo e la sua riscoperta nella descrizione del professor Luigi Bernabò Brea
Avevamo molte volte cercato questo rudere nella contrada Piano Greca e ne avevamo chiesto agli amici che vi abitavano e che la coltivavano, ma sempre senza risultato. Nessuno lo conosceva, nessuno ne aveva sentito parlare. Pensavamo quindi che fosse stato completamente cancellato dalle intemperie o dai lavori di bonifica agricola. Invece esso è venuto inaspettatamente in luce in occasione dell’apertura della nuova strada rotabile che attraversa la contrada Piano Greca, distaccandosi dalla provinciale che sale a Piano Conte.
Il taglio della strada, fatto con mezzi meccanici, ha incontrato i poveri resti di questo edificio e ne ha forse distrutto una parte. Resta però la parete addossata al pendio della strada disegnata dallo Houel. Dal pavimento su sospensore e delle tegole tubolari che rivestivano le pareti ancora da lui riconosciuti non resta più traccia, ma si conserva l’archetto attraverso il quale l’aria calda penetrava negli ipocausti.
Senza dubbio il rudere ha subito una notevole degradazione nel corso dei due secoli che ci separano dalla visita dello Houel. Venuto in luce il rudere, in condizioni di estrema fatiscenza, sul margine a monte della strada, si è reso necessario un intervento di restauro per impedirne la ulteriore degradazione.
I lavori sono stati eseguiti nel corso del settembre 1983.
Si è dovuto innanzi tutto sostenere frontalmente il terreno sezionato dalla ruspa, per impedirne il progressivo svuotamento che avrebbe causato la frana dei resti murarii e questi sono stati opportunamente sottofondati dove appoggiavano su terreno ormai inconsistente. Si sono eseguite alcune necessarie reintegrazioni per impedire il crollo dei muri dissestati, e soprattutto dell’archetto di cui non restava che una metà priva di appoggio. Ma le parti reintegrate sono state nettamente distinte da quelle originali.
La nostra piccola terma usufruiva, come fonte di calore, delle fumarole naturali, che dovevano essere numerose in questo costone sottostante alla rotabile per Piano Conte. Alcune di esse sono ancora attive, anche se assai tenui. Nell’antichità dovevano essere molto più vivaci. Infatti tutto il regime delle fumarole dell’isola di Lipari si è profondamente modificato ed attenuato a seguito dell’ultima eruzione di Vulcano degli anni 1888-90. La presenza di questa fonte naturale di calore spiega la scelta della posizione per quest’impianto, che doveva avere soprattutto funzioni curative, come le terme di S. Calogero o come le Stufe di Bagno Secco.
Luigi Bernabò Brea
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