"Mercanti di mare" di Marcello Saija (docente di Storia Costituzionale nella Facoltà di Scienze Politiche all'Università di Messina prima e, attualmente, nell'Università di Palermo) e di Alberto Cervellera (storico e appassionato cultore delle Eolie). L'opera è il frutto di una approfondita ed interessante ricerca storica su Salina in un periodo che va dal 1800 sino al 1953 e che ha caratterizzato la florida ed operosa attività agricola, commerciale e marinara degli Eoliani e Salinari in particolare in quelle epoche. Il corposo volume è composto da 323 pagine. È integrato da numerose foto d'epoca inedite appartenenti, principalmente, alla collezione di Alberto Cervellera; inoltre comprende una introduzione di Marcello Saija ed una presentazione singola dei tre Sindaci di Salina (l'antica Dydyme).
Il libro è suddiviso in tre capitoli principali:
- "A vele spiegate verso lo sviluppo" ed abbraccia il periodo che va dal 1800 sino al 1860;
- "L'età delle golette", che arriva sino al 1890 ed il "modello assistito" che ci porta sino al 1953.
Segue, quindi, un'appendice sui velieri di Leni, Malfa e S. Marina con note dettagliate e l'indice dei nomi citati nella pubblicazione. Alla fine del '500 è avvenuto il ripopolamento di Salina, incoraggiato dal vescovo di Lipari, desideroso di vedere coltivate le fertili terre dell'Isola. Così attorno alle chiese di Santa Marina, della Madonna del Terzito, di San Lorenzo e di Sant'Onofrio si trovarono a vivere insieme uomini e famiglie provenienti dall'intero bacino del Basso Tirreno. Nel corso del XIX si è sviluppata una marineria basata sui rapporti di scambio fra le Eolie e la terraferma e, nella metà dell'Ottocento, si è venuta a formare, a Salina , una vera e propria flotta di velieri armati di piccoli e medi patroni marittimi. "La comunità di allora – afferma Marcello Saija nella sua introduzione – pur essendo eterogenea per provenienze geografiche, culturali e sociali, riesce ad annodare i mille fili dello sviluppo e con lo stesso coraggio con cui affronta il mare per i suoi commerci, si da regole, accumula valori e trasmette cultura. E quando questa organizzazione cade, ciò non avviene per mali interni, ma a causa della fillòssera che distrusse i vigneti e della vorticosa trasformazione di una epoca che ha minato le fondamenta su cui l'Isola si era retta ed aveva prosperato per più di un secolo. Durante il '900 si innescano meccanismi nuovi e si tentano vie alternative; infatti con le rimesse degli emigrati arrivano la Banca, la Cooperativa di produzione e lavoro, l'Azienda Elettrica ed i vapori della Società "Eolia". Ma tutto ciò non è sufficiente. In seguito il turismo scopre Salina semi spopolata, chiusa a riccio in una economia fondata sul pubblico impiego e su marginali fatti locali, subalterna persino nel mercato dei capperi e della malvasia che potrebbe ancora costituire il volàno della ripresa socio-economica con un rilancio dell'agricoltura pregiata".
Il volume, approfondisce con rigore scientifico la storia dell'isola a partire dall'Ottocento e mette in evidenza l'operosità di una generazione, l'intelligenza e la sagàcia dei "padroni marittimi" che hanno avuto il merito di diffondere nei paesi del Mediterraneo il nome delle Eolie insieme ai pregiati prodotti della terra di Salina. Agli autori va riconosciuto, altresì, il merito di avere riportato alla luce la memoria storica di un passato che era sepolto.
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