Le immagini, che giornalmente ci arrivano attraverso la televisione e gli altri media, sono la certificazione della forza della natura ma, nello stesso tempo, il più che evidente segnale di uno stato di grande fragilità del territorio, dello stato di abbandono e di incuria in cui versa lo stesso, dei mancati interventi preventivi.
Certo affrontare questo argomento dalle nostre parti, in un ottobre che sembra essere una continuazione dell'estate, può sembrare utopia. Ma non è certo così.
Questo editoriale parte da alcuni presupposti:
che prima o poi pioverà anche da noi (è augurabile non in maniera intensa); che anche il nostro è un territorio estremamente fragile dal punto di vista idro-geologico;
che tante nostre strade, e limitrofe abitazioni, sorgono sul letto di vecchi torrenti;
che basta fare un giro per l'isola per constatare cosa ci sia, a monte di queste strade, a livello di degrado ambientale (discariche, depositi di rifiuti e similari), incuria e abbandono;
che già in un passato recente (settembre 2012), per via di una intensa precipitazione, si è rischiato grosso e si sono registrati tutta una serie di pericoli e di danni.
Tutto questo non è certo allarmismo gratuito. Piuttosto conoscenza dei fatti e delle situazioni.
So che in diversi, e in vari modi, staranno a fare gli scongiuri. E questo ci può anche stare.
Ma, oltre agli scongiuri, si è fatto qualcosa (parliamo sia degli enti pubblici che dei privati) per evitare situazioni a rischio?
I tombini, le griglie per il deflusso delle acque in tutto il paese, le vasche di raccolta, i canali di scolo, in particolare nelle aree più a rischio, sono puliti, efficienti?
A monte dei letti dei torrenti, oggi vie di accesso, non è il caso di fare una ricognizione e, se occorre, mettere in atto un intervento immediato che eviti blocchi ed intasamenti delle acque meteoriche?
Le zone che sorgono nelle immediatezze di aree percorse da grossi incendi (vedi S. Angelo-Cugna) sono state messe in sicurezza?
Prevenire, dice una più che famosa pubblicità, è meglio che curare.
L'abbiamo messa in atto questa prevenzione, intendiamo farla, ognuno per le proprie competenze?
Guardandoci attorno siamo propensi al no. E allora bisogna "alzare il culetto dalla sedia"...per non dover recriminare domani e per non sperare sempre che il nostro Santo Protettore.. ci tiri fuori dai guai!
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