Nei giorni scorsi è deceduto Antonio Marra, 57 anni, originario di Napoli si era innamorato di Lipari, per la precisione della frazione di Pirrera dove aveva realizzato un vivaio. Impegnato nel sociale, ultimamente aveva combattuto la "battaglia" contro il depuratore a Canneto Dentro.
Così lo ricorda su fb, nella pagina della Sinistra eoliana, il consigliere Pietro Lo Cascio:
Una persona coraggiosa e determinata, qualche giorno fa, ha perso la sua battaglia e ci ha lasciati più soli di prima. Antonio Marra se ne è andato, e io vorrei ricordarlo qui, agli amici della Sinistra eoliana, ai suoi compagni, anche se una tristezza infinita logora le parole e sembra renderle vane.
Antonio, che ha sempre sostenuto le nostre idee e le nostre scelte, è stato uno dei più lucidi e acerrimi nemici di quel progetto dissennato, devastante, che si chiama depuratore di Canneto Dentro, e che lui ha vissuto - più di tanti altri - come un insulto alla bellezza e all'armonia delle isole.
Antonio non è nato a Lipari, ma - come spesso accade tra le persone che eleggono un luogo e vi fondono la propria esistenza - amava quest'isola forse più di chi vi si è trovato senza averla scelta.
A Pirrera, nel tempo, ha saputo creare un'oasi di pace e di bellezza, dando vita a un bosco pieno di piante originali e suggestive che avvolgono discrete residenze, dove non è il cemento ma il buon gusto e la capacità di sapere accogliere a farla da padrone. Un'attitudine, purtroppo, ormai diventata rara dalle nostre parti.
Quel paradiso verdeggiante, ed è qui l'origine del tormento di Antonio, si affacciava però su un luogo che altri avevano votato al degrado, un vallone dove tutto ciò che l'occhio non voleva vedere e l'orecchio non voleva sentire avrebbe dovuto essere ospitato; mentre lo aggredivano con i progetti più fantasiosi e deturpanti, lui lottava per difenderlo, per rivendicarne la bellezza originaria. E ci investiva quotidianamente di questa responsabilità, che non poteva essere soltanto sua, ma doveva essere - necessariamente - anche nostra. Una responsabilità collettiva, della quale ci parlava con passione, con determinazione, con infinita e lungimirante ostinazione.
Ricordo le sue lettere al commissario Pelaggi, pubblicate sui giornali online: garbate ma ironiche, frutto di analisi spietate, lucide, dove smontava con elegante semplicità le angherie di un progetto faraonico e prepotente.
Ricordo quando ha cominciato un'altra battaglia, quella per la vita, e ci sentimmo al telefono mentre era ricoverato a Messina per alcune analisi. Mi disse che la sua stanza era esattamente sopra gli impianti di depurazione dell'ospedale, e ridemmo a lungo dei tiri mancini che a volte può giocare il destino. Solo chi ha grande intelligenza è capace di grande ironia, e lui ne aveva tanta.
Allo stesso tempo, Antonio era una persona saggia, buona, generosa, caparbia, sincera, che certamente mancherà molto a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene. Ma in questo momento tristissimo e doloroso, piuttosto che sondare il vuoto che lascia dentro di me e di alcuni di noi, vorrei fare giungere alla sua compagna Renate l'abbraccio affettuoso degli amici della Sinistra eoliana.
plc
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