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giovedì 12 giugno 2008
Reperti di Sottomonastero: La "profezia" di Gullo e la disponibilità di Condotte d'acqua e Lipari Porto
"Potrebbe essere una scoperta destinata a fare riscrivere una parte della storia di Lipari”. Era stato questo il commento del direttore del Museo Archeologico eoliano Riccardo Gullo quando, durante le operazioni di dragaggio nell'area portuale di Sottomonastero, la benna prelevò dai fondali tre plinti di base(basi di colonnato) subito fatti risalire al II secolo D.C e in qualche modo collegati ad una struttura portuale romana. Una “previsione- constatazione”che ieri, alla luce della conferenza stampa tenutasi a Palermo presso l'assessorato regionale ai Beni Culturali, si è rivelata davvero lungimirante. La scoperta, infatti, cambia radicalmente quanto si pensava in precedenza, sulla base delle ricerche del passato, e cioè che a Lipari, sia a Marina Corta che a Marina Lunga-Sottomonastero, non vi fossero vere e proprie strutture portuali ma insenature con spiagge adibite all’alaggio delle imbarcazioni e, pertanto, prive di moli o simili strutture. La nuova scoperta, come anticipato, cambia radicalmente questa immagine imponendo la presenza nell'area di Sottomonastero di una possente struttura certamente connessa con un vero e proprio porto. I dati raccolti in loco durante le immersioni effettuate da sub e tecnici della Soprintendenza del mare ipotizzano che nel passato sorgesse maestosa nella zona una struttura dotata di grande portico costituito da colonne del diametro di circa 1 metro 20, della quale sui fondali sono stati trovati tre plinti di base su altezze diverse che vanno ad aggiungersi ai tre “strappati” dalla benna prima della sospensione dei lavori di dragaggio. Queste colonne, in basalto locale, poggiano su un basamento che appare essere di marmo bianco. Non si esclude che ve ne possano essere altre ancora seppellite nei fondali. “Forse questo edificio- ha evidenziato il soprintendente del mare Sebastiano Tusa, durante la conferenza stampa palermitana- corrisponde con una fase di ricostruzione intensa della città nel corso del II sec a.C. La natura dell’edificio è ancora difficile da definire. Potrebbe trattarsi di un portico posizionato su un molo portuale o di un edificio pubblico o sacro in zona portuale. La grande quantità di ceramica raccolta sul posto è databile tra il II ed il I sec.a.C. in accordo a quanto proposto per la datazione del manufatto”. Dalla conferenza stampa è emerso che sarà possibile (ed è un caso rarissimo in archeologia subacquea) datare la struttura adottando la tecnica dello scavo stratigrafico poiché il monumento appare coperto da una possente stratigrafia intatta dello spessore di oltre i due metri. E' chiaro che solo una adeguata campagna di scavi archeologichi stratigrafici del sito potrà fornire alcune risposte. In questo contesto si deve registrare la disponibilità della società Lipari porto, di concerto con Condotte d'acqua, a finanziare le ricerche. In una prima fase, anche al fine di delimitare l’area archeologica interessata, saranno effettuate delle indagini preventive(nel più breve tempo possibile) con il sub-bottom profiler, un sonar che penetra al di sotto dei sedimenti per individuare possibili strutture. La somma necessaria per questa prima parte delle ricerche ammonterebbe a circa 50.000 euro. Nei prossimi giorni il dott. Sebastiano Tusa presenterà il suo progetto di recupero. L'intenzione, completata la campagna di scavo, è quella di mantenere in loco la struttura e, vista la minima profondità, renderla visitabile ai turisti, se non con visite subacque guidate, attraverso le imbarcazioni con fondo in cristallo. La presenza dell'area archeologica, da quanto trapela, non dovrebbe assolutamente contrastare con l'attuale struttura portuale di Sottomonastero e con le operazioni effettuate da traghetti ed aliscafi. Diverso potrebbe rivelarsi il discorso sia per quanto riguarda il programmato intervento di prolungamento e messa in sicurezza che il più ampio progetto della società Lipari porto. In entrambi i casi sia il Genio civile che la Lipari porto si sono dichiarati disponibile a rimodulare i progetti per renderli compatibili con l'importante ritrovamento archeologico.