Come anticipato ieri mattino è stata posta sottosequestro dai carabinieri di Lipari, su disposizione della Procura della Repubblica di Barcellona, una parte del porto liparese di Marina Corta.
Per la precisione l'area di cantiere dove la ditta Scuttari di Chioggia sta realizzando i lavori per il prolungamento e la messa in sicurezza della struttura portuale e dove sono stati posizionati tre cassoni modulari.
E proprio i cassoni modulari, per la precisione quanto travasato dalla ditta all'interno degli stessi per il riempimento e l'affondamento, sono finiti nel mirino della Procura. Come si ricorderà l'impresa, che ha in appalto anche i lavori di Sottomonastero (l'area in cui sono state trovate testimonianze dell'antico porto romano di Lipari), stava procedendo a riempire i cassoni di Marina Corta con la sabbia prelevata da Sottomonastero, rivelatosi di notevole interesse archeologico.
Un provvedimento (il n. 1220/08) della Procura che per certi versi era nell'aria (ed in questo all'indomani dei ritrovamenti eravamo stati facili profeti) in quanto una ispezione effettuata il 30 maggio da Philippe Tysseir della Sovrintendenza, a bordo del pontone della ditta Scuttari, aveva consentito il ritrovamento, tra i residui di sabbia, di diversi frammenti archeologici.
Ma la matassa rischia di imbrogliarsi più del previsto se è vero che la Procura ha deciso di "mettere il naso" anche su quanto previsto dal capitolato d'appalto.
Per la precisione sul materiale da utilizzare per il riempimento dei cassoni. Su sabbia o macrone potrebbe giocarsi l'ennesima partita che rischia di mettere a rischio il proseguimento in tempi brevi di questi lavori.
Uno stop prolungato come nel caso di Panarea, dove vennero riscontrate delle difformità rispetto a quanto previsto nel progetto originario (a livello di materiali), rischierebbe di mettere in ginocchio le varie attività della piazza e zone limitrofe e quanto si muove e vive nell'ambito del contesto turistico.
Per quanto riguarda l'area archeologica, venuta fuori durante il dragaggio dei fondali di Sottomonastero, si è in una fase di "studio". Dopo i rilevi e i prelievi, tecnici ed esperti della Sovrintendenza del mare stanno effettuando in "laboratorio" i necessari riscontri e verifiche