Tra gli argomenti usati da Renzi per ritirare la propria delegazione dal governo, quello maggiormente evidenziato (e condiviso, in “privato”, da quasi tutti) è stato l’inadeguato approccio da parte del premier Conte alla futura gestione del “recovery fund”.
Ai più tra gli addetti ai lavori, il piano immaginato per l’utilizzo dei fondi è parso lacunoso e con un’idea di governance farraginosa e verticistica, peraltro criticato anche dalle istituzioni europee.
I comuni cittadini si chiedono se fosse il caso di aprire una crisi in piena emergenza... legittimo e comprensibile il dubbio e lo sgomento, ma il politico deve fare il suo mestiere e guardare oltre, cioè non smettere di cercare una gestione ed un programma di governo migliore dell’attuale e preoccuparsi che le ingentissime risorse che avremo in dote dall’Europa per “aggiustare” il paese e la sua economia siano utilizzate nel miglior modo possibile.
Hic et nunc! Non avremo un’altra occasione di simile portata per modernizzare e migliorare l’Italia, dalla sanità alla scuola, passando per infrastrutture, digitalizzazione e ambiente.
L’auspicio, nell’interesse del paese, è che la crisi si risolva rapidamente e rafforzi la compagine di governo.
Se fosse Conte, su altri presupposti e su un contratto scritto che vincoli la nuova maggioranza, nuovamente incaricato di guidare il governo mi sentirei in buone mani;
ma, se il premier venuto fuori dalle consultazioni fosse Draghi, permettetemi di dire che sarei certo di essere nelle mani migliori.
CORDIALMENTE
LUCA CHIOFALO
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