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martedì 7 febbraio 2023

Prima Sanremo... purtroppo! (di Francesco Coscione)

Riceviamo e pubblichiamo:
Per mia fortuna e salute guardo circa un'ora di televisione all'anno ormai da molti anni, costretto quando capita che sia accesa a casa di qualcuno e, per educazione, non gli chiedo di spegnerla. I canali televisivi sono ormai asserviti al padrone delle testate o al governo del momento, ma questo si sapeva, niente di nuovo sotto il sole. Adesso il popolo bue deve cibarsi del mangime preconfezionato per l'oblio, deve ridere, distrarsi e, soprattutto, non pensare. Già il pensiero... questo disperso. Da un paio di giorni tutti i programmi contenitore, i talk show pieni di esperti che, fino a qualche giorno fa, blateravano indignandosi per ore sul morto del giorno, sulla vecchietta truffata, sulla Lollobrigida con un inviato sul luogo del delitto, uno dalla questura, uno dalla casa della nonna, uno da dove ha vissuto in gioventù tutti profumatamente pagati da noi, hanno magicamente cambiato palinsesto. Adesso c'è una tragedia vera con migliaia di morti, con centinaia di migliaia di esseri umani al freddo, alla fame e alle epidemie. Adesso ci sono i bambini sotto le macerie che urlano e muoiono senza poter fare nulla. Avete capito di cosa sto parlando? Mi pare di no. Ve lo dico io: adesso c'è San Remo. Palinsesti Rai pieni di San Remo, via i morti, gli affamati, i bambini sotto le macerie. Adesso siamo felici e, per esserlo completamente, stasera a San Remo ci sarà il nostro Presidente Mattarella a sostituire Zelenzky per fare ascolto. Oggi Amadeus era emozionato con la lacrimuccia nell'annunciarlo. Si emozionerà anche stasera quando con una nauseante ipocrisia ricorderanno i morti del terremoto in Turchia. Lacrime di coccodrillo. Siccome non cado nella trappola del tipo: si doveva fermare il festival? Si doveva avere solidarietà sincera e non quella vergognosa e perversa che non abbiamo! Sarà la vecchiaia ma questi fatti non li sopporto più. Cosa posso fare? Intanto indignarmi! Intanto dirlo, pensare, uscire dalla massa di questo popolo col cervello atrofico e, soprattutto, pagare novanta euro l'anno di una tassa camuffata da canone televisivo per sopportare tutto questo.
Quando finirà San Remo ci occuperemo del terremoto, adesso non possiamo!
Viva l'Italia, viva Sanremo, viva Mattarella.
Francesco Coscione

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