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mercoledì 13 settembre 2023

Il mio ricordo del professor Bonica (di Gianni Iacolino)

Non ho mai scritto dei tanti anni trascorsi in servizio nell'ospedale di Lipari, a partire dagli inizi degli anni '70 sin quasi alla fine degli anni '90 . Lo faccio solo oggi perché il ricordo del prof. Jhon Bonica, scritto con affetto dalla dr. Graziella Bonica, mi riporta alla mente i tanti incontri estivi col Professore, presidente della società mondiale di Anestesia, le intense ed animate discussioni sulle tecniche e la farmacologia di questa disciplina, ma soprattutto lo stimolo pressante ad apprendere e ,di conseguenza, intraprendere le anestesie periferiche. 
È necessaria una breve premessa: negli anni '60, nei corsi di specializzazione universitari, si dava grande attenzione ed approfondimento alle anestesie centrali ( narcotici ) e si saltava di sana pianta lo studio delle peridurali e subaracnoidee o spinali molto in voga, invece, in altre parti del mondo. 
Bonica, pioniere dello studio del dolore, era , alla luce anche della sua intensa esperienza negli ospedali militari durante la seconda guerra mondiale, un cultore di queste tecniche e non mi perdonava o meglio non perdonava agli anestesisti italiani l'aver abbandonato da decenni l'arte delle anestesie periferiche. Ci definiva, non a torto , " anestesisti monchi". 
Ogni estate, quando tornava a Filicudi, durante i nostri confronti, amava mettere il dito sulla piaga . 
Per non sentire più i suoi rimproveri, ma soprattutto convinto che avrebbe rappresentato un grosso passo avanti poter ampliare il ventaglio delle prestazioni della specialità a tutto vantaggio del nostro piccolo ospedale, mi decisi di seguire gli insegnamenti di un collega c/o l'ospedale Cristo Re di Roma, uno dei pochissimi anestesisti che potevi reperire, in quegli anni , con grande esperienza in questo campo. Acquisita una buona competenza, tornato a Lipari, diedi il via alle anestesie peridurali, molto più tecniche e "pulite" rispetto alle spinali e convinsi l'ostetrico del tempo ad evitare il calvario del travaglio alle partorienti grazie al parto indolore , utilizzando le stesse procedure. In poche parole, la frequentazione di un grande maestro fu la molla giusta a farci fare in quegli anni un salto di qualità che molti ci invidiarono. 
Son passati quasi cinquant'anni da quegli incontri anche gioviali sia a Filicudi che a Lipari nella mia casa del Monte. Era inseparabile da sua moglie, veneta, amante della compagnia , della cucina delle nostre isole e delle nostre tradizioni musicali. Divenne un fan del nostro caro Vartuluzzu Ruggiero cui lo accomuno in questo sentito ricordo.
Gianni Iacolino

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