Le indagini, avviate nel
mese di dicembre 2023, dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Messina
hanno preso spunto da un grave infortunio sul lavoro occorso ad un cittadino
magrebino, irregolare sul territorio dello Stato, avvenuto presso l’Isola di
Panarea, del Comune di Lipari il 10 novembre 2023, mentre svolgeva attività
lavorativa per conto dell’indagato.
Secondo la ricostruzione
effettuata in sede di denuncia sporta il 21 dicembre 2023, la vittima, mentre
si recava a bordo di un muletto presso uno dei tanti depositi per lo stoccaggio
di materiali in uso all’indagato rimaneva schiacciato dal ribaltamento del
mezzo lungo la strada di montagna, riportando la frattura del perone e lesione
al legamento di un ginocchio. A seguito dell’incidente l’infortunato veniva
allontanato dal luogo dell’incidente e abbandonato nei pressi di una strada ove
poco dopo veniva soccorso da un passante che lo accompagnava presso la vicina
guardia medica di Panarea. Successivamente, vista la gravità della lesione,
veniva prima accompagnato presso il nosocomio di Milazzo e, successivamente,
elitrasportato presso l’Ospedale Cannizzaro di Catania ove rimaneva degente per
diversi giorni.
La capillare attività
investigativa avviata nell’immediatezza, anche grazie al supporto dei militari
del Nucleo Operativo del Gruppo Tutela Lavoro di Palermo ed attraverso mirati
servizi di osservazione, controllo e pedinamento operati sui luoghi, consentiva
di accertare che il predetto datore di lavoro avrebbe sottoposto a sfruttamento
lavorativo, approfittando dello stato di bisogno, almeno 7 dipendenti di
nazionalità marocchina non in regola con la legislazione vigente impiegandoli
alle proprie dipendenze in violazione della normativa sull’orario di lavoro
(riposi, ferie e permessi), sulla retribuzione nonché in violazione delle norme
in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro sottoponendoli, inoltre,
a condizioni lavorative e alloggiative umilianti in una condizione di assoluto
degrado.
Si è, in particolare,
riscontrato che i cittadini magrebini:
- alloggiavano
all’interno di 3 (tre) container, posizionati in una proprietà privata
riferibile all’indagato, composti da piccole stanze con diversi posti letto,
una cucina fatiscente e un unico bagno in stato di assoluto degrado destinato a
tutti i lavoratori ospitati;
- percepivano una
retribuzione difforme e sproporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro
prestato corrispondente a 5,70/7,00 euro per
12 ore di lavoro al giorno;
- lavoravano sette
giorni su sette, per almeno 10 ore al giorno, senza usufruire di periodi di
riposo, ferie e permessi;
- minacciavano alcuni
lavoratori di non consegnare loro parte della retribuzione spettante per il
lavoro già prestato qualora non
avessero provveduto a sottoscrivere le dimissioni volontarie;
- ordinavano ai
lavoratori di incenerire i rifiuti prodotti durante l’attività lavorativa;
-
sottoponevano tutti i lavoratori impiegati a condizioni di lavoro in palese
violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Nel corso
dell’operazione, si è proceduto anche al sequestro penale preventivo dei
container di cui sopra ove hanno abitualmente alloggiato i lavoratori sfruttati
nonché al sequestro di 2 (due) mezzi utilizzati durante l’attività lavorativa.
Le indagini sono state
coordinate dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto sotto la
direzione del Procuratore Capo dott. Giuseppe Verzera e s’inseriscono
nell’azione di contrasto intrapresa dall’Autorità Giudiziaria in piena sinergia
con le Forze dell’Ordine finalizzata alla prevenzione e repressione del
fenomeno del “Caporalato”.
È fatta salva la
presunzione di innocenza della persona sottoposta ad indagini preliminari
nonché la possibilità per questa di far valere, in ogni fase del procedimento,
la propria estraneità ai reati per cui si procede.
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