
Un dettaglio ha però allarmato i militari ed i funzionari della Soprintendenza del Mare che operavano congiuntamente: le anfore erano state decontestualizzate dal loro sito d’origine, ovvero erano state prelevate dal relitto giacente ad una quota più profonda e portate in un punto meno profondo, occultate in un anfratto naturale ed, evidentemente, pronte per essere trafugate ed immesse sul vasto mercato clandestino dei reperti archeologici di provenienza marina.
Tutti i reperti sono poi stati consegnati alla Soprintendenza del Mare per lo studio e la futura musealizzazione.
Anche questo recupero si colloca nell’ambito di una più vasta azione di tutela e monitoraggio svolta dall’Arma a difesa dell’immenso patrimonio culturale sommerso che, recentemente, ha portato al recupero di altri importanti reperti archeologici dai fondali di Gela (CL).