(Leonardo Orlando-Gazzetta del Sud) Il Consiglio dei ministri ha deliberato, su proposta del ministro dell'Interno Roberto Maroni, lo scioglimento del Consiglio comunale e degli organi amministrativi del Comune di Furnari, «dove sono state accertate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata».
Il provvedimento di scioglimento è stato poi trasmesso al Quirinale, Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. emetterà il relativo decreto che sarà notificato al sindaco Salvatore Lopes dalla Commissione ministeriale che già dalla prossima settimana si insedierà al Comune di Furnari per amministrare l'ente per un periodo di 18 mesi.
La notizia dello scioglimento degli organi amministrativi eletti il 13 e 14 maggio del 2007, è stata diffusa subito dopo la riunione del Consiglio dei ministri, conclusasi alle 10,35 di ieri, dal sito del Governo italiano con il consueto e stringato comunicato che mette fine a quella procedura di accesso agli atti amministrativi del Comune, iniziata con il complesso lavoro della Commissione ispettiva interforze istituita dal Prefetto di Messina, Francesco Alecci e presieduta dal vice prefetto Antonino Contarino. La commissione si era insediata il 13 marzo scorso, completando l'esame degli atti amministrativi il successivo 13 agosto.
I fatti che hanno portato il Consiglio dei ministri a decidere lo scioglimento degli organi amministrativi del Comune di Furnari, (Consiglio comunale, Giunta municipale e Sindaco), per "condizionamento e ingerenze della criminalità organizzata" nell'attività dell'ente, sono descritti e contenuti nella relazione finale composta da ben 503 pagine che lo scorso 13 agosto è stata consegnata dai commissari al Prefetto di Messina.
Il decreto di scioglimento è infatti accompagnato da una relazione sintetica sui rilievi mossi dalla Commissione ispettiva interforze, presieduta dal prefetto Antonino Contarino e composta dal dirigente del Commissariato della polizia di Stato di Barcellona, il vice questore aggiunto Rodolfo Savio; dal tenente colonnello dei Carabinieri Luigi Bruno, comandante del Reparto operativo provinciale e dal comandante del Gruppo investigativo criminalità organizzata di Messina, il maggiore della Guardia di finanza Ugo Rabuffetti. Dalla relazione emergerebbero le prove "dell'ingerenza e del condizionamento" sull'ente locale che sarebbero stati esercitati dalla cosca mafiosa dei "Mazzarroti", con Tindaro Calabrese che avrebbe avuto un ruolo di "attivista" nella campagna elettorale del maggio del 2007 e successivamente col boss Carmelo Bisognano.
Prima del clan dei Mazzarroti. sul Comune – secondo la relazione – avrebbero esercitato influenza anche esponenti di primo piano della famiglia mafiosa dei "Barcellonesi" che avrebbero influito nell'assegnazione di taluni appalti di manutenzione. L'istituzione della Commissione di accesso agli atti del Comune di Furnari è stata istituita su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Messina dopo le rivelazioni emerse nelle intercettazioni ambientali dell'operazione antimafia "Vivaio" che evidenziavano ingerenze della criminalità organizzata nell'attività amministrativa dell'ente locale e in particolare sulle elezioni amministrative del maggio 2007 e sulle quali, come dicevamo, si sarebbe impegnato in prima persona Tindaro Calabrese, ritenuto il capo dell'ala scissionista dei "Mazzarroti".
La Commissione interforze ha esaminato gli atti amministrativi a decorrere dal maggio del 2002, fino all'agosto scorso. Sette anni di delibere di Giunta e di Consiglio, determine sindacali e dirigenziali, passati al setaccio per rintracciare elementi condizionanti nel settore dei lavori pubblici con le gare d'appalto, delle concessioni comunali e nell'assegnazione delle aree artigianali, negli incarichi professionali, nella partecipazione a consorzi e nei cottimi fiduciari.
Particolare attenzione sarebbe stata posta sull'assegnazione a ditte edili di fiducia, degli interventi straordinari per quasi 400 mila euro adottati subito dopo l'alluvione dell'11 dicembre dello scorso anno e che – secondo le citate risultanze – sarebbero stati assegnati con procedure d'urgenza a ditte risultate vicine a esponenti della cosca mafiosa dei Mazzarroti. La relazione indica poi l'elenco dei professionisti che hanno ricevuto incarichi professionali perché parenti o affini come nel caso, indicato specificatamente nell'inchiesta "Vivaio", di un incarico professionale affidato nell'ambito dei lavori del Pios 5 finanziati con fondi europei alla sorella (architetto) di Tindaro Calabrese.
L'attenzione della commissione è stata anche rivolta all'attuazione e al rispetto dei regolamenti comunali, della gestione del territorio e dei servizi. Oltre all'attività dell'ente, si apprende dagli atti che la Commissione ha attenzionato anche al disciolto Consorzio intercomunale "Mare Monti"; a finanziamenti ottenuti da imprese private con la legge 488 nell'ambito di iniziative turistiche da realizzarsi sul territorio.