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domenica 11 dicembre 2022

Oggi: III terza Domenica d'Avvento


Gesù parlò di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Un uomo vestito con abiti di lusso? Quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico». Matteo 11,7-9

Al centro dell’Avvento la Chiesa colloca la Domenica Gaudete: i sacerdoti celebranti, solo in questo giorno (III Avvento) e nella Domenica Laetare (IV Quaresima), in luogo del viola che caratterizza i tempi forti di conversione possono indossare un rosaceo che, nel contesto di tali tempi, evoca la speciale dimensione di gioia e di speranza. Risuona forte in queste giornate, a metà del cammino, l’invito a rallegrarsi e a proseguire con rinnovato vigore. Il Signore è vicino, il suo Avvento è Vita piena e abbondante: «Gioisca il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Fuggiranno tristezza e pianto. Egli viene a salvarci: si apriranno gli occhi dei ciechi, si schiuderanno gli orecchi dei sordi; lo zoppo salterà e griderà di gioia il muto. Ritorneranno i riscattati dal Signore con giubilo: felicità perenne splenderà sul loro capo» (I Lettura, Isaia). Tutta la liturgia mette in luce che l’Avvento del Signore significa per ciascuno la liberazione dal male e dalle sofferenze fisiche, spirituali, sociali: Dio «ridona la vista ai ciechi, rialza chi è caduto, protegge lo straniero, sostiene l’orfano e la vedova ma sconvolge le vie degli empi» (Salmo 145, Responsorio). Gesù, nel Vangelo, ribadisce questi temi, mostrando come in Lui si compiano le profezie cristologiche contenute nell’Antico Testamento: «I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo». È giunta l’era messianica, nella quale si realizzano la pace e la giustizia autentiche: Gesù è «Colui che deve venire», atteso da tutte le Scritture. Egli rinnova il mondo, porta la pace, annuncia la liberazione, distrugge il male. Tutto rivive: il credente constata la novità della Vita in Lui ed entra con Lui nella Luce che non ha fine. Il rinnovamento che porta Cristo è manifestato dalle opere dei credenti: siamo noi i chiamati a mostrare la bontà del Signore, ad agire concretamente per eliminare le strutture di male che affliggono il mondo, ad essere le mani, la voce, gli strumenti del Cristo, incarnato, crocifisso, morto e risorto per la salvezza degli uomini.

RALLEGRIAMOCI! L’Avvento è il tempo nel quale, con gioia e trepidazione, con cuore penitente e desideroso di conversione, ci incamminiamo incontro al Signore e celebriamo la sua venuta: non si tratta solo di prepararci con la preghiera e il raccoglimento, ma anche di annunciare il Signore con perseveranza, con la certezza fiduciosa «dell’agricoltore», che «aspetta con costanza il prezioso frutto della terra» (II Lettura, Lettera di Giacomo), sull’esempio del precursore, «il più grande tra i nati di donna». La grandezza del Battista è nella docilità alla missione, nella capacità di annunziare l’Avvento del Signore, di riconoscerlo nella storia e di indicarlo ai suoi contemporanei, nella parresia con cui invita tutti a fare la propria parte per realizzare il Regno di Dio già sulla terra. Egli è il primo di coloro che Gesù dichiara «beati» perché «non trovano in Lui motivo di scandalo» (cfr. Matteo 11,6). E noi? Ci rallegriamo della venuta del Signore e sappiamo, forti di questa gioia e della Vita che Lui porta, testimoniare con coraggio che Egli salva veramente?

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