Mentre si procede per l'istituzione dell'Area Marina Protetta dell'isola di Salina, il resto delle Eolie rimane alla finestra preferendo non affrontare seriamente la questione.
Federalberghi Isole Eolie, insieme ad altri stakeholder del territorio, ha partecipato, sabato 23 marzo, alla sottoscrizione del “Manifesto d’Intenti verso la istituzione dell’Area Marina Protetta Fondali dell’Isola di Salina”. Un percorso partecipativo, iniziato nel 2021 da un Comitato promotore e sublimato con le deliberazioni dei tre consigli comunali dell’isola così da avviare le procedure per l’istituzione dell’Area Marina Protetta di Salina, ove i tre Comuni e il territorio saranno protagonisti tanto nella definizione e nel controllo del soggetto gestore, quanto nella predisposizione dei regolamenti e di tutta la documentazione necessaria. Perché non esiste un format di Area Marina Protetta ideale o predefinito bensì un modello da "cucire" con attenzione e condivisione sul territorio e sugli abitanti che lo popolano.
Federalberghi negli anni ha partecipato e promosso convegni con l’obiettivo di avviare un percorso che permettesse di approfondire le ricadute effettive di un’Area Marina Protetta delle Isole Eolie così come di altri strumenti di gestione che consentissero di andare oltre la mera prescrizione e verifica dell’applicazione di vincoli a tutela del territorio. È sempre mancata però la capacità di confrontarsi in modo ampio e serio sui pro e i contro, sui dati, gli iter amministrativi, le perimetrazioni, i regolamenti e il modello di gestione da adottare. In assenza di una o più regie pazienti, competenti e lungimiranti, si è assistito all’inutile polarizzazione delle prese di posizione, dove il tifo e le ideologie, hanno prevalso sulle analisi e sulla reale opportunità delle scelte da compiere in favore delle presenti e delle future generazioni.
Sabato a Salina, invece, abbiamo respirato un aria positiva e propositiva. Si è avuta la chiara sensazione che l’isola verde delle Eolie avesse fatto un importante salto di qualità per diventare anche un’isola blu, dimostrando non solo di aver operato una scelta ben precisa ma anche di essere pronta a portarla avanti, avendo individuato quale possa essere il modello di AMP da far indossare al proprio territorio affinché questo rappresenti non solo un’imperdibile opportunità di tutela ambientale ma soprattutto di progresso sociale ed economico, tanto per chi vive il mare per le attività di pesca, escursioni, diportismo, diving, snorkeling, apnea ecc. quanto per chi indirettamente ne è dipendente come operatori turistici e il resto della comunità locale.
A Salina ci siamo quindi rallegrati per il percorso avviato, auspicando che questo possa rappresentare uno strumento la cui estensione al resto dell’arcipelago va quanto meno attentamente valutata, così come hanno già fatto da tempo, le altre isole siciliane: Ustica (1986), le Egadi (1991), le Pelagie (2002) e Pantelleria dove nel 2016 hanno addirittura istituito un Parco nazionale.
"Non ci si può, quindi, non soffermare sul fatto che se Salina ha fatto una scelta ben precisa - afferma Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie - che verosimilmente la collocherà ancora meglio sul panorama nazionale e internazionale come una delle destinazioni più importanti per un turismo responsabile, consapevole e compatibile con le esigenze del territorio, nel resto delle Eolie si continua ad arrancare senza una posizione chiara e distintiva e in assenza di scelte importanti che consentano di fornirci strumenti e risorse per una gestione (sociale, ambientale ed economica) sostenibile e proattiva del nostro territorio".
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