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mercoledì 27 marzo 2024

Vogliono rimetterci l'anello al naso! (di Luca Giuffrè)

Egregio Direttore,

trovo davvero singolare che tra tutti i “pianti greci” delle ultime settimane, provenienti da ogni angolo dello stivale e perlopiù attinenti alle vicissitudini politiche del paese, non vi sia traccia della nemmeno troppo recente ed ennesima beffa a danno degli eoliani residenti e nativi, perpetrata nel loro più totale silenzio. Mi riferisco, nello specifico, al curioso benefit dei biglietti gratuiti ai pendolari che prestano servizio negli enti pubblici siti alle Eolie. Pongo due domande retoriche: a qualcuno di voi che legge, risulta forse che i lavoratori pubblici pendolari da Milazzo a Messina usufruiscano gratuitamente di bus o treni? Oppure che i lavoratori pubblici pendolari da Messina verso i paesi della zona ionica abbiano il privilegio dei mezzi pubblici gratuiti? Qualcuno obietterà: “ma se non si facesse così, alle isole non verrebbe nessuno a lavorare!” Chi afferma ciò mente sapendo di mentire, poiché quasi tutti quelli che vengono a lavorare alle isole godono di benefici accessori, ad esempio i docenti di ruolo ottengono il punteggio annuale doppio rispetto a quelli che insegnano a terraferma e ne ho conosciuto più d’uno che ha appositamente scelto il trasferimento di cattedra alle Eolie proprio per tale motivazione. E nessuno dica che lavorare nelle forze dell’ordine alle Eolie sia come farlo a Gela, Castelvetrano o simili. Perché non c’è proprio paragone tra lavorare qui oppure farlo in posti ad alto rischio, nei quali uscire di pattuglia potrebbe significare la possibilità di imbattersi in personaggi “difficili” oppure in circostanze di notevole pericolosità. Per le categorie di cui sopra, un biglietto parificato nel costo a quello dei residenti sarebbe stato sicuramente più equo ed onesto. Non si comprende il motivo, a questo punto, per il quale chi viva alle isole e sia dunque costretto ad usare i mezzi marittimi per andare a terraferma all’Università, in Tribunale, all’Agenzia delle Entrate o nei vari ospedali debba pagare e chi, invece, venga qui per guadagnare del denaro possa farlo completamente gratis! Il picco dello sdegno sale ulteriormente a fronte della recente maggiorazione del 20% sulle tariffe dei traghetti, ovviamente sempre sul groppone dei soli residenti e nativi, poiché i pendolari di solito non utilizzano le navi. Un povero residente (pagante!) non riesce nemmeno a procurarsi agevolmente un biglietto su alcune corse (come quella in partenza alle ore 7.00 da Milazzo per Lipari il lunedì mattina) perché tale corsa viene monopolizzata per intero dal “popolo” non pagante. Esattamente come successo al sottoscritto più di una volta. Complimenti! Si lascia a terra chi paga e deve rientrare a casa per dare priorità di imbarco ai “gratuiti”! Qualcuno provi a prenotare una corsa, diciamo il venerdi per il successivo lunedì mattina alle 7 da Milazzo: se ci riesce mi alzerò in piedi per applaudirlo! Sempre qualcuno dirà: “eh, ma i loro biglietti gratuiti sono pagati con fondi regionali, mica coi tuoi!”. Perché, io non pago forse le tasse e quindi indirettamente quei biglietti gratuiti non sono anche a carico mio? Insomma, mai una volta che gli abitanti delle isole (disagiati dalla nascita e per la loro intera esistenza) vengano avvantaggiati in qualcosa, ogni modifica viene sempre fatta in maniera peggiorativa per loro. Tempo addietro la gente portava la residenza alle Eolie per viaggiare con lo sconto, adesso il paradosso: conviene trasferire la residenza fuori per viaggiare gratis! Ma che paese è?
Luca Giuffré

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