Nel silenzio assoluto, con tutta probabilità, buona parte del territorio dell’Isola verrà acquisita ad un prezzo irrisorio.
Ricordo ancora l’interesse manifestato da molti Soggetti del territorio in occasione dell’assegnazione dell'incarico di Consulente volontario gratuito da parte dell’amministrazione Giorgianni.
Questi Soggetti manifestarono apertamente il loro disappunto in quanto non coinvolti nello studio del tema di riconversione delle cave di Pomice.
Oggi, invece, tutti zitti!! Legambiente, Associazione Geometri, Dott Eolie, Federalberghi, Centro Studi Eoliano, Storici e affini.
Senza contare l'inerzia delle amministrazioni locali e regionali.
Da sempre persiste il totale disinteresse, o meglio chiamiamola "la mancanza di coraggio” , nell'intraprendere un percorso serio e costruttivo nell’interesse di tutti.
Tutto lecito quanto avviene oggi, ovviamente auspico sempre nel rispetto delle regole, tuttavia ritengo opportuno rilevare come sfuggano alcuni particolari:
non è stata resa alcuna informazione in merito al valore di acquisizione delle aree;
non è stata resa nessuna informazione in merito al ripristino dei luoghi abbandonati, ove si ricorda sono stati riscontrati evidenti danni all’ambiente oltre alla presenza di materiale di ogni genere in tutte le aree interessate, anche se nella parte più interessante totalmente cannibalizzato;
Inoltre, si presume che verranno acquisite dal futuro acquirente le aree rientranti nella disponibilità della società fallita; anche sul punto, alcune informazione è stata fornita.
Ed ancora, nessuno attenziona alcuni aspetti dell'area che ritengo siano da esaminare:
è ad alto rischio idrogeologico;
è sottoposta a numerosi vincoli urbanistici;
sono presenti discariche/deposito non ancora liberati e/o bonificati;
è presente una strada provinciale, a senso solo di marcia, da anni danneggiata a causa dei dissesti del terreno sottostante e dall’erosione del mare;
sussiste un provvedimento della Capitaneria di Porto di smonto del pontile pericolante di Porticello;
sono presenti delle strutture “tettoie” non regolari e/o realizzate su demanio comunale;
sono presenti fabbricati “opifici industriali” e “uffici” dei quali sarebbe opportuno verificare la regolarità edilizia;
sono presente altri fabbricati inaccessibili sia dal mare che dalla strada provinciale;
tutte le aree sono prive di qualsiasi recinzione in osservanza alle norme in tema di sicurezza.
Mi fermo qui, ma potrei prolungare l’elenco.
Come si può immaginare le anomalie del territorio hanno un impatto di gran lunga superiore al valore, seppur modesto, che si potrebbe ottenere dal subentro nel fallimento della Pumex.
Si vuole per caso seguire la stessa strada condotta sull’Italpomice per la realizzazione di un PUE? lo si rammenta, ottenuta attraverso il ricorso al TAR poi CGA e poi tramite la nomina di un Commissario!
Non credo si possa replicare quanto fatto al tempo visto che ci troviamo in un contesto totalmente diverso rispetto al sito di Acquacalda, ove peraltro si riscontrano sempre gli stessi problemi (zona ad alto rischio idrogeologico, vincoli urbanistici, discariche e depositi di ogni tipo di materiale con rischio di frana).
A memoria la Società Meligunte Srl, allora all’interno del Gruppo D’Ambra, presentò un progetto per la realizzazione di una struttura alberghiera in Località Papisca denominato “Antico Mulino”. Rammento che alla stessa fu negato il rilascio di concessione edilizia anche se la società resistette in giudizio, prima al TAR e poi al CGA, rimanendo tuttavia soccombente per i vincoli di distanza dalla battigia.
Presidente Italia nostra isole Eolie Questi Soggetti manifestarono apertamente il loro disappunto in quanto non coinvolti nello studio del tema di riconversione delle cave di Pomice.
Oggi, invece, tutti zitti!! Legambiente, Associazione Geometri, Dott Eolie, Federalberghi, Centro Studi Eoliano, Storici e affini.
Senza contare l'inerzia delle amministrazioni locali e regionali.
Da sempre persiste il totale disinteresse, o meglio chiamiamola "la mancanza di coraggio” , nell'intraprendere un percorso serio e costruttivo nell’interesse di tutti.
Tutto lecito quanto avviene oggi, ovviamente auspico sempre nel rispetto delle regole, tuttavia ritengo opportuno rilevare come sfuggano alcuni particolari:
non è stata resa alcuna informazione in merito al valore di acquisizione delle aree;
non è stata resa nessuna informazione in merito al ripristino dei luoghi abbandonati, ove si ricorda sono stati riscontrati evidenti danni all’ambiente oltre alla presenza di materiale di ogni genere in tutte le aree interessate, anche se nella parte più interessante totalmente cannibalizzato;
Inoltre, si presume che verranno acquisite dal futuro acquirente le aree rientranti nella disponibilità della società fallita; anche sul punto, alcune informazione è stata fornita.
Ed ancora, nessuno attenziona alcuni aspetti dell'area che ritengo siano da esaminare:
è ad alto rischio idrogeologico;
è sottoposta a numerosi vincoli urbanistici;
sono presenti discariche/deposito non ancora liberati e/o bonificati;
è presente una strada provinciale, a senso solo di marcia, da anni danneggiata a causa dei dissesti del terreno sottostante e dall’erosione del mare;
sussiste un provvedimento della Capitaneria di Porto di smonto del pontile pericolante di Porticello;
sono presenti delle strutture “tettoie” non regolari e/o realizzate su demanio comunale;
sono presenti fabbricati “opifici industriali” e “uffici” dei quali sarebbe opportuno verificare la regolarità edilizia;
sono presente altri fabbricati inaccessibili sia dal mare che dalla strada provinciale;
tutte le aree sono prive di qualsiasi recinzione in osservanza alle norme in tema di sicurezza.
Mi fermo qui, ma potrei prolungare l’elenco.
Come si può immaginare le anomalie del territorio hanno un impatto di gran lunga superiore al valore, seppur modesto, che si potrebbe ottenere dal subentro nel fallimento della Pumex.
Si vuole per caso seguire la stessa strada condotta sull’Italpomice per la realizzazione di un PUE? lo si rammenta, ottenuta attraverso il ricorso al TAR poi CGA e poi tramite la nomina di un Commissario!
Non credo si possa replicare quanto fatto al tempo visto che ci troviamo in un contesto totalmente diverso rispetto al sito di Acquacalda, ove peraltro si riscontrano sempre gli stessi problemi (zona ad alto rischio idrogeologico, vincoli urbanistici, discariche e depositi di ogni tipo di materiale con rischio di frana).
A memoria la Società Meligunte Srl, allora all’interno del Gruppo D’Ambra, presentò un progetto per la realizzazione di una struttura alberghiera in Località Papisca denominato “Antico Mulino”. Rammento che alla stessa fu negato il rilascio di concessione edilizia anche se la società resistette in giudizio, prima al TAR e poi al CGA, rimanendo tuttavia soccombente per i vincoli di distanza dalla battigia.
ANGELO SIDOTI
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