di Mauro Garofalo (da www.lastampa.it)
03 Settembre 2025
Dati e monitoraggio costante. E non solo. A Filicudi un pronto soccorso per le tartarughe Caretta Caretta che arrivano nelle Eolie da Cipro, Turchia e Grecia in cerca di prede e l’apertura di un altro centro, dedicato alla didattica e all’attività di educazione ambientale, a Lipari, l’isola più grande dell’arcipelago.
E’ dal 2004 che il FWC-Filicudi Wildlife Conservation (www.filicudiconservation.com) studia il modo migliore per conservare l’equilibrio tra mare, animali che lo popolano e territorio. Nato da un’idea dell’ecologa marina Monica Blasi, esperta di conservazione, specializzata nello studio di cetacei e tartarughe marine, in partnership con E.ON Italia (https://www.eon-energia.com), il progetto Energy4Blue impegna un team di giovani entusiasti, come Valentina Pin: sono già 130 le tartarughe in difficoltà recuperate, con 900 volontari per il periodo estivo e 480 studenti delle scuole primarie coinvolti nella formazione al pronto soccorso.
Vulcano, Stromboli, Salina. Le Eolie ospitano uno degli ambienti vulcanici più attivi del mondo: 13 crateri lungo la faglia di slittamento che sta portando la placca africana sotto l’Europa. Si tratta di un’attività sismica migrante che, originata da Ovest, nel tempo si sta spostando verso Est. Un ecosistema unico, in cui la tutela della natura si rivela sempre più importante. Nel nuovo centro di Lipari, non a caso, sono raccolti alcuni degli scatti fotografici più emblematici che Blasi ha realizzato nel corso di una lunga carriera, sempre in prima linea: tartarughe liuto (enormi testuggini, lunghe anche oltre due metri, dalla tipica pelle scura e coriacea), delfini e tursiopi, che saltano all’alba con i loro dorsi d’argento.
“Ciascuno ha una sua pinna caratteristica, con cui riusciamo a riconoscerli - dice -: qui, alle Eolie, ci sono circa 50 esemplari. Vivono in comunità elastiche, che si compongono in base alle necessità”. Ma le fotografie mostrano anche altri odontoceti. Si tratta di cetacei con i denti, riconoscibili invece dalla coda (che è in pratica la loro “impronta digitale”): sono i capodogli, i palombari del mare, che possono scendere fino a 2 mila metri di profondità. “Per intercettarli usiamo degli idrofoni e degli eco-scandagli. Monitorano i clic, ovvero i suoni che questi giganti del mare utilizzano per individuare i pesci nelle profondità degli abissi”.
Alle Eolie, infatti, ci sono zone che scendono anche a 1800 metri. Un po’ ovunque, purtroppo, c’è plastica. Il team dell’ecologa marina cerca di prelevarla prima che scenda in profondità e, così, contamini i fondali o, peggio, si incastri nelle pinne degli animali o finisca mangiata dalle tartarughe. “Ne troviamo alcune che hanno inghiottito buste di plastica: l’occlusione intestinale impedisce loro di immergersi e così muoiono dopo giorni di agonia”. Altre, poi, sono vittime dei “lunghi ami a strascico con cui viene praticata la pesca illegale”.
A questa emergenza si aggiunge quella del cambiamento climatico e del surriscaldamento delle acque. “Le tartarughe sono ottimi bio-indicatori, dal momento che migrano, e dal 2019 assistiamo a un incremento della nidificazione alle Eolie - continua Blasi -: dalle 80 uova a Stromboli, però, ne sono nate solo 18, a causa di un terreno troppo duro per la schiusa. Del nido a Lipari, invece, non è sopravvissuto nessun piccolo”. La crisi è evidente. L’avvistamento di individui adulti – tra cui Elettra, una femmina di 30 anni, recuperata durante il nostro press tour, organizzato per “diffondere la conoscenza, la protezione della biodiversità e la salvaguardia degli ecosistemi naturali”, come spiega Daniela Leotta, Chief Strategy, Sustainability & Communication Director di E.ON Italia - lascia presupporre che la continua antropizzazione (con il crescente inquinamento, anche acustico, delle spiagge) stia alterando, in modo grave, le zone di deposizione delle uova.
È fondamentale, perciò, che questa nicchia trovi un suo equilibrio, per gli animali così come per l’economia di questi luoghi. Per questo motivo sono importanti i progetti come Energy4Blue di E.ON e Filicudi WildLife Conservation. “Sarà essenziale la gestione delle acque e del territorio da parte della politica locale, che accompagni la crescita di un’economia sostenibile per gli abitanti di questi luoghi”, chiosa Monica Blasi. Come? Incrementando la pesca artigianale e puntando su un turismo responsabile, distribuito lungo tutto l’anno. Al centro di tutto è necessaria un’area marina protetta che combatta la pesca illegale e che crei una comunità diffusa, di umani, animali e, protagonista assoluto, il mare.
E’ dal 2004 che il FWC-Filicudi Wildlife Conservation (www.filicudiconservation.com) studia il modo migliore per conservare l’equilibrio tra mare, animali che lo popolano e territorio. Nato da un’idea dell’ecologa marina Monica Blasi, esperta di conservazione, specializzata nello studio di cetacei e tartarughe marine, in partnership con E.ON Italia (https://www.eon-energia.com), il progetto Energy4Blue impegna un team di giovani entusiasti, come Valentina Pin: sono già 130 le tartarughe in difficoltà recuperate, con 900 volontari per il periodo estivo e 480 studenti delle scuole primarie coinvolti nella formazione al pronto soccorso.
Vulcano, Stromboli, Salina. Le Eolie ospitano uno degli ambienti vulcanici più attivi del mondo: 13 crateri lungo la faglia di slittamento che sta portando la placca africana sotto l’Europa. Si tratta di un’attività sismica migrante che, originata da Ovest, nel tempo si sta spostando verso Est. Un ecosistema unico, in cui la tutela della natura si rivela sempre più importante. Nel nuovo centro di Lipari, non a caso, sono raccolti alcuni degli scatti fotografici più emblematici che Blasi ha realizzato nel corso di una lunga carriera, sempre in prima linea: tartarughe liuto (enormi testuggini, lunghe anche oltre due metri, dalla tipica pelle scura e coriacea), delfini e tursiopi, che saltano all’alba con i loro dorsi d’argento.
“Ciascuno ha una sua pinna caratteristica, con cui riusciamo a riconoscerli - dice -: qui, alle Eolie, ci sono circa 50 esemplari. Vivono in comunità elastiche, che si compongono in base alle necessità”. Ma le fotografie mostrano anche altri odontoceti. Si tratta di cetacei con i denti, riconoscibili invece dalla coda (che è in pratica la loro “impronta digitale”): sono i capodogli, i palombari del mare, che possono scendere fino a 2 mila metri di profondità. “Per intercettarli usiamo degli idrofoni e degli eco-scandagli. Monitorano i clic, ovvero i suoni che questi giganti del mare utilizzano per individuare i pesci nelle profondità degli abissi”.
Alle Eolie, infatti, ci sono zone che scendono anche a 1800 metri. Un po’ ovunque, purtroppo, c’è plastica. Il team dell’ecologa marina cerca di prelevarla prima che scenda in profondità e, così, contamini i fondali o, peggio, si incastri nelle pinne degli animali o finisca mangiata dalle tartarughe. “Ne troviamo alcune che hanno inghiottito buste di plastica: l’occlusione intestinale impedisce loro di immergersi e così muoiono dopo giorni di agonia”. Altre, poi, sono vittime dei “lunghi ami a strascico con cui viene praticata la pesca illegale”.
A questa emergenza si aggiunge quella del cambiamento climatico e del surriscaldamento delle acque. “Le tartarughe sono ottimi bio-indicatori, dal momento che migrano, e dal 2019 assistiamo a un incremento della nidificazione alle Eolie - continua Blasi -: dalle 80 uova a Stromboli, però, ne sono nate solo 18, a causa di un terreno troppo duro per la schiusa. Del nido a Lipari, invece, non è sopravvissuto nessun piccolo”. La crisi è evidente. L’avvistamento di individui adulti – tra cui Elettra, una femmina di 30 anni, recuperata durante il nostro press tour, organizzato per “diffondere la conoscenza, la protezione della biodiversità e la salvaguardia degli ecosistemi naturali”, come spiega Daniela Leotta, Chief Strategy, Sustainability & Communication Director di E.ON Italia - lascia presupporre che la continua antropizzazione (con il crescente inquinamento, anche acustico, delle spiagge) stia alterando, in modo grave, le zone di deposizione delle uova.
È fondamentale, perciò, che questa nicchia trovi un suo equilibrio, per gli animali così come per l’economia di questi luoghi. Per questo motivo sono importanti i progetti come Energy4Blue di E.ON e Filicudi WildLife Conservation. “Sarà essenziale la gestione delle acque e del territorio da parte della politica locale, che accompagni la crescita di un’economia sostenibile per gli abitanti di questi luoghi”, chiosa Monica Blasi. Come? Incrementando la pesca artigianale e puntando su un turismo responsabile, distribuito lungo tutto l’anno. Al centro di tutto è necessaria un’area marina protetta che combatta la pesca illegale e che crei una comunità diffusa, di umani, animali e, protagonista assoluto, il mare.
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