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giovedì 29 agosto 2024

S.Bartolo: (4° parte) La reliquia del sacro pollice

Di Giuseppe Iacolino
Della presenza in Lipari del Sacro Pollice di S. Bartolomeo non si ha alcuna informazione che sia anteriore al sec. XVII. Possiamo semplicemente supporre che, quando nell'833 il corpo dell'Apostolo venne trafugato dai Beneventani, il Pollice fu l'unico frammento che rimase nell'Isola.Chi lo detenne? Dove fu riposto al tempo della dominazione araba? Ebbe culto pubblico? Sono interrogativi ai quali non siamo in grado di rispondere.Una storia, o tradizione che dir si voglia, relativa al Sacro Pollice affiora da qualche decennio dopo il sacco del 1544, e ciò grazie al manoscritto del liparese Don Benedetto Gualtieri, arcidiacono della nostra Cattedrale. Il manoscritto, redatto in latino e oggi smarrito, fu consultato da Pietro Campis nel 1694 e da lui venne riportata la notizia che al momento ci interessa:
" Ariadeno soprannominato il Barbarossa aveva distrutto la città di Lipari col fuoco. Le sacre reliquie, insieme col pollice di S. Bartolomeo, (che, riposte in una cassettina, si custodivano nella Chiesa Cattedrale) furono portate a Costantinopoli: Ora avvenne che uno spagnolo, che aveva riguadagnato la libertà a Costantinopoli, fece acquisto di quelle reliquie per cinquecento monete d'oro e le portò con sé a Napoli: Ma qui, mentre colpito da un grave male se ne stava nell'ospedale spagnolo di San Giacomo e si sentiva prossimo alla morte, consegnò la cassettina con le reliquie al cappellano perché a sua volta questi la facesse recapitare ai Liparesi dietro un compenso di cinquecento monete d'oro da assegnarsi a beneficio dell'ospedale. Per caso si trovava a passare da Napoli don Martino d'Acugna [1585-1593] che da poco era stato consacrato vescovo di Lipari e che a Lipari stava dirigendosi. Il vescovo, informato del fatto, sborsò la somma richiesta, prese le sacre reliquie, le portò a Lipari e qui le restituì alla Chiesa Cattedrale nel 1585 ".
La reliquia è chiusa in una teca d'argento raffigurante un braccio benedicente e se ne fa ostensione ai piedi della statua del Santo in tutte le festività celebrate in suo onore.