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mercoledì 13 aprile 2011

Legambiente: "In pericolo oltre la metà dei luoghi Unesco in Italia. Critica la situazione di 23 siti su 45"

In Italia oltre la metà dei luoghi protetti dall'Unesco è in pericolo. Nel nostro Paese i tesori dell'arte, della storia e della civiltà antica vengono abbandonati al loro destino, privi come sono di fondi per la manutenzione e la salvaguardia. E soprattutto l'Italia abbandona i suoi siti subito dopo aver ottenuto il prestigioso riconoscimento da parte del Unesco. A lanciare l'allarme in questi termini, in occasione della Settimana della Cultura che si chiuderà domenica prossima, è Legambiente.
Dei 45 siti italiani oltre la metà, 23, è afflitta da situazioni critiche più o meno gravi che ne mettono a repentaglio il futuro. Sostiene in sintesi Legambiente nel dossier 'Unesco all'italiana', chiedendo con forza che il riconoscimento attribuito dall'organizzazione delle Nazioni Unite sia valorizzato meglio e non rimanga solo sulla carta.
Tra i siti 'in difficoltà' ci sono beni paesaggistici unici al mondo come la costiera Amalfitana, dove dilagano abusivismo edilizio ed emergenza rifiuti; le isole Eolie, paradisi della natura quotidianamente minacciati da interessi speculativi e ipotesi di nuovo cemento; il parco nazionale del Cilento assediato dall'illegalità edilizia; la laguna di Venezia, un sistema fragilissimo insidiato dall'erosione, l'inquinamento marino, le acque alte e la pesca abusiva.
In pericolo, secondo il dossier di Legambiente, anche aree archeologiche di straordinario interesse come Agrigento, Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica, le necropoli etrusche di Cerveteri e le famosissime Pompei ed Ercolano.
''L'Italia ha la fortuna di custodire un patrimonio di arte, cultura e storia unico e irriproducibile, che incarna la nostra stessa identità nazionale - sottolinea Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente - ed è molto doloroso constatare, in molti casi, la totale incapacità di tutelarlo e valorizzarlo come grande ricchezza culturale e anche come chiave di uno sviluppo nuovo. Parliamo di monumenti e luoghi simbolo del nostro Paese, famosi in tutto il mondo, che rappresentano in un certo senso anche l'unione dell'Italia di cui quest'anno ricorrono i 150 anni".
"Un patrimonio -continua Muroni- per l'intera umanità che, una volta riconosciuto come tale, viene lasciato nell'abbandono, alla mercé di auto, inquinamento e nuovi edifici. Figuriamoci che ne è dei beni cosiddetti 'minori', quelle migliaia di chiese, opere d'arte e monumenti che costellano ogni angolo della penisola e di cui ci occupiamo da anni con la campagna Salvalarte''.
Tra i principali mali che incombono sui siti Unesco italiani, Legambiente segnala poi automobili e traffico, una vera 'spada di Damocle' sulla testa di molti posti straordinari come i Sassi di Matera dove il recupero e la rivitalizzazione degli antichi rioni è ferma da tempo mentre si progettano nuovi parcheggi, oppure i centri storici di alcune delle più importanti città d'arte del Paese quali Roma, Napoli, Verona, Siena e Urbino: musei a cielo aperto, soffocati da smog, veicoli ovunque e inquinamento, dove si progetta e si realizza il 'nuovo' senza interessarsi troppo di quello che esiste da secoli.
Lo sviluppo urbanistico eccessivo è anche l'incubo di Assisi e di altri siti francescani, del villaggio industriale di Crespi d'Adda e dei Sacri Monti della Lombardia, mentre l'incuria, la scarsa manutenzione e a volte il malcostume stanno seriamente mettendo in pericolo gioielli, archeologici, architettonici e artistici come la Villa del Casale a Piazza Armerina, Villa Adriana a Tivoli, Castel del Monte, i Monumenti paleocristiani di Ravenna, la Reggia di Caserta e le Residenze Sabaude.
''Il recupero e della valorizzazione dei beni culturali può diventare l'asse portante di un diverso sviluppo del turismo - conclude Muroni - che porta lavoro e benessere e al tempo stesso promuove l'attenzione e l'amore degli italiani verso i tesori d'arte. Un Paese civile non può lasciare che simili tesori scompaiano sotto l'ombra del degrado, sono un patrimonio dell'umanità sempre e non solo quando devono candidarsi a entrare nella lista Unesco''.

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