Riceviamo e pubblichiamo:
Alle Eolie convivono e si scontrano due modi diametralmente opposti di concepire l'organizzazione e la pianificazione della vita della comunità, che rappresentano la riproduzione su base locale del divario esistente tra il nord e il sud dell'italia continentale.
Vive e lavora nell'arcipelago una buona quantità di imprenditori e di cittadini pronti al "salto di qualità", che chiede il funzionamento dei servizi, il ripristino della "legalità", una più efficiente amministrazione della cosa pubblica ed un progetto di sviluppo organico e ordinato. Accanto a questa minoranza "illuminata", vive e sembra prosperare la parte di popolazione che, (in molti casi senza averne piena coscienza), incarna l'altra anima delle Eolie, quella clientelare e retrograda, che ne osteggia il progresso e che sembra avere la meglio sugli sforzi di miglioramento e innovazione. Le tornate elettorali recenti hanno sancito e confermato, democraticamente, il predominio di quest'ultimo "blocco sociale e culturale", rafforzando il "potere" di uomini e "modi" ormai anacronistici per una realtà che deve competere nell'unico mercato rimastole per sostenere la propria fragile economia, cioè quello agguerrito e dinamico dell'offerta turistica. Si può obiettare che l'offerta politica sia omologata su tali standard, ma è un'argomento debole perchè è dalla "domanda" della cittadinanza che discende la qualità delle proposte politiche. In verità, dunque, è il paese stesso che sceglie, forse inconsapevolmente, di legare l'azione delle amministrazioni e il proprio futuro a politiche di "corto respiro", rivolte più a soddisfare i "bisogni semplici" della popolazione che ad un progetto di sviluppo e valorizzazione del territorio. Se la nostra competitività, rispetto alle altre mete turistiche, scende, se la qualità generale della nostra vita si abbassa, non diamo la colpa ad improbabili congiure planetario o al "fato"; prendiamo coscienza che tali fenomeni sono conseguenza, soprattutto, delle scelte che facciamo come comunità. Come superare lo "stallo" e usire da questa crisi di sistema? Cominciamo con una ricetta semplice: i cittadini "attenti" e gli imprenditori "volenterosi", oltre a rispettare le regole del vivere civile e a cercare il successo delle loro attività, siano anche elettori responsabili ed esigenti. Che abbiano, insomma, funzione di stimolo e di incoraggiamento per "un'offerta politica" più qualificata, perchè è tramite il sostegno elettorale, nonostante i soliti e inutili pentimenti postumi, che si è affermato di riconoscersi in un progetto. Con vivo e intimo rammarico per le grandi potenzialità inespresse di questa terra che non riesce ad affrancarsi, faccio una facile previsione: se tra le due "anime" che il paese possiede continuasse a prevalere quella retriva e clientelare, il futuro sarà molto più triste del presente...
CORDIALMENTE
LUCA CHIOFALO
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