Un corteo di centinaia di manifestanti a favore del metodo Stamina ha mandato in tilt il traffico nel centro di Roma. A decine si sono sdraiati per terra per paralizzare la circolazione e per chiedere al governo un provvedimento d'urgenza, un decreto legge che autorizzi il trattamento sulle persone malate. La sperimentazione sul contestato metodo a base di cellule staminali mesenchimali, messo a punto da Davide Vannoni e dalla sua Stamina Foundation, era stata bloccata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dopo che il comitato tecnico di esperti medici lo aveva bocciato in quanto "privo di consistenza scientifica".
Dopo ore di blocco del traffico in diversi punti del centro, ci sono stati attimi di tensione quando i manifestanti hanno sfondato il cordone di sicurezza davanti a Montecitorio e si sono avvicinati all'ingresso del palazzo. Immediatamente è stato chiuso il portone principale della Camera e le forze dell'ordine hanno allontanato i dimostranti. "Oggi c'è rabbia, perché molte delle persone in piazza combattono ogni giorno contro la morte - ha detto il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni - chiedono un decreto d'urgenza e lo sblocco delle liste d'attesa a Brescia, dove da giugno è stato fatto un solo nuovo carotaggio".
I fratelli Biviano di Pianoconte, da mesi in prima fila nelle proteste, hanno attuato un gesto clamoroso, togliendosi del sangue con una siringa e versandolo su alcune foto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del premier Enrico Letta e del ministro Beatrice Lorenzin.
La protesta si è interrotta quando è arrivato l'annuncio che una delegazione di manifestanti sarebbe stata ricevuta a Palazzo Chigi da alcuni dirigenti della sanità pubblica, inviati dal ministro. Tra loro il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Luca Pani, il direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni
Costa e il direttore generale dei dispositivi medici del ministero della Salute, Marcella Marletta.
L'incontro è poi saltato e questo ha scatenato la giusta ira dei manifestanti.
L'incontro sarebbe stata l'occasione per presentare le richieste dei malati alle istituzioni: sei persone, tra le quali Davide Vannoni, erano già pronte a entrare, ma il ministero avrebbe posto come condizione di incontrarne cinque, senza il fondatore di Stamina Foundation. Almeno così hanno affermato gli organizzatori della protesta. I manifestanti sono stati chiari: "Senza Vannoni non incontriamo le istituzioni, ricominciamo la nostra protesta". La delegazione si è quindi rifiutata di salire e ha fatto dietrofront. A quel punto, sono stati interrotti i presidi a Largo Argentina e in Piazza Venezia e i manifestanti si sono concentrati davanti alla Camera dei deputati.
L'iniziativa odierna, per la drammaticità della protesta, rappresenta un salto di qualità rispetto alle tante già promosse nei mesi scorsi dai comitati dei malati e dalle associazioni pro-Stamina. Da un lato c'è una rabbia alimentata dal fatto che nel frattempo sono morti alcuni dei malati in lista d'attesa presso gli Spedali civili di Brescia, l'unica struttura nazionale che continua a effettuare le infusioni secondo il metodo Vannoni a coloro che avevano già iniziato il trattamento prima dell'entrata in vigore del decreto Balduzzi. Dall'altro c'èla posizione delle istituzioni, sostenuta dalle massime autorità, non solo italiane, in fatto di ricerca scientifica, che non lascia spazio a soluzioni di compromesso, avendo bocciato su tutta la linea, giudicandolo persino un pericolo per i malati, il metodo Stamina.
Vannoni afferma che tutti i pazienti ai quali è stato applicato il trattamento Stamina ne hanno ricevuto benefici e accusa il ministero e lo Stato di rifiutarsi di analizzare le cartelle cliniche.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.