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sabato 22 febbraio 2014

Il voto non è un volto (di Samuele Amendola)

In questi giorni riflettevo su quale sia il compito, anzi, la missione della scuola e analizzavo le tensioni, l'agitazione, lo stress che si respirano all'interno delle nostre scuole e nelle famiglie in vista dell'uscita delle schede di valutazione con i voti del primo quadrimestre. Che tristezza! Per questo mi sento di fare un appello alle/agli insegnanti. Care/i insegnanti, dite No alle "schede di valutazione" a Scuola, fate obiezione di coscienza, rifiutatevi. Dite No ai voti, almeno nelle scuole primarie. Alla separazione dei bambini in base a quello che riescono a fare. A chiudere i bambini in un numero. Ad insegnare loro una matematica dell’essere, secondo la quale più il voto è alto più un bambino vale.
Il voto corrompe. Il voto divide. Il voto classifica. Il voto separa. Il voto è il più subdolo disintegratore di una comunità. Il voto cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme. Il voto è brutale, premia e punisce, esalta ed umilia. Il voto sbaglia, nel momento che sancisce, inciampa nel variabile umano. Il voto dimentica da dove si viene. Il voto non è il volto.
I voti fanno star male chi li mette e chi li riceve. Creano ansia, confronti, successi e fallimenti. I voti distruggono il piacere di scoprire e di imparare, ognuno con i propri tempi facendo quel che può. I voti disturbano la crescita, l’autostima e la considerazione degli altri. I voti mietono vittime e creano presunzioni.
I voti non si danno ai bambini. In particolare a quelli che non ce la fanno.
Il "maestro" Alberto Manzi riportava nella scheda di valutazione di tutti gli studenti la stessa formula: "Ha fatto quel che può, quel che non può non fa".
So che per legge, non potete rifiutarvi, ma c'é un modo per non mettere il voto: mettete un bel 8 a tutti! I bambini sono tutti uguali pur nelle loro diversità. A tutti i bambini va data, ogni anno, una possibilità... perché il bambino cambia, cresce, si trasforma ed il voto messo quest'anno, il prossimo già non va più bene. Diamo al bambino il piacere di imparare e di fare, di essere, senza essere costantemente giudicato e valutato. Il valore di un bambino può mai davvero essere quello espresso dal voto!? Ma un appunto lo vorrei indirizzare anche ai genitori: non date peso ai voti, non fateli pesare ai vostri figli, non li prendete come un voto dato a voi! Non stressate i bambini, preoccupatevi piuttosto di chiedere all'insegnante...chi é mio figlio?! In cosa é cresciuto? Come si sta svolgendo il suo percorso, quali sono i suoi sogni, cosa spera, cosa desidera, di cosa ha bisogno per esprimere al meglio il suo potenziale umano!? Non facciamo confronti tra i bambini sulla base di un voto perché il VOTO non é un VOLTO.
Samuele Amendola

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